I corsari di nuovo all’arrembaggio del grande schermo,
tra film epici, storici, cartoon e rivisitazioni critiche
Il primo ad affrontare le avventure marinaresche è Johnny
Depp, bucaniere guascone nel film di Gore Verbinski ispirato a
un'attrazione di Disneyland. Con Orlando Bloom e l'emergente
Keira Knightley. A Natale toccherà al capitano Russell Crowe
nella nuova pellicola di Peter Weir.
A sorpresa, anche l'appartato Ermanno Olmi navigherà sui
mari della Cina agli inizi dell'Ottocento: il suo Cantando
dietro i paraventi racconta la storia di alcune donne che
si trasformano in corsare. Non mancherà il disegno animato
con Sinbad realizzato dalla DreamWorks con la tecnica del
"tradigital", a metà tra artigianato e computer
di Giulia D'Agnolo Vallan
UN BEL GIORNO JOHNNY DEPP si è presentato, con un'intera
bocca di denti d'oro, per assumere le sembianze del pirata
Jack Sparrow e agli executive della Disney è quasi
venuto un infarto. «In effetti», racconta ridendo Il produttore
Jerry Bruckheimer «il suo sorriso era... accecante. Ho
dovuto convincerlo che era più importante che il pubblico si
ricordasse del personaggio che delle sue gengive».
Oltre un anno e mezzo dopo, e parecchi molari dorati in
meno di allora, arriva in sala il frutto dell'anomala
collaborazione tra lo studio di Topolino, il produttore di Armageddon
e Pearl Harbor; e un attore ricco di idiosincrasie
e attento a sfumature e dettagli, che è sempre stato alla
larga dal cinema d'azione hollywoodiano. Tratto dall'omonima
attrazione di Disneyland (un imperdibile tour nel mondo
allegramente dissoluto dei pirati, a base di saccheggi,
incendi e festini al rum), Pirates or the Caribbean sulla
carta era una scommessa a doppio taglio.
Da un lato c'era la garanzia di un punto di partenza molto
conosciuto, dall'altro l'idea di recuperare e attualizzare non
solo la tradizione del cinema d'avventura disneyano (gli
adattamenti di Verne o Stevenson) ma anche lo stesso genere
"piratesco", la cui ultima manifestazione
hollywoodiana risale al catastrofico Corsari. Ed è qui
che entra in scena Jeny Bruckheimer. «Non ho idea di cosa
vuole il pubblico» ci ha detto il produttore a Los
Angeles. «Mi baso esclusivamente su quello che vorrei
vedere io. E, quando la Disney mi ha mandato il copione, così
com'era, quel film non volevo vederlo. L'ho quindi passato
agli sceneggiatori di Shrek, e a loro è venuta un
'Idea che mi è piaciuta subito, e cioè quella di introdurre
l'elemento sovrannaturale.
Pirati maledetti e Johnny Depp: quella era una combinazione
per cui avrei pagato un biglietto. Trovandomi alla prese con
una produzione Disney non volevo che i ragazzini pensassero
che si trattava di un film per la loro sorellina». Considerando
che il modello a cui Johnny Depp si è ispirato per il suo
Jack Sparrow è il chitarrista dei Rolling Stones, Keith
Richards (che l'attore riprende nel make-up, nei movimenti e
persi- no nell'accento inglese), La male- dizione della
prima luna non corre certo quel rischio.
Su uno sfondo che mischia riferimenti visivi all'attrazione
del luna park, classici del cinema piratesco e un po' di
horror in stile Ray Harryausen, la storia del film
include un fabbro dalle origini misteriose (Orlando Bloom), la
vivace figlia del governatore di cui è innamorato (l'attrice
inglese Keira Knightley, già in Sognando Beckham), il
capitano della guarnigione a cui è stata promessa (Jack
Davenport) e un misterioso medaglione azteco in cui si cela il
segreto della maledizione che ha trasformato in scheletri (li
si vede alla luce della luna) i pirati del capitano Barbossa (Geoffrey
Rush), e in una nave fantasma la loro goletta Black Pearl.
Ma, soprattutto, il film è Jack Sparrow ( Johnny Depp),
pirata "fritto" dal sole, una canaglia a suo modo
idealista, ex capitano della Black Pearl, abbandonato da
Barbossa su un atollo deserto. Da allora Sparrow lo insegue
senza sosta per riprendersi la nave.
"C'è sempre qualcosa di ribelle e rivoluzionario
quando si parla di pirateria» ha dichiarato il regista
Gore Verbinski (The Mexican, The Ring,
«i pirati appartengono a un'era di oppressione, in cui
uno veniva impiccato per aver rubato un pezzo di pane. Non
c'era niente da perdere. Per me, questo è un film
sull'importanza di spezzare le regole; in quel senso, tutti i
personaggi ottengono ciò che vogliono attraverso "atti
di pirateria"».
«Chi non ha mai desiderato essere un pirata? » si
domanda Orlando Bloom fresco dal set del terzo capitolo
di Il Signore degli Anelli. «È il sogno di qualsiasi
ragazzino». E anche Keira Knightley (che ha interpretato
personalmente quasi tutte le sequenze d'azione) garantisce
che, da bambina, ai pirati ha giocato anche lei. Verbinski si
dice appassionato del genere e cita Michael Curtiz e Errol
Flynn (Capitan Blood e Lo sparviero del mare), Il
corsaro dell'isola verde di Siodmak con Burt Lancaster e Il
pirata nero con Douglas Fairbanks.
Ma nel suo film lascia l'esuberanza romantica che animava
quei titoli, i loro duelli, le storie d'amore a Orlando Bloom,
Keira Knightely, Jonathan Price (il governatore), virando
invece in direzione più dark il lato strettamente piratesco.
Sia Depp che Rush (che hanno un lungo duello nella grotta del
tesoro) sembrano infatti più vicini all'irriducibile Long
John Silver de L'isola del tesoro e alla deliziosa
ferocia di Charles Laughton in Capitan Kidd (il suo
pirata si faceva insegnare le maniere dei lord, compiva
crimini per conto della Corona Britannica che poi derubava a
sua volta) che alle più benevole incarnazioni di Flynn,
Tyrone Power o Douglas Fairbanks. ll risultato del restyling
di La maledizione della prima Luna, ad opera di un
produttore noto per il suo cinema patinato, monumentale e high
tech, potrebbe essere la chiave per un rilancio del cinema
d'avventura Disney. L'anno scorso Il Conte di
Montecristo non aveva granché funzionato. Intanto è
previsto l'adattamento di un'altra attrazione di Disneyland, The
Haunted Mansion.