Iconosfera
Termine im piegato da Gillo Dorfles in Nuovi riti nuovi miti per definire la realtà cittadina quotidiana
sotto i nostri occhi, o meglio, gli
occhi
di quei tempi. Il libro, infatti, vennne
pubblicato da Einaudi nel 1965, in
un periodo
di grandi mutamenti, di crescita e
sviluppo.
Nell'introduzione, scriveva Dorfles: «Si
parlerà dunque di "miti" e di "riti",
ma se ne parlerà accettando l'ipotesi che
nella nostra epoca sia intervenuta una -
se non totale, certo diffusa - "demitizzazione"
(intesa come crisi del sacro, dissolversi
d'una intelaiatura simbolica già istituzionalizzata
e ormai decisamente consumata); ma, al tempo stesso, sostenendo la presenza
d'un'altrettanto efficace e neoformata "mitizzazione"
(e questo in contrasto con l'opinione di
molti studiosi recenti), ossia d'una - il
più delle volte inconscia e irrazionale -
simbolizzazione di nuovi elementi assunti a dignità ed efficacia
analoga a quello che ebbero un tempo gli
antichi miti.» Si era solo all'inizio
di una nuova età dell'immagine, dell'apparenza,
del design industriale, della comunicazione
televisiva, e di un conseguente sviluppo
dei segni ovunque distribuiti per orientare
e disorientare, affascinare o mostrare il
ripugnante. Dagli anni sessanta ad oggi,
si potrebbe dire che siamo vissuti in una
iconosfera sempre più sottile e ramificata, resa più
solida dalla rivouzione informatica e digitale.
|
|