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Autenticità degli scritti di Platone

di Renzo Grassano


Specialmente una certa critica tedesca dell'ottocento ha posto in questione l'autenticità degli scritti di Platone.
Si ebbe come risultato, davvero estremo, che solo nove dialoghi passarono il severo esame.
A ciò reagirono filologi e storici della filosofia introducendo criteri di valutazione che tuttora vengono ritenuti validi e soddisfacenti.

1°La tradizione storica e le testimonianze dei contemporanei.
Si ritiene che, quando negli scritti dei contemporanei di Platone, si trovino citazioni di un'opera di Platone, vi sono fondati motivi per credere che quel particolare testo sia autentico.
Grande importanza hanno le citazioni di Aristotele, il quale, nelle sue opere ha riconosciuto esplicitamente l'esistenza di molti dialoghi platonici.
Ovviamente questo criterio non è sufficiente a garantire che il testo effettivamente pervenuto corrisponda all'originale.
Ad esempio, alcune osservazioni di Proclo e della sua scuola hanno messo in dubbio l'autenticità di alcune parti della Repubblica. Non è chiaro se per motivi filologici o se per motivi dovuti alle posizioni dello stesso Proclo.

2° Criterio del contenuto dottrinale
Si tratta in pratica di un circolo vizioso molto dubbio, ma non per questo non euristico. Infatti si basa sul principio che quando esiste un'evidente incoerenza tra la dottrina generale, ricavata dai dialoghi, ed un dialogo, od una parte di dialogo, sia giusto sottoporre ad esame più attento la forma ed il contenuto di quest'ultimo.
Seguendo questa strada, ad esempio, potrebbe sembrare giusto porre in questione il Sofista, dialogo che mette in questione gli stessi principi fondamentali della precedente dottrina platonica, quali la netta separazione tra mondo dell'essere, unico possibile oggetto di scienza, e divenire, conoscibile solo attraverso opinioni.
Ma, tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere il Sofista come un importante segno della svolta nel pensiero del Platone maturo.
L'Abbagnano sosteneva che questo metodo potrebbe essere decisivo solo in un caso, ovvero quando il dialogo preso in esame di fatto anticipi dottrine di epoca posteriore, quale ad esempio quella contenuta in Alcibiade II.
Qui si afferma che tutti quelli che non raggiungono la saggezza sono pazzi. Si tratta di una posizione tipica dello stoicismo; vi è quindi motivo per credere ad un falso costruito da qualche pensatore stoico per avvalorare le proprie posizioni.
"Prova di inautenticità - scrive l'Abbagnano - può essere anche una contraddizione grossolana: come nel caso del Teagete (128d) nel quale si afferma che il segno demoniaco è sempre negativo, per dire a distanza di una pagina (129e) che esso spinge positivamente alcuni ad accompagnarsi a Socrate."

3° Valore artistico e forma linguistica
In genere, Platone scrisse pagine di alto valore filosofico e letterario insieme. Non tutti i dialoghi sono di eguale valore, tuttavia si sono esclusi solo quelli nei quali si riscontra una gravissima caduta di stile: Teagete ed Amanti.
Quanto alla forma pura e semplice, si è osservata una certa variazione di stile nella continuità, utilissima ai fini di ristabilire una cronologia, ma efficace anche per determinare che in Alcibiade II vi sono espressioni e ricorrono parole tipiche di un'epoca successiva, quella dello stoicismo.

La combinazione di questi criteri, con la prevalenza decisiva ora dell'uno, ora dell'altro ha consentito di dichiarare spuri i seguenti dialoghi: Alcibiade II, Ipparco, Amanti, Teagete e Minosse.
La testimonianza di Aristotele viene considerata decisiva per considerare autentico il Menèsseno, un elogio funebre sarcastico che sembra essere una parodia degli epitafi allora in voga.

Il grammatico Trasillo, ai tempi dell'imperatore Tiberio, aveva ordinato tutte le opere platoniche in 9 tetralogie, seguendo, pare, una più vecchia impostazione dell'erudito Dercilide, contemporaneo di Cesare.
1° Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone
2° Cratilo, Teeteto, Sofista, Politico
3° Parmenide, Filebo, Convito, Fedro
4°Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti
5°Teagete, Carmide, Lachete, Liside
6° Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone
7° Ippia Maggiore, Ippia Minore, Ione, Menèsseno
8° Clitofonte, Repubblica, Timeo, Crizia
9° Minosse, Leggi, Epinomide, Leggi

Il difetto di questo ordinamento è che, non solo non viene rispettata una esatta cronologia, ma che l'elenco contiene, come s'è visto opere che, alla luce di quanto sappiamo, sono da considerarsi inautentiche.
E' da notare, tuttavia, che già Delcilide e Trasillo avevano considerato falsi le Definizioni, il Giusto, la Virtù, Demodoco, Sisifo, Erissia ed Assioco, tramandati invece come autentici.

Una recente revisione del dialogo Epinomide, attraverso il metodo dell'analisi del testo, del linguaggio e della distanza stilistica dall'ultima opera di Platone, le Leggi, sul quale sussistevano molti dubbi, sembra aver invece provato la sua autenticità. (vedi Cronologia delle opere di Platone)

Per chiudere una curiosità: il termine atetesi significa negazione dell'autenticità dell'opera ed è stato spesso utilizzato dagli specialisti per denominare questa ricerca.

Renzo Grassano - 24 ottobre 2002 -


Bibliografia:
Sull'argomento specifico mi sono attenuto a :
Nicola Abbagnano: Storia della filosofia - vol. 1 - Storia della filosofia antica - UTET 1993