La FMI nel Codice della Strada
1/8/2003, Giovedì 31 luglio è stato convertito in legge il
decreto n. 151/2003, che anticipa alcune norme di riforma del Codice della
Strada.
Si tratta di un fatto di assoluta importanza per moltissimi motociclisti e di
una notevole vittoria per la Federazione Motociclistica Italiana, che vede
legittimato ufficialmente il ruolo di Ente deputato alla difesa dei diritti dei
motociclisti. Un ruolo già svolto dalla FMI, che potrà ora muoversi con
rinnovato vigore.
La Federazione Motociclistica Italiana viene infatti riconosciuta dallo Stato,
ad esempio attraverso il proprio Registro Storico Nazionale, quale Ente in grado
di certificare l’esistenza di veicoli di interesse storico e di tutelarne la
loro conservazione. Molte sono le strade che si aprono per la FMI, a cominciare
dalla possibilità di emettere un nuovo Certificato di Idoneità, conforme alla ‘’fiche’’
di omologazione ai fini della reimmatricolazione.
Inoltre, la FMI è ora legittimata a farsi garante presso le istituzioni:
- perché si concretizzi la possibilità di reiscrivere al PRA i mezzi radiati che
hanno conservato Targa e Libretto originali,
- perché l’esenzione dal bollo diventi una realtà in tutta Italia,
- perché le revisioni dei veicoli storici siano realmente facilitate nei
controlli di gas di scarico e nelle dimensioni degli pneumatici.
La nuova norma concede inoltre a tutti i mezzi storici (purchè iscritti nei
Registri: Storico FMI, Alfa Romeo, ASI, Italiano Fiat, Storico Lancia)
l’esenzione dall’obbligo di marciare con i fari sempre accesi. Un grande sospiro
di sollievo per tutti i proprietari di motociclette con impianti elettrici
d’epoca, non adeguati e comunque ormai obsoleti, che rischiavano di trovarsi in
difficoltà meccaniche tali da impedire in alcuni casi la marcia stessa del
veicolo.
‘’ Sono realmente soddisfatto per l’approvazione di questa Legge – ha dichiarato
il Presidente della FMI, Paolo Sesti – si tratta infatti di una nuova, concreta
dimostrazione di quanto la nostra Federazione è capace di fare in difesa dei
diritti di tutti i motociclisti, grazie ad un paziente quanto a volte oscuro
lavoro di contatto continuo con tutte le Istituzioni, a tutti i livelli. Quando
si presentano istanze ragionevoli, i membri del Parlamento non restano
insensibili alle richieste dei cittadini: un sentito ringraziamento, dunque, a
tutti coloro che hanno reso possibile questa nuova affermazione della
Federazione Motociclistica Italiana’’.
FMI e fuoristrada
30/9/2003, A fronte degli ormai consueti divieti di circolazione
fuoristrada, che rendono sempre più difficile la pratica amatoriale e agonistica
di questa disciplina, la FMI dà vita ad una serie di incontri nelle regioni più
colpite tra specialisti del settore, praticanti, amatori e quanti possano dare
un contributo alla risoluzione del problema.
Uno studio approfondito dell’avvocato Paolo Turci evidenzia come la situazione
normativa abbia recentemente registrato un punto a favore degli amanti del
fuoristrada: una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che sentieri e
mulattiere sono da intendersi come “strade”, sia pure a fondo naturale.
Secondo questa interpretazione cadono i divieti generalizzati contenuti nelle
leggi regionali e sentieri e mulattiere sono soggetti alle limitazioni imposte
dal Codice della Strada. Analogamente, anche gare e manifestazioni, per la parte
interessante sentieri e mulattiere, dovrebbero essere autorizzate applicando le
usuali norme per le competizioni su strada, e non eventuali norme speciali
contenute in leggi regionali.
Pur tenendo conto che le decisioni della Corte di Cassazione non hanno valore di
legge, tali decisioni hanno tuttavia un importantissima “autorevolezza”, e nella
stragrande maggioranza dei casi i magistrati dei Tribunali e delle Corti di
Appello si adeguano all’interpretazione del diritto data dalla Corte di
Cassazione.
Oggi dunque i singoli motociclisti multati illegittimamente o i Moto Club che
altrettanto illegittimamente si vedessero negata una gara ad una manifestazione
possono appellarsi a quella decisione. D’altra parte tuttavia, vi è il rischio
che una eccessiva sottolineatura delle prospettive aperte da questa
interpretazione del concetto di fuoristrada porti ad una reazione degli
ambientalisti e ad una correzione in senso per noi negativo del Codice della
Strada.
Per questo la FMI ritiene indispensabile diffondere una “cultura delle regole” ,
al fine di legittimare i rappresentanti del nostro sport agli occhi degli
interlocutori politici ed istituzionali. Naturalmente la loro credibilità è
legata alla capacità del mondo “enduristico” di accettare le regole e di
rispettarle.
In altre parole, va radicalmente mutata con i fatti l’immagine del “motociclista
fuoristradista”, oggi considerato un “balordo” che non rispetta le regole. Vanno
messi decisamente al bando i fenomeni più gravi come la circolazione di veicoli
non immatricolati o non assicurati, o con marmitte palesemente fuori norma.
La FMI è convinta della necessità di rispettare l’ambiente: tuttavia i
praticanti del fuoristrada devono poter utilizzare il territorio, considerato
come una risorsa limitata che va divisa tra tanti utilizzatori. Se così non
fosse, bisognerebbe interdire un enorme numero di attività oggi considerate del
tutto normali, come lo sci. Il “fuoristrada” va regolamentato, ma ha diritto di
conservare uno spazio di effettiva praticabilità.
Ecco perché la Federazione ha da tempo predisposto un progetto di legge
nazionale sulla normativa del Fuoristrada, che intende formulare una ipotesi di
soluzione equilibrata, attraverso la suddivisione dei percorsi a fondo naturale
secondo le loro caratteristiche in sentieri, mulattiere e carrarecce; la
diversificazione della disciplina della circolazione su tali percorsi anche in
funzione dei mezzi (auto, moto…) di percorrenza. Una proposta di legge quadro
nazionale dunque, cui far seguire iniziative legislative locali che tengano
conto delle caratteristiche peculiari delle regioni.
Gli incontri che avranno luogo nei prossimi mesi saranno un mezzo per
approfondire questa materia, per arricchire le proposte FMI, per diffondere un
generale rispetto per l’ambiente. Il risultato che ne conseguirà sarà portato
all’attenzione dei legislatori e degli amministratori nazionali e regionali.
Pratica del fuoristrada
30/10/2003, Proseguendo il discorso sulle difficoltà che si
incontrano nella pratica del fuoristrada, sono stati organizzati incontri in
Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, al fine di focalizzare le
problematiche specifiche di ciascuna regione. Le riunioni saranno coordinate
dall’avvocato Paolo Turci e dalla dottoressa Francesca Marozza, responsabile dei
Rapporti Istituzionali FMI. Vi prenderanno parte i motoclub e quanti
concretamente operano nel settore fuoristrada: costoro riceveranno la lettera di
invito che leggete in fondo. Chi fosse interessato, o ritenesse di poter fornire
un supporto tecnico all’iniziativa, è invitato ad intervenire.
Questo il calendario:
Domenica 16 novembre ore 10
PIEMONTE
Hotel Holiday Inn, Via Assetta 3 TORINO
Sabato 22 novembre ore 15
TOSCANA
Palazzo CONI Viale Milton, 99 FIRENZE
Giovedì 27 novembre ore 21
EMILIA ROMAGNA
Palazzo CONI Via Tartini, 5 PARMA
Sabato 13 dicembre ore 14,30
LOMBARDIA
Palazzo CONI Via Piranesi, 44 B Sala A MILANO
Primo incontro sulla pratica del
Fuoristrada
20/11/2003, Si è svolto
domenica 16 novembre a Torino il primo degli incontri regionali organizzati
dalla FMI sulla pratica del fuoristrada in Italia. Di fronte ad una ampia platea
di moto club è avvenuto il confronto tra la legislazione regionale esistente, le
possibilità di intervenire su di essa in favore del fuoristrada, i problemi che
si incontrano nell’organizzazione delle manifestazioni. Dopo il benvenuto dato
dal presidente del Comitato Regionale Giuseppe Ancona ed il saluto del
vicepresidente vicario della FMI Giulio Mascarin, si è entrati nel vivo della
discussione con l’avvocato Paolo Turci, che, dopo una premessa sul concetto di
fuoristrada e sulle sue diverse interpretazioni in ambito legislativo e
giudiziario, ha fornito ogni tipo di puntualizzazione alle domande che
pervenivano dalla platea. Erano presenti anche l’ingegner Mario Picco
(Commissione Tecnica Impianti CONI), Gian Carlo Zattera (CSAI Piemonte), Germana
Vergellino (Consigliere Federale Federazione Italiana Fuoristrada), con i quali
il Comitato Regionale Piemonte ha concordato l’elaborazione di un documento
congiunto da presentare alla Regione in occasione della modifica della legge
attualmente in vigore. In Piemonte infatti la attuale legge 32/82 all’articolo
11 disciplina l’attività turistico-sportiva non agonistica, escludendo di fatto
la possibilità di effettuare competizioni sportive e mettendo a dura prova gli
organizzatori, spesso soggetti a multe. In merito alle due proposte di legge
oggi al vaglio del Consiglio Regionale, l’incontro è servito a focalizzarne gli
aspetti specifici, favorendo la nascita di alcune proposte di modifica che
trovano sostanzialmente concordi FMI, CSAI, FIF. Più specificamente, ha raccolto
molto consenso la proposta di dotare i fuoristradisti di tesserini di
riconoscimento (perché no, a punti), che consentirebbero alla FMI come agli
organismi regionali di conoscere con precisione il numero di persone che passano
sul territorio regionale, di rendere riconoscibili (e quindi sanzionabili)
comportamenti poco virtuosi che contribuiscono a danneggiare l’immagine di tutti
i motociclisti. Per la FMI è stato un utilissimo momento di confronto, che
proseguirà nelle prossime settimane in altre regioni: l’obiettivo finale, è
stato già detto, è quello di individuare i punti più critici attraverso
l’esperienza diretta di enduristi, trialisti e crossisti, fornire loro
consulenza, aiutare i rappresentanti regionali FMI ad interloquire con la
Regione di appartenenza ed intervenire, sul piano nazionale, con l’elaborazione
di una legge quadro. All’incontro erano presenti i giornalisti Massimo
Dellepiane e Marcello Lo Vetere, in rappresentanza delle maggiori testate di
settore.
Riunione Fuoristrada Toscana
3/12/2003, Alla presenza di
circa 30 rappresentanti dei Moto club toscani, dell’assessore allo sport del
Comune di Massarosa Claudio Marlia, del Coordinatore del TRIAL per la FMI
Francesco Lunardini, ha avuto luogo sabato 22 novembre 2003 nella sede FMI di
Firenze il secondo incontro regionale sul fuoristrada. Dopo il saluto del
presidente del Comitato Regionale Giampiero Brunelli ed una introduzione da
parte dell’avvocato Paolo Turci sulla necessità di rivendicare la legittimità
delle discipline fuoristrada e sulla definizione stessa di fuoristrada, si è
entrati nel vivo della discussione, partendo dai divieti imposti dalle vigenti
leggi regionali: Legge n. 48/94
Legge 26/98 che specifica, rispetto alla prima, il divieto di percorrere
sentieri e mulattiere, in contrasto con l’articolo 3 del Codice della Strada.
Alessandro Marini (responsabile fuoristrada per il CORE Toscana) ha anticipato
che in provincia di Pistoia sarà realizzato entro il 2004 un parco naturale in
un’area storicamente utilizzata dagli enduristi: in essa sarebbero previsti
percorsi adibiti alla pratica dell’enduro e vi sarebbe la possibilità di
effettuare all’interno tre manifestazioni all’anno. E’ emerso un generale
scoraggiamento da parte degli organizzatori, sempre più spesso multati per
inosservanza delle regole del Codice della Strada, a causa di una
interpretazione 'integralista' della legge. Nel chiarire che esiste la
possibilità di interpretazioni discordanti tra loro da parte di Comuni pur
adiacenti, l’avvocato Turci ha illustrato la Sentenza della Corte di Cassazione
n. 2479/02, che dimostra che è possibile vincere un ricorso contro una multa.
Naturalmente ciò comporta spese ingenti, tempi lunghi ed incertezza del
risultato. Di fronte ad una casistica di eventi e manifestazioni multate portata
da Francesco Lunardini, l’avvocato Turci ha spiegato che due sono le vie per
impugnare una multa:
1- al Giudice di Pace
2 – all’Autorità amministrativa (in questo caso si perde il diritto ad un
versamento ridotto in caso di esito negativo, ma si può sempre ricorrere, in
seconda istanza, al Giudice di Pace).
Per quanto attiene ai permessi da richiedere per l’organizzazione di una gara, è
stato chiarito che per la percorrenza di una strada vige l’articolo 9 del Codice
della Strada (se la prova speciale si svolge in un solo Comune, questo rilascia
l’autorizzazione, mentre se la prova tocca più Comuni l’autorizzazione viene
rilasciata dalla Provincia), mentre sui percorsi fuoristrada vale la Legge
Regionale. Per passare su una strada privata invece è necessario il solo
permesso del proprietario. Se la strada comunale è all’interno di un Parco il
sindaco non può vietare il passaggio: può farlo l’Ente Parco, con motivazioni
precise.
E’ comunque necessario da parte della FMI formulare alcune idee per una
regolamentazione che sia il più chiara possibile, a partire dalla definizione di
“strada”, di “sentiero” e di “mulattiera”. Proprio dalle differenti
interpretazioni che se ne danno nel Codice della Strada, nelle Leggi Regionali e
nel sentire comune, nasce una incomprensione di fondo su quali siano i percorsi
che un fuoristradista può compiere. Nel ribadire la necessità da parte dei
motociclistici di una “cultura delle regole” che incoraggi sempre più
comportamenti virtuosi che danno credibilità alla nostra immagine, è nata la
proposta di una utilizzazione differenziata del territorio, in stagioni
particolari, al fine di non contendersi il territorio con altri fruitori
(pedoni, ciclisti). Va ribadito infine che in molti casi i fuoristradisti aprono
strade altrimenti abbandonate e malvolentieri se ne vedono poi privati da
associazioni ambientalistiche o dal CAI che ne fa sentieri ad esclusivo utilizzo
pedonale. E’ necessaria una ipotesi di compromesso. E’ chiara la necessità di
provvedere ad un 'Vademecum organizzativo' da parte della FMI: per la Toscana ne
esiste uno, realizzato da Alessandro Marini.
Riunione Fuoristrada Emilia Romagna
3/12/2003, Nella serata di
giovedì 27 novembre, a Parma, ha avuto luogo il terzo incontro organizzato dalla
FMI sulla pratica del fuoristrada e sui suoi problemi. Di fronte ad una platea
di circa 40 persone, il Consigliere Federale Paolo Bandini ed il presidente del
Comitato Regionale Silvano Camisa hanno accolto l’avvocato Paolo Turci. Si
evidenzia sempre più l’utilità di tali incontri, che permettono un confronto con
i moto club organizzatori di gare e manifestazioni, e con il mondo degli
appassionati. La regione Emilia Romagna presenta una “anomalia” rispetto a
Piemonte e Toscana: se queste ultime infatti sono ostaggio di una
regolamentazione molto severa, dovuta a leggi regionali con una interpretazione
restrittiva del concetto di fuoristrada, l’Emilia Romagna non ha una legge
regionale in materia. Ciò vuol dire astrattamente che l’unica regolamentazione
del fuoristrada è affidata al Codice della Strada. Tuttavia l’Emilia non si
sente affatto un’isola felice. Piuttosto, sono emerse dal dibattito tutte le
difficoltà dovute ad uno stato di incertezza. Insomma, non c’è nessuna legge e
quindi l’organizzazione delle gare, apparentemente più semplice che in altri
luoghi, è sempre appesa al filo della parola data e dell’impegno preso dagli
amministratori, senza nessuna garanzia. Molti permessi, lungi dall’essere
chiari, possono essere revocati il giorno prima della gara o comunque possono
essere cambiate le zone assegnate, con difficoltà organizzative notevoli. Il
Consigliere federale Fabio Larceri, ospite dell’incontro, ha sottolineato come,
pur in assenza di una legge, il territorio sia regolamentato da una serie di
circolari indicative, da cui è scaturita una ordinanza (dalla legittimità forse
discutibile) che vieta genericamente il motocross, adottata dalla grande
maggioranza dei comuni; è difficile per il fuoristradista conoscere tali
ordinanze e quindi muoversi all’interno della legittimità. Questo riporta il
problema della mancanza di informazione da parte dell’utente e l’esigenza della
FMI di porre rimedio a questo,attraverso la predisposizione di un piccolo
manuale di istruzioni su come muoversi nella propria regione. Emerge, ancora una
volta, la presenza di una certa utenza che, approfittando dei percorsi allestiti
per le gare, ne usufruisce nei giorni successivi a quelli delle gare stesse,
apportando danno al terreno e tante conseguenze negative poi attribuite
all’organizzatore della manifestazione. Per questo la FMI insiste a promuovere
una azione “educativa” nei confronti dei motociclisti tutti. Quanto alla
proposta “patentino” per fuoristradisti, teso a contare e valutare i praticanti
virtuosi, l’accoglienza è stata incerta: accanto ai pareri favorevoli è emersa
la paura di perdere una libertà tutto sommato oggi non del tutto negata.
Informative tratte dal sito della
Federmoto
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