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RICORDO DI LILLA Russia, inverno-inferno 1942/43 Assai lontanoil tempo quel tempo e timidi, increduli, non so se i giovani d'oggi siano a cercarlo riscritto come leggenda di storie vere, crudeli e fugaci . Ma il tempo, quel tempo io vedo perché ancora vivo. L'osservo presente nel cuore, e col pensiero io corro lontano, sì, corro, corro sui declivi nevosi, sulle doline, sui ghiacci del Don, mentre muta da tempo tu taci. Eppure silente, ombra calda di sogno tu mi accompagni, tu sei. Lilla. Povero nome di cane, e povera storia la nostra ma dolce fantasma dolce viva memoria ed è bello sognare sentire lunghi fili d'oro il tuo pelo, e ancora posare scaldare i rattrappiti miei piedi di fante quand'era pur guerra sfamarti . con quel maledetto mio doppio soffrire nelle intemperie il morso feroce del gelo e tra l'umile gente vagando a cercare, baciare una mano indulgente davvero era guerra sfamarti. Ma tu, tu non fosti un cane! Ancora mi sorge il chiamarti "Lilla, idì scudà" sù, vieni, e tu pronta alzavi la testa fedele, sicura accorrevi allegra mi offrivi il tuo circo le bizze gioiose e i dispetti il gioco del cuore Tu no, tu non fosti un cane! E sempre, nel tempo rimosso nell'oggi del tempo il tuo calore io sento, io sento di viver la vita per il tuo grande dono d'amore . Lilla, io chiamo fortuna l'esser uno tra i pochi e vederti brillare, giocare ancora ai miei occhi, e mentre ti guardo, tu vivi io vivo, tu vivi così ogni gelo scompare di tempo e di storia. Sì, tu tu non fosti un cane ma vita. Sante Mucchietto |