Un'essenza in
particolare:
ACERO TRIDENTE
ACER BUERGERIANUM A. TRIFIDIUM
Famiglia: Aceraceae
Genere: Acer
Specie: Acer buergerianum
L’acero tridente
dopo il pino e l’acero palmato, si può considerare al terzo posto per quanto
riguarda la popolarità. Le
caratteristiche dell’Acero tridente lo rendono una specie molto interessante
per i principianti: è un albero forte, resistente, che sopporta potature
drastiche, cicatrizza in poco tempo, ha una crescita vigorosa e foglie piccole,
ammette quasi ogni tipo di terriccio, tranne i più alcalini.
Descrizione:
Albero di piccole
dimensioni, che può raggiungere un’altezza tra i 10 e 12 metri.
Foglie palmate, lunghe da 3 a 8 cm. e larghe 4-8 cm. strette alla base, con tre
lobi diretti in avanti, di solito non dentati o poco dentati lungo il margine,
verde scuro nella parte superiore, bluastra in quell’inferiore., diventano
lisce su ambo i lati e assumono colorazione rossa in autunno. Corteccia:
grigio-marrone, si sfalda in squame piatte con gli anni. Fiori: piccoli e
giallo-verdi, in grappoli conici, larghi, diritti in primavera con le giovani
foglie. Frutti: con ali parallele, diritte, lunghe fino a 2,5 cm verdi o
rossastre dapprima, marrone quando maturano. Specie originaria dell’Est della
Cina. Habitat: boschivo e montuoso. Si tratta di una specie robusta,
generalmente in grado di resistere al freddo quanto al caldo. In epoca Edo
(1603-1867) iniziò l'importazione dalla Cina. Attualmente il kaeda (nome
giapponese dell'Acero tridente, che deriva dal termine “Kaeru-de” = mano del
rospo, per le foglie lobate che richiamano le zampe palmate di un rospo) è
molto diffuso perfino in viali e parchi cittadini, dato che sopporta bene
l'inquinamento. La sottospecie A. buergerianum formosanum, ha altezza ridotta e
fogliame più fitto e coriaceo. Una cultivar rara per i bonsai è A.
buergerianum "Mino Yatsubusa" una forma nana con fogliame fitto e
brillante, con apice acuminato e lucide foglie lunghe e strette che in autunno
sembrano laccate di rosso.
Cure Colturali
Propagazione
Propagazione per seme: è molto facile perché i semi nascono con facilità senza ricorrere ad accorgimenti particolari. Raccogliere i semi in autunno quando hanno raggiunto una buona maturità, ripulirli, seccarli molto bene, tagliare le ali membranose (questo procedimento è facoltativo) e conservarli in ambiente asciutto. Ai primi di marzo stratificare i semi per una settimana in sabbia umida. Prima della semina, si lasciano a bagno per una giornata, eliminando quelli che rimangono a galla. Quindi piantarli in un semenzaio con torba e sabbia in parti uguali. In poco tempo i semi germinano danda origine a piantine deboli da nebulizzare e mantenere all'ombra, soprattutto nei mesi caldi di luglio ed agosto. Consiglio di non concimare le giovani piantine con concimi chimici ma solo con poca sostanza organica, eseguendo tre trattamenti a cadenza fissa con concime fogliare completo di tutti gli elementi necessari perché vegetino bene. Le giovani piante non debbono essere trapiantate che la primavera successiva, quando raggiungeranno i 2 anni.
Propagazione per talea: La propagazione dell’Acero trifidium per talea è più semplice rispetto a quella da seme e presenta il vantaggio di ottenere piante con le medesime caratteristiche dell’albero genitore. si possono prelevare in giugno talee semilegnose con 2-3 nodi, (si possono utilizzare i rami recisi durante la potatura) tagliando un po' la parte apicale. Togliere un po' di corteccia alla base, intingerla in polvere con ormone e piantarle in terriccio formato da torba e sabbia silicea in parti uguali.
Propagazione per margotta: il metodo più semplice ed efficace per formare bonsai d’A. tridente di piccole dimensioni, o per correggere radici imperfette, è quello della margotta. Di norma il periodo ideale per praticare una margotta è la primavera inoltrata fino all’inizio dell’estate (fine maggio inizio giugno). E’ bene ricordare che nella margotta è più rilevante lo stato di vigoria e salute della pianta madre, (pianta carica di zucchero) che l’esatto periodo in cui si esegue l’operazione. Si scorteccia la parte di tronco dove si desidera che nascano nuove radici, praticando due tagli paralleli, avendo cura di eliminare lo strato di cambio. La distanza tra i tagli è all’incirca uguale al diametro del tronco o del ramo in questione. Si ricopre il taglio con sfagno bagnato con ormoni radicanti, e si avvolge il tutto con della plastica, legata saldamente alle due estremità. L’acero trifidium radica facilmente: dopo due -quattro mesi si saranno sviluppate numerose radichette, quindi si potrà dividere la nuova pianta, dalla pianta madre per collocarla in un vaso di coltivazione.
Esposizione:
Pieno sole. Al sud d'Italia bisogna leggermente proteggerlo dal sole in estate,
proteggendo l’albero sotto una rete ombreggiante, per evitare che secchino le
punte delle foglie. E’ anche importante evitare che in estate soffrano per
un’eventuale mancanza d’acqua. Per
l'elevato contenuto d’umidità, le radici sono sensibili al gelo e necessitano
di protezione durante l'inverno.
Annaffiatura:
L'annaffiatura va fatta di frequente e con costanza da primavera all'autunno, ma
facendo in modo di tenere il terriccio quasi asciutto nell’intervallo tra le
due irrigazioni, poiché il ristagno d'acqua può nuocere alla pianta.
Substrato:
Substrato base: una parte d’argilla (akadama), due parti di torba di sfagno,
due parti di pomice o altro materiale drenante. Oppure 50% akadama, 20% sabbia,
30% terriccio universale. I componenti del substrato vanno setacciati eliminando
le particelle inferiori al millimetro e quelle superiori a cinque millimetri
Rinvaso:
Rinvasare in primavera, prima della ripresa vegetativa, tagliando in generale un
terzo delle radici. Ogni uno-due anni per le piante giovani, ogni due-tre per
quelle vecchie. Caratteristica di tutti i trapianti di caducifoglie è
l'eliminazione completa della terra vecchia e la forte potatura di radici.
tagliando in questo modo le radici, l'albero aumenta il suo metabolismo per
formare radici nuove e poiché c'è una notevole quantità di terriccio fresco,
lo sviluppo delle radici risulta ancora migliore. Se si accorciano tutte le
radici sotto il ceppo, lasciando solo quelle laterali, la crescita delle radici
fini tende a far aumentare lo spessore della base e a migliorare il nebari (base
di radici). Inoltre l'abbondanza di radici, aiuta a mantenere in buono stato le
ramificazioni
dell'albero. Quindi il risultato dell'eliminazione del terriccio vecchio ad ogni
trapianto, e della potatura delle radici è il netto incremento della vigoria
dell’albero
Potatura dei rami:
La potatura dei rami va eseguita precocemente, prima del risveglio vegetativo,
poiché quando le gemme s’inturgidiscono la linfa scorre già abbondante.
Altro periodo valido è l'inizio dell'inverno,subito dopo la caduta delle
foglie. Conviene dare alla struttura del bonsai d’acero tridente una forma
asimmetrica, con rami secondari alterni e dare ad ogni parte del soggetto una
regolare conicità. E' importante non ammettere dei tratti cilindrici troppo
lunghi nella struttura del bonsai. Quando le proporzioni delle varie parti
risultano soddisfacenti, può iniziare la fase di perfezionamento; realizzare
una ramificazione secondaria e terziaria, senza che i rami s’incrociano, ma
formare una completa rete orizzontale. In questo modo mentre le foglie aumentano
di numero, si riducano di dimensione.
Potatura dei germogli:
Potare i germogli più volte da maggio a settembre. L'Acero a tre punte è, tra
le varietà giapponesi d’Acero, la più vigorosa e resistente. Esige una
pinzatura continua ed attenta, altrimenti la base dei rami tende ad ingrossare
molto rapidamente. Inizialmente si lasciano crescere i germogli fino a che
avranno quattro foglie, poi si pota lasciandone due. Da questo momento in poi si
pinza con le dita. Se i rami sono già formati, per mantenerli è necessario
pinzare con le dita per tutta la stagione di crescita con defogliazione in
giugno. Un metodo di defogliazione alternativo consiste nell'eliminazione
continua, per tutto l'anno, delle foglie di maggiore dimensione. Tuttavia in
fase iniziale di formazione, è necessario lasciare crescere i rami bassi in
modo che s’ingrossino. Una volta raggiunta la dimensione voluta, si pinza per
ottenere la ramificazione.
Defogliazione
Gli aceri tridenti si prestano alla defogliazione e reagiscano emettendo foglie più piccole. Le foglie divenute troppo grandi vanno eliminate per riuscirne ad avere altre più piccole. L’operazione produce l’effetto di un autunno precoce ma, trovandosi l’albero nella stagione estiva, la pianta si sentirà stimolata a produrre una seconda germogliazione completa. In poco tempo (alcune settimane) compaiono nuove foglie, più piccole rispetto a quelle tolte, che in autunno saranno più colorate. Il taglio non deve ridurre la lamina fogliare, ma si deve eseguire tagliando a metà il picciolo che in breve tempo si stacca dal ramo. Dal punto in cui il picciolo è attaccato al ramo, spunterà la nuova fogliolina. La pianta va defogliata ad anni alterni ed é consigliabile eseguire la defogliazione su metà bonsai alla volta, in pratica si defoglia prima la parte inferiore della chioma e dopo 10-15 giorni la parte superiore. I bonsai da poco rinvasati, o debilitati non devono essere defogliati. L'epoca migliore per l'operazione è il mese di maggio fino ai primi di giugno, con precedente concimazione della pianta per 2-3 mesi, perché deve sostenere questo sforzo in tempi relativamente brevi.
Considerazione: se la pianta non fosse in ottimo stata di salute, con la defogliazione potrebbe anche deperire fino a morire.
Applicazione del filo:
L'Acero tridente sopporta bene l'applicazione del filo solo per pochi mesi l’anno. Gli aceri sono assai fragili durante il periodo di sviluppo, per la scarsa consistenza del loro legno. Quindi conviene applicare il filo quando la pianta è in riposo, e il suo legno si lascia piegare e torcere più facilmente. Al termine della spinta vegetativa primaverile, (dopo la defogliazione) cioè verso metà giugno, è il momento più adatto all'applicazione del filo. Conviene anche diradare le annaffiature prima dell'applicazione del filo. Non è consigliabile l'applicazione del filo durante il riposo invernale, poiché alla ripresa primaverile i rami traumatizzati potrebbero non vegetare. Sui rami giovani conviene usare del filo ricoperto di carta crespata da fioraio per evitare di rovinare il legno. Il filo non deve rimanere per più di due mesi sul tronco o sui rami altrimenti inciderebbe la corteccia.
Fertilizzazione:
Concimare l'acero in primavera e in autunno. Va evitata, la somministrazione di
concime all’inizio della primavera agli esemplari in fase di rifinitura, poiché
essa comporterebbe una crescita
caotica dei germogli, a discapito
della conservazione della silhouette.
Annaffiatura e fertilizzazione, quindi devono essere in sintonia con gli
scopi da raggiungere nelle diverse fasi della coltivazione bonsai: abbondanti
nella fase di formazione e ridotte in quelle di perfezionamento. Gli aceri
preferiscono sempre un substrato piuttosto asciutto. Si può aumentare
l'intensità del colore del fogliame in autunno somministrando fosforo e
potassio in abbondanza già da metà estate in poi. Riducendo la
somministrazione d’azoto si riduce la formazione di germogli tardivi favorendo
l'accumulo di zuccheri (è da loro che viene il colore intenso) nelle foglie più
vecchie.
A. R I D E N T E |
Mese
Lavori |
1
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2
|
3
|
4
|
5
|
6
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7
|
8
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9
|
10
|
11
|
12
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Pinzatura | |||||||||||||
Potatura | |||||||||||||
Avvolgimento | |||||||||||||
Trapianto | |||||||||||||
Concimazione |
Calendario generale di riferimento, che deve essere variato secondo le particolari condizioni climatiche locali.
Stili bonsai: Adatto a tutti gli stili, eccetto
quello a scopa, e a tutte le dimensioni. In natura la struttura è leggera e
ariosa, e la forma dei loro bonsai la dovrebbe rispecchiare. Quindi lo
"stile" eretto casuale è quello più adatto. L'apparato radicale
molto ramificato lo rende adatto anche allo stile radici su roccia.
Parassiti e malattie:
E' prudente effettuare trattamenti preventivi mensili con ziram, o con benlate,
nel caso si sviluppassero malattie come la verticillosi o il cancro. I veri
nemici dell'acero tridente sono i funghi, favoriti da scarsa ventilazione e un
eccesso d’umidità, nei diversi tessuti della pianta. La migliore prevenzione
consiste nel non bagnare troppo, né troppo spesso. Nel periodo di riposo, è
consigliabile nebulizzare la pianta a scopo preventivo, o con una soluzione di
solfuro di calce diluito in acqua (1: 30) oppure con olio bianco.
Parassiti animali
Afidi o pidocchi (Peryphillus)
É un parassita che colpisce le foglie dalla primavera all'estate.
Provvedimento fisico: in primavera spruzzare con un forte getto d'acqua per staccare il parassita che, una volta caduto, non riesce più a salire sulla pianta.
Provvedimento chimico: trattare con:
• Pirimicarb g 1,5-2 x litro d'acqua: es. Pirimor oppure
• piretroide g 0,6-1,2 x litro d'acqua.
Bombice dispari (Limantria dispar)
I danni si notano sulle foglie in primavera all'inizio della vegetazione.
Provvedimento chimico: in maggio-giugno trattare in presenza delle larve, con:
• Diflubenzuron g 2-3 x litro d'acqua.
Ifantria americana (Hyphantria cunea)
I danni si notano sulle foglie in giugno-agosto , il parassita é un Imenottero fitofago;
Provvedimento chimico: trattare con:
• Acephate g 1,5 x litro d'acqua; es. Ortoval oppure
• Carbaryl g 2 x litro d'acqua oppure
Acari (Tetranychus tiliarius-Tetranichus urticae)
Il parassita e le sue uova, deposte dalla femmina, si trovano nella pagina inferiore della foglia. I danni si notano in primavera-estate sulle foglie, che quando accolgono il parassita prima si decolorano poi si seccano.
Provvedimento fisico: spruzzare le foglie con un forte getto d’acqua per staccarne il parassita.
Provvedimento chimico: da maggio fine all'estate eseguire trattamenti quando gli acari sono presenti con:
• Dicofol + Tetradifon g 1,5-2 x litro d'acqua.
Parassiti vegetali
Croste nere (Rhytisma acerinum)
I guasti si notano sulle foglie, in la primavera-estate.
Provvedimento chimico : da effettuare in primavera con:
• Benomyl g 1 x litro d'acqua oppure
• ossicloruro di rame g 4-5 x litro d’acqua
• poltiglia bordolese g ,7-10 x litro d'acqua.
Verticillosi (Verticillium alboatrum)
Questo fungo provoca danni a radici, colletto, fusto, rami, foglie e germogli. L'infezione può prodursi tutto l'anno, mentre la manifestazione dei sintomi è verificabile in primavera-estate.
Se tutta la pianta risulterà colpita da questo parassita, va distrutti con il fuoco, se invece l'apparato radicale fosse solo parzialmente colpito, distruggere i funghi dal terreno e dall’apparato radicale con Benomyl g. 1 x litro d'acqua
Provvedimento chimico: disinfettare bene il terreno con Benomyl g 1 x litro d'acqua.
Mal bianco od oidio (Phyllactinia uncinala)
Il fungo colpisce le foglie ed è simile, all'oidio della vite. Si evidenzia come una polvere biancastra sia nella pagina superiore che inferiore della foglia. Si manifesta dalla primavera all'autunno mentre i sintomi si hanno in estate-autunno. In inverno il micelio rimane inattivo sulla superficie dei rami, all'interno delle gemme o all'interno della corteccia. Le foglie e i rametti colpiti subiscono un notevole rallentamento nella crescita vegetativa;
Provvedimento chimico: zolfo colloidale g 0,8-1 x litro d’acqua