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La Stampa Italiana - L'Uomo Vogue - Dicembre 2002
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grazie a cris per le scansioni!

Si chiama Orlando, come l'eroe cavalleresco dell'Ariosto. E come il protagonista della "Chanson de Roland" era destinato a un futuro glorioso. Da Canterbury, dov'e' nato nel 1977, se n'era andato presto. Da quando, a dieci anni, la sua amichetta del cuore gli aveva rivelato di preferire Superman a lui, si era ripromesso di diventare un attore. Si era iscritto al National Youth Theatre, dopo due anni aveva vinto una borsa di studio per la British American Drama School for Music and Drama. Un curriculum di tutti rispetto, insomma, per continuare a portare in palcoscenico Shakespeare, Cechov e Sofocle. Invece, a ventidue anni, e' finito nella piu' grande produzione cinematografica mai vista: la trilogia da 360 milioni di dollari del 'Signore degli Anelli', la saga medioevale di J.R.R. Tolkien portata sullo schermo da Peter Jackson. Con il ruolo di Legolas Greenleaf, l'elfo guerriero che insieme a sette compagni deve accompagnare e proteggere il giovane Hobbit Frodo (Elijah Wood) nella sua missione contro il male, il nome Orlando Bloom e' ormai entrato nel mitico universo di Tolkien: verso la fine dell'anno lo vedremo nel secondo episodio, 'The Two Towers', e a fine 2003 nel capitolo conclusivo 'The Return of the King'.

"Avevo ventidue anni e mancavano solo due giorni a finire la scuola di recitazione, quando mi offrono una parte una parte in 'Lord of the Rings': ehi, di colpo avevo una carriera di fronte a me", ricorda oggi, Il provino ando' bene: era stato scelto per il personaggio di Faramir. Poi, invece, gli affidarono il ruolo dell'elfo nobile e coraggioso. Lasciata la sua casa di Notting Hill e l'inseparabile cane Maude, si e' trasferito per diciotto mesi a Wellington, in Nuova Zelanda. Di quel periodo trascorso con interpreti straordinari come Ian McKellen e Ian Holm, e con uno stuolo di giovani attori, che oggi sono tra i suoi amici migliori, ha ricordi indelebili: "Si lavorava come matti, con orari estenuanti, ma nel tempo libero il nostro gruppo di elfi e hobbit si trasfornava in arditi surfer, snowboarders. Facevamo skydiving e parachute jumping". E' un tipo temerario: si e' gia' rotto entrambe le gambe, il naso, le costole, ma non demorde. 

Parla dal cellulare della sua macchina, a Londra, mentre torna a casa dal set. Non e' stato facile rintracciarlo: Orlando sembra essere il ragazzo piu' impegnato del mondo. Da quando la macchina di Hollywood e' entrata in azione, l'attore venticinquenne e' ormai uno dei giovani su cui studios e publicist puntano con entusiasmo le loro carte: una faccia nuova da lanciare, un talento da non perdere. Nel giro di pochi mesi Movieline l'ha inserito nella lista delle dieci migliori performances del 2001: "Teen People" nella 25 Hottest Stars Under 25; GAP l'ha scelto come protagonista dello spot pubblicitario "Denim Invasion" (girato insieme alla conterranea Kate Beckinsdale) diretto da Cameron Crowe. 

Ora Orlando si dice contento di tornare a lavorare e vivere a Londra, dopo quasi tre anni passati in giro per il mondo, tra coste neozelandesi e australiane e deserti marocchini. Dopo la trilogia di Tolkien, infatti, ha girato in Africa 'Black Hawk Down' di Ridley Scott, nel ruolo del soldato americano Todd Blackburn, e poi 'The Kelly Gang'. Basato sulla storia vera del fuorilegge australiano famoso per le rapine alla Robin Hood, il film e' diretto da Gregor Jordan ('Two Hands') e interpretato da Heath Ledger, Rachel Griffiths e Geoffrey Rush. "Il mio ruolo e' quello dell'amico del cuore di Ned Kelly, quello educato, quello che pensa. Sono il suo braccio destro. Lavorare in Australia e' stata un'esperienza fantastica: I paesaggi e la luce sono indimenticabili e la gente rilassata e piacevole".

Ogni film diventa un'esperienza di vita per il giovane Bloom: "L'incontro con culture cosi' diverse dalla mia mi hanno fatto aprire gli occhi su molte cose. In Marocco non potevo comunicare per via della lingua, ma in Nuova Zelanda, dove ho passato quesi due anni, e' stata una grande lezione: mi ha insegnato a restare piu' coi piedi per terra". E gli ha spianato la strada per il suo primo film come protagonista, 'The Calcium Kid' che sta girando in questo momento a Londra. "Forse perche' e' il mio primo film da protagonista, ho l'impressione che sia l'esperienza piu' gratificante della mia vita professionale. Lavoro con un regista che e' un amico di vecchia data, con gente del mio paese con cui divido humor e linguaggio. Sono felice quando lavoro...". Poi spiega: "The Calcium Kid" e' la storia di un giovane lattaio che passa il suo tempo libero nella palestra del paese per allenarsi come pugile, e finisce col diventare il campione nazionale, grazie alla sua ossatura rinforzata dall'enorme quantita' di latte che beve giornalmente". 

Dopo questa piccola commedia intimista, Bloom passera' invece alla grande produzione hollywoodiana con "The Pirates of Caribbean", un film basato sul celebre parco disneyano di Los Angeles e interpretato da Johnny Depp. "Non riesco ancora a credere che giraro' un film con Johnny Depp", confida entusiasta come un bambino. "E' sempre stato uno dei miei attori preferiti, una sorta di modello cui ispirarsi per le sue scelte poco convenzionali, pe rla sua integrita' professionale, pe runa carriera che considero tra le piu' interessanti di quel di Hollywood. E poi sara' un gran divertimento: e' una produzione firmata Jerry Bruckheimer e una storia di pirati: cosa posso chiedere di piu'?!". Per lui che, a dieci anni, si era ripromesso di trasformarsi in eroe, anzi in tanti eroi, non poteva esserci un miglior happy ending. 

Ma non e' successo per caso: a venticinque anni Orlando ha alle spalle anni di lavoro ed esercizio. "Sono stato fortunato", afferma. "Mia madre ci ha sempre incoraggiato, me e mia sorella, a recitare fin da bambini. Partecipavamo sempre al Kent festival di Canterbury, dove si dovevano imparare a memoria poesie e racconti biblici da recitare poi in pubblico. Io avevo gia' deciso che sarei diventato attore per poter interpretare quei personaggi favolosi che vedevo in televisione e al cinema". Aveva cominciato a leggere 'Il Signore degli anelli' verso i quattordici anni, ma non era mai riuscito a finirlo. Oggi, pero', e' un esperto in materia. "Sono convinto che lo spettatore capira' fino in fondo l'intera operazione di Jackson solo dopo aver visto tutt'e tra i film di seguito. Magari passando un giorno intero coi suoi personaggi e tuffandosi in quel mondo fantastico senza interruzioni. Sono convinto che Peter abbia creato un nuovo genere: un'epica, un fantasy che e' anche molto realistico e commovente, dove ci si puo' identificare con i personaggi, anche con gli elfi, i goblins, che sono creature immaginarie". Per il suo Legolas, poi, esprime ammirazione e riconoscenza infinite. "Era un character straordinario da interpretare: ha grazia, nobiltà; non ha neppure un briciolo di cattiveria o malignita' in se'. Questa sua onesta' mi ha profondamente colpito perche' mi ha costretto a riflettere, a essere piu' coraggioso, a tentare cose mai fatte prima. Ho persino imparato a combattere con due coltelli e a maneggiare con destrezza ogni tipo di arma. E pensare che quando ho cominciato quel film ero un giovane attore alla sua prima esperienza...".

Alessandra Venezia

pagina creata 15/04/2003 - aggiornata 20/06/2003