interventi
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27
febbraio 2006
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Nel più generale disinteresse dei media, quelli che trattano l'informazione diretta al grande pubblico, sembra sia arrivato al capolinea il caso "avvelenato" del grano canadese. Sono state infatti consegnate gli esiti delle analisi sui campioni di cereale appartenente alla partita della nave Loch Alyn e ancora presente nei 15 mulini che lo avevano acquistato verso la fine dell'anno scorso. Dopo il lavoro di ricostruzione della GdF sono state rinvenute 35.000 t. (su 44.000) di grano da lavorare in silos, celle e fosse di raccolta. L'ocratossina è stata ritrovata inconcentrazioni inferiori alla soglia limite e quindi il magistrato inquirente ha provveduto al dissequestro di tutti i contenitori.
C'è un interrogativo sul perché il valore limite non sia stato superato, nonstante si tratti dello stesso grano trovato non conforme nelle analisi di dicembre. La spiegazione più semplice è che andandosi ad aggiungere ad altro grano, all'interno degli stessi silos, si è presumibilmente prodotta una miscelazione e quindi una diluizione del tenore della tossina. Oppure è stata applicata la metodica analitica accreditata e quindi si sono ridotti a zero i falsi positivi. Infine il campionamento è stato effettivamente rappresentativo dell'intera massa controllata.
Naturalmente sono ipotesi sulle quali non si potrà mai avere la parola definitiva.
Quel che colpisce è che il Tribunale del Riesame di Bari ha annullato le misure cautelari prese nei confronti degli indagati secondo quelle che erano le motivazioni del PM, considerando inesistenti i gravi indizi di colpevolezza.
Inoltre per molti di questi si sta andando verso l'archiviazione.
Archiviate le indagini nei confronti degli analisti arrestati il 30 dicembre con l'accusa di favoreggiamento per aver redatto certificati di analisi falsi. Archiviato il caso del direttore sanitario del porto di Bari accusato di non aver eseguito i controlli di rito.
Nessuna responsabilità penale per gli acquirenti del carico del garno canadese, vari mulini e ditte di trasformazione e commercializzazione, inconsapevoli di acquistare prodotti contaminati.
Archiviati i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata, falso ideologico, ricettazione, frode nell'esercizio del commercio e danneggiamento di cui erano imputati i familiari dell'imprenditore arrestato.
Certo rimangono i reati più gravi, come l'avvelenamento o l'adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, ma su tutto questo sarà lasciato il campo ai periti che nel dibattimento faranno sicuramente leva sulle modalità di campionamento e analisi delle partite sequestrate. Sempre che ci si arrivi al dibattimento. Non è difficile presumere che si apra lo spazio della trattativa avente come conclusione il patteggio. Oppure, visti i tempi che corrono, che non arrivi prima la prescrizione dei reati, considerato il particolare interesse nella giustizia mostrato da chi ci governa.
La conclusione amara di questa vicenda è che non si saprà mai se vero allarme sia stato. Quello che di certo sappiamo è che per le istituzioni sanitarie non si è trattato di una gran bella figura.La parola d'ordine è silenzio nei confronti dei consumatori.