....IL GROOMING...
Per avere un cavallo sano, forte e robusto è necessario provvedere personalmente affinchè sia sempre pulito e controllato, vediamo come fare!
La
definizione esatta è "il governo della mano", che rappresenta tutte le
operazioni di pulizia e cura del cavallo. Pulire il cavallo non significa
"dargli una spazzolata" per togliere la polvere dal mantello e renderlo più
presentabile ma è una pratica ben più complessa e con precise finalità.Prima di
tutto, la pulizia quotidiana serve a eliminare incrostazioni di sudore del dopo
lavoro, in particolare nella zona della sella e delle cinghie del sottopancia, i
residui di fango o sabbia, soprattutto nelle zone delicate del pastorale e del
piede, che potrebbero trasformarsi in spiacevoli escoriazioni, dette fiaccature.
Inoltre sotto il mantello del cavallo, quindi sottocute, scorrono i cosiddetti
"muscoli pellicciai" che il cavallo utilizza abitualmente per esempio per
scacciare le mosche con una specie di vibrazione del mantello, ben visibile a
occhio nudo. Compiendo le quotidiane operazioni di pulizia svolgiamo anche un
massaggio benefico sul mantello e sui muscoli sottostanti, stimolando la
circolazione dei vasi sanguigni e riscaldando la muscolatura.
Assolutamente da non trascurare è la pulizia del piede; dobbiamo scaricare
regolarmente gli zoccoli dai residui di lettiera, terra e sabbia, effettuando
l'operazione almeno due volte al giorno e in ogni caso prima e dopo il lavoro.
Oltre che per mantenere sano il piede del cavallo, è un modo per verificare che
non ci siano sassolini, vetri o altri corpi estranei incastrati tra l'unghia e
il ferro e che i tessuti del piede non siano troppo molli o eccessivamente
secchi.Leghiamo il
cavallo nel box, o ancora meglio ai due venti in scuderia, per poter svolgere le
operazioni di pulizia in tutta tranquillità. Per prima cosa massaggiamo tutto il
mantello con la striglia, particolare "raspa" in ferro o gomma di forma ovale
dotata di dentellatura. Cominciamo dal collo, effettuando un movimento circolare
della mano, scendendo piano piano per tutto il corpo e gli arti (fino al
ginocchio). Facciamo attenzione quando passiamo la striglia nelle parti più
delicate, come sotto la pancia, dove il cavallo può soffrire il solletico. Ogni
tanto puliamo la striglia battendola leggermente contro la parete per far cadere
a terra lo sporco raccolto. Impugnamo il bruscone, spazzola di grandi dimensioni
con setole in radica o sintetiche, e spazzoliamo energicamente tutto il
mantello, sempre partendo dal collo e scendendo per tutto il corpo e gli arti.
Ogni tanto ripuliamo il bruscone strofinandolo energicamente contro la striglia.
Tolto il "grosso" dello sporco e il pelo caduto, eliminiamo i residui con la
spazzola morbida, che tra l'altro ha il potere di lucidare il pelo.
La prassi è la stessa: spazzoliamo con un movimento circolare partendo dal collo
e scendendo lungo il corpo e gli arti. Puliamo la spazzola strofinandola contro
la striglia. Ora occupiamoci della testa. Con delicatezza e attenzione, evitando
accuratamente la zona intorno agli occhi, passiamo prima il bruscone e poi la
spazzola. Con una spugna inumidita puliamo la zona degli occhi, del naso e della
bocca.
Ancora con una spugna (una differente) puliamo con delicatezza i genitali,
sollevando la coda. Per coda e criniera usiamo una spazzolina in plastica di
quelle comunemente usate per i nostri capelli, in vendita nei supermercati.
Spazzoliamo ciuffo e criniera, ma per la coda dobbiamo seguire un metodo
particolare: se utilizzassimo il bruscone o comunque la spazzolina senza
accorgimenti, rischieremmo di strappare una grande quantità di crini e di
rovinarla irrimediabilmente. Dividiamo la coda in tante piccole ciocche e
spazzoliamo delicatamente poco alla volta. La cosa migliore è cospargere
precedentemente la coda con un balsamo districante e lucidante, in vendita in
tutte le sellerie, per sciogliere i nodi e rendere i crini morbidi. In questo
modo, la coda resterà bella e folta. Generalmente il balsamo viene distribuito a
spruzzo, ma attenzione, perché non tutti i cavalli gradiscono questo sistema.
Prepariamo il cavallo gradualmente, spruzzando il prodotto per qualche volta
lontano da lui, in modo che possa abituarsi al rumore e al getto. Poi
avviciniamoci e con cautela distribuiamolo sulla coda. Infine cospargiamo lo
straccio di lana con il lucidante per il pelo e passiamolo su tutto il mantello.
Il risultato è davvero sorprendente! Scarichiamo gli zoccoli da truciolo, terra
e sabbia usando il curasnette, apposito attrezzo in ferro o plastica dotato di
impugnatura e con la parte terminale a uncino.
La pulizia del piede è fondamentale per la buona salute dell'unghia che, se
trascurata a lungo, rischierebbe addirittura di imputridire. Al termine,
cospargiamo lo zoccolo con grasso idratante ed emolliente per le unghie, che si
trova in tutte le sellerie, utilizzando un pennello. In condizioni normali
mettiamo il grasso due volte la settimana. D'estate, quando il cavallo viene
sottoposto a frequenti lavaggi e a docce rinfrescanti, o se andiamo in campagna
attraversando pozzanghere e corsi d'acqua, dobbiamo applicare il grasso più
volte per evitare che l'unghia si screpoli.
Preparare il cavallo significa,
nel linguaggio equestre, mettergli tutta la bardatura necessaria per montarlo.
Qundi sella, con relativo sottosella, testiera e protezioni per gli arti. Tutto
ciò richiede una serie di operazioni stabilite, che devono seguire un ordine
preciso ed essere fatte in modo molto scrupoloso per evitare spiacevoli
inconvenienti.
Infatti, conseguenze immediate di un errato modo di sellare il cavallo sono le
fiaccature, tumefazioni ed escoriazioni spesso dolorose, causate dallo
sfregamento della bardatura sulle zone più delicate del cavallo, come il garrese
o la regione delle cinghie, dove passa il sottopancia. Anche una testiera
malmessa può causare irritazione, così come paracolpi troppo stretti o
incrostati di fango. La prima cosa da fare, quindi, è verificare che il cavallo
sia ben pulito, soprattutto nelle parti interessate, e al tempo stesso
controllare tutta la bardatura, che non deve avere incrostazioni o residui di
fango e terra. Per essere agevolati nelle varie operazioni, leghiamo il cavallo
in scuderia oppure nel box. Per alcune convenzioni stabilite dalle regole
tradizionali dell'addestramento, tutte le operazioni si svolgono, in linea
generale, dal lato sinistro del cavallo.
Come si mette la sella - La copertina sottosella. Si posiziona appunto sotto la
sella e ha la funzione di "cuscino" ammortizzatore oltre che di protezione del
mantello del cavallo, per evitare il contatto diretto con il cuoio. Inoltre ha
il compito di assorbire il sudore prodotto dal cavallo durante il lavoro. Alla
copertina possiamo aggiungere un ulteriore sottosella di protezione, un gel in
materiale sintetico, che serve in particolare ad ammortizzare i colpi che la
schiena del cavallo spesso riceve durante il lavoro montato. Appoggiamo la
copertina posizionandola più avanti del necessario, oltre il garrese verso il
collo, per farla scorrere nella posizione corretta seguendo il verso del pelo,
per non provocare irritazione. Nel caso in cui utilizzassimo anche il gel,
appoggiamolo sopra la copertina e verifichiamo che entrambi siano ben centrati
sul dorso del cavallo. Afferriamo la sella per l'arcione con la mano sinistra e
per il seggio con la mano destra e appoggiamola delicatamente sul cavallo.
L'arcione deve trovarsi sopra al garrese e i due cuscini laterali appoggiano ai
lati. Afferriamo la parte anteriore di copertina e gel con la mano sinistra e
solleviamoli fino a farli aderire all'arcione della sella, in modo che il
garrese sia completamente libero da pressioni. Infatti tra garrese e arcione ci
devono passare almeno tutte le dita di una mano, perché con il peso del
cavaliere lo spazio si riduce ulteriormente, rischiando di creare un contatto
che può provocare lesioni e traumi.
Una volta posizionata la sella, lasciamo cadere il sottopancia e passiamo dal
lato destro del cavallo per controllare che non ci siano pieghe o che non sia
arrotolato. Torniamo a sinistra, afferriamo le cinghie del sottopancia e
fissiamolo con delicatezza, senza stringere troppo. Infatti, il sottopancia deve
essere stretto gradualmente, dopo che il cavallo ha fatto qualche passo in
avanti e ha di conseguenza allentato il respiro, che abitualmente trattiene nel
momento in cui sente stringere le cinghie. Solo quando saremo in sella potremo
"tirare" l'ultimo buco. Il sottopancia può essere costituito da una cinghia sola
o da due. Le due cinghie garantiscono maggiore sicurezza in quanto se se ne
rompe una la sella rimane comunque fissata grazie alla presenza dell'altra. Un
buon suggerimento per evitare che la pelle resti raggrinzita nella zona del
sottopancia è quello di "tirarla" afferrando un anteriore alla voltae
stendendolo in avanti. Controlliamo inoltre che la copertina e l'eventuale altro
sottosella non abbiano pieghe e siano perfettamente centrati. Verifichiamo
infine che la pelle, molto delicata, nella regione delle cinghie sia ben distesa
e non raggrinzita, per evitare l'insorgenza di fiaccature. Come si mette la
testiera - Sganciamo il cavallo dalla lunghina, o dalle corde se è legato ai due
venti, e per prima cosa, quindi prima di levare la capezza, mettiamogli le
redini sul collo in modo che, una volta tolta la capezza, il cavallo non sia
completamente libero di andarsene ma possiamo controllarlo attraverso le redini.
Afferriamo la testiera per il sopracapo con la mano destra, facendo passare il
braccio sotto la testa del cavallo, mentre con la sinistra ben aperta teniamo
l'imboccatura e la appoggiamo delicatamente alla bocca del cavallo. Se il
cavallo oppone resistenza, invitiamolo ad aprire la bocca infilando il pollice
sinistro nella commessura delle labbra. Quando il cavallo ha aperto la bocca e
accolto il ferro, con le due mani facciamo passare il sopracapo sulla nuca.
Controlliamo la lunghezza dei montanti: L'imboccatura deve appoggiare alla
commessura delle labbra senza esercitare trazioni. La capezzina: si stringe
intorno al naso del cavallo al di sotto degli zigomi. Deve aderire senza
stringere eccessivamente. Se è munita di "chiudi bocca", posizioniamolo al di
sotto dell'imboccatura con la fibbia lontana dalla bocca, per evitare di
ferirla, e allacciamolo in modo che svolga la sua funzione di "tenere chiusa la
bocca del cavallo", ma, anche in questo caso, senza stringere troppo. Il
sottogola: deve essere lasciato sufficientemente largo, in modo che tra la gola
del cavallo e il sottogola stesso ci sia lo spazio di una mano.
La naturale
difesa del cavallo dal freddo è la crescita abbondante del pelo. Un cavallo allo
stato brado può tranquillamente sopravvivere alle basse temperature, addiritura
nella neve, semplicemente con la naturale muta del pelo, che diventa non
soltanto più lungo, ma folto e spesso. Infatti i cavalli che vivono all'aperto o
le fattrici e i puledri negli allevamenti non vengono mai tosati, proprio per
garantire loro la naturale difesa dal freddo.
La natura fa il suo corso anche per i cavalli che vivono nel tepore delle
scuderie e anche per loro l'avvento dell'autunno determina la crescita del pelo,
provocando però un grosso disagio: quando lavora il cavallo suda molto e, dato
lo spessore del pelo, impiega molto tempo ad asciugare, al punto che a volte non
asciuga affatto a causa dell'umidità e, una volta rientrato nel box, rischia
raffreddori e addirittura influenze e malattie polmonari. Ecco perché diventa
indispensabile la tosatura.
Il periodo migliore per rasare il pelo è tra novembre e dicembre, e in
particolare quando la luna è calante. Infatti, se tosiamo il cavallo durante i
giorni di luna crescente rischiamo che il pelo, seguendo in modo naturale le
fasi della luna, ricresca in fretta. Prima di "denudare" il nostro cavallo,
ricordiamoci di procurarci le coperte indispensabili per coprirlo immediatamente
in modo da sostituire la mancanza del pelo e proteggerlo dall'inevitabile e
immediata sensazione di freddo. Inoltre, se non copriamo adeguatamente il
cavallo, il suo pelo ricrescerà in pochissimi giorni a causa del freddo,
costringendoci a tosarlo di nuovo.
L'attrezzo indispensabile è la macchinetta tosatrice. Ne esistono in commercio
diversi tipi e modelli, in vendita in tutte le sellerie e nei negozi
specializzati.
Per evitare che il cavallo consideri la tosatura un'operazione da cui "fuggire",
dobbiamo procedere con una precisa metodologia. Se lo tosiamo per la prima volta
e non conosciamo quindi le sue reazioni oppure se sappiamo comunque che ha
paura, dobbiamo abituarlo gradualmente. Facciamo scorrere la tosatrice ancora
spenta lungo il corpo del cavallo, perché accetti innanzitutto la sensazione di
questo strano oggetto sulla pelle. In seguito accendiamo la tosatrice restando
lontano da lui e aspettiamo che si abitui al rumore. Avviciniamoci piano piano
accarezzandolo e tranquillizzandolo. È importante che veda l'oggetto che causa
la sua paura, in modo che si renda conto di che cos'è e si rilassi. Appoggiamo
la tosatrice sul mantello, generalmente partendo dal collo, e facciamola
scorrere lentamente contro pelo. Verifichiamo che la lunghezza del pelo tagliato
sia quella giusta, in caso contrario modifichiamo la posizione delle lame,
seguendo le istruzioni per l'uso allegate, per evitare di tagliarlo troppo corto
o, al contrario, di lasciarlo troppo lungo. Esistono vari "modelli di tosatura",
proviamo a indicare i più usati.
La tosatura completa prevede il taglio di tutto il pelo, compresi gli arti e la
testa. Si inizia dalle zone più semplici, come il collo o il dorso, per arrivare
gradualmente agli arti. Essendo la testa piuttosto delicata, esistono in
commercio tosatrici specifiche per le zone "speciali": sono più piccole,
maneggevoli e silenziose.Ci sono cavalli, particolarmente sensibili nella zona
della testa, che si spaventano e si rifiutano di farsi avvicinare con la
tosatrice. In questi casi possiamo utilizzare un tipo di rasoio manuale, quindi
assolutamente silenzioso, oppure, se proprio il cavallo si rifiuta di
collaborare, è possibile rifinire bene la parte della mascella e lasciare il
pelo sulla testa. Se ben fatto, non risulta particolarmente evidente ed è
esteticamente accettabile. La tosatrice manuale può essere utilizzata anche per
rifinire al meglio le altre parti più delicate del corpo. Esiste inoltre la
tosatura da caccia, che prevede l'eliminazione del pelo sul tronco del cavallo
ad esclusione della testa e della sagoma della sella. In questo tipo di tosatura
si tralasciano anche gli arti, rifinendo bene il pelo in modo che risulti
esteticamente gradevole. Su alcuni cavalli particolarmente delicati, come i
grigi o i sauri chiari, si tralascia invece soltanto la zona del garrese che
senza la protezione del pelo rischierebbe di fiaccarsi più facilmente.
Quando passiamo con la tosatrice nei punti più delicati, come sotto la pancia,
l'interno coscia, sotto la gola o sotto la coda, dobbiamo fare molta attenzione.
Passiamo la tosatrice lentamente e in modo leggero, per non irritare il cavallo.
Fermiamoci se manifesta impazienza o se si agita e aspettiamo qualche istante
prima di ricominciare, dandogli il tempo di calmarsi.
Quando ci interrompiamo per pulire le lame approfittiamone per dare una
spazzolata al cavallo e rimuovere il pelo già tagliato. Per procedere alla
tosatura è consigliabile indossare una tuta o un camice, perché il pelo tagliato
si infiltra ovunque, in particolare nei vestiti, e diventa poi difficile
rimuoverlo.