Ecco
la Honda CRF450R
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Se
ne parla per il 2002, ma la nuova CRF450R è già una realtà, di
cui possiamo vedere il bel telaio d'alluminio e il nuovissimo motore
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Il
primo continua a caratterizzare in modo originale le migliori moto da
cross della casa di Hamamatsu, il secondo invece risponde all'iniziativa,
già da qualche tempo vincente in pista, della Yamaha, che si concretizza
nella YZF400 di Andrea Bartolini.
Il telaio deriva
concettualmente da quello della famosa CR250, rispetto al quale risulta
ancora più leggero. Doppio trave perimetrale in alluminio, per una grande
rigidità e la massima leggerezza.
Il
motore della CRF450R scende di cilindrata rispetto ai soliti 600-650 cc
delle celebrate versioni enduro per ottenere una coppia meno brutale ai
bassi regimi e un peso ancora minore. Non si rinuncia invece alla potenza
massima che, con 55 cavalli a 9000 giri, rimane molto alta e perfettamente
in linea con le necessità della categoria cross.
Alesaggio e corsa, di
96x62,1 mm, sono molto simili a quelle già usate dalla Ducati in
Superbike ed in seguito dalla Honda con la VTR1000SP1, campione in carica,
e c'è da giurare che l'HRC, il reparto corse della Honda, ha travasato un
bel po' d'esperienza tra i due motori.
Del
tutto diversa invece è la scelta di utilizzare per il monocilindrico
della CRF un solo albero a camme in testa, che guida due valvole in
titanio da 36 mm per l'alimentazione e altre due valvole in acciaio da 31
mm, comandate da un bilanciere, per lo scarico, con inclinazione tra le
valvole di soli 21,5°. Scelte dominate dalla necessità di ridurre gli
ingombri (le testate a doppio albero a camme, hanno un profilo squadrato
rispetto a quello emisferico del monoalbero) ed il peso del motore. Del
resto i risultati si ottengono lavorando contemporaneamente sui due piani:
le valvole in titanio, ad esempio, che pesano 24,8 grammi contro i 40 di
una valvola in acciaio, richiedono molle più corte, e quindi hanno un
risvolto positivo anche sulle dimensioni della testata. Questa soluzione,
detta Unicam, permette lo spostamento di lato dell'albero motore rispetto
all'asse del cilindro, e di conseguenza consente di piazzare la candela
proprio al centro della camera di combustione.
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