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La critica della ragion pura (in versione "light") - 6

Le analogie dell'esperienza e i postulati del pensiero empirico
di Daniele Lo Giudice

Le analogie dell'esperienza hanno come principio:"L'esperienza non è possibile che mediante la rappresentazione di una connessione necessaria delle funzioni."
Cosa dice Kant dell'esperienza?
«L'esperienza è una conoscenza empirica, ossia una conoscenza determinante un oggetto per mezzo di percezioni. Essa è quindi una sintesi delle percezioni, che non è essa stessa contenuta nelle percezioni, ma contiene in coscienza l'unità sintetica del molteplice... [...]» (1)

Nell'esperienza le percezioni si raccolgono in modo accidentale. E' l'"io penso" che se le deve rappresentare nel tempo per mezzo di concetti capaci di connetterle l'una all'altra.
«Ora, siccome i concetti importano sempre la necessità, l'esperienza risulta possibile soltanto per mezzo di una rappresentazione della connessione necessaria delle percezioni.» (1)

Le tre regole che la ragion pura si dà nel valutare i fenomeni nel tempo sono: permanenza, successione, simultaneità.
A base e garanzia della validità dell'unità sintetica realizzata c'è una legge: "tutte le determinazioni temporali empiriche debbono ubbidire a regole della determinazione universale del tempo." Ma l'onnipotenza della ragione si arresta tuttavia davanti al fatto che «l'esistenza dei fenomeni non può essere conosciuta a priori, ed anche se noi, per questa via potessimo arrivare a concludere a una qualche esistenza, non potremmo conoscerla determinatamente...» (1)

Secondo Kant, siamo autorizzati a connettere i fenomeni seguendo l'unità logica universale soltanto secondo le tre analogie già menzionate.
La prima riguarda la permanenza della sostanza.
«In ogni cambiamento di fenomeni, la sostanza permane e il quantum di essa nella natura non viene né accresciuto né diminuito.» (1)
La seconda analogia, o principio della successione temporale secondo la legge di casualità, si regge sulla seguente formulazione: «Tutti i mutamenti accadono secondo la legge della connessione di causa ed effetto.» (1)
La terza analogia, o principio della simultaneità secondo la legge dell'azione reciproca o comunanza, si regola sulla seguente osservazione: «Tutte le sostanze, in quanto percepibili nello spazio come simultanee si trovano fra loro in un'azione reciproca universale.» (1)

Ovviamente Kant occupa molte pagine per dimostrare la fondazione delle tre analogie dell'esperienza pescando ampiamente nelle conoscenze fisiche del suo tempo.Vi consiglio di dar loro un'occhiata, troverete molte note stimolanti.

I postulati del pensiero empirico in generale sono:
1. Ciò che è in accordo con le condizioni formali dell'esperienza (quanto all'intuizione ed ai concetti), è possibile.
2. Ciò che è connesso con le condizioni materiali dell'esperienza (della sensazione) è reale.
3. Ciò la cui connessione col reale è determinata in base alle condizioni universali dell'esperienza è (esiste) necessariamente.

Anche in questo caso, Kant si produce in una serie di chiarimenti ed esempi interessanti. In ordine al terzo postulato, ad esempio afferma che "ci è possibile muovere dalle nostre percezioni reale per arrivare alle cose", seguendo la serie delle percezioni possibili. Di fatto, aggiungerei io, incrementando la nostra capacità di osservazione e concentrandola su aspetti empirici sempre più definiti.
«E' così che giungiamo a conoscere l'esistenza di una materia magnetica, che pervade tutti i corpi, muovendo dalle percezioni della limatura di ferro attratte; e ciò anche se la costituzione dei nostri organi è tale da vietarci una percezione immediata di tale materia.» (1)

Kant chiude il capitolo con una confutazione dell'idealismo "problematico" di Descartes e quello "dogmatico" di Berkeley. Nel prossimo file vedremo come.

(continua)
note:
(1) Immanuel Kant - La critica della ragion pura
DLG - 13 marzo 2004