Le sorelle Mirabal
di Concetta Malvasi
Il 25 Novembre rappresenta dal 17 Dicembre1999
la Giornata internazionale per l’eliminazione
della violenza contro le donne.
MA PERCHE’ LA DATA SCELTA
E’ IL 25 NOVEMBRE?
La scelta del 25 novembre
viene fatta
a Bogotà nel 1980, dove
si tiene il primo
Incontro femminista internazionale.
Le partecipanti
accettano la proposta della
delegazione Dominicana
di rendere omaggio alle
sorelle Mirabal brutalmente
assassinate il 25 novembre
del 1960 per ordine
del dittatore Trujillo.
Queste tre giovani donne non sono molto conosciute
perché morirono giovani e soprattutto vivevano
in America Latina, lontano dal mondo occidentale,
però la loro morte brutale e violenta riuscì
a destare dal sopore un popolo che viveva
sotto la tirannia.
Le sorelle Mirabal erano tre giovani uccise
il 25 novembre mentre andavano a trovare
i propri mariti in carcere. L'assassinio
delle sorelle Mirabal è stato dunque preso
ad esempio dall'Onu, - con la risoluzione
54/134 del 1999 – come violenza non più accettabile
sulle donne e di conseguenza tale data è
diventata la Giornata internazionale per
l'eliminazione della violenza contro le donne.
La ferocia dell'atto perpetrato dagli uomini
di Trujillo spiega bene l'intendimento delle
Nazioni Unite: il 25 novembre del 1960 le
tre sorelle furono intercettate dagli uomini
del dittatore mentre si dirigevano a trovare
i propri mariti in un carcere del Paese latino
americano. Portate nei campi, vennero uccise
a bastonate per poi essere riportate in macchina
e spinte in un burrone, per simulare una
loro morte casuale. L’esempio è calzante:
tre donne che lottavano per la libertà loro
e dal loro paese, tre donne uccise da uomini
che non amano la libertà e soprattutto non
amano le donne che vogliono emanciparsi.
La notizia dell’uccisione delle tre sorelle
Mirabal da lì a poco si diffuse dalla piccola
Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo,
in tutto il mondo, fino a diventare il triste
emblema delle violenza maschile: tre donne
massacrate perché amavano il loro paese e
la libertà nel loro paese, violenza che ancora
oggi continua a perpetuarsi in tutto il mondo,
anche in quello più civilizzato, declinandosi
dal femminicidio alla violenza fisica, dallo
stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino
al mobbing sui posti di lavoro. Tutte espressioni distorte
del potere diseguale tra donne e uomini.
In modo più approfondito
cerco di spiegare
chi erano le tre sorelle:
chiamate ''le farfalle'',
prima che la brutale violenza
del regime
domenicano interrompesse
la loro vita, la
loro voglia di libertà,
le sorelle Mirabal
ebbero il coraggio di lottare
per la libertà
politica del loro paese,
la Repubblica Dominicana,
opponendosi ad una delle
tirannie più spietate
dell'America Latina. Aida
Patria Mercedes,
Maria Argentina Minerva,
Antonia Maria Teresa
Mirabal nacquero a Ojo
de Agua provincia
di Salcedo nella Repubblica
Dominicana da
una famiglia benestante.
Combatterono la
dittatura del dominicano
Rafael Trujillo,
con il nome di battaglia
Las Mariposas (Le
farfalle).
Il 25 novembre 1960 Minerva
e Maria Teresa
decidono di far visita
ai loro mariti, Manolo
Tavarez Justo e Leandro
Guzman, detenuti
in carcere. Patria, la
sorella maggiore,
vuole accompagnarle anche
se suo marito è
rinchiuso in un altro carcere
e contro le
preghiere della madre che
teme per lei e
per i suoi tre figli. L’intuizione
della
madre si rivela esatta:
le tre donne vengono
prese in un’imboscata da
agenti del servizio
segreto militare, torturate
e uccise.
Il loro brutale assassinio
risveglia l’indignazione
popolare che porta nel
1961 all’assassinio
di Trujillo e successivamente
alla fine della
dittatura. La militanza
politica delle tre
sorelle Mariposas era iniziata
quando Minerva,
la più intellettuale delle
tre, il 13 ottobre
1949, durante la festa
di san Cristobal,
organizzata dal dittatore
per la società
più ricca di Moca e Salcedo,
aveva osato
sfidarlo apertamente sostenendo
con coraggio
e convinzione le proprie
idee politiche.
Quella data segna l’inizio
delle rappresaglie
contro Minerva e tutta
la famiglia Mirabal,
con periodi di detenzione
in carcere per
il padre e la confisca
dei beni per la famiglia.
Minerva mostra fin da bambina
un carattere
forte e indipendente e
una grande passione
per la lettura, il suo
paese e la libertà.
La sua influenza sulle
sorelle è notevole,
soprattutto su Maria Teresa,
la più piccola,
che la prende a modello
e cerca di emularla
negli studi universitari,
iscrivendosi ad
Architettura, facoltà che
non termina, conquistando
soltanto il grado tecnico
in Agrimensura.
Maria Teresa segue Minerva
giovanissima nella
militanza politica, dopo
essersi fidanzata
con un altro attivista
politico, Leandro
Guzmàn, amico del marito
di Minerva.
Dopo la conclusione degli
studi superiori
Minerva chiede ai genitori
il permesso di
studiare Diritto all’Università
(suo grande
sogno fin dall’infanzia),
ma la madre di
oppone: conoscendo le sue
spiccate idee politiche,
teme per la sua incolumità.
Ma nel 1952,
all’età di ventisei anni,
Minerva riesce
a iscriversi all’Università
di Santo Domingo,
che frequenterà fra divieti
e revoche. Dopo
la laurea però non le viene
consentito l’esercizio
della professione.
Minerva, unica donna insieme
a Dulce Tejada
in un gruppo di uomini,
il 9 gennaio del
1960 tiene nella sua casa
la prima riunione
di cospiratori contro il
regime che segnò
la nascita dell’organizzazione
clandestina
rivoluzionaria Movimento
del 14 giugno e
il cui presidente fu suo
marito Manolo Tamarez
Justo, assassinato nel
1963.
Minerva fu l'anima del movimento «Durante
un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente
maschili di violenza, repressione e forza
bruta, dove la dittatura non era altro se
non l’iperbole del maschilismo, in questo
mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare
fino a che punto ed in quale misura il femminile
è una forma di dissidenza». (Dedè Mirabal)
Ben presto nel Movimento
14 giugno, oltre
alla giovanissima (quando
fu assassinata
aveva soltanto venticinque
anni) Maria Teresa
e al marito, che già da
anni erano attivisti
politici, furono coinvolti
anche la sorella
più grande, Patria e il
marito Pedro Gonzalez.
Patria aveva abbandonato
gli studi presso
una scuola secondaria cattolica
di La Vega
(come farà Dedé per badare
all’attività familiare)
per sposare a sedici anni
un agricoltore.
Patria è molto religiosa
e generosa, allegra
e socievole. Era madre
di quattro figli ma
non esita ad aderire al
movimento per «…..
non permettere che i nostri
figli crescano
in questo regime corrotto
e tirannico…..».
Nell’anno 1960 Minerva
e Maria Teresa vengono
incarcerate due volte;
la seconda volta vengono
condannate a cinque anni
di lavori forzati
per avere attentato alla
sicurezza nazionale,
ma a causa della cattiva
reputazione internazionale
di Trujillo dopo l’attentato
al presidente
venezuelano Betancourt,
vengono rilasciate
e messe agli arresti domiciliari.
Anche i loro mariti e il
marito di Patria,
Pedro Gonzalez, vengono
imprigionati e torturati.
Trujillo progetta il loro
assassinio in modo
che sembri un incidente,
per non risvegliare
le proteste nazionali e
internazionali; infatti
i corpi massacrati delle
tre eroine vengono
gettati con la loro macchina
in un burrone
per far credere che fosse
stato un incidente
ad uccidere le tre donne.
L’assassinio delle sorelle Mirabal provoca
una grandissima commozione in tutto il paese,
che pure aveva sopportato per trent’anni
la sanguinosa dittatura di Trujillo. La terribile
notizia si diffonde in fretta, è tale la
repulsa per questi omicidi che finalmente
nel paese c’è un risveglio delle coscienze.
L’unica sorella sopravvissuta, perché non
impegnata attivamente, Belgica Adele detta
Dedé, ha dedicato la sua vita alla cura dei
sei nipoti orfani: Nelson, Noris e Raul,
figli di Patria; Minou e Manuelito, figli
di Minerva, che avevano perso il padre e
la madre, e Jaqueline figlia di Maria Teresa,
che non aveva ancora compiuto due anni. Dedé
esorcizzerà il rimorso per essere sopravvissuta
alle amatissime sorelle dandosi il compito
di custode della loro memoria: «Sopravvissi
per raccontare la loro vita». Nel marzo 1999
ha pubblicato un libro di memorie Vivas in su jardin dedicato alle sorelle, le cui pagine sono
definite come «fiori del giardino della casa
museo dove rimarranno vive per sempre le
mie farfalle».
La loro vita è stata narrata anche dalla
scrittrice dominicana Julia Alvarez nel romanzo
Il tempo delle farfalle (1994), da cui è stato tratto nel 2004 il
film di Mariano Barroso In The time of Butterflies, con Salma Hayek.
Fonti bibliografiche
Marinella Gargiulo, Enciclopedia delle donne: Sorelle Mirabal,
Ojo de Agua (Santo Domingo): Patria 1924-1960;
Minerva 1926-1960; Maria Teresa 1936-1960;
Dedé 1925 - vivente
it.wikipedia.org/wiki/Sorelle_Mirabal
www.storiedilibri.it/la-storia-di-tre-farfalle-le-sorelle-mariposas
Julia Alvarez, Il Tempo
delle Farfalle, Firenze,
Giunti 1997
Dedé Mirabal, Vivas in
su jardin, Aguilar
2009
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Concetta Malvasi - pubblicato il 5 febbraio
2013
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