Il 10 OTTOBRE 1974 apre ufficialmente al pubblico il nucleo originario del Museo Civico. Già a partire  da alcuni documenti datati 1967 al 1973 si possono notare le riflessioni e le lunghe programmazioni del fondatore Carlo Giacomo Fanchini, che, istituendo tale museo, ha saputo interpretare il desiderio degli oleggesi di voler conservare la memoria e di documentare molteplici aspetti di un'età e di una realtà che stava scomparendo.

La volontà di istituire un museo non era un'idea nuova ad Oleggio, questa risale almeno al 1937, documentata nell'archivio parrocchiale locale su iniziativa della famiglia Negri senza esiti positivi; di tutto questo Carlo Giacomo Fanchini ne era consapevole.

Il museo nella prima sede, Villa Trolliet, 1974

L'intenzione di istituire il primo nucleo del Museo Civico oleggese è documentata nella seduta del giorno 8 aprile 1967 con verbale sottoscritto dal Presidente della Biblioteca civica, da Carlo Giacomo Fanchini e dal Segretario Dario Crola. Un segnale importante è la realizzazione della mostra pittorica, progettata nel 1968, in memoria dell'oleggese Paolo Bruni e allestita nelle sale comunali di rappresentanza, la proposta della nuova edizione aggiornata e ampliata di "Oleggio memorie", libro stampato nel 1924, e la visita guidata, per le classi delle scuole elementari e medie alla basilica di S. Michele. Negli stessi anni è nominato parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, padre Mozzetti, missionario del Sacro Cuore di Gesù, che istituisce il Museo d’arte religiosa negli oratori delle Confraternite oleggesi.

Nel 1968 l’attività della Biblioteca si consolida, la raccolta si fa sempre più proficua; vi sono opere depositate da enti di beneficenza, come nove tele dipinte raffiguranti i benefattori dell’Ospedale civile oleggese e donazioni da privati, come la famiglia Negri.

Domenica 5 ottobre 1969 viene aperta al pubblico la “Mostra permanente di Ricordi e Cimeli locali”, definizione mantenuta per anni, da Carlo Giacomo Fanchini, nei verbali della Biblioteca è citato il registro delle donazioni con l’elencazione 350 pezzi.

Nel 1970 in occasione della nomina del nuovo Presidente della Biblioteca civica : Dott. Luciano Apostolo, Carlo Giacomo Fanchini, che si dedica completamente allo sviluppo della realizzazione della sezione “Cimeli e Ricordi Locali”, chiede all’Amministrazione comunale l’utilizzo dei locali siti al piano terreno di Villa Trolliet che viene inaugurato il 10 ottobre 1974 come ente indipendente dalla Biblioteca.

La sede, nonostante i locali ampi, si rilevò insufficiente e quindi si opto al trasferimento del Museo nei locali del primo piano del Palazzo dell’Asilo Infantile. Nel progetto ogni ambiente e particolare è studiato dettagliatamente. Al 1980 risale la ricostruzione degli ambienti domestici : la cucina, la camera da letto e il salotto dei primi anni del XX secolo, l’aula scolastica e altro materiale che verrà integrato dopo il 1984.

Dal 1982 con il nuovo direttore Gaudenzio Miranda si contribuisce all’incremento della sezione dei mestieri come la galleria occidentale del piano terreno; infine nel 1996 fu approvato il nuovo Regolamento del Museo civico con scelte finalizzate al potenziamento della didattica sperimentale e con la creazione della sezione archeologica.

Uno degli obbiettivi da raggiungere è un museo come strumento didattico, con la frequentazione programmata durante l’anno scolastico per integrare le lezioni dei docenti e dei sussidi didattici.

 

Una sala del Museo, Villa Trolliet, 1974

CARLO GIACOMO FANCHINI.

(Oleggio 1906-1996).

 Nasce da una modesta famiglia di agricoltori e si diploma all’Istituto Tecnico Industriale “OMAR” di Novara. Il lavoro lo porta a stabilirsi a Pavia dove si impegna in modo significativo all’attività dei circoli giovanili cattolici e con il Comitato di Liberazione della zona oleggese. Oltre a destinare e organizzare corsi e laboratori destinati ai lavoratori impostati sulla ricerca inventa e brevetta strumenti specifici che vengono utilizzati nel campo elettromeccanico per l’azienda in cui lavora. Nonostante il lavoro a Pavia il legame con Oleggio è molto forte e la sua attività politica e culturale si concretizza ad Oleggio. Dopo essere stato assessore ai Lavori pubblici per il Comune di Oleggio e nel 1965 diventa assessore alla Cultura e istituisce la Biblioteca Civica. Negli anni settanta realizza con la collaborazione di valenti sostenitori: il Museo Civico “Ricordi e Cimeli locali”, l’attuale Museo Civico Etnografico a lui intitolato dal 1996.

Con Meo Borrini, Gaudenzio Bottazzi e Peppo Fortina si impegna nello studio delle testimonianze dialettali oleggesi dove reinventano la Corsa della Torta, una gara tradizionale stipulata da giovani che si disputa il giorno di Pasqua con un corteo di costumi del quattrocento.

Nel 1992 pubblica con i “Quatar del tacuin” il “Vocabolario del dialetto Oleggese” e nel 1994 “Proverbi e detti popolari di Oleggio”.

 

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