Nella terra dei Sami:
La nazione che non c'è

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Premessa

Attraversando la Scandinavia sembra proprio che i turisti non possano fare a meno di correre, anche se in assenza di grosse arterie che invitano alla velocità, macinando migliaia di chilometri per catturare lo spettacolo del sole di mezzanotte.
D'estate quindi le strade assumono i contorni di grandi nastri trasportatori di destini frettolosi, che non si guardano attorno pur di coprire quanto prima il lungo tragitto, arrivare all'appuntamento con la cima dell'Europa, discendendone altrettanto rapidamente per riconsegnarsi alle consuete abitudini.

Così si attraversano queste terre senza riuscire a ritagliasi il tempo di deviare un poco per raggiungere una lingua di terra protesa nel mare dove colonie di uccelli inconsueti si impegnano nella difficile arte del sopravvivere.
Oppure non si cede mai alle seduzioni dell'invito dolce e sommesso di una strada laterale, che entra umilmente nel buio luminoso di una foresta di abeti, invitando ad una guida tranquilla, caso mai il nostro cammino dovesse incrociarsi con i passi solenni dell'alce.
Nemmeno si cerca di scoprire storia e tradizioni dei popoli che vivono in queste terre.

Ebbene questo nostro viaggio ha voluto essere la ricerca e la scoperta di una identità: i Sami, figli del sole e del vento, con un avvicinamento lento e discreto, che è stato certamente ricompensato dalla gioia della scoperta di angoli in cui questo nostro vecchio continente è ancora capace di stupire.

Perché viaggiare significa conoscere, quindi il concedersi pause di distensione come il passeggiare alla scoperta di aspetti caratteristici, fa sì che anche l'arrivo a Capo Nord rientri nella sua giusta dimensione cioè essere una tappa del viaggio, e non il solo scopo, infatti il maggior interesse è dato dalle scenografie, deserte e sconfinate della Lapponia.

Anche in questo viaggio ci muoverà sempre il nostro motto:
"Gli ultimi cinquecento metri sono quelli dell'avventura" .

Leggete quindi il diario oppure sfogliate le foto. .

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