Lo stress
Si considera stress qualsiasi interferenza che alteri lo stato
di benessere mentale e fisico di un individuo.
Un individuo può reagire con lo stress in
risposta ad una vasta gamma di stimoli emotivi
e fisici, conflitti interni ed eventi che
turbano significativamente la condizione
di tranquillità interiore.
Ovviamente alcuni individui sono più predisposti
di altri a soffrire le conseguenze di uno
stress.
Contrariamente a quanto si crede, la fatica
fisica e mentale derivante dal lavoro, o
anche dal training sportivo, non è propriamente
stress, ma affaticamento.
Distinguere tra stress ed affaticamento ordinario
pare importante per mettere a fuoco le peculiarità
dello stress, che va anche distinto come
effetto di una reazione a eventi definiti stressors, cioè stressanti.
Piuttosto, potrebbe essere definito come
stressante il cambiamento di lavoro, il licenziamento,
la richiesta di prestazioni superiori e l'aumento
di responsabilità, sia a parità di stipendio,
sia anche in presenza di un aumento retributivo.
Anche la totale assenza di stress, ad esempio
il compiere un lavoro ripetitivo ad una catena
di montaggio, od il compito di una cassiera
al supermercato, è considerato stressante.
I fattori di stress richiedono dunque un
adattamento a mutamenti esterni significativi,
oppure un adattamento alla routine ed alla
noia.
Il carattere degli eventi può essere sia
negativo che positivo. Una promozione può
essere stressante, oltre che eccitante o
gratificante, se comporta un pendolarismo
più lungo ed estenuante, oppure un notevole
incremento delle responsabilità.
Secondo Darley & C. : « E' utile
pensare allo stress come ad una situazione
che include sia gli eventi stressanti che le risposte stressanti. »
Alcuni eventi stressanti sono eventi traumatici,
difficoltà croniche , conflitti e frustrazioni.
Tra gli eventi traumatici si collocano tutti quei fatti che esulano
dall'esperienza normale e quotidiana. Terremoti,
guerre, combattimenti, incidenti d'auto,
finire in prigione, essere sottoposto a tortura
(anche psichica, come p.e. un interrogatorio
all'americana), perdere il lavoro, perdere
un congiunto, un figlio, subire un sequestro
di persona: ecco una gamma di eventi realmente
stressanti.
Tutto ciò richiede un'altissima capacità
di reazione e di adattamento. Ed occorre
molto tempo per adattarsi al nuovo, che può
essere fonte di angoscia.
Ma gli studiosi reputano che anche molti
eventi positivi siano fonte di stress.
Basti pensare ai cambiamenti di abitudine
che richiede lo sposarsi e l'avere un figlio.
L'altra faccia della gioia è appunto rappresentata
dallo stress di adattamento a queste nuove
situazioni.
La carriera ed i programmi di lavoro sono
alterati. Si dorme meno, si è continuamente
disturbati, si possono perdere amicizie.
Nella convivenza il partner può presentare
aspetti molto meno piacevoli di quelli presenti
prima del matrimonio.
I suoi problemi possono immediatamente diventare
anche i nostri.
I figli sono sicuramente un problema, anche
quando stanno bene e vanno bene a scuola.
Bisogna pensare a vestirli, ad educarli,
a nutrirli in modo appropriato, a dar loro
un po' di denaro. Bisogna capire quando hanno
bisogno di noi e quando è meglio lasciarli
a se stessi. Bisogna anche che provino anche
loro un po' di stress!
I conflitti
Per Darley & C. : « Un'altra fonte
di stress è il conflitto, cioè quella situazione
nella quale l'individuo è costretto a scegliere
fra alternative contradditorie e mutualmente
escludentesi. Due obiettivi sono mutualmente
escludentesi quando le azioni per raggiungere
un determinato scopo automaticamente escludono
quelle che devono essere effettuate per raggiungere
l'altro scopo. »
Tra i conflitti gli studiosi hanno individuato
e descritto i seguenti: avvicinamento, evitamento-avvicinamento,
evitamento-evitamento, doppio avvicinamento
ed evitamento.
Per rendere l'idea descriviamo qui solo il
conflitto di doppio avvicinamento ed evitamento.
Questa situazione offre due alternative,
ciascuna delle quali presenta sia aspetti
positivi che negativi.
Ad un individuo vengono proposti due impieghi.
Uno è interessante, ma mal retribuito. Il
secondo è di routine ma meglio remunerato.
In questo scenario l'individuo sperimenta
un doppio avvicinamento, ovvero una situazione
di dubbio simile all'avvicinamento semplice (offerta di due lavori contemporaneamente),
ma sperimenta anche la situazione del conflitto avvicinamento- evitamento, condizione nella quale siamo attratti,
ad esempio, dal lavoro come autisti di TIR,
ma allo stesso tempo abbiamo paura delle
conseguenze abnormi che questo lavoro potrebbe
avere sul nostro futuro.
Allo stesso modo possiamo considerare una
situazione nella quale siamo di fronte alla
possibilità di avere immediatamente una relazione
con due donne (o due uomini). Dobbiamo scegliere,
ci attraggono entrambe, ma per entrambe nutriamo
qualche dubbio.
In questo caso potremmo anche scegliere di
rinunciare a tutte e due, perchè nessuna
di esse rappresenta il tipo di compagnia
che vorremmo. In questo caso anche la scelta
della solitudine potrebbe essere motivo di
stress, ma pure la scelta di una delle due
potrebbe esserlo. Sicuramente sarebbe molto
più stressante scegliere di vivere una doppia
relazione.
In genere la promiscuità sessuale ed il cambio
frequente di partner è fonte di stress. Ad
esso si aggiunge ora la preoccupazione per
l'AIDS, che certo non facilita un approccio
rilassato ad un rapporto sessuale con sconosciuti.
La frustrazione
La frustrazione è sia il risultato di un
conflitto che la fonte di uno stress.
Quando il raggiungimento di un certo obiettivo
è inibito, noi sperimentiamo una frustrazione.
Secondo molti ricercatori le principali fonti
di frustrazione sono cinque: ritardo, mancanza
di risorse, perdita, fallimento, mancanza
di senso.
Il ritardo è frustrante non solo perchè nella società
moderna il valore del tempo è enfatizzato,
ma anche perchè si tende ad avere meno pazienza.
Tutto questo in determinati soggetti può
diventare fattore sussidiario di una psicopatia.
La mancanza di risorse è frustrante perchè per entrare in possesso
di determinati beni ed oggetti occorre denaro;
non aver soldi è frustrante. Anche questo
in determinati individui può aiutare a provocare
psicopatia.
La perdita è in tutti i sensi uno degli eventi più
frustranti. Oggi si da molto valore sia al
gioco d'azzardo che agli investimenti, quindi
anche la perdita economica è stressante.
Ma in genere, nelle persone più equilibrate,
la perdita di tipo affettivo è molto più
significativa: perdere un congiunto o anche
un'amicizia è giudicato molto stressante.
Questo tipo di stress può provocare depressione
ed anche stati ansiosi e psiconevrotici.
Il fallimento è una delle cause più diffuse
di stress. Generalmente non si può parlare di fallimento vero e proprio
se un individuo, pur avendo fatto scrupolosamente
tutto quanto era necessario al raggiungimento
dei suoi scopi, viene ostacolato da fattori
esterni.
Il vero fallimento si ha quando una persona
crede di averlo causato. Vera o falsa che
sia questa convinzione, essa è sempre particolarmente
stressante.
La mancanza di senso, infine, è stata unanimemente giudicata
come molto frustrante. Molte persone non
solo non riescono a svolgere lavori soddisfacenti
per sè e per la società, ma spesso si trovano
in difficoltà persino a dare un senso al
loro tempo libero, oppure trovano senza senso
un matrimonio senza figli, o ancora non riescono
nemmeno a trovare un lavoro.
Le conseguenze dello stress nell'interpretazione
psicobiologica
Il primo importante contributo allo studio
delle basi fisiologiche dello stress venne
nel 1956 da Hans Selye.
Aveva notato che certe reazioni fisiche erano
comuni a tutti pazienti, indipendentemente
dalla loro malattia; per questo egli ipotizzò
che potesse verificarsi un modo comune di
reagire allo stress, indipendentemente dal
tipo di evento stressante.
Questa reazione fu definita sindrome di adattamento generale.
Questa sindrome si sviluppa in tre fasi:
inizia con una reazione di allarme che comporta aumento della frequenza cardiaca,
incremento dell'attività delle ghiandole
salivari, aumento della temperatura, della
pressione sanguigna e della tensione muscolare.
Nella fase successiva, detta di resistenza, si registra un tentativo di adattamento
alla situazione nuova.
Vi è un tentativo di controllo dello stress
che provoca una apparente normalizzazione
dei sintomi descritti nella fase di allarme.
Ma l'apparenza inganna, perchè, secondo Selye,
le forze fisiche e mentali dell'individuo
si consumano nel tentativo di controllare
lo stress.
Pertanto, se la condizione stressante persiste,
si entra nella fase di esaurimento.
Per la verità questi studi di Selye erano
già stati in qualche modo anticipati da un
medico inglese, James Johnson, che nel 1831
aveva individuato un particolare malessere
psichico, definendolo come "sindrome
da stanchezza ed usura". Johnson lo
descrisse come come un disturbo caratteristico
degli inglesi (in quanto inseriti in una
situazione diversa dai francesi) dovuto alla
tensione eccessiva, sia fisica che mentale,
prodotta dalla rivoluzione industriale.
Nel 1869 George M. Beard, un medico americano,
definì questo tipo di malessere come nevrastenia.
Il sintomo fondamentale della nevrastenia
era costituito dall'incapacità di eseguire
lavori fisici o mentali. Insieme si manifestavano
emicranie e nevralgie, ipersensibilità morbosa
al tempo atmosferico, al rumore, alla luce,
alla presenza di altre persone, insieme ad
insonnia, disfalgia, disturbi delle secrezioni
e tremiti muscolari.
Secondo Beard, tuttavia, la nevrastenia non
comportava la riduzione della durata della
vita. Infatti faceva l'esempio di un suo
paziente, un uomo d'affari, che ne soffriva
da oltre 55 anni.
E' interessante notare che in un primo tempo
Beard aveva imputato la causa della nevrastenia
ad una defosforizzazione del sistema nervoso
e pertanto aveva prescritto "tonici",
esercizi muscolari, fosforo, arsenico, stricnina
ed "elettrizzazione generale" come
terapie.
Ma più tardi, dopo aver profetizzato una
epidemia di nevrastenia anche in Europa,
se questa avesse adottato uno stile di vita
americano, definito come "processo spossante",
Beard fornì una più completa definizione
della nevrastenia studiando le energie nervose
dell'individuo.
Gli studi di Selye hanno mostrato come le
ghiandole surrenali, controllate dal sistema
nervoso simpatico, quando sono stimolate,
secernono epifrenina e norepifrenina nel
sangue.
Queste sostanze sono ormoni che aumentano
il metabolismo e aiutano il corpo ad avviare
la serie di reazioni descritte in precedenza.
Lo stadio di resistenza è caratterizzato
da un incremento di lavoro della corteccia
surrenale, la quale, per funzionare deve
essere stimolata dall'ormone ACTH, prodotto
dalla ghiandola pituitaria. In un organismo
stressato le secrezioni della pituitaria
aumentano.
Ciò provoca un superlavoro della corteccia
surrenale che ha come effetti il mantenimento
della pressione sanguigna, il blocco delle
risposte infiammatorie e l'aumento del livello
di zucchero nel sangue.
Un soggetto permanentemente stressato si
trova pertanto esposto all'insorgere di diverse
malattie.
Le malattie psicosomatiche
Vari disturbi legati allo stress come l'ulcera,
l'emicrania, l'asma, l'eczema e l'ipertensione
sono chiamati malattie psicosomatiche.
Ma spesso questo termine è usato fuori luogo
in quanto, avendo un'origine psichica, sono
confusi con i disturbi nevrotici che provocano
una conversione (da disturbo psichico a male
fisico). In realtà i disturbi psicomatici
dovuti a stress sono malesseri fisici nel
vero senso della parola e devono essere curati
dal medico e non da uno psicoanalista laureato
in filosofia e lettere!
La miglior cura sta nel ridurre subito le
possibilità che a stress si aggiunga a stress
e quindi nel prendersi un periodo di riposo.