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Divieti, a primavera un progetto di legge

Divieti di transito sulle mulattiere. Multe e ricorsi. Forse la FMI riuscirà ad affrontare il problema e a proporre una soluzione. Si comincia con una serie di incontri regionali sullo stato di salute del fuoristrada. Gli appuntamenti (si è cominciato domenica 16 novembre a Torino presso l’hotel Holiday Inn), prevedono incontri in Toscana, Emilia Romagna e in Lombardia. Poi il Veneto che pure è messo abbastanza male per l’aspetto divieti di circolazione sulle mulattiere.
L’organizzazione di questi incontri, cui dovrebbero prendere parte anche amministratori locali, fa seguito all’indagine della federazione sulle leggi regionali per la pratica del fuoristrada. Adesso, raccolta la documentazione, si cerca di fare il punto della situazione con gli appassionati, i Moto Club e i comitati regionali.
Il passo successivo sarà quello di stringere un rapporto (in alcuni casi gia esistente), con le amministrazioni locali. L’obbiettivo è quello di individuare aree specifiche che consentano il passaggio delle moto.
La soluzione del problema interessa sia chi pratica enduro per piacere, sia per i Moto Club che spesso trovano difficoltà per l’organizzazione delle competizioni. Per loro il problema e sempre il solito: ottenere i permessi necessari per l’organizzazione della gara. Il problema è conosciuto da tempo.

Sesti: “In primavera una legge”
Paolo Sesti, il presidente della FMI, spiega come si è arrivati alla formulazione di questo calendario di incontri. “Sulle nostre scrivanie circolano sia i documenti delle leggi regionali, sia le multe che arrivano agli induristi. Io stesso, che sono bergamasco e con un passato da endurista o visto peggiorare la situazione negli anni e ormai e difficile imboccare una mulattiera senza rischiare un verbale. D’altra parte la Federazione prima di muoversi concretamente ha avuto bisogno dei suoi tempi ora però siamo pronti: abbiamo raccolto sufficiente materiale in materia di divieti – una specie di radiografia normativa sulle leggi regionali più importanti e siamo pronti ad avanzare le nostre proposte anche in parlamento. Questa è l’unica strada che possiamo percorrere. Ma sono sicuro che darà i suoi frutti”.
In che tempi presidente?
“Entro dicembre completeremo il primo giro di incontri nelle varie regioni e in primavera potremmo proporre una legge”.
Quale è lo scopo di questi incontri?
In attesa che venga formulata una legge vogliamo spiegare agli appassionati come comportarsi. Non tanto sulle mulattiere – speriamo che l’educazione e il buonsenso non manchino agli enduristi – quanto ai Moto Club, cui vogliamo spiegare i passi da compiere per organizzare una gara senza farsi impressionare dalla necessaria burocrazia con cui bisogna fare i conti”.

L’avvocato Turci: “Obbiettivo presentare una legge votabile”
A concretizzare la ricerca della FMI sul panorama legislativo in mulattiera è l’avvocato Paolo Turci (tra l’altro trentesimo assoluto all’ultimo rally dei Faraoni). È stato lui a ottener la storica vittoria in cassazione (sentenza 2479/02), che salvava un gruppo di induristi liguri da una multa presa in mulattiera. In questa occasione il successo di Turci fu legato fu legato all’interpretazione corretta di un cavillo: la mulattiera è equiparata a una comune strada e le regole per circolare sono scritte nel codice della strada e non nel regolamento regionale che vieta la circolazione alle moto da enduro. Ma non è solo su questo punto che si può fondare una strategia difensiva all’infinito. Infatti è sufficiente che il codice della strada cambi di una virgola che quella storica vittoria in cassazione non serve a nulla. L’obbiettivo, dunque, è arrivare alla formulazione di una legge che tenga conto di tutte le istanze di che frequenta le mulattiere, dagli escursionisti agli appassionati di mountain bike.
Paolo Turci spiega: “Dobbiamo arrivare alla formulazione di una proposta di legge che possa essere votata anche da chi endurista non è”.
Come si può fare?
“Partendo dal principio che l’enduro è una forma legittima di utilizzo del territorio e come tale è giusto che si possa praticare nel rispetto di regole. Non è corretto dire: “Tutto permesso e tutto vietato”. Sarebbe un interpretazione troppo rozza rispetto a quanto consente il diritto e suggerisca il buonsenso. L’intenzione è quella di arrivare a una legge equilibrata, basata sulla valutazione dell’impatto ambientale, sulla suddivisione in percorsi e sull’identificazione di chi li attraversa. Per questo dovremo giungere a un accordo con le amministrazioni locali”.
“le comunità montane voglio difendere il loro territorio ma se riusciamo a individuare dei percorsi e stabilire il numero di induristi che possono percorrerli – magari identificandoli con un tesserino – potrebbe essere una soluzione.

Autore M.L.V.

Tratto dalla rivista Motociclismo Fuoristrada di Dicembre 2003