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La Stampa Italiana - CIAK n. 9, settembre 2003
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Film del mese

La Maledizione della prima luna

Pirati "non morti", avventure di fantasmi e bucanieri, divi ed effetti speciali. E' il nuovo film di Gore Verbinski, con Johnny Depp e Orlando Bloom, ispirato a un'attrazione di Disneyland

Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl, Usa, 2003 Regia Gore Verbinski

Interpreti Johnny Depp, Geoffrey Rush Sceneggiatura Ted Elliott & Terry Rossio Produzione Jerry Bruckheimer Distribuzione Buena Vista Durata 2h e 25'

C' è chi è arrivato a scrivere che prima di La maledizione della prima luna le probabilità per un film di pirati di attrarre un vasto pubblico sembravano minori di quelle della riproposta di un classico sovietico del cinema muto. E dopo il sanguinoso esito di Pirati di Roman Polanski e Corsari di Renny Harlin e i recenti, poco incoraggianti, incassi dei cartoon Il pianeta del tesoro e Simbad, l'offerta della Disney al produttore Jerry Bruckheimer di realizzare un film di bucanieri ispirato a I pirati dei Caraibi, una delle attrazioni più insipide di Disneyland, non deve essere apparsa allettante. Ignorando perché in tanti si accanissero a voler resuscitare un genere che il pubblico aveva ormai clamorosamente rifiutato, si può saltare alla conclusione e dire che il risultato è un piccolo miracolo di puro intrattenimento. La prima mossa di Bruckheimer è stata far riscrivere il tutto da Ted Elliott e Terry Rossio, autori del geniale Shrek. La seconda, più rischiosa, è stata affidarne la regia a Gore Verbinski, molto prima dell'uscita del suo The Ring, quando era soprattutto noto per aver assestato - con The Mexican - una clamorosa battuta di arresto alle carriere di Brad Pitt e Julia Roberts. Ma La maledizione, un po' come accadeva in alcuni grandi è spettacoli della Hollywood del i passato, è più una colorata coreografia che un prodotto di regia. E i suoi elementi funzionano alla perfezione. A partire dalla complicata vicenda che, come nelle migliori fiabe, si snoda con accattivante semplicità: in seguito al rapimento della figlia del governatore (Keira Knightley) da parte del pirata Barbossa (Geoffrey Rush), un fabbro che la ama sin dal- l'infanzia (Orlando Bloom), si associa per salvarla dal pirata Jack Sparrow (Johnny Depp), filibustiere con senso dell'onore che con Barbossa ha un conto in sospeso. Ma, a causa della maledizione del titolo, Barbossa e la sua ciurma sono dei "non morti" che la luce della luna rivela nel loro simpatico aspetto di zombi scarnificati. Impossibili da uccidere quindi, a meno di non riuscire prima a sconfiggere la maledizione. Il film soffre a tratti per l'eccessiva lunghezza e certi ripetuti tentativi di eliminare i malvagi che tutti, spettatori in testa, sanno immortali, invocano un'alleggerita, ma si tratta di difetti perdonabili. Bloom affronta il ruolo sempre ingrato dell'eroe senza macchia con sufficiente disinvoltura, Rush è decisamente grande quando, come qui, può abbandonarsi senza vergogna alla gigioneria mentre a Keira Knightley basterebbe la folgorante bellezza per cavarsela anche da un'accusa di omicidio. Ma l'applauso va al coraggio di Johnny

Depp: occorre qualche minuto per accettare la sua presenza eccessiva, i suoi occhi pesantemente truccati, per riuscire ad affiatarsi al ritmo della sua gestualità scoordinata. Ma poi film e spettatori sono interamente suoi. Sappiamo ormai che ha modellato il ruolo su Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones, ma il risultato è totalmente originale e memorabile.

Claudio Masenza

pagina creata 02/10/2003