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Perché un Museo del Fango? |
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Piove da anni, da decenni e non piove acqua limpida e discreta e non
udiamo “parole più nuove Da D’annunzio e da Montale ci separa non solo un secolo ma un pozzo nero, e noi guardiamo dal fondo.
Dal fango che ha distrutto e continua a distruggere intere comunità, ed è giunto nel cuore e nelle menti, non ci si ripulirà solo con nuove case, un po’ più in là, o con la solidarietà un po’ pelosa di chi mette a disposizione una infima parte dei propri averi per aiutare chi è in disgrazia (Stato o individuo che sia) ma con la forza e la dinamica delle idee, perché siamo tutti in disgrazia. Ecco perché è necessario, soprattutto dove non c’è nulla, un luogo di raccolta, di provvigione, di riunione, di riordino, di organizzazione, di preparazione, di diffusione, di sperimentazione, di rinnovamento delle idee. Ecco alcune, ancorché parziali, risposte al perché. Per non ricominciare da zero... ma da tre.
Almeno da tre elementi: gli artisti e gli uomini di buona volontà (con la loro forza propositiva), le opere d’arte (la cui presenza allerta e promuove l’attenzione), un museo fatto di quelle opere (che crea così un luogo di pregio da contrapporre alla volontà di “dismettere” un sito e una comunità.
Il museo del fango raccoglierà opere d’arte, poesie, racconti, opere teatrali e cinematografiche, foto d’autore e servizi giornalistici (in video e su carta) incentrati non solo sull’alluvione del 1° ottobre ma sulla sicurezza e l’ambiente. Sarà un museo che non “museificherà” ma sarà specchio dei tempi e sarà in grado di realizzare l’interazione con il pubblico. Un sito non solo di consultazione ma di riflessione. Sarà il museo dei cittadini di Giampilieri, ma anche di Molino, Altolia, Itala e Scaletta, per i quali rappresenterà anche un indotto, se si creeranno le premesse per l’accoglienza di turisti e studiosi. Un Museo d’Arte Contemporanea Multimediale, unico nella riviera jonica, che metta in relazione artistica e culturale i luoghi martoriati con l’Italia e con l’Europa (con scambi museali e visite turistiche istruttive). Il primo nucleo d’opere in mostra al Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina dal 30 gennaio al 13 febbraio 2010 come momento di partenza per una rinascita culturale ed economica.
Michele Cannaò
OPERE IN MOSTRA
sonja aeschlimann alvaro amlo amedeo anelli matteo antonini paolo baratella clara bartolini thomas berra Alberto betene Giovanni blandino Vincenzo bonaventura domenico cacopardo Alex caminiti cannaò Matteo cannata domenico cara francesco carofiglio GIULIO cavalli vannetta cavallotti Elena Ceccon paolo ciaccheri Giulio crisanti peppe d’urso BIAGIO d'angelo mario de leo gioxe de micheli Mauro de nittis Gaetano delli Santi Erminia dell’oro daniela denti marco Dentici Fausta Dossi Gianluigi falabrino Giuseppe Fava Fernanda fedi Rita Filomeni dario fo pippo galipò gino gini Pino Lia Gianni maffi NINO MAGGIO angela Manganaro Maria Manganaro Silvio Manzotti ada marchetti antonella marchi lino marzulli Vincenzo Mascolo Giovanni mattio Alfredo Mazzotta giuseppe migneco Sara Migneco Claudio Militti roberto molinelli Antonio moncada sara montani Lucia Montauro Enzo Porpurgo giancarlo nucci guido oldani Gaston orellana Domenico Pagliuca gigi pedroli Roberto Piumini nunzio quarto mario raciti enzo rizzo tano Santoro augusto sciacca Demetrio Scopelliti yang sil lee stefano spera pippo spinoccia emilio tadini sara teresano togo antonio tonelli Nello Valveri franco zazzeri
Indirizzo mail: museodelfango@libero.it Blog: blog.libero.it/museodelfango/ Sito: http://digilander.libero.it/museodelfango/
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