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RICORDO DI LILLA

Russia, inverno-inferno 1942/43

Assai lontano
il tempo
quel tempo
e timidi, increduli, non so
se i giovani d'oggi
siano a cercarlo riscritto
come leggenda di storie
vere, crudeli
e fugaci….
Ma il tempo, quel tempo
io vedo
perché ancora vivo.
L'osservo presente
nel cuore,
e col pensiero io
corro lontano, sì, corro,
corro sui declivi nevosi,
sulle doline, sui ghiacci
del Don,
mentre muta da tempo
tu taci.
Eppure silente, ombra
calda di sogno
tu mi accompagni, tu sei.
Lilla.
Povero nome di cane,
e povera storia
la nostra
ma dolce fantasma
dolce viva memoria
ed è bello sognare sentire
lunghi fili d'oro
il tuo pelo, e ancora posare
scaldare i rattrappiti
miei piedi di fante
quand'era pur guerra
sfamarti….
con quel maledetto
mio doppio soffrire
nelle intemperie
il morso feroce del gelo
e tra l'umile gente
vagando a cercare, baciare
una mano indulgente…
davvero
era guerra sfamarti.
Ma tu,
tu non fosti un cane!
Ancora mi sorge il chiamarti
"Lilla, idì scudà" sù, vieni,
e tu pronta alzavi la testa
fedele, sicura accorrevi
allegra mi offrivi il tuo circo
le bizze gioiose e i dispetti
il gioco del cuore…
Tu no,
tu non fosti un cane!
E sempre, nel tempo rimosso
nell'oggi del tempo
il tuo calore io sento,
io sento di viver la vita
per il tuo grande dono
d'amore….
Lilla,
io chiamo fortuna
l'esser uno tra i pochi
e vederti brillare, giocare
ancora ai miei occhi,
e mentre ti guardo, tu vivi
io vivo, tu vivi
così ogni gelo scompare
di tempo e di storia.
Sì, tu
tu non fosti un cane
ma vita.

Sante Mucchietto

novembre 1995