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Il sito di Carlo Flamigni, caldamente consigliato

Dalla nucleina al proteoma: una storia di geni
Dalla nucleina al proteoma / introduzione
di Federica De Martino
Ci tengo ad iniziare precisando che questo non è un corso di "biologia molecolare" on line. Non avrei nemmeno i titoli, oltre che la preparazione, che purtroppo non sempre coincidono, per condurre un'operazione simile, tra l'altro sprovvista in partenza dei mezzi indispensabili, a partire da un laboratorio attrezzato e quant'altro serve a fare "pratica". E, senza "pratica", in biologia molecolare, come pure in biochimica, possiamo solo seguire a distanza l'evoluzione della disciplina, nulla di più. E' poi ovvio che una simile impresa richiederebbe una quantità enorme di tempo e di spazio., almeno l'equivalente di 1500 pagine di un testo universitario, senza contare il flusso di aggiornamenti che, continui ed inarrestabili, arrivano ogni giorno.
Nonostante tali considerazioni, ai responsabili di questo sito è parso utile offrire un aiutino ai "profani". Qualcuno ha parlato del "minimo indispensabile per fare filosofia della biologia". Cioé di un'introduzione alla biologia molecolare pensata per "filosofi". L'idea non mi è parsa del tutto stupida, anche se nutro la convinzione che la biologia per "filosofi" non possa essere diversa da quella dei medici o dei biologi stessi. E che anche il linguaggio, con i suoi precisi riferimenti ontologici, non possa differire, pena l'insorgere di indebite confusioni. Basti pensare alle peripezie subite dal termine "gene" in questi ultimi tempi ed alle grandi libertà che si sono presi alcuni filosofi della biologia. Diciamo allora che per la generalità dei biologi i "geni" esistono e non hanno affatto una connotazione esclusivamente teorica. La loro dimensione è quella di segmenti di DNA, il quale non va visto come una confusa collezione di segmenti codificanti, intervallata da grandi regioni non codificanti, ma come un insieme del quale fanno parte anche i "geni regolatori" del differenziamento e dello sviluppo. Negli ultimi anni, ha preso consistenza una nuova corrente di ricerca chiamata evo-devo, un approccio che è sembrato in grado di superare l'impasse venutasi a determinare tra gli embriologi "vecchio stampo" e i biologi molecolari ispirati da un riduzionismo estremo. In questo nuovo scenario, sono apparsi - non a caso - gli studi sulle cellule staminali, studi che hanno acceso non solo nuovi grandi interessi ma, anche grandi speranze in tutti coloro che soffrono di patologie considerate di origine genetica e che rischiano di trasmetterle ai loro figli. Arrivare a parlare di questi argomenti con un retroterra di conoscenze storiche e teoriche è quanto mi sono proposta di fare.

Utilità dell'operazione (se il gioco vale la candela)
L'obiezione è banale. Che senso può avere aggiungere una voce alle centinaia di migliaia già esistenti in rete? Mi sono detta: solo se è una voce realmente differente dalle altre. Mi è stato risposto, inoltre, che "il gioco vale la candela" se si provasse a tener fede ad alcuni impegni, tra i quali: 1) Esprimere in modo organico, non necessariamente sistematico, il quadro delle conoscenze finora raggiunte, anche quelle più controverse, evidenziando i motivi per i quali biologi e ricercatori non concordano. Sarebbe l'aspetto più intrigante della faccenda, visto che ricercatori e teorici della biologia non concordano su molte questioni di cruciale importanza. 2) Ricorrere alla biologia molecolare ed ai reali processi bio-chimici esistenti in natura per comprendere meglio la reale dinamica evolutiva. 3) Esporre tutta la materia in modo "non dogmatico", il che significa non solo e non tanto spiegare se esiste ancora, ed abbia ragione di esistere, un "Dogma centrale della biologia", ma perché iniziò ad esistere - suggerimento di Daniele Lo Giudice - e perché oggi sono sempre più frequenti manifestazioni di fondato dissenso rispetto al cosiddetto impero genocentrico, al riduzionismo biochimico e così via. 4) Cercare di "agganciare" ricerche e dibattito a questioni di epistemologia, non trascurando, o meglio, non cercando di dribblare la questione del determinismo. 5) Tentare di chiarire se l'insieme delle conoscenze realizzate dalla biologia molecolare possa portarci a ritenere superate e quindi "rivedibili" i nostri principi bioetici, compresa l'opposizione politica e ideologica alle biotecnologie. Come si vede,"un impegno pazzesco", tale da smontare ogni buon proposito. Il lettore, quindi, non si scoraggi. Non terrò fede a nessuno di questi impegni! Innanzitutto, ho tentato di vedere cosa esiste in rete in lingua italiana. Una ricerca estenuante, ve lo assicuro, che comunque ha prodotto un primo risultato. Esistono molti siti veramente interessanti che consiglio di visionare indipendentemente dalle mie valutazioni. Molto opportunisticamente, ho approfittato della presenza di questi siti per ridurre al minimo indispensabile il testo. Un sistema di links, che ho intenzione di tenere aggiornato, consente immediati approfondimenti e confronti. Poi, con l'aiutone di Gianni Polastri, ho semplicemente "cominciato a scrivere", ordinando vecchi appunti. Quello che sta venendo fuori è, a mio parere, di un certo interesse. Se lo stile risulta a volte meno sobrio di quanto avrei voluto è tutta colpa del webmaster, che ha preteso "qualità letterarie superiori". Il primo aiutino che voglio offrire è una bibliografia introduttiva.

Bibliografia ed ispirazioni
Buoni libri per introdursi all'argomento sono in sequenza: I nostri geni, di Edoardo Boncinelli (1), Le grammatiche del vivente di Gilberto Corbellini (2), Genoma e Il gene agile di Matt Ridley (3), l'ultima pubblicazione di Jim Watson tradotta in italiano, cioè DNA / il segreto della vita. (4) Ovviamente, le mie fonti di informazione, e in qualche caso di formazione, sono molto più ampie e verranno citate di volta in volta. Sul piano più largamente divulgativo, un libro onesto e abbastanza "facile" rimane La mappa della vita di Renato Dulbecco (5), mentre una ricostruzione storica accessibile di tutta la vicenda "Genoma" si trova ne Il codice della vita di Ken Davies (6).
Voci critiche non immediatamente riportabili a pregiudizi ideologici e filosofici ma a solide argomentazioni scientifiche si possono trovare in alcuni libri di Niles Eldredge e Steven Rose (7). Con il genetista e polemista Richard Lewontin (8) andrei più cauta: questa, immagino, è il tipo di raccomandazione preferita dai "bastian contrari", cioè scoprire che alcuni libri sono "sconsigliati" e chissà perché! Allora accomodatevi! Chi ambisse davvero ad una full immersion nella materia potrebbe rivolgersi a Biologia molecolare di Robert F. Weaver (9), un testo universitario molto apprezzato, oltre che largamente "saccheggiato" dalla sottoscritta.
L'approccio evo-devo si trova nei libri di Sean Carroll. (10)
Ovviamente, non mi vergogno di aver più volte fatto spudoratamente splicing, cioè taglia e incolla. Ma vorrei fosse apprezzato lo sforzo di esemplificare alcuni concetti fondamentali con parole mie.
Fine dell'invocazione alla musa della biologia molecolare, Barbara Mc Clintock, e buona lettura.


(1) Boncinelli E. - I nostri geni - Einaudi 1998
(2) Corbellini G. [1999] Le grammatiche del vivente - Laterza 1999
(3) Ridley M. - Genoma - Instar libri 2002 || Ridley M. - Il gene agile - Adelphi 2005
(4) Watson J.D. - DNA / il segreto della vita - Adelphi 2004
(5) Dulbecco R. - La mappa della vita - Sperling & Kupfer 2003
(6) Davies K. - Il codice della vita - Mondadori 2001

(7) Rose S. - Linee di vita - Garzanti 2000 || Eldredge N. - Perché lo facciamo - Einaudi 2005
(8) Lewontin R. - Il sogno del Genoma umano e altre illusioni della scienza - Laterza 2002 \A proposito di Lewontin bisogna aggiungere che è disponibile un testo universitario intitolato Genetica / Principi di analisi formale, edito da Zanichelli, scritto in collaborazione con altri autori:Anthony J.F. Griffiths, William M. Gelbart, David T. Suzuki, Jeffrey H. Miller, Susan R. Wessler e il cui interesse è implicito nel titolo.
(9) Weaver R. F. - Biologia molecolare - McGraw-Hill 2005
(10) Carroll S. - Infinite forme bellissime. La nuova scienza dell'Evo-Devo - Codice Edizioni, 2006

FDM - giugno 2010

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