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Il Nietzsche di Deleuze
Nietzsche, il pensatore antidialettico ed antihegeliano, ha portato a compimento... Kant!
Questi, con la famosa rivoluzione copernicana nel modo di pensare e rapportarsi al mondo, ha evidenziato che siamo noi responsabili di quanto pensiamo e facciamo, gnoseologicamente, eticamente,esteticamente. Ma Kant si è fermato di fronte ad indiscussi valori come verità, bello, bene, senza mai operare verso di essi la necessaria demistificazione. Scrisse tre critiche; in nessuna criticò il sistema dei valori.
Spettò a Nietzsche assumere il compito, perché nemmeno Schopenhauer combinò qualcosa di decente e memorabile su quel piano.
Nietzsche introdusse i concetti di senso e valore in filosofia, « [...] nel caso di Nietzsche dobbiamo prendere le mosse dal fatto che la filosofia dei valori, com'è da lui istituita e intesa, è la vera realizzazione della critica (nel senso kantiano) il solo modo di realizzare la critica totale, ossia fare filosofia a "colpi di martello".»
Nietzsche afferma che l'uomo crea i valori: «... l'alto e il basso, il nobile e il vile, non sono valori ma rappresentano l'elemento differenziale da cui deriva il valore stesso.»
Secondo Deleuze, Nietzsche confutò anche l'utilitarismo quando questo disse che i valori derivano da semplici fatti oggettivi. «Nietzsche formula il concetto nuovo di genealogia. Il filosofo è un genealogista, non un giudice di tribunale come Kant [cioè uno che applica principi indiscutibili ], né un meccanico come gli utilitaristi. Il filosofo è Esiodo [ il poeta che aveva ricostruito la genealogia degli dei ].
Nietzsche sostituisce al principio kantiano di universalità e al principio di somiglianza caro agli utilitaristi il sentimento di differenza o di esistenza [elemento differenziale].»
Deleuze si trova, insomma, molto ispirato dalla Genealogia della morale, cogliendone il suo carattere insieme antimetafisico ed anticristiano, in un senso, ovviamente, antidogmatico. Genealogia, per Deleuze «... vuol dire valore dell'origine e, al tempo stesso, origine dei valori. Genealogia si contrappone tanto al carattere assoluto dei valori quanto al loro concetto relativo o pratico. Genealogia significa elemento differenziale dei valori da cui deriva il loro stesso valore. Genealogia significa dunque origine e nascita, ma anche differenza o distanza dall'origine.»
Deleuze parla di valori, non di valore.
Questo perché ha presente il modo di produrre valori della volontà di potenza, il vero produttore nascosto, lo smascherato; essa agisce mobilitando forze plurali, quantità, creando una molteplicità di valori, i quali, presentandosi mascherati, devono essere svelati e riportati alla loro origine, che è la loro identità nuda.
E' stato detto che sia Nietzsche che Deleuze hanno fatto (praticato, testimoniato) la filosofia della volontà. Niente di veramente antischopenauriano, però.
Questa filosofia pone semplicemente al centro la differenza al posto della dialettica onnivora che, nell'Aufhebung hegeliano (una sorta di grande abbuffata) tutto divora, non mettendo e togliendo, ma mangiando, digerendo, assimilando, trattenendo, pisciando e cagando (l'inconscio secondo la provocatoria definizione di Deleuze e Guattari, ma che è più un inconscio da filosofi che da gente comune, la quale sa ciò che fa quando orina e defeca).
«All'elemento speculativo della negazione, all'opposizione o contraddizione, Nietzsche sostituisce l'elemento pratico della differenza, oggetto di affermazione e di godimento, tanto che si può parlare in tal senso di empirismo nietzscheano.
Il "sì" di Nietzsche si contrappone al "no" dialettico, l'affermazione si contrappone alla negazione dialettica, la differenza alla contraddizione dialettica, la gioia e il godimento al lavoro dialettico, la leggerezza e la danza alla pesantezza dialettica, la bella irresponsabilità alla responsabilità dialettiche.»
Il riferimento allo Zarathustra è così chiarito.
L'obiettivo del filosofo, secondo Deleuze, è l'affermazione della differenza come, e contro, la caotica molteplicità del divenire del mondo.
moses - 10 novembre 2004