Film del mese
La Maledizione della prima luna
Pirati "non morti", avventure di fantasmi e
bucanieri, divi ed effetti speciali. E' il nuovo film di Gore
Verbinski, con Johnny Depp e Orlando Bloom, ispirato a
un'attrazione di Disneyland
Pirates of the Caribbean: The Curse of the
Black Pearl, Usa, 2003 Regia Gore Verbinski
Interpreti Johnny Depp, Geoffrey Rush
Sceneggiatura Ted Elliott & Terry Rossio Produzione Jerry
Bruckheimer Distribuzione Buena Vista Durata 2h e 25'
C' è chi è arrivato a scrivere che prima di La
maledizione della prima luna le probabilità per un film
di pirati di attrarre un vasto pubblico sembravano minori di
quelle della riproposta di un classico sovietico del cinema
muto. E dopo il sanguinoso esito di Pirati di Roman
Polanski e Corsari di Renny Harlin e i recenti, poco
incoraggianti, incassi dei cartoon Il pianeta del tesoro e
Simbad, l'offerta della Disney al produttore Jerry
Bruckheimer di realizzare un film di bucanieri ispirato a I
pirati dei Caraibi, una delle attrazioni più insipide di
Disneyland, non deve essere apparsa allettante. Ignorando
perché in tanti si accanissero a voler resuscitare un genere
che il pubblico aveva ormai clamorosamente rifiutato, si può
saltare alla conclusione e dire che il risultato è un piccolo
miracolo di puro intrattenimento. La prima mossa di
Bruckheimer è stata far riscrivere il tutto da Ted Elliott e
Terry Rossio, autori del geniale Shrek. La seconda,
più rischiosa, è stata affidarne la regia a Gore
Verbinski, molto prima dell'uscita del suo The Ring, quando
era soprattutto noto per aver assestato - con The Mexican -
una clamorosa battuta di arresto alle carriere di Brad
Pitt e Julia Roberts. Ma La maledizione, un po' come
accadeva in alcuni grandi è spettacoli della Hollywood del i
passato, è più una colorata coreografia che un prodotto di
regia. E i suoi elementi funzionano alla perfezione. A partire
dalla complicata vicenda che, come nelle migliori fiabe, si
snoda con accattivante semplicità: in seguito al
rapimento della figlia del governatore (Keira Knightley) da
parte del pirata Barbossa (Geoffrey Rush), un fabbro
che la ama sin dal- l'infanzia (Orlando Bloom), si
associa per salvarla dal pirata Jack Sparrow (Johnny Depp),
filibustiere con senso dell'onore che con Barbossa ha un
conto in sospeso. Ma, a causa della maledizione del titolo,
Barbossa e la sua ciurma sono dei "non morti" che la
luce della luna rivela nel loro simpatico aspetto di zombi
scarnificati. Impossibili da uccidere quindi, a meno di non
riuscire prima a sconfiggere la maledizione. Il film soffre a
tratti per l'eccessiva lunghezza e certi ripetuti tentativi di
eliminare i malvagi che tutti, spettatori in testa, sanno
immortali, invocano un'alleggerita, ma si tratta di difetti
perdonabili. Bloom affronta il ruolo sempre ingrato dell'eroe
senza macchia con sufficiente disinvoltura, Rush è
decisamente grande quando, come qui, può abbandonarsi senza
vergogna alla gigioneria mentre a Keira Knightley basterebbe
la folgorante bellezza per cavarsela anche da un'accusa di
omicidio. Ma l'applauso va al coraggio di Johnny
Depp: occorre qualche minuto per accettare la sua presenza
eccessiva, i suoi occhi pesantemente truccati, per riuscire ad
affiatarsi al ritmo della sua gestualità scoordinata. Ma poi
film e spettatori sono interamente suoi. Sappiamo ormai che ha
modellato il ruolo su Keith Richards, chitarrista dei Rolling
Stones, ma il risultato è totalmente originale e memorabile.
Claudio Masenza
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