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Un'essenza in particolare: |
soffia
il
vento:
si
tengono forte
i
boccioli di pruno
Uejima Onitsura (1661-1738)
Chiamata anche albero del tè da Fukien, nel nostro Paese non è conosciuta, se non come bonsai.
La specie come detto è importata dai paesi orientali ed arriva a noi nelle più svariate dimensioni e già in vaso. Quando proviene dalla Cina, spesso è accompagnata da rocce can sculture d’argilla in miniatura rappresentanti monaci, pagode, ponti, ecc. In Italia i bonsai di Carmona si trovano facilmente in commercio; la loro diffusione è stata caratterizzata sia dalla possibilità di mantenerli all'interno, sia dal loro prezzo generalmente piuttosto contenuto. Assieme all'Olmo cinese, alla Sagerethia, al Ficus e alla Serissa costituisce una delle specie da interno più conosciute. Può essere formata in quasi tutti gli stili.
I sistemi d’ottenimento adatti a questa specie sono da seme,
da vivaio e da talea. II seme è la forma più comune poiché il frutto, cadendo,
germoglia sulla stessa superficie del substrato del bonsai, se costituito da
akadama e terriccio. Nel caso in cui non si ha intenzione di attendere che la
casualità faccia il suo corso, è possibile raccogliere i frutti già maturi per
poi porli in un semenzaio, provvisto di fori di drenaggio, in una miscela costituita
da un 60% d’akadama e per il restante 40% da torba e sabbia. I semi s’interrano,
dopo averli ripuliti dalla polpa, a 1 cm di distanza l'uno dall'altro ed alla
profondità corrispondente al loro diametro. Il tempo di germogliazione varia
secondo l'epoca di semina. Generalmente è meglio seminare all'inizio dell'autunno,
ponendo il contenitore all'interno dell'abitazione e riscaldandolo ad esempio
sopra alla mensola di un calorifero; in primavera si può invece collocarlo all'esterno,
ma va coperto con un vetro. Per quanto riguarda l'annaffio, appena il terreno
inizia ad asciugarsi va bagnato nuovamente. Le pianticelle, una volta germogliate,
vanno collocate in vasi singoli di coltivazione, usando la stessa miscela utilizzata
per la semina. Se si vuole conservare il seme fino alla primavera successiva,
bisogna ricordarsi di spolparlo e mantenerlo in luogo fresco e asciutto. La
riproduzione per talea non comporta alcuna difficoltà, va considerato però che
più è legnosa, più ovviamente tarda a radicare. Generalmente la talea si applica
in primavera avanzata o all'inizio dell'estate, quando i nuovi germogli cominciano
a maturare, ma non sono ancora del tutto lignificati. Con germogli di 4/6 cm
di lunghezza, che non abbiano internodi lunghi, si ottengono abbondanti gemme.
Le talee s’interrano al massimo per 2 cm, applicando prima ormoni fitoradicanti
in polvere. Il composto ideale è: 60°o d’akadama, 30% di torba e 10% di sabbia.
Se le condizioni sono favorevoli le talee, radicheranno in tre, quattro settimane
ma è meglio attendere la fine dell'estate per piantarle in vasi singoli.
Alla fine di settembre, infatti, le pianticelle saranno già abbastanza
forti e pronte per essere trapiantate in vasi di plastica o terracotta di 10-15
cm di diametro. Dalla primavera successiva si potranno iniziare a modellarle
con la potatura. Nei vivai, come accennato, la Carmona è molto diffusa e i prezzi
sono accessibili. Tuttavia, prima dell'acquisto, è bene accertarsi circa le
sue condizioni di salute. Soprattutto nel caso d’esemplari medi e grandi è meglio
optare per alberi senza cicatrici dovute a potature drastiche evitando di acquistare
piante con cicatrici mal dissimulate e ramificazioni troppo deboli, anche se
lo stato della ramificazione deve preoccupare meno poiché è possibile ristrutturarla
facilmente, e senza difficoltà particolari, applicando una potatura adeguata.
Poiché si tratta di un albero d’origine tropicale, richiede di temperature elevate costanti, ecco perché è identificato come bonsai da interno. Mentre dalla primavera inoltrata in poi la Carmona può essere collocata sul terrazzo o sul balcone o in giardino, nel momento in cui la temperatura esterna scende al di sotto dei 13-15° C è necessario posizionarla all'interno, o comunque in un luogo riparato, dove sia possibile garantirle una fonte luminosa a meno di 1 metro e una temperatura compresa fra i 15° e i 24° C. Quando posta all'esterno, sopporta senza alcun problema il sole diretto, ad esclusione dei mesi estivi più caldi, durante i quali va collocata a mezz'ombra.
L'annaffiatura per questa specie deve essere abbondante e regolare, facendo asciugare il terreno fra un annaffio e l'altro. Non ama i ristagni d'acqua, pertanto il drenaggio va tenuto sempre sotto controllo. La carenza d'acqua è una delle cause principali di moria delle Carmone, e purtroppo è difficile accorgersi della sofferenza di questa pianta in tempo utile, poiché non manifesta i sintomi dovuti alla mancanza d'acqua (rinsecchimento delle foglie) se non quando è ormai troppo tardi.In caso d’eccesso d'acqua invece, in breve tempo, le punte delle foglie diventano nere e gradualmente cadono.
La potatura drastica può essere effettuata in qualunque periodo dell'anno, anche se va detto che il momento più adatto è l'inizio della primavera, e il meno consigliato è quello invernale. Nonostante la Carmona non si debiliti particolarmente a causa dell'operazione, è indispensabile coprire i grossi tagli con mastice cicatrizzante. Per formare la Carmona si applica il metodo Lignan che consiste nel "lasciar crescere e potare": gli alberi modellati con questo sistema sono caratterizzati da angoli marcati, fenditure brusche e cicatrici mezze chiuse, quindi da un aspetto piuttosto vetusto e affascinante. La potatura utilizzata più spesso è comunque quella di sfoltimento, con la quale si eliminano i rami che crescono in posizioni inadeguate: s'incrociano con altri, si sviluppano verso l'alto o verso il basso, ecc. Si tratta di una tecnica applicata soprattutto nei mesi primaverili, sporadicamente in inverno.
L'avvolgimento si utilizza solo in casi estremi, cioè esclusivamente se non vi sono alternative per dar forma ad un ramo, poiché la Carmona, malgrado il suo aspetto, presenta ramificazioni molto fragili. Inoltre la sua corteccia è particolarmente delicata ed il filo può inciderla perfino nella fase stessa d’avvolgimento se si esercita troppa pressione. Se proprio si ritiene di dover applicare il filo è meglio usare il sistema dei tiranti, ancorando il filo ad una parte più bassa del tronco o al contenitore. Con questo metodo è possibile abbassare i rami che nascono dal tronco e tendono verso l'alto invece di svilupparsi orizzontalmente.
Per rifinire la struttura e la silhouette dell'albero si
applica la pinzatura dei germogli troppo lunghi. Il modo migliore per effettuarla
è tramite l'uso di forbici specifiche per bonsai, tagliando a 2 o 3 foglie ogni
volta che i germogli ne presentano 7/10.
La
Carmona non tollera la pinzatura con le dita, salvo che non si desideri arrestare
completamente la crescita di un ramo. Questa tecnica è applicata durante tutta
la stagione vegetativa.
Il trapianto si effettua ogni 2/3 anni in tarda primavera o inizio estate. La mescola di terricci più adatta consiste in akadama (60%), terriccio (30%) e sabbia (10%). Nel caso del primo trapianto l'operazione più delicata è togliere la maggior parte della terra argillosa che accompagna gli alberi importati e che non permette una corretta annaffiatura. Nei trapianti successivi si elimina 1/3 della terra sulla parte esterna del ceppo, accorciando le radici troppo lunghe.
Si utilizza concime organico a lenta cessione una volta al mese oppure liquido, ogni 10/15 giorni ad esclusione dei mesi più caldi (luglio-agosto), mentre nel corso dell'inverno un paio di concimazioni saranno sufficienti. Se non si fertilizza, le foglie ingialliscono progressivamente e malgrado non cadano, l'albero blocca la sua crescita; a questo punto risulterebbe talmente debilitato che qualsiasi altro problema potrebbe risultargli fatale. Ma attenzione, anche l'eccesso di concime ne blocca la crescita: i germogli si atrofizzano e assumono un colore verde scuro, le foglie cadono e i rami si seccano.
Gli agenti patogeni che di solito attaccano la pianta sono
afidi e cocciniglie, contro i quali si consiglia di usare un insetticida sistemico
alla comparsa dei primi sintomi. In ogni caso, se la pianta è curata adeguatamente,
difficilmente è attaccata da insetti, acari o funghi.
Alcune specie di Ehretia
adatte per bonsai:
Ehretia anacua - E' un albero alto dai 4 ai 10 m. con un tronco diritto,
spesso scavato. Le foglie sono arrotondate, verde scuro, ed estremamente ruvide,
come carta smerigliata. L'albero fiorisce, con grappoli di fiori bianchi, da
inizio primaverile. I fiori sono seguiti da bacche rosse con due semi.
Ehretia buxifolia (anche chiamata Carmona microphylla, Ehretia microphylla):
Fukien tè, tè filippino - E' adatta per bonsai a causa delle sue
piccole, luccicanti foglie verdi, i piccoli fiori bianchi tutto l'anno, e le
bacche rosse.
Ehretia dicksonii - Una specie decidua di Ehretia. Raro come bonsai.
Ehretia thrysiflora - Un'altra specie decidua di Ehretia, che merita
un uso più vasto come bonsai.