Hompage

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LA MAMMA E’ UN TESORO

La scolaresca del villaggio è sempre gioiosa, la professoressa che è anche madre ama questi giovanissimi alunni simili ai suoi figli, e per questo l’atmosfera è perennemente  festosa. Dal nostro intuito qualcosa inavvertitamente si notava . La scolaresca è mista, ce ne sono dal primo anno di scuola fino alla terza elementare. Nel banco anteriore, siedono due bambini di anni sei ciascheduno inizio del primo anno scolastico. Uno si chiama Michelin l’altro Antonello, due bambini bellissimi da potersi definire due angioletti, ma non tutto andava a pari passo, altre cose erano diverse. Il Michelin vestiva molto sontuoso,cambiava indumenti ogni settimana, ben pettinato, insomma un bambino coccolato in tutti i sensi. La mamma in macchina tutte le mattine lo accompagnava andata e ritorno dalla scuola, era l’amore della famiglia. Tutte le mattine non dimenticava mettergli nello zainetto la brioscina per la colazione. Affianco suo sedeva il bambino Antonello. Io che scrivo, con mio grande rammarico devo scrivere quanto non è proprio piacevole. Un vecchio detto dice : “una foglia al vento”. Questo bambino dimentico della dea bendata, lo vediamo come una foglia al vento. Indossa perennemente il solito vestitino, compreso forse la biancheria intima che io sono del parere che ne è privo. Nessuno tiene cura di Lui, niente lavaggio del viso, niente pettinatura, solo soletto, da casa a scuola e da scuola a casa. Niente zainetto con la brioscina. Nella scuola seduto affianco del bambino Michelin se ne sta come se non facente parte della scolaresca. Silenzioso, con il visino turbato, sguardo implorante, ecco è l’ora di colazione, sente lo scricchiolio che i compagni scartocciolano la brioscina e Lui non ce le ha, forse l’acquolina lo stuzzica, ma un gesto provvidenziale agisce , il compagno di banco Michelin, si accorge che di questo e con spontanea bontà gliene da metà del suo, così fece per tutta la durata del periodo scolastico.

Ecco fra i due si creò una certa intimità.(Quanto scrivo adesso mi commuove,la mia mano a stento tremula verga il dialogo).Dicevo : fra i due, si era creata una certa intimità e cosi che amorevolmente il Michelin si spinge a fare delle domande : dimmi Antonello, ti vedo sempre taciturno, non ridi mai, ti vedo spesso gli occhi umidi,niente pettinato,sempre lo stesso vestitino,forse sempre la stessa camicia,vieni e ritorni dalla scuola solo soletto,dimmi Antonello,non  nascondermi nulla,dimmi,Antonello,la tua mamma non ti ama,vedo che ti trascura,anzi ti abbandona.(Io che scrivo mi rivolgo a te che leggi e ti dico scrivi tu la risposta,io non me la sento,il mio cuore mi palpita eccessivamente.)E come dicevo,Michelin,aspettava la risposta,Antonello non rispondeva,anzi lo guardava negli occhi come impietrito,quando dopo una certa pausa,il Michelin nota una dolorosa scoperta,dagli occhi di Antonello,una lacrima solcava il visino di Antonello. Con un gesto disperato il Antonello,girò la testa dall’altra parte e con voce tremante appena percepibile,tutto d’un fiato con un dirotto pianto rispose e disse : Michelin nessuno ha pietà di me anche la matrigna,mi disprezza,sono solo si sono solo,orfano non ho più la mamma,mi è morta sono in balia del destino,però sono certo che la mia mamma di lassù avrà cura di me. Io la sogno spesso. Io che scrivo,mi rivolgo a te che pazientemente stai scorrendo questi casi sappi che ad ognuno di noi potrebbero accadere. Ritornando alla risposta,vediamo il Michelin pentito della domanda accarezzava fraternamente il dolente compagno. In questo caso, intervenne anche la loro maestra,che dopo averlo coccolato tirò dal proprio borsellino un pacchettino di cioccolatini e disse ad Antonello, questi te li manda la tua mamma. E sappi che nella tua maestra hai di nuovo una mamma, che ti ama. Ripeto, non mi stanco per niente di parlare della mamma.

Ecco fra i due si creò una certa intimità.(Quanto scrivo adesso mi commuove,la mia mano a stento tremula verga il dialogo).Dicevo : fra i due, si era creata una certa intimità e cosi che amorevolmente il Michelin si spinge a fare delle domande : dimmi Antonello, ti vedo sempre taciturno, non ridi mai, ti vedo spesso gli occhi umidi,niente pettinato,sempre lo stesso vestitino,forse sempre la stessa camicia,vieni e ritorni dalla scuola solo soletto,dimmi Antonello,non  nascondermi nulla,dimmi,Antonello,la tua mamma non ti ama,vedo che ti trascura,anzi ti abbandona.(Io che scrivo mi rivolgo a te che leggi e ti dico scrivi tu la risposta,io non me la sento,il mio cuore mi palpita eccessivamente.)E come dicevo,Michelin,aspettava la risposta,Antonello non rispondeva,anzi lo guardava negli occhi come impietrito,quando dopo una certa pausa,il Michelin nota una dolorosa scoperta,dagli occhi di Antonello,una lacrima solcava il visino di Antonello. Con un gesto disperato il Antonello,girò la testa dall’altra parte e con voce tremante appena percepibile,tutto d’un fiato con un dirotto pianto rispose e disse : Michelin nessuno ha pietà di me anche la matrigna,mi disprezza,sono solo si sono solo,orfano non ho più la mamma,mi è morta sono in balia del destino,però sono certo che la mia mamma di lassù avrà cura di me. Io la sogno spesso. Io che scrivo,mi rivolgo a te che pazientemente stai scorrendo questi casi sappi che ad ognuno di noi potrebbero accadere. Ritornando alla risposta,vediamo il Michelin pentito della domanda accarezzava fraternamente il dolente compagno. In questo caso, intervenne anche la loro maestra,che dopo averlo coccolato tirò dal proprio borsellino un pacchettino di cioccolatini e disse ad Antonello, questi te li manda la tua mamma. E sappi che nella tua maestra hai di nuovo una mamma, che ti ama. Ripeto, non mi stanco per niente di parlare della mamma.