Dai manifesti originali della serie e da qualche battuta del primo episodio, veniamo a sapere che la decapottabile gialla di Nash è una Plymouth Barracuda del 1970, elaborata dalla Hemi e costruita, in versione convertible appunto, in soli 14 esemplari.
Sotto il cofano romba un motore da 425 cavalli, capace di portare la ‘Cuda da 0 a 60 miglia all’ora in 5,7 secondi.

La macchina è probabilmente l’elemento di maggior contatto della serie Nash Bridges con la vecchia gloria di Don Johnson, Miami Vice: in quest’ultima il detective Crockett guidava una Ferrari (una Daytona e una Testarossa), ora un’americanissima Plymouth, ma sempre una vettura sportiva e non comune.
In più abbiamo però la storia che sta dietro a questa vecchia coupé, storia che fa sì che Nash la ami al punto da stillare una lista di cose da non fare mai a bordo, tra cui:

-non fumare.

-Non bere.      

-Non mangiare.

-non specchiarsi nei retrovisori

-non sudare sui sedili

-….

Durante le prime tre stagioni si delineano i perché di questo atteggiamento maniacale di Nash: veniamo infatti a sapere che il nostro eroe ha ereditato la vettura da suo fratello Bobby, pilota di elicottero, scomparso durante la guerra di Cambogia nel 1973: al momento di partire per il fronte, Bobby gliela affida fino al suo ritorno. A tutti gli effetti rappresenta quindi l’unica cosa che ancora li lega, che fa sperare in un improbabile ritorno dell’adorato fratello.
Cosa che si verifica nell’episodio Rivelazioni, durante il quale, nel corso di un’indagine sulla morte di una giornalista, emerge un traffico di droga dal Sud-Est asiatico nel quale sarebbe implicato un certo Bobby Chase che naturalmente si rivela essere il fratello di Nash.
Si tratta di uno degli episodi più complessi della serie, dove vediamo emergere anche il rapporto di competizione tra i due, fratello maggiore dalla leggendaria personalità, eroe di guerra e fratello minore, costretto a vivere nella sua ombra e nel suo ricordo; fino al momento in cui il delinquente Bobby incontra il poliziotto Nash, ai due lati di una cancellata, in un vicolo scuro:

NASH: “Volevo essere come te…”

BOBBY: “Ora sono io che vorrei essere come te.”

  L’episodio si chiude in modo altamente simbolico: Nash riceve in ufficio la copia di Bobby della chiave della Barracuda, a significare l’esigenza di chiudersi la porta alle spalle e rompere con il passato; la ‘Cuda non è più in prestito, il ciclo si è completato. Bobby non tornerà e Nash non dovrà più aspettarlo.


Poco dopo la messa in onda dei primi episodi si è scatenato un divertente battibecco tra gli appassionati di Barracuda e i produttori dello show: i primi avevano infatti notato una lunga serie di differenza estetiche, dal volante non originale, ai fari posteriori quadrati anziché tondi,  tipici delle Barracuda dell’anno successivo, il 1971. La polemica è culminata con un intervento di Don Johnson in persona al Tonight Show (NBC) in cui ribadiva che l’anno di produzione era il 1970. Dalla seconda stagione in poi Nash inizierà a chimarla “Barracuda del 1971”, segno che gli appassionati ne capiscono più degli autori del telefilm. L’origine della polemica è in realtà presto spiegata: dal momento che la Barracuda convertible è una vettura estremamente rara, i produttori del film hanno impiegato 4 diverse vetture, di anni diversi, modificate esteticamente per apparire uguali. Mascheramento che non è riuscito granchè bene, evidentemente...  

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