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immanente, termine che in generale intende qualcosa di interno, di concreto e attuale, in contrapposizione a trascendente, termine che implica l'astrarsi sia dalla situazione interna (ad esempio alla coscienza, ) sia dalle cose, dai fatti nudi e crudi. Quando si dice trascendere la realtà, si vuole spesso dire anche uscire dall'immanenza.
Nella storia delle espressioni filosofiche, tuttavia, la parola ha assunto vari significati non sempre coerenti con il significato generale.
Nella filosofia scolastica, quando un'azione rimane circoscritta al soggetto che la compie (o la subisce in senso passivo) come nel caso del comprendere, del volere, del sentire e del vedere, si ha, appunto, un'azione immanente.
Un secondo significato del termine venne introdotto da Kant, che nella Critica della ragione pura chiamò immanenti i principi interni ai limiti dell'esperienza possbile, quindi in opposizione alla trascendenza che va oltre i limiti del sensibile.
Infine, un nuovo significato venne introdotto dall'idealismo. Per Fichte, è immanente ciò che è posto dall'io in senso critico; mentre è trascendente tutto ciò che è posto in modo dogmatico.
Nel Dizionario di filosofia, Nicola Abbagnano dice che Schelling seguì questa terminologia, assegnando al termine un significato esclusivo: al di fuori di ciò che è immanente nell'io assoluto, nulla c'è fuori dell'io.