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Husserl: nota biografica
Edmund Husserl nacque a Prossnitz in Moravia l'8 aprile 1859 da genitori ebrei.
Studiò astronomia, matematica e filosofia a Lipsia e Berlino seguendo i corsi di L. Kronecker e K .Weierstrass, nel 1882 conseguì il dottorato. Dal 1883 al 1886 studiò a Vienna frequentando i corsi di Franz Brentano. Poi nel 1886-87 tornò a Lipsia per seguire le lezioni di Carl Stumpf, più vecchio di solo una decina d'anni. Stumpf fece scuola per la sua tesi sul "carattere complesso" delle percezioni sensoriali, mentre Brentano esercitò una duratura influenza sul giovane Husserl, il quale assunse in parte il suo stesso programma filosofico: il compito fondamentale della filosofia è l'analisi dei fenomeni psichici per arrivare a determinare la verità e la falsità del nostro conoscere.
Brentano aveva distinto una psicologia fisiologica di indirizzo empirico ed una psicologia descrittiva , o psicognosia, ed introdotto una radicale differenza tra fenomeni fisici e fisiologici e la sfera dei fenomeni psichici, una differenza che impressionò anche Freud e che spinse questi ad intraprendere la via dell'ipnosi prima e della psicoanalisi poi.
I fenomeni psichici, secondo Brentano, sono sempre diretti a cogliere qualcosa, un oggetto, sia che si tratti di rappresentazione, giudizio, attrazione o repulsione. Brentano definì questa "immanenza", o presenza mentale dell'oggetto in ogni atto psichico in-esistenza intenzionale, dove per in-esistenza, secondo il vecchio concetto della scolastica medioevale, si deve intendere non la non-esistenza, bensì l'esistenza internaalla mente.
In questo periodo, nel 1886, Husserl abbandonò l'ebraismo e si convertì al cristianesimo evangelico, ma questo rimase un aspetto poco indagato della sua vita, anche quando Padre Hermann Leo Van Breda divenne suo prezioso, modesto e discreto collaboratore. Nel 1887, dopo aver sostenuto l'esame di libera docenza ad Halle, sposò una giovane maestra di origine ebraica, anch'ella convertita: Malvine Charlotte Steinscheider.
Nel 1891 pubblicò il suo primo lavoro, la Filosofia dell'aritmetica. Nel 1900 uscirono i Prolegomeni ad una logica pura (I volume delle Ricerche logiche). Nel 1901 Husserl fu nominato professore straordinario all'università di Gottinga. Nel frattempo veniva pubblicato il II volume delle Ricerche logiche.
Negli anni della permanenza ad Halle, tra il 1887 ed il 1900, Husserl lavorò alla costruzione di una posizione filosofica che si incuneava nella polemica tra logicismo e psicologismo in modo schiettamente originale. Se lo psicologismo finiva col negare l'intenzionalità, considerando la logica come ovvia risultanza di un attegiamento naturale, il logicismo negava consistenza ed importanza alla vita psichica e mentale del soggetto, affermando, specie attraverso il filosofo matematico Gottlob Frege, l'esistenza di una logica pura, scevra da ogni contaminazione di vissuti psichici. Muovendo dall'intenzionalità della coscienza, Husserl veniva, al contrario, a rimettere al centro della ricerca filosofica la soggettività.
Il filosofo Paul Natorp, neokantiano, recensendo i Prolegomeni, previde però che il carattere di priorità riconosciuto da Husserl agli oggetti logici avrebbe presto indotto Husserl ad abbracciare il punto di vista neokantiano. Husserl e Natorp furono sempre in buoni rapporti, ma la profezia di Natorp si realizzò in modo molto parziale, perché la fenomenologia husserliana metterà in questione radicalmente il mondo come insieme di dati ovvii ed il sapere già preconfezionato dalle pratiche scientifiche. Sarà un tipo di approccio più vicino nello spirito e nella forma più a Cartesio che a Kant. Inoltre, l'a priori di Husserl, non sarà formale come come in Kant, ma assumerà una connotazione viva e materiale. Non sarà solo considerato come un principio metodico come l'io penso di Kant, ma verrà realizzato come vero e proprio terreno di indagine, l'oggetto di studio dei fenomeni psichici aventi origine nell'intenzionalità.
Gli anni che seguirono furono caratterizzati da un lavoro intenso, veri e propri quintali di manoscritti, alcuni stenografati, che solo più tardi, dopo la morte del filosofo e grazie alle meticolosissime attenzioni di Padre Van Breda, vedranno la luce, peraltro molto lentamente. Il pubblico interessato al dibattito filosofico dovrà attendere fino al 1911 per vedere un'ulteriore pubblicazione di Husserl, l'articolo Filosofia come scienza rigorosa, apparso sulla rivista Logos.
Fu questo il vero è proprio manifesto della fenomenologia.
Il punto da cui parte Husserl è l'affermazione della fenomenologia come tipo d'analisi in grado di indagare le scienze come strutture di esperienze del mondo. Essa si "incontra" anche con la necessità vitale radicale di comprendere i fini delle scienze, che negli anni a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si sono sviluppate oltre ogni immaginazione. Occorre, secondo Husserl, mettere da parte l'ovvietà della conoscenza naturale che caratterizza la conoscenza scientifica. L'analisi fenomenologica contrappone alle intuizioni del mondo, cui da luogo l'approccio scientista positivista, una specifica valutazione del modo in cui l'immagine del mondo viene costituita dalla scienza. Secondo Husserl, occorre una "critica scientifica della scienza" per arrivare all'essenza dei fenomeni puri in generale.
Tale compito spetta alla filosofia, che torna così ad essere una "filosofia prima" non solo recuperando l'antico significato aristotelico, ovviamente risciacquato nel kantismo moderno, ma anche recuperando il significato indispensabile di "essenza", sia pure in termini diversi da quelli postulati da Aristotele, cioè in termini di sola sostanza. Per Husserl, infatti, come si avrà modo di constatare nei files di approfondimento, anche elementi "accidentali" come il colore rosso, il calore (l'esser caldo) sono "essenze".
Nel 1913, Husserl fondò lo "Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung", nel quale appariranno anche lavori di Max Scheler e Martin Heidegger, e nel quale lo stesso Husserl pubblicherà parti dei suoi lavori, tra cui proprio le Ideen, Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica, che costituì la grande novità del 1913. Le Ideen segnano una svolta nella concezione della fenomenologia, la quale viene sempre più intesa in senso trascendentale. L'analisi della coscienza e dei suoi vissuti intenzionale vuole mettere in luce la struttura della soggettività trascendentale, che risulta essere il fondamento ultimo e universale della conoscenza.
Inutile dire che questa svolta fu approvata dai neokantiani come Natorp. Sollevò invece grandi riserve tra gli stessi allievi ed amici di Husserl, i quali erano molto più interessati alla prosecuzione di una critica allo psicologismo ed alle ricerche di tipo logico-linguistico.
Nel 1916 Husserl fu nominato professore all'università di Friburgo. Nello stesso anno il figlio minore Wolfgang cadde sul fronte di guerra. Intanto, la sua fama si era estesa oltre i confini: nel 1922 fu invitato a Londra per tenere alcune conferenze. Nel 1923 rifiutò l'offerta di una cattedra all'università di Berlino e nel 1928 lascerà anche definitivamente l'insegnamento. Il suo posto a Friburgo venne rilevato da Martin Heidegger. Nel 1929, Husserl si recò a Parigi, su invito dell'università per tenere alcune lezioni alla Sorbona. Nel 1931 verranno parzialmente rielaborate e pubblicate in francese con il titolo Meditazioni cartesiane.
L'intero periodo friburghese fu dominato dal tentativo di uscire da una visione statica della fenomenologia e realizzare un senso più complesso che si potrebbe definire come quello della costituzione genetica. Non si tratta di una "svolta" o di una nuova tematica, ma di un approfondimento quasi necessario. La fenomenologia statica ci ha mostrato come il mondo si è costituito trascendentalmente nella coscienza pura; la fenomenologia genetica ci consente di comprendere come la soggettività trascendentale costituisca il mondo. Tra le due impostazioni non c'è né contraddizione, né rovesciamento.
L'approfondimento genetico, soprattutto nelle opere inedite, porta a temi come la costituzione della corporeità, la temporalità e la storia. In tale orizzonte, la presa di coscienza della fenomenologia diviene sempre più consapevolezza storico-teologica della crisi delle scienze occidentali e della responsabilità profonda, radicale e sconvolgente che viene ad assumere il filosofo.
Le ultime opere di Husserl, dalla Logica formale e trascendentale (del 1929) alle Meditazioni cartesiane, e, soprattutto La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, del 1936, recano tutte, in qualche misura traccia di tale tensione.
Secondo Husserl, il problema fondamentale dell'epoca moderna è stato, per dirlo in modo semplice, l'abbandono dell'obiettività delle scienze a favore di "un'obiettivismo scientifico" che ha le sue radici in Galileo ed in Newton. Ritornare sul senso della scienza, non significa combatterla, ma criticare le sue procedure, la sue pretese antiscientifiche ed irrazionali. Non si tratta di un'anticipazione di temi heideggeriani, come qualcuno ha ingenuamente e grossolanamente osservato, ma di tutt'altro. In Husserl, tanto per comprendere, il Geist, lo spirito, equivale all'Ich-Mensch, l'Io-uomo, e tutto il suo ragionamento è legato a doppio filo ad un nuovo umanesimo di fondo, ad una nuova Klärung. La sua proposta finale rimane quella di dar vita ad una nuova Enciclopedia delle scienze unificate, un nuovo sapere unitario in un uomo unitario. Che è appunto tutt'altro dalle posizioni antiumaniste di Heidegger.
In quanto di origine ebraica, Husserl fu discriminato. All'avvento del nazismo, nel '33 fu radiato dal corpo accademico dell'università di Friburgo. Nel '34 riuscì a raggiungere Praga per tenere alcune conferenze, peraltro molto improvvisate, che costituirono il primo abbozzo delle tematiche de La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Ancora nel '35 fu prima a Vienna e poi a Praga per tenere conferenze.. Morì il 27 aprile 1938 a Friburgo in seguito ad una grave malattia sopraggiunta nel 1937.
Nello stesso anno, padre Hermann Van Breda riuscì a trasferire il corpus dei manoscritti husserliani a Lovanio. E nel 1939, il governo nazista concesse di trasferirvi anche le ceneri del filosofo.
moses - 26 novembre 2004