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Interpellanza sul riutilizzo dei gessi rossi prodotti dalla "Huntsman Tioxide" di Scarlino (Grosseto)

SGOBIO. - Al Ministro delle attività produttive, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
l'azienda "Huntsman Tioxide" di Scarlino (Grosseto) ha annunciato l'intenzione di voler procedere nei prossimi mesi ad un taglio occupazionale che riguarderà 124 lavoratori dei 320 impiegati nello stabilimento;
tale decisione lascia intravedere dubbi sulla futura permanenza in vita dell'azienda, l'unica nel nostro Paese a produrre il biossido di titanio;
presso l'azienda negli anni si sono formate professionalità ed esperienze che oggi rischiano di essere compromesse dai tagli occupazionali e dalla terziarizzazione dei servizi. Essa, infatti, oltre ai 320 addetti altamente specializzati ed impegnati nel suo ciclo produttivo, coinvolge altri 120 lavoratori impiegati nell'indotto;
un eventuale ridimensionamento della "Huntsman Tioxide" comporterebbe preoccupanti ripercussioni sulla "Nuova Solvine", azienda tra i principali produttori di acido solforico dei quale la Tioxide è principale acquirente;
uno dei problemi della produzione riguarda lo scarto prodotto, infatti, alla fine del ciclo produttivo lo stabilimento di Scarlino a fronte di una produzione media annua di 60.000-80.000 tonnellate di biossido di titanio, che costituisce il 70 per cento di fabbisogno del nostro Paese, genera circa 400.000 tonnellate di rifiuto speciale non pericoloso, denominato "gesso rosso";
per tutelare l'ecosistema è già in atto un processo di riutilizzo dei gessi rossi. Infatti in base ai princìpi vigenti in ambito comunitario e nazionale che disciplinano l'impatto ambientale dei cicli produttivi, la gestione dei rifiuti deve privilegiare, nell'ordine, la prevenzione delle quantità e della pericolosità dei rifiuti, il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero, così che lo smaltimento in discarica costituisca una fase residuale del ciclo di gestione dei rifiuti medesimi. Il decreto legislativo n. 22 del 1997 prevede che le autorità competenti adottino iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la prevenzione nonché la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso, tra l'altro, il reimpiego, il riciclaggio, le altre forme di recupero e l'impiego dei materiali recuperati. L'utilizzo dei gessi rossi provenienti dalla lavorazione del biossido di titanio, nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale, può ridurre lo smaltimento di tali residui in discarica e favorire il ciclo economico produttivo dal quale i medesimi residui sono prodotti, con evidenti benefici ambientali -:
quali misure intendano adottare per sostenere e rilanciare l'attività produttiva della "Huntsman Tioxide" e mantenere i livelli occupazionali presenti;
quali misure intendano adottare per favorire il riutilizzo dei gessi rossi provenienti dalla lavorazione del biossido di titanio, contribuendo così al recupero ambientale ed al reimpiego dei materiali.
(4-11922)


Risposta. - La società Huntsman Tioxide è il terzo gruppo industriale più importante del mondo e primo in Europa nella produzione di biossido di titanio utilizzato essenzialmente nella lavorazione di
vernici, materie plastiche, carta, inchiostri da stampa, industria tessile, alimentare, eccetera.
Il biossido di titanio, che si presenta sotto forma di pigmento bianco, ha incomparabili proprietà ottiche, quali la capacità di riflettere le radiazioni luminose ed assorbire le dannose radiazioni ultraviolette ed è un prodotto chimicamente inerte, stabile dal punto di vista termico e non tossico.
Esso è il bianco di base che compare in quasi tutti gli "oggetti bianchi" e si ottiene da una reazione chimica dell'acido solforico con la materia prima e cioé l'ilmenite o le scorie titanifere.
Attualmente la società sta fronteggiando la sfida di una aggressiva competitività conseguente sia alla ridotta crescita della domanda di mercato mondiale sia alla contrazione del prezzo di vendita; di contro, è andato sempre più aumentando il costo delle materie prime, della manodopera e degli interventi finalizzati alla salvaguardia dell'ambiente.
A questa situazione congiunturale deve aggiungersi che la concorrenza ha già in atto una politica di riduzione dei costi di produzione conseguita attraverso l'automazione degli impianti appositamente riorganizzati, la centralizzazione dei servizi e il ridimensionamento dei programmi di produzione.
Pertanto, anche la Huntsman Tioxide, al fine di fronteggiare questo momento di rallentamento economico e recessione industriale, ha predisposto, per il prossimo biennio, un importante piano di interventi in tutti gli stabilimenti del gruppo che dovrà consentire appunto di mantenere le posizioni produttive raggiunte e di essere sempre più competitiva sui mercati europei e mondiali.
Il piano, oltre a consistenti impegni finanziari, individua vari settori con azioni già avviate ed altre da cominciare che, in particolare, puntano: ad investire sull'innovazione tecnologica, per realizzare sistemi di produzione sempre più sofisticati in funzione delle materie prime usate; a revisionare i costi e le strutture organizzative dei diversi stabilimenti; a selezionare i mercati di vendita dei prodotti in rapporto all'entità della domanda.
L'insieme dei vari interventi comporterà, nel prossimo biennio, un riassetto organizzativo con conseguente esubero di personale che l'azienda intende gestire con la massima attenzione in collaborazione con le organizzazioni sindacali, al fine di individuare le soluzioni più idonee alle nuove strategie di produzione e meno traumatiche per il personale coinvolto.
In questo contesto, al termine di un serrato confronto con R.S.U. è stato raggiunto un accordo di programma in data 25 gennaio 2005 che, oltre alla soluzione di altre problematiche tra le quali alcune di revisione di emolumenti vari, prevede una riduzione del personale dalle 329 unità occupate a 280 a fine 2005, a 266 a fine giugno 2006 fino a stabilizzare l'organico della fabbrica entro la fine del 2006. Come è evidente tutta l'operazione determinerà la riduzione di circa 70 unità complessive, numero questo molto più contenuto di quello indicato nell'interrogazione in esame.
Ciò si verificherà attraverso il rilascio di personale occupato con contratti a tempo determinato, assunti in via transitoria in attesa dell'entrata a regime delle automazioni programmate, utilizzando un turn-over naturale e con incentivazione all'esodo volontario. Non sono previsti, al momento, interventi di ammortizzatori sociali.
Inoltre, presso lo stabilimento di Scarlino è operante un laboratorio di analisi, ricerca e sviluppo, a supporto di un analogo centro di ricerca e sviluppo esistente a livello del Gruppo societario, frutto di cospicui investimenti che, con l'ausilio delle più avanzate tecnologie, permette di ottimizzare il prodotto ottenuto, migliorandone sempre più la qualità, e studiare sistemi alternativi d'impiego, con conseguenti nuove opportunità occupazionali.
In ordine al problema relativo allo scarto prodotto, si fa presente che, da sempre, una delle priorità assolute che la fabbrica di Scarlino ha dovuto affrontare e risolvere è stata quella di dover individuare dei siti di stoccaggio e l'eventuale utilizzo dei gessi rossi provenienti dalle lavorazioni.
Per la definitiva soluzione della questione, occorrerà anche un concreto intervento dei Ministeri interessati (ambiente, industria, eccetera) e delle amministrazioni locali (regioni, province, comuni) per assicurare, nel medio-lungo tempo, l'individuazione di siti di stoccaggio sui quali operare interventi di ripristino ambientale con l'utilizzo dei gessi rossi, adatti al recupero di cave esaurite o di altre zone degradate, il cui ripristino paesaggistico sarebbe utile anche a fini turistici. Attualmente, ciò avviene in una cava sita nel comune di Follonica.
Tale intervento dovrà, altresì, tendere a favorire il reimpiego dei gessi in sostituzione di materiali naturali di estrazione e la riduzione dei costi ambientali in generale.
In conclusione, la continuità dell'azienda appare assicurata anche se condizionata alla sua competitività sul mercato che il piano sopra descritto tenterà di migliorare.
La riorganizzazione della società, inoltre, non comporterà riduzione della produzione e, quindi, minor consumo di acido solforico fornito dalla società Nuova Solmine, anch'essa operativa nella stessa zona, ed avrà un impatto graduale e poco traumatico sugli assetti occupazionali.
Il Sottosegretario di Stato per le attività produttive: Mario Valducci.

 

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