Dalla nucleina al proteoma: una storia di
geni
Dalla nucleina al proteoma / introduzione
di Federica De Martino
Ci tengo ad iniziare precisando che questo
non è un corso di "biologia molecolare"
on line. Non avrei nemmeno i titoli, oltre
che la preparazione, che purtroppo non sempre
coincidono, per condurre un'operazione simile,
tra l'altro sprovvista in partenza dei mezzi
indispensabili, a partire da un laboratorio
attrezzato e quant'altro serve a fare "pratica".
E, senza "pratica", in biologia
molecolare, come pure in biochimica, possiamo
solo seguire a distanza l'evoluzione della
disciplina, nulla di più. E' poi ovvio che
una simile impresa richiederebbe una quantità
enorme di tempo e di spazio., almeno l'equivalente
di 1500 pagine di un testo universitario,
senza contare il flusso di aggiornamenti
che, continui ed inarrestabili, arrivano
ogni giorno.
Nonostante tali considerazioni, ai responsabili
di questo sito è parso utile offrire un aiutino ai "profani". Qualcuno ha parlato
del "minimo indispensabile per fare
filosofia della biologia". Cioé di un'introduzione alla biologia
molecolare pensata per "filosofi".
L'idea non mi è parsa del tutto stupida,
anche se nutro la convinzione che la biologia
per "filosofi" non possa essere
diversa da quella dei medici o dei biologi
stessi. E che anche il linguaggio, con i
suoi precisi riferimenti ontologici, non
possa differire, pena l'insorgere di indebite
confusioni. Basti pensare alle peripezie
subite dal termine "gene" in questi
ultimi tempi ed alle grandi libertà che si sono presi alcuni filosofi della
biologia. Diciamo allora che per la generalità
dei biologi i "geni" esistono e
non hanno affatto una connotazione esclusivamente
teorica. La loro dimensione è quella di segmenti
di DNA, il quale non va visto come una confusa
collezione di segmenti codificanti, intervallata
da grandi regioni non codificanti, ma come
un insieme del quale fanno parte anche i
"geni regolatori" del differenziamento
e dello sviluppo. Negli ultimi anni, ha preso
consistenza una nuova corrente di ricerca
chiamata evo-devo, un approccio che è sembrato in grado di
superare l'impasse venutasi a determinare tra gli embriologi
"vecchio stampo" e i biologi molecolari
ispirati da un riduzionismo estremo. In questo
nuovo scenario, sono apparsi - non a caso
- gli studi sulle cellule staminali, studi che hanno acceso non solo nuovi grandi
interessi ma, anche grandi speranze in tutti
coloro che soffrono di patologie considerate
di origine genetica e che rischiano di trasmetterle
ai loro figli. Arrivare a parlare di questi
argomenti con un retroterra di conoscenze
storiche e teoriche è quanto mi sono proposta
di fare.
Utilità dell'operazione (se il gioco vale
la candela)
L'obiezione è banale. Che senso può avere
aggiungere una voce alle centinaia di migliaia
già esistenti in rete? Mi sono detta: solo
se è una voce realmente differente dalle altre. Mi è stato risposto, inoltre,
che "il gioco vale la candela"
se si provasse a tener fede ad alcuni impegni,
tra i quali: 1) Esprimere in modo organico,
non necessariamente sistematico, il quadro
delle conoscenze finora raggiunte, anche
quelle più controverse, evidenziando i motivi
per i quali biologi e ricercatori non concordano.
Sarebbe l'aspetto più intrigante della faccenda,
visto che ricercatori e teorici della biologia
non concordano su molte questioni di cruciale
importanza. 2) Ricorrere alla biologia molecolare
ed ai reali processi bio-chimici esistenti
in natura per comprendere meglio la reale dinamica evolutiva. 3) Esporre tutta la materia in modo "non
dogmatico", il che significa non solo
e non tanto spiegare se esiste ancora, ed
abbia ragione di esistere, un "Dogma
centrale della biologia", ma perché iniziò ad esistere - suggerimento di Daniele
Lo Giudice - e perché oggi sono sempre più
frequenti manifestazioni di fondato dissenso
rispetto al cosiddetto impero genocentrico, al riduzionismo biochimico e così via. 4) Cercare di "agganciare"
ricerche e dibattito a questioni di epistemologia,
non trascurando, o meglio, non cercando di
dribblare la questione del determinismo. 5) Tentare di chiarire se l'insieme delle
conoscenze realizzate dalla biologia molecolare
possa portarci a ritenere superate e quindi
"rivedibili" i nostri principi
bioetici, compresa l'opposizione politica
e ideologica alle biotecnologie. Come si
vede,"un impegno pazzesco", tale
da smontare ogni buon proposito. Il lettore,
quindi, non si scoraggi. Non terrò fede a
nessuno di questi impegni! Innanzitutto,
ho tentato di vedere cosa esiste in rete
in lingua italiana. Una ricerca estenuante,
ve lo assicuro, che comunque ha prodotto
un primo risultato. Esistono molti siti veramente
interessanti che consiglio di visionare indipendentemente
dalle mie valutazioni. Molto opportunisticamente,
ho approfittato della presenza di questi
siti per ridurre al minimo indispensabile
il testo. Un sistema di links, che ho intenzione
di tenere aggiornato, consente immediati
approfondimenti e confronti. Poi, con l'aiutone
di Gianni Polastri, ho semplicemente "cominciato
a scrivere", ordinando vecchi appunti.
Quello che sta venendo fuori è, a mio parere,
di un certo interesse. Se lo stile risulta a volte meno sobrio di
quanto avrei voluto è tutta colpa del webmaster,
che ha preteso "qualità letterarie superiori".
Il primo aiutino che voglio offrire è una
bibliografia introduttiva.
Bibliografia ed ispirazioni
Buoni libri per introdursi all'argomento
sono in sequenza: I nostri geni, di Edoardo Boncinelli (1), Le grammatiche del vivente di Gilberto Corbellini (2), Genoma e Il gene agile di Matt Ridley (3), l'ultima pubblicazione
di Jim Watson tradotta in italiano, cioè
DNA / il segreto della vita. (4) Ovviamente, le mie fonti di informazione,
e in qualche caso di formazione, sono molto
più ampie e verranno citate di volta in volta.
Sul piano più largamente divulgativo, un
libro onesto e abbastanza "facile"
rimane La mappa della vita di Renato Dulbecco (5), mentre una ricostruzione
storica accessibile di tutta la vicenda "Genoma"
si trova ne Il codice della vita di Ken Davies (6).
Voci critiche non immediatamente riportabili
a pregiudizi ideologici e filosofici ma a
solide argomentazioni scientifiche si possono
trovare in alcuni libri di Niles Eldredge
e Steven Rose (7). Con il genetista e polemista
Richard Lewontin (8) andrei più cauta: questa,
immagino, è il tipo di raccomandazione preferita
dai "bastian contrari", cioè scoprire
che alcuni libri sono "sconsigliati"
e chissà perché! Allora accomodatevi! Chi
ambisse davvero ad una full immersion nella materia potrebbe rivolgersi a Biologia molecolare di Robert F. Weaver (9), un testo universitario molto apprezzato,
oltre che largamente "saccheggiato"
dalla sottoscritta.
L'approccio evo-devo si trova nei libri di Sean Carroll. (10)
Ovviamente, non mi vergogno di aver più volte
fatto spudoratamente splicing, cioè taglia e incolla. Ma vorrei fosse apprezzato lo sforzo di
esemplificare alcuni concetti fondamentali
con parole mie.
Fine dell'invocazione alla musa della biologia
molecolare, Barbara Mc Clintock, e buona
lettura.
(1) Boncinelli E. - I nostri geni - Einaudi 1998
(2) Corbellini G. [1999] Le grammatiche del vivente - Laterza 1999
(3) Ridley M. - Genoma - Instar libri 2002 || Ridley M. - Il gene agile - Adelphi 2005
(4) Watson J.D. - DNA / il segreto della vita - Adelphi 2004
(5) Dulbecco R. - La mappa della vita - Sperling & Kupfer 2003
(6) Davies K. - Il codice della vita - Mondadori 2001
(7) Rose S. - Linee di vita - Garzanti 2000 || Eldredge N. - Perché lo facciamo - Einaudi 2005
(8) Lewontin R. - Il sogno del Genoma umano e altre illusioni
della scienza - Laterza 2002 \A proposito di Lewontin
bisogna aggiungere che è disponibile un testo
universitario intitolato Genetica / Principi di analisi formale, edito da Zanichelli, scritto in collaborazione
con altri autori:Anthony J.F. Griffiths, William M. Gelbart,
David T. Suzuki, Jeffrey H. Miller, Susan
R. Wessler e il cui interesse è implicito
nel titolo.
(9) Weaver R. F. - Biologia molecolare - McGraw-Hill 2005
(10) Carroll S. - Infinite forme bellissime. La nuova scienza
dell'Evo-Devo - Codice Edizioni, 2006
FDM - giugno 2010
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