Hompage

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Noi tutti, sentiamo il battito del nostro cuore, ma ognuno di noi dovrebbe sapere che il nostro cuore non è solo, affianco del nostro cuore ve ne è un altro cuore che batte, è quello della mamma che incarnato nel nostro petto, non smette mai di operare per il nostro benestare. Da qui come si suol dire si volta pagina, o meglio dire ci sarà dell’altro. Il sole sorge radioso e declina, i giorni si susseguono, i mesi seguono velocemente, gli anni pazientemente, senza pietà ci fanno invecchiare. Per i nostri due, la scuola elementare è finita, si passa alle scuole più elevate, i nostri due ormai non più bambini si dividono, il Michelin si iscrive all’università e si laurea in ingegneria. Il nostro orfano Antonello non ne ha le possibilità e si ritira, ma certamente la mamma pregava per Lui, all’insaputa gli viene comunicato che dalla scuola, gli era stata concessa una borsa di studio perenne, cioè per tutto il corso scolastico. Non indugiò, all’università si scrisse in medicina, voleva curare tutte le mamme ammalate. L’idea fu ottima, diventò uno studente modello, acquisiva sempre i voti massimi, la mamma vegliava su di lui. Era una serata piacevole, ti invoglia a godertela e quanto di altro si presentava. Il cielo tutto stellato, le stelle quasi quasi si potevano contare. Luccicavano tanto splendide come se una con l’altra si invidiavano. In un balcone se ne stava seduto un giovinetto, tutto assorto con il pensiero, forse nel dubbio, forse nella speranza, fatto sta che se ne stava taciturno e guardava con una certa fede le stelle. Stava quasi per addormentarsi, quando una luce lo dissuade di dormire, aprì bene gli occhi e vide, si vide in cielo una nuova stella, molto più luminosa delle altre. Fu invaso da un certo interesse, e non distolse più lo sguardo da quella stella e così guardando quella stella, quando una voce immaginaria gli disse: figlio mio domani vai tranquillo, ci sarò io per te. Dopo ciò quella stella si oscurò. Il giorno seguente, il nostro studente, si presentò all’università, in quanto si doveva decidere se gli si doveva acquisire la laurea o ancora no. Il momento sublime era arrivato.

L’ora in quel momento scoccava, quando la commissione si alzò e con voce autorevole dichiarava lo studente Antonello laureato in medicina con voti cento e lode. Lo scroscio degli applausi rintuonò per tutta l’aula. Ma ecco che un’altra singola voce echeggiò. Mamma, grazie mamma, grazie, mamma grazie. Adesso il dopo la laurea. Non passò molto tempo che la sapienza del nostro novello e giovanissimo dottore, venisse intuita ed apprezzata nell’abitato, veniva giustamente, additato come il dottore di fiducia. A pieni voti  venne accettato come medico nell’ospedale esistente e restando pure sempre il medico di turno della casa di riposo degli anziani. Un giorno di domenica, il dottore Antonello si trovava per il solito turno dagli anziani, con un certo interessamento, una infermiera si rivolge dal dottore e lo informa che nella stanza delle donne ve ne è una che soffre molto dalla notte e ancora oggi si lamenta terribilmente. Questa notizia indusse il dottore a farsi accompagnare dall’infermiera e trovare l’ammalata. Come fu presente vicino al lettino, si fermò, si fece portare una sedia e con una mano scoprì il viso della paziente che era coperta da un lembo del lenzuolo. Quel scoprire, di schianto fece cambiare per un istante il colore del viso del dottore, ma senza perdere del tempo, iniziò la sua missione. Iniziò a domandare per potere percepire qualche risposta utile per intervenire. A questo fece seguito una scrupolosa visita di tanto in tanto anche se gli occhi suoi luccicavano ed erano un po’ umidi, una parolina la faceva sentire mamma stai tranquilla non hai niente. Ultimata la visita, chiamò l’infermiera e le consigliò la cura. Gli disse pure, di sera evitate di farle mangiare patate. Finito il rito della visita, il nostro dottore, si sedette pazientemente, si diede a dialogare con la paziente. Lui sapeva tutto, lo faceva per farla parlare.