607
a.e.v. contro 587bc
La "lapide" riporta: "587 (a.e.v.). Morto dopo una lunga battaglia contro la verità" in quanto Gerusalemme fu distrutta nel 607 a.e.v. e non nel 587 a.e.v. e il VAT 4956 fu osservato durante il 38° anno di Nabucodonosor II in occasione del secolare 587/586bc e "NON" durante il 37° anno del re o nel secolare 586bc come è attualmente accreditato.
BENVENUTI!
(Pagine in Underconstructions..in preparazione).
Evidenze
e Verifiche atte a dimostrare che il cubito astronomico babilonese misuri
quattro gradi e NON 2 gradi.
Premessa.
Ormai da moltissimi anni il mondo scientifico e archeologico ha stimato che il
cubito astronomico babilonese misuri un'unità quantificata in: due gradi
sessagesimali a sua volta suddivisi in 24 parti (dita o SI) che misurino 5
minuti di grado.
Informazioni storiche della Bibbia, additando eventi storici del periodo
Neobabilonese che siano databili diversamente, mi hanno portato a dover
rivalutare l'unità astronomica del cubito (KUS) riferita nei diari astronomici
del periodo, trovandola più coerente quando essa misuri un valore di (4)
quattro gradi contro i (2) due gradi attualmente accreditati.
Giusto per far comprendere l'importanza dell'informazione.
In base a queste unità di misura attualmente accreditate, è stato stimato che
il VAT 4956 sia stato originariamente osservato durante il 568/567bc in
occasione del 37° anno di accessione (o suo anno ordinale) del regno di
Nabucodonosor II.
Quest'attuale e tutt'ora accreditata stima per il diario, ha portato gli
studiosi del periodo a considerare come storicamente valida la datazione al
587bc per la distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio da parte di
Nabucodonosor II durante il suo ufficiale 18° anno di regno (corrispondente
pure al suo 19° anno dalla sua ascesa o successione diretta).
Le informazioni storiche della bibbia, diversamente, informano che tale evento
poteva essere occorso solo durante il 607 avanti era volgare (607bc o -606
astronomico) anche se esse occorsero sempre durante il 18° anno di regno del re
di Babilonia Nabucodonosor II.
"Dimostrare" astronomicamente e documentalmente (tramite verifica
delle informazioni registrate in tali diari astronomici), che l'unità di misura
per un cubito babilonese sia da valutare in realtà in (4) quattro gradi per
cubito e che ognuno di esso fosse stato suddiviso in 24 sotto unità di 10
minuti di grado (dita), renderebbe:
"TUTTE" le verifiche computerizzate finora accreditate nelle
interpretazioni dei diari astronomici di quel periodo, "errate" o non
astronomicamente corrispondenti con ciò che fu effettivamente osservato allora,
evidenziando, nelle verifiche così effettuate, un errore di misura
quantificabile in due gradi per ogni cubito in meno.
Ciò significherebbe, per esempio, che il VAT 4956, usando tale unità di misura
ridotta in due (2) gradi nella sua verifica astronomica attuale, non potrebbe più
essere usato, come finora fatto, per "dimostrare" una data diversa da
quella che le informazioni storiche della bibbia ormai da millenni suggeriscono:
"Gerusalemme e il suo Tempio furono distrutti nel 607 avanti era volgare (a
cominciare dal sabato nove agosto del 607bc, per ordine di Nabucodonosor II,
eseguito poi da parte del suo generale Nebuzaradan)".
Una tale diversa valutazione della misura realmente indentata da un cubito
astronomico babilonese, non è stata immediatamente riscontrabile a motivo delle
molte circostanze "ambigue" che la posizione astrale, specialmente
della Luna, poteva avere in diversi momenti della notte osservata.
Inoltre, un possibile sfasamento riscontrato da me nell'algoritmo del programma
originale usato da Sachs; "TheSky", nei relativi calcoli per la Luna
in quel lontano periodo, presentando una differenza di circa due gradi per la
posizione della Luna, può aver reso ancor meno immediata l'ipotesi che tale
misura potesse non essere ben corrispondente con le registrazioni riferite nei
diari astronomici del periodo.
Seguiranno qui pertanto, una trentina di diapositive che dimostreranno
astronomicamente, basandosi sulle informazioni dei vari diari esaminati, e in
modo inequivocabile, quanto qui oggi affermo e dichiaro.
Il programma da me usato per la verifica astronomica dei diari qui esaminati è
il "RedShift6".
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Questa è la seconda parte che tratta il complesso argomento del reale
valore da assegnare al cubito astronomico babilonese.
Questa antica unità astronomica, è attualmente accreditata come la misura di
due gradi per ogni cubito, suddivisibili in 24 dita di 5 minuti di grado
cadauna.
Dalla verifica astronomica d ame eseguita confrontando 4 diari astronomici, e in
accordo con le informazioni astronomiche del VAT 4956 stimato come osservato al
587bc invece che al 568bc, risulta che il reale valore del cubito astronomico
babilonese deve essere stimato come:
Un'unità di misura di 4 (quattro) gradi per cubito suddivisibili in 24 dita di
10 minuti di grado cadauna.
Le altre due pagine saranno inserite più tardi.
Buona lettura...
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20_Importante
riscontro astronomico per il valore del "Dito (SI)"
Prova astronomica e documentale definitiva. (Non m’invento nulla).
Questa verifica astronomica, del rigo B, Obverse B6 del settimo mese DU6 del
198bc, registrata nel BM 34362, è talmente precisa, specifica, e ben
corrispondente a tal punto da poterla considerare una certa: «Prova astronomica
e documentale ».
La piccola foto in alto a destra, è una vista 1:1 ma ho dovuto già ingrandirla
un poco per mostrare come fosse necessario l’ulteriore ingrandimento di fianco
al fine d’illustrare con precisione e chiarezza l’importante osservazione di
questa riga del diario BM 34362 (Antiochio e figlio di Antiochio) del 198bc.
I fatti che la definiscono, preso atto delle sfasamento di giorno fra registrato
e osservato (o Lunare) per tutto il settimo mese DU6 del 198bc, sono:
Il momento della misura:
L’osservazione fu fatta al sorgere di Mercurio a Est o in sua «prima
apparizione» su orizzonte visibile da ziggurat di Babilonia.
L’unità di misura registrata:
SEI dita «(angolari)». (non fu registrato: un grado e tanto meno mezzo cubito
da due gradi cadauno; è specificato proprio «sei dita (6 SI)».
La posizione della Luna:
1): E’ sotto (SIG) a Regolo (LUGAL).
2): E’ a Est (NIM) di Regolo (LUGAL).
3): Essa (la LUNA, sin), col suo intero disco lunare, incrocia o sorpassa (DIB)
la linea formata da Regolo (LUGAL) con la 31 Leo.
4): E’ ugualmente divisa (altro significato di SIG e pure significato simile
di i-şa) tra Regolo e la 31 Leo; «sei dita» a distanza angolare da ogni
singola stella.
5): E’ dentro (ana) la costellazione del Leone, essendone misurata su Regolo
(LUGAL) la sua posizione.
Il campione di Misura (fattore spesso determinante):
Il diametro lunare stesso.
In quel giorno, la Luna misurava un diametro apparente (in quanto esso varia da
Apogeo a Perigeo) di 30 minuti di grado (o tre dita).
Fu facile e veloce quindi il riportare per due volte il diametro lunare,
ripartendo circa dal suo centro, fino alla stella Regolo o, similmente, fino
alla stella 31 Leo (vedi l’illustrazione della misurazione indentata con i
dischi bianchi e le misure parziali tratteggiate in verde e celeste).
Essendo stata dichiarata in 6 dita la distanza fra la Luna e Regolo, ed essendo
il diametro lunare di 30 minuti di grado, ed essendo la Luna distante un grado
sessagesimale dalle due stelle, Regolo o la 31 Leo, è incontestabile che ogni
grado fosse stato allora stimato con una suddivisione di 6 dita aventi come
singola unità un valore di 10 minuti di grado cadauna.
Sul cerchio del diametro lunare che è vicino a Regolo, ho illustrato la
possibile suddivisione del disco stesso in tre sezioni di un dito cadauno
(segmento celeste sottile dentro il disco bianco).
La distanza «angolare» fra le stelle Regolo e 31 Leo, certamente nota come
essere di due gradi (angolari) indentava bene l’uguale distanza del satellite
fra le due stelle (riferita al bordo del disco Lunare o sua linea orbitale
rispetto alla linea di giunzione fra le due stelle tratteggiata in rosso).
L’ottico fenomeno della «chiusura dell’angolo Azimutale verso lo Zenit»,
è evidenziato in alto della foto, a 71° di altezza; astronomicamente
misurerebbe 3 gradi «Azimut» mentre la replica del diametro lunare riempirebbe
la distanza con soli due dischi o sarebbe (otticamente) di un solo grado.
Le piccole tolleranze che si osservano nell’elaborato (il centro della misura
non perfettamente col centro della Luna) sono «umanamente» accettabilissime
essendo tutte contestuali alla globale posizione della Luna lungo la sua linea
orbitale.
Per questa verifica e presentazione, ho cercato di ottenere la massima
precisione che mi sia stata possibile con gli scarsi mezzi a mia disposizione.
Tutto questo dimostra che le misure (evidentemente note) che usavano quegli
antichi astronomi per le distanze interstellari, erano originariamente prese
sull’orizzonte visibile, «memorizzate», e mantenute tali (come numero di
gradi) a qualsiasi altitudine di osservazione fosse misurata la distanza fra due
corpi celesti, anche se a «occhio» la distanza visibile sembrava arrivare
perfino a dimezzarsi rispetto all’orizzonte.
La Luna, ha qui un diametro medio «reale» di mezzo grado (30 minuti di grado);
diametro angolare che resta lo stesso sia se fosse osservata al suo sorgere
(disco visto, grande) o che sia osservata al suo zenit (disco visto, piccolo).
Misurare un diverso giorno dal secolare 27/10/198bc, non troverebbe più nessuna
corrispondenza astronomica con quanto fu registrato nella riga del diario.
Misurare lo stesso giorno 27/10/198bc (con lo stesso programma RedShift6),
usando però l’unità di misura del cubito a due gradi e la sua suddivisione
in dita unitarie di 5 minuti di grado, non troverebbe più nessuna
corrispondenza astronomica con quanto fu registrato nella riga del diario.
E con TheSky6? (vi ricordo che qui stiamo parlando dello stesso tempo (198bc) e
non di una distanza di 19 anni).
Vi risparmio le confusionarie (o poco realistiche) foto che mi risultano.
In sostanza:
Per vedere la Luna in data 27/10/198bc e «nella stessa quasi posizione», col
programma TheSky6, occorre andare avanti di circa due gradi o, in ordine di
tempo, di circa 5 ore (il tempo di sfasamento in gradi per la luna da me più
volte denunciato tramite i risultati di TheSky6 (12 ore circa se riferite ai DKD
del 568bc)), ovvero devo portare il tempo verificato alle L.T. ore 09:57:50.
Purtroppo, a quell’ora Mercurio le stelle e forse pure la luna, non sarebbero
visibili, essendo il sole già alto e Mercurio ancora più alto del sole di 16
gradi.
Allo stesso orario di confronto con RedShift6, la stessa Luna era ovviamente
calcolata da TheSky6 a circa 2 gradi e mezzo più a ovest e non certo a sei dita
di 5 minuti primi cadauna (adesso accreditate), ovvero non era a mezzo grado
dalla stella Regolo.
Sarò di parte, ma io trovo qui risultati che seguono il diario e che con
RedShift6 e col cubito a 4 gradi e il dito a 10 minuti di grado, mi danno
riscontri decisamente precisi e corrispondenti. Ovviamente, ognuno è libero di
scegliere…
Va inoltre preso atto che, oltre alla verifica astronomica già qui dimostrata,
la stessa stellina Rho Leo, della costellazione del Leone, non dista con 8 gradi
dietro alla stella Regolo (quattro cubiti di due gradi cadauno), ma è
misurabile solo a circa 6 gradi e trenta primi.
Visto tutto ciò, si evidenzia necessario il definire che sia:
«Errata ogni misura astronomica che sia basata su una tale unità di base: «due
gradi per ogni cubito e 5 minuti di grado per ogni dito».
Ne consegue che:
La datazione attualmente stimata del VAT 4956 al secolare 568/567bc (-0567/566)
e associata al 37° anno del regno di Nabucodonosor II, sia da considerarsi:
«In tutte le sue misurazioni basate su un cubito di due gradi», inesatta,
avendo sempre un errore «reale» di misura inferiore a quanto realmente
registrato nei diari astronomici; inesattezza:
quantificabile in due gradi per ogni cubito e in 5 minuti di grado per ogni
dito.
Il diario astronomico del 198bc conferma pertanto come corretta la stima di
osservazione e registrazione delle posizioni astronomiche che furono incise
anche nel VAT 4956 come essere state eseguite durante il secolare 587/586bc
(-586/0585 astronomico); anno associabile correttamente solo durante il 38°
anno di regno per Nabucodonosor II su Babilonia.
Se ne evince pertanto che:
«Gerusalemme e il suo tempio furono iniziati ad essere distrutti dal generale
Nebuzaradan, per ordine di Nabucodonosor II durante il suo 18° anno di regno
ordinario (o da accessione), solo durante il giorno nove Agosto (di Sabato) del
secolare 607bc».
Le informazioni storiche della Bibbia, da sempre avevano suggerito (indicato)
quell’evento per tale specifico momento:
Il secolare 607 avanti era volgare!
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21_Il corretto valore del cubito consente di riordinare righe mal registrate.
Le foto in diapositiva elaborano i giorni 21 e 22 del VII mese DU6 del 198bc.
Il giorno 23 che è registrato nel diario al rigo B, Obverse B7, mi risulta
essere un errore di suddivisione delle osservazioni; di fatto (ignorandolo),
continua la descrizione del giorno 22 del diario o 23 lunare, sempre come
conseguenza della partenza non osservata per la luna di questo particolare mese
DU6.
La riga registra osservato il 28/10/198bc, 21° del diario (in senso
astronomico, il 22 lunare) che registra:
«GE6 21 ina ZALÁG sin ina IGI AN 1 KÙŠ [ana ŠÙ GUB ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ
[[*GE6 22]] ina ZALÁG sin ina IGI GÍR ár šá A 1 KÙŠ».
Traducibile in:
«Notte del 21 (22° giorno lunare), ultima parte della notte, la Luna davanti a
Marte. 1 cubito entrava a Ovest stando di fronte a Iota Leo 1 cubito [[*(GE6
22)]] (nella stessa) ultima parte della notte, La luna di fronte alla stella
Zosma 1 cubito».
Il sottolineatoto indica che quei loghi vanno ignorati in quel punto della riga.
Il cielo astronomico descritto E’ Illustrato dall’elaborato della
diapositiva con la foto a sinistra.
Il momento della misura fu quello del sorgere della stella Spica, della Vergine.
Essendo riferito alla Luna che era a Ovest di Marte [2] [ana ŠÙ GUB ina] IGI
la misura fra la Luna e il pianeta è misurata in un cubito (o quattro gradi).
Per la misura di Marte a un cubito di quattro gradi dalla Luna, è necessario
vedere la successiva diapositiva_22, che illustra l’apparente misura non
precisa illustrata in questo momento nel quale è verificata la misura del
cubito che fu invece ben precisa per la stella riferita Iota Leo [3] (GIŠ.KUN
A).
Per comprendere bene cosa illustro, occorre confrontare gli elaborati di questa
diapositiva con quelli della successiva diapositiva_22.
La Luna [1] (ina IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ) era quindi opposta o «davanti»
(sorgendo prima) della stella (GIŠ.KUN A la Iota Leo) [3] mentre si addentrava
nella costellazione del Leone stando (GUB) a Ovest (ŠÙ) di Marte [2].
Il trattino rosso (differenza), illustra lo spostamento lunare che fu osservato
(o addirittura misurato) in quella notte mentre fu osservata la luna rispetto
alla Iota Leo prima e poi rispetto alla stella Zosma 37 minuti più tardi.
Dopo l’osservazione della Luna a un cubito da Iota Leo [3], circa 37 minuti
dopo, fu misurato che la Luna [1] era ora a un cubito di fronte o alla vista
della stella Zosma (GÍR ár šá A), come illustrato in diapositiva_22 nella
foto a destra, in quanto la misura lunga di quattro cubiti e mezzo per Marte fu
osservata nel successivo giorno, appunto il 22° del diario o 23° lunare da
Novilunio.
Il relativo elaborato è illustrato nella foto a destra di questa diapositiva.
La riga registra poi (dopo la misura sulla stella Iota Leo) come osservato, il
successivo giorno 22 del diario o (29/10/198bc uguale a 23° lunare) come segue:
«[[*(GE6 22)]] ina ZALÁG AN SIG GIŠ.KUN A 4½ KÙŠ»
traducibile in:
«[[*notte del 22 (qui doveva essere inserito il riferimento al giorno
osservato)]] ultima parte della notte, Marte uguale a Iota Leo 4 cubiti e mezzo
(18 gradi)»
[[*(GE6 22)]], l’identificativo per il giorno 22 del diario o 23° giorno
lunare, fu posto evidentemente in un punto errato della riga sul coccio durante
la composizione intera del diario; ragionevolmente, e in senso astronomico, lo
stesso logo doveva essere registrato in questo punto, qui pertanto da me
ripristinato o reinserito.
La misura riferita a Marte, di 4½ cubiti = 18 gradi, se misurata col cubito di
2 gradi unitari, dovrebbe comprendere un angolo di 9 gradi intorno a Marte.
Con tale valore di nove gradi stimati col cubito in due gradi però, Marte in
quel giorno sarebbe sotto (SIG) la stella Zosma (la δ Delta Leo stimata in
traduzione da Sachs) ma solo al momento della sua ultima visibilità, e neppure
molto precisa, mentre sarebbe a distanza angolare di esatti nove gradi dalla
Luna, che però non è l’astro riferito assieme ad essa nella riga riferendo
la misura a Marte [2].
Potrebbe essere un caso di misura ambigua se riferita alla Luna?
Per esserlo, mi verrebbe a mancare però il riferimento di campionatura, visto
che la misura sarebbe fattibile con Marte alto 65° e le altre stelle intorno
non erano più visibili.
Mi verrebbe a mancare inoltre, anche il rifermento al «momento» della misura,
visto che la visibilità di Zosma non coincide bene con la misura di nove gradi.
Inoltre, mi mancherebbe anche il corretto «nome» della stella, in quanto la
misura riferita fu probabilmente riferita alla stella Iota Leo [3].
Zosma, senza [UR] ma con la A mi risulta invece essere «GÍR ár šá (A)»
(assimilabile alla stella Zavijah [5] (GÍR ár šá [UR] A) e riferita «dietro
(ár)» al Leone (UR); vedi il rigo obverse 3 del VAT 4956), mentre la riga
riferisce Marte in relazione alla «GIŠ.KUN A» e non la Luna.
Riferisco ciò, oltre che per «onestà» di verifica, anche per illustrare le
difficoltà interpretative che si incontrano quando si cerca di comprendere ciò
che realmente osservarono e registrarono quegli antichi astronomi se si dovesse
usare un’unità di misura (due gradi per cubito) che non sia assolutamente
certa; ma «devo anche ricordare» che qui sto usando il programma RedShift6
(che fornisce risultati più positivi) e non il programma per astronomia usato
da Sachs (TheSky e successivi).
Le osservazioni dei giorni 21 e 22 del diario (*22 e 23 Lunari) sono infatti
articolate e complesse; difficili da decifrare con una superficiale valutazione
e senza seguire bene le date confrontandole con la reale posizione astronomica
della Luna.
A favore della verifica astronomica che usa il cubito a quattro gradi e che
valuta una misura di 18 gradi riferita a Marte con 4½ cubiti, sono:
La campionatura della misura (uguale (SIG) a una misura certamente nota di due
stelle fisse).
Il ragionevole momento della misura (il sorgere della stella Spica Della
Vergine).
Il significato di «uguale (piccolo in differenza)» del logo (SIG) che può
pure esprimere anche il senso specifico di «sotto», e che suggerisce una
misura di campione «uguale (e sotto) di 4½ cubiti» usata nella stima
astronomica della profondità d’ingresso di Marte dentro la costellazione del
Leone.
Ho verificato:
Mentre la distanza angolare fra la stella Algieba e la «GIŠ.KUN A» Iota Leo
[3], resta ovviamente inalterata a 18° e 7 primi, il giorno 28/10 precedente al
«SIG», Marte distava dalla sovrastante stellina Eta Leo [2] con 17 gradi e 38
primi (quasi mezzo grado in meno), mentre il giorno 30/10 successivo al «SIG»,
Marte distava dalla stessa Eta Leo [2], 18 gradi e 40 primi (oltre mezzo grado
in più) non essendo più «uguale (SIG)» alla misura campione, evidenziando
quindi come corretta sia la misura sia il giorno riferiti nella riga del diario:
quattro cubiti e mezzo nel giorno 22 del diario o 23° lunare in data
19/10/198bc.
E, da non dimenticare «mai», il fatto che i quattro cubiti, se riferiti alla
stellina Rho Leo, misurerebbero solo 6 gradi e 30 primi contro gli otto gradi di
4 cubiti a due gradi cadauno, misura unitaria, che con 4 cubiti e mezzo
riferirebbero poco più di sette gradi e non i 9 gradi sopra riferiti a tale
unità di misura attualmente pure «arrotondata» a due gradi tondi!
Il cubito di 4 gradi resta perciò, e comunque, ancora quello che estrapola i
migliori risultati astronomici con quanto è descritto nelle righe dei Diari
astronomici.
Resta, purtroppo, la sempre possibile ambiguità che spesso si riscontra con il
cubito di due gradi ma con esso, non si trovano quasi mai tutte le risposte che
invece i 4 gradi per cubito forniscono quasi sempre.
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22_Continua cubito a quattro gradi aiuta a riordinare righe disordinate.
Giorno 21 del diario = 22° giorno lunare.
In diapositiva_21, la posizione di Marte «sembra» essere non corrispondente a
quanto registra la riga.
«GE6 21 ina ZALÁG sin ina IGI AN 1 KÙŠ [ana ŠÙ GUB ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ»
traducibile in:
«Notte del 21, ultima parte della notte, la Luna di fronte a Marte 1 cubito
[sopra a Ovest stava]. [Di] fronte (o alla vista), Iota Leo un cubito».
Ho messo una «punteggiatura» per aiutare a comprendere cosa e come fu
misurato.
La registrazione di «Luna di fronte a Marte sopra (ANA) un cubito a ovest stava»,
è svincolata in realtà dalla presentazione iniziale di «ultima parte della
notte».
Il motivo, sta nel problema più volte presentato e che è relativo alla mobilità
della luna nel cielo astrale di una sola notte.
La domanda da farsi, nel considerare l’interpretazione da dare alla riga, è
la seguente:
«la notte del giorno 21 del diario (22 lunare o 28/10/198bc), Marte poteva
essere a una «precisa distanza dalla Luna che misurasse quattro gradi angolari?»
A questa domanda risponde inequivocabilmente l’elaborato di questa diapositiva
con la foto al cento a sinistra.
Alle ore 01:49, mentre la Luna era pure livellata orizzontalmente con la stella
Chort, stando sopra a Marte e a Ovest di esso, era a misura angolare di quattro
gradi o un cubito.
Come «orario» sarebbe stato da segnare «GE6» ovvero «Notte».
La riga, però riferisce pure un’altra misura:
«[ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ», o «alla vista di Iota Leo, un cubito».
Questa misura, sarebbe incompatibile con la prima, in quanto solo un paio di ore
dopo che Marte era a quattro gradi angolari dalla Luna, pure la stella Iota Leo
diventava a quattro gradi sotto la Luna, alle ore 03:21 (vedi diapositiva_21
foto a sinistra), appunto nella fascia di orario definibile con «Prima parte
della notte (ina ZALÁG)».
A dimostrazione di quanto Marte fosse necessariamente «svincolato» dalla
definizione di «ina ZALÁG», circa 37 minuti dopo la riga, sempre in orario «ina
ZALÁG», registra.
«ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ» o: «alla vista di Iota Leo 1 cubito», come ben
illustra la foto a destra di questa diapositiva.
Sempre in orario «ina ZALÁG» (è ripetuto, indicando che fu una registrazione
provvisoria separata), fu poi misurata la luna riferita a un’altra stella, la
Delta Leo o Zosma con:
«ina ZALÁG sin ina IGI GÍR ár šá A 1 KÙŠ» o «ultima parte della notte,
la Luna alla vista di Zosma, un cubito».
Questa è quella che è illustrata appunto in questa diapositiva aggiunta
apposta, nella foto a destra. E’ da notare che, al momento di questa seconda
misura, fatta mentre la stella Denebola era alta 40 gradi, la precedente stella,
iota Leo, non era più a «misura», pur essendo lo stesso orario «ina ZALÁG»
(vedi il trattino rosso che evidenzia).
Nella riga del diario, la misura registrata con: «ina ZALÁG sin ina IGI GÍR
ár šá A 1 KÙŠ» è erroneamente preceduta dalla segnatura di «22° giorno
([[*GE6 22]])» da me barrato appunto per indentarne l’anomalia di punto
inserito nel rigo in quanto il momento osservato faceva parte dello stesso
giorno astronomico.
Dopo queste osservazioni, il giorno successivo, il 22° giorno del diario o 23°
giorno lunare, diventa ragionevole considerare che dovesse essere stata inserita
la parte qui barrata: «([[*GE6 22]]» che io appunto ho reinserito
(indentandola con quadre) nella parte di riga B Obverse B7 che segue:
«[*(GE6 22)] ina ZALÁG AN SIG GIŠ.KUN A 4½ KÙŠ [[GE6 23]]»
traducibile in:
«[*notte del 22 (lunare 23)] ultima parte della notte, Marte uguale Iota Leo
quattro cubiti e mezzo [[notte del 23]] (è un inserimento errato. Non va
considerato, in quanto segue qui una misura sulla Luna nella stessa notte del
giorno 22 del diario = 23° giorno lunare)».
Questa specifica misura, di Marte misurato a 18 gradi dalla stella Eta Leo, con
la stessa distanza di 18 gradi che è misurabile fra la stella Algieba e la Iota
Leo, è illustrata con l’elaborato che è in diapositiva_21 tramite la foto a
destra.
Dopo questa misura, fu registrata l’osservazione che segue:
«[[GE6 23]] ina ZALÁG sin ina IGI DELE 2½ KÙŠ»
traducibile in:
«[GE6 23] Ultima parte della notte, la Luna di fronte a Auva due cubiti e mezzo».
L’elaborato che verifica questa parte di riga, è nella diapositiva_23 che
segue, illustrato con la foto a sinistra.
Solo ripristinando gli effettivi giorni astronomici osservati, le verifiche
corrispondono bene con ciò che fu registrato, e solo se si usa un cubito (vero)
che misuri unitariamente 4 gradi.
Col cubito a due gradi, ci sarebbero troppe incertezze, imprecisioni e
discrepanze con quanto registrato, da far pensare a «grossolani» errori dei
copisti o degli astronomi di quel tempo.
Di fatto, ci fu solo la confusione dello slittamento di un giorno per tutto il
mese VII DU6 del 198bc, e l’errato inserimento del giorno 22 in un punto
diverso della riga.
Unico errore effettivo, ritengo sia il giorno 23 del diario che, corrispondendo
a un 24° giorno lunare, non troverebbe corrispondenza con ciò che fu di
seguito registrato sia col cubito di 4 gradi che col cubito di due gradi.
Questa diapositiva aggiunta per il giorno 21 del diario (22 lunare) dovrebbe
aver chiarito bene la posizione di Marte e delle altre misure che furono fatte
in quello stesso giorno.
Le complicazioni che scaturiscono in questa verifica, è necessario
"sopportarle" se si desidera realmente comprendere ciò che fu
osservato.
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23_Ancora su riordino delle informazioni nelle righe registrate
Precisazione.
Le informazioni incise nel reperto BM 34362, come in tutti gli altri diari
astronomici, sono e restano l’effettiva «documentazione» che ci sia
pervenuta oggi come testimonianza storica degli eventi ivi registrati, sia che
essi siano fedeli e veritieri, sia che fossero stati anticamente alterati o
riportassero errori informativi.
Dalla verifica «astronomica» degli eventi registrati in questo diario del
198bc, diventa sufficientemente evidente che, a motivo della mancata
osservazione del primo e del secondo giorno del VII mese DU6 di quell’anno,
l’astronomo poté aver registrato in modo (non errato) ma «sfalsato» la
sequenza dei giorni osservati.
Altro fattore d’incertezza dell’evento registrato fu quello che durante una
stessa notte, in distinte occasioni, furono fatte almeno due osservazioni o
misurazioni diverse che furono poi segnate con lo stesso riferimento temporale
di: «prima parte della notte».
Facilmente, nella preparazione del diario finito, gli appunti provvisori
relativi a quelle stesse osservazioni potrebbero essere stati sfasati (o
confusi) essi stessi fra un giorno osservato alla fine della notte, e un altro
parimenti registrato per lo stesso giorno lunare ma ora attribuito alla
successiva notte.
Pertanto, pur restando valide e documentali le informazioni registrate nel
reperto, diventa necessaria, per una effettiva comprensione del cielo osservato,
che si prenda atto dei diversi tempi che alla verifica astronomica suggerita dal
diario non trovano esatta corrispondenza con quanto registrato; (in ordine di «tempo»
e non in ordine di «misura osservata»).
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E’ nuovamente grazie all’ormai certa evidenza che il cubito astronomico
misuri 4 gradi, che mi è stato possibile ottenere, in verifica, risultati così
simmetricamente e precisamente corrispondenti a quanto fu registrato e che fu
osservato, anche dove apparentemente era una scarsa corrispondenza astronomica.
Le diapositive qui inserite potranno sembrare un poco ingolfate di informazioni.
Di fatto, sono invece più informative, avendo ora indentato anche i nomi delle
stelle interessate alla verifica di quanto fu osservato allora, oltre alle
simmetrie occasionalmente osservabili (segmenti verdi) e i campioni per le
misure (segmenti rossi).
Si noti che quasi sempre mi è stato possibile identificare:
«una misura campione», che permetteva di effettuare misurazioni precise e
veloci delle distanze fra gli astri interessati, anche se vicine allo Zenit e
molto spesso:
«un preciso momento» di quando tale osservazione fu fatta e misurata.
Fatto questo, del preciso «momento» e della «precisa misura», che è
prezioso specialmente quando le misure siano riferite soprattutto alla Luna la
quale, con la sua mobilità nel cielo stellato, può presentare spesso a
posizioni ambigue per le misure che la riguardano.
Per comprendere gli sfasamenti di registrazione che furono fatti allora, riporto
qui sotto a titolo di esempio, prima le righe come furono traslate dal testo
cuneiforme da Sachs (in neretto) in merito ai giorni 19/22 e poi, in corsivo,
come ritengo che la stessa riga sia da stimare e come avrebbe dovuto essere
correttamente registrata.
I risultati li potrete analizzare con comodo per verificare le giuste
motivazioni delle differenze che ci sono e che ci saranno.
La riga finale B Obverse B5, e la B6 registrano i seguenti loghi traslati:
«GE6 19 ina ZALÁG si[n ina IGI SA]G A 1 KÙŠ 19 GU4-UD ina NIM ina RÍN 3½ KÙŠ
ár GENNA ana NIM IGI KUR 16 na-su in 17 IGI GE6 20 ina ZALÁG sin SIG LUGAL 6
SI sin i-şa ana NIM DIB GE6 21 ina ZALÁG sin ina IGI AN 1 KÙŠ».
Stimabili, a seguito di verifica astronomica (seguendo giorno Lunari da primo
dopo novilunio), così da aggiornare:
«GE6 19 *[20 lunare] ina ZALÁG si[n ina IGI SA]G A 1 KÙŠ 19 *[20 lunare]
GU4-UD ina NIM ina RÍN 3½ KÙŠ ár GENNA ana NIM IGI KUR 16 na-su in 17 IGI
GE6 20 *[21 lunare] ina ZALÁG sin SIG LUGAL 6 SI sin i-şa ana NIM DIB GE6
21 *[22 lunare] ina ZALÁG sin ina IGI AN 1 KÙŠ».
e la riga B, Obverse B7 che registra i seguenti loghi traslati:
(segue dal giorno 21 da B, rigo B6)
«[ana ŠÚ GUB ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ GE6 22 ina ZALÁG sin ina IGI GÌR
ár šá A 1 KÙŠ ina ZALÁG AN SIG GIŠ.KUN A 4 ½ KÙŠ GE6 23 ina ZALÁG sin
ina IGI DELE 2 ½ KÙŠ GE6 24 ina ZALÁG sin ina IGI SA4».
In parziale lacuna al B, rigo B8 conclude con:
«[šá ABSIN *2] ½ KÙŠ».
Stimabili, a seguito di verifica astronomica (seguendo i giorni Lunari dal primo
giorno dopo novilunio), così da aggiornare:
(segue osservazione di giorno *22 lunare)
«[ana ŠÚ GUB ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ *[GE6 22, non va qui; qui prosegue
il 22 lunare] ina ZALÁG sin ina IGI GÌR ár šá A 1 KÙŠ [è qui che inizia
il giorno GE6 22 del diario = 23 lunare] ina ZALÁG AN SIG GIŠ.KUN A 4 ½ KÙŠ
[GE6 23 sarebbe da omettere, essendo qui il proseguo di 22 = *23] ina ZALÁG sin
ina IGI DELE 2 ½ KÙŠ GE6 24 *[25 lunare; (evidentemente il giorno 24 lunare
(23 del diario) non fu osservato)] ina ZALÁG sin ina IGI SA4»
(in lacuna al B, rigo B8 conclude con: [šá ABSIN *1] ½ KÙŠ ).
Non posso vedere il LineArt. In senso astronomico in lacuna dovrebbe essere un
cubito.
Capisco che ci sia da perdere la testa, se non ci si impegna dovutamente.
Queste sono però le evidenze astronomiche che, corrispondendo fin troppo
perfettamente con quanto descritto nel diario, obbligano a considerare
plausibile l’ipotesi della confusione di sequenza per i giorni registrati nel
diario nel settimo mese (DU6) e che siano da stimare invece con gli astronomici
(giorni LUNARI) in merito alle osservazioni che furono effettivamente
effettuate.
In ordine:
- Per il giorno 20 del diario (*21 lunare), il diario registra: «ina ZALÁG sin
SIG LUGAL 6 SI sin i-şa ana NIM DIB ».
Questa osservazione è illustrata nella diapositiva_20, che dimostra il valore
effettivo delle 6 dita che suddividono ogni singolo grado dei 4 facenti parte di
un cubito.
- Per il giorno 21 del diario (*22 lunare), il diario registra: «ina ZALÁG sin
ina IGI AN 1 KÙŠ [ana ŠÚ GUB ina] IGI GIŠ.KUN A 1 KÙŠ».
Questa osservazione è illustrata in diapositiva_21 nella foto a sinistra.
L’osservazione di quel giorno 21 (22 lunare) si conclude poco dopo con questa
registrazione:
«ina ZALÁG sin ina IGI GIR ár šá A 1 KÙŠ ».
Tale osservazione è illustrata in diapositiva_22 nella foto in alto a destra.
- Per il successivo giorno 22 del diario (*23 lunare, sfasato in quanto fu dopo
l’osservazione di «ina ZALÁG sin ina IGI GIR ár šá A 1 KÙŠ» ), il
diario registra:
«ina ZALÁG AN SIG GIŠ.KUN A 4 ½ KÙŠ».
Questa osservazione è illustrata nella foto di diapositiva_21 a destra per la
misura di Marte a 18 gradi sotto il petto del Leone = alla stella della coscia
del Leone (misura nota) mentre:
«ina ZALÁG sin ina IGI DELE 2 ½ KÙŠ»
E’ invece illustrata in questa diapositiva_23 con la foto a sinistra, per la
Luna a due cubiti e mezzo o 10 gradi di fronte e sopra alle stelle della
Vergine.
- Per il giorno 24 del diario (*25 lunare), la riga termina registrando:
«GE6 24 ina ZALÁG sin ina IGI SA4 [šá ABSIN *1] ½ KÙŠ»
Quest’altra osservazione è illustrata nella successiva diapositiva_24 con
l’elaborato a sinistra.
Se siete riusciti a seguirmi, siete davvero interessati all’argomento… Ogni
tanto mi ci perdevo pure io...
Intendiamoci, in senso astronomico, di sbagliato non c’è nulla.
Resta solo l’evidente confusione che fu fatta al momento di RI-assemblare gli
appunti osservati al momento della composizione dell’intero diario
astronomico.
Io, a questo punto, posso anche capirli ….
monseppe2
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24_Lacune più facilmente comprensibili con il cubito a quattro gradi
La parte finale della parte B Obverse B7 e quella iniziale della riga Obverse
B8, registrano le osservazioni dei giorni 24 e 25 del diario (*25 e 26 Lunari).
Per la parte finale della riga B7, il valore unitario del cubito è in parte
parzialmente lacunosa; non potendo io attualmente leggerne né il LineArt né il
coccio, il valore segnato e che Sachs stima in due e mezzo mentre io qui lo
verifico in un cubito e mezzo, resta oggetto di discussione, seppure i riscontri
che illustro nell’elaborato propendano fortemente a favore del valore di [un
cubito] e mezzo.
Riscontro, usando il giusto valore del cubito, che spesso alla verifica di
quanto fu registrato nei diari astronomici, si presenta un cielo spesso
caratterizzato da «simmetrie» e «similitudini» che sono legate sia al valore
registrato e sia ai corpi celesti menzionati.
Riassumendo il giorno 24 (*25 lunare):
Al sorgere di Mercurio [5] (momento della misura), la Luna [1] era 1 cubito e
mezzo (sei gradi) sopra alla stella Spica [2] della Vergine (ina IGI SA4 šá
ABSIN).
Era pure (misura multipla?) di fronte alla stella Heze [3] a est e sopra di essa
la stella Zavijah [4] era in verticale, sempre di fronte (a Ovest della Luna),
era con la stessa misura (vedi segmenti verdi).
Saturno [9], sopra a Mercurio [5] e sotto la stella Spica [2], era bilanciato in
verticale con la Omicron Vir. [8] e con la k Virginis (vedi cerchietti rossi).
Il giorno 24 (*25 Lunare), il pianeta Mercurio [3] sorgeva stando bilanciato
orizzontalmente con la stella Alfa2 Lib. Zuben Elgenubi [1] (vedi la piccola
foto inserita in quella in alto a destra).
Non era quindi ancora «entrato» nella Bilancia riferita da tale stella e nel
reperto non è registrato come «bilanciato (LAL)»
La misura era però ingannevole, essendo di due gradi (mezzo cubito) ma seppure
accettabile, non era «precisa» come sono ormai abituato a costatare nelle
verifiche finora fatte; aveva una tolleranza angolare di 8 minuti di grado (meno
di un dito!) in più fra Mercurio e la stella.
A occhio nudo, non era immediato determinare se proprio in quel momento Mercurio
stesse entrando dentro la Libra (ovvero se sorgesse dopo di essa o meno).
Il successivo giorno, il 25 del diario (*26 Lunare), invece, Mercurio [1] sorse
decisamente dopo la stella Zuben Elgenubi [2] della Bilancia (Vedi il tratto
verde sopra a quello arancione della misura del raggio), mentre la distanza «angolare»
con la stella Alfa2 Lib. Zuben Elgenubi [1] era ora più «precisa» misurandosi
in due gradi da Mercurio [1] (per i pignoli: con solo 3 minuti di grado misurati
in più).
Quest’osservazione inerente a Mercurio, fu registrata nella parte B, Obverse
B8 come segue: «GE6 25 ina ZALÁG GU4-UD e RÍN šá ULU ½ KÙŠ».
Trovo confermato con questa verifica, il valore del cubito in 4 gradi unitari.
Infatti, la misura che ha come soggetto un pianeta, seppure abbastanza mobile
come Mercurio, non consente facilmente misurazioni ambigue che possano
presentarsi a diversi orari di misurazione, essendo il tempo di presenza dello
stesso pianeta quasi sempre molto ridotto, trovandosi Mercurio spesso vicino al
sole.
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25_Il cubito a quattro gradi aiuta a leggere correttamente le righe del
diario.
Per questa verifica, è stato particolarmente necessario comprendere bene ciò
che la riga di fatto registrava; (fare attenzione alla punteggiatura nella
traduzione, per capire ciò che videro e misurarono.
Riguardo al 26° giorno del diario (27° lunare) la riga registra:
«GE6 26 ina ZALÁG sin ina IGI RÍN šá ULU 2 KÙŠ ina IGI GU4-UD 2 KÙŠ SIG
GENNA 1½ KÙŠ sin ½ KÙŠ ana NIM DIB»
Qui sotto, ho separato in capolinea i tratti osservati.
GE6 26 ina ZALÁG sin ina IGI RÍN šá ULU
«Notte del giorno 26esimo (27° lunare), ultima parte della notte, la Luna di
fronte a (α2 Alpha2) Zuben Elgenubi»
il riferimento è qui in senso generale riferito all’intera costellazione,
appunto stimandolo al sorgere di Zuben Elschemali.
2 KÙŠ ina IGI
"2 cubiti (8 gradi Luna in «[ka-bar]») opposta (fra k Vir. e β Lib.
Zuben Elschemali e alla vista di) Mercurio"
GU4-UD 2 KÙŠ SIG GENNA 1½ KÙŠ.
"Mercurio (che era) 2 cubiti (otto gradi) sotto Saturno; (stando, sempre
Mercurio) 1½ cubito (sei gradi alto su orizzonte visibile al sorgere di
Brachium [6])".
sin ½ KÙŠ ana NIM DIB.
"Luna ½ cubito (2 gradi) entra (in zona confinaria) incrociando a Est (i
pianeti)".
Applicando i valori registrati (e la regola che il cubito misuri 4 gradi), la
verifica astronomica del cielo registrato per quel giorno nel diario sortisce
una precisione indiscutibile nelle distanze interstellari elaborate nella
diapositiva.
Le misure applicate agli elaborati, sono quelle riferite nel reperto, e misurate
con un cubito di 4 gradi.
Si noti che nella foto 1, la Luna non era «perfettamente» toccata nel suo
bordo dalle linee celeste tratteggiata e verde che collegano gli astri intorno
ad essa al sorgere di α (Alpha) Lib prima e β (Beta) Lib dopo.
Al momento del sorgere della stella (Sigma Lib) Brachium [6] o venti minuti dopo
invece, (vedi foto 3) il bordo lunare è letteralmente «imprigionato» dalle
linee celeste tratteggiata e verde, appunto come se la Luna stesse incrociando o
superando quello specifico punto confinante per le due costellazioni, la Vergine
e la Bilancia e la linea (segmento verde) di congiunzione Saturno [5] e Zuben
Elschemali [3].
In quel preciso momento, Mercurio era alto su orizzonte visibile un cubito e
mezzo (6 gradi) mentre la Luna era a Est della linea di congiunzione (segmento
arancione in foto 4) fra Saturno e Mercurio
In questo modo, in senso astronomico, la posizione della Luna fu indentata da
riferimenti stellari e planetari così specifici, tali da renderne la posizione
assolutamente certa e ben definita.
In foto 4 poi, tale posizione è confermata, mentre la luna è «intrappolata»
nei segmenti (celeste tratteggiato e verde) a riferimento stellare, pure dalla
sua distanza dal riferimento planetario che era fra Mercurio e Saturno, con
mezzo cubito (due gradi) e a Est di essi.
Per comprendere meglio cosa videro, vedere il particolare ingrandito nella
successiva diapositiva_26.
Il riferimento «apparente» che la Luna sia pure a un grado (mezzo cubito di
due gradi) di fronte a Mercurio, oltre a non corrispondere preciso con
RedShift6, non sarebbe sostenuto dal resto dell’informazione di «Luna che
incrocia a Est» e, riducendo a metà le altre misure già riferite, non si
trovano più tutti i riferimenti qui illustrati col cubito di quattro gradi.
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26_Incredibili "precisioni" sortite con il cubito a quattro gradi-Ingrandimento.
Il nome della stella riferita nel reperto con i loghi: «RÍN šá ULU»
riferisce certamente la principale stella rappresentante della costellazione
della Bilancia (che Sachs identifica con Zuben Elgenubi) e identifica la Luna
essere di fronte o davanti (ina IGI) ad essa, non è però escluso che possa
riferire anche la stella Brachium che appunto è nella parte più verso Sud
(ULU) anche in riferimento a Zuben Elgenubi della Bilancia.
Poiché i loghi «2 KÙŠ ina IGI» sono riferiti subito dopo a «sin ina IGI RÍN
šá ULU», la ripetizione di «ina IGI» fu evidentemente riferibile ad altro;
appunto alla «sottointesa [RÍN šá SI]» o Zuben Elschemali, che era
parimenti distante dalla Luna come lo era la stella della Vergine k Vir. [4],
nella misura riferita di otto gradi o due cubiti.
In questa formazione (vedi diapositiva_25, la foto 1), la Luna era in quello che
nel Vat 4956) i babilonesi definivano un «ka-bar» (bocca aperta, >) che
vedeva con la stessa unica misura riferita di 2 cubiti (otto gradi) due opposti
astri (due stelle, in questo caso) riferiti alla Luna [1] che in questo caso ne
era il centro del vertice.
La precisa corrispondenza di due cubiti = otto gradi per la Luna rispetto a
Zuben Elschemali [3] e dalla Luna alla stella k Vir, rendono probante e
ragionevole questa interpretazione.
Il «motivo», fu quello di indentare la precisa posizione della luna rispetto
alle stelle di due diverse costellazioni, la Vergine e la Libra o Bilancia.
La posizione della Luna, che col suo bordo era nel frattempo in contatto con la
linea confinaria delle due costellazioni (la linea tratteggiata celeste),
evidenzia come probabile una tale osservazione.
Per i babilonesi, determinare con precisione il «passaggio» della Luna (sin,
una divinità per loro) da una costellazione a un’altra era importante, non
tanto i senso astronomico, quanto in senso astrologico.
Spesso, dal cielo osservato, «i saggi di corte» dovevano trarre dei vaticini
per il re.
Di seguito, è registrato: «GU4-UD 2 KÙŠ SIG GENNA 1½ KÙŠ» ovvero. «Mercurio
2 cubiti sotto Saturno; 1 cubito e mezzo (era alto)».
La distanza (angolare) di Mercurio a otto gradi (due cubiti) precisi sotto
Saturno, corrisponde fin troppo bene per poterla ignorare.
Questa misura fu fatta circa 20 minuti dopo il sorgere della Zuben Elschemali, o
proprio mentre sorgeva la simile, per nome, stella a Sud della Bilancia «RÍN
šá ULU o Brachium»; in quel momento, Mercurio era alto proprio sei gradi
misurati con un cubito e mezzo.
Dopo aver considera queste misure, tornando a porre come soggetto la Luna, è
registrato: «sin ½ KÙŠ ana NIM DIB», ovvero:
«La Luna mezzo cubito entra a Est incrociando (o sorpassando)».
Avendo appena riferito dei due pianeti Mercurio e Saturno, essere distanti fra
loro con due cubiti, diventa ovvia la «linea (immaginaria)» di congiunzione
che era misurata distante dalla Luna.
La Luna era proprio di fronte e ad Est di tale linea nella misura di 2 gradi o
mezzo cubito (vedi foto grande qui sopra, il segmento giallo).
«ana» suggerisce il senso di «sopra o alto» (ECLS) e Sachs ne traduce anche
il senso di «Est», legato al suo altro significato di «sorgere».
Queste mie particolari verifiche, seppure a volte non riferite (ma sottointese)
nel reperto, semplicemente confermano o rafforzano, rendendo maggiormente
probante, il quadro astrale osservato che è qui ricostruito astronomicamente
seguendo le informazioni che sono nel diario e… con l’ausilio della reale
misura del cubito che è appunto di 4 gradi.
Non credo che con una verifica basata su un cubito di due gradi, pur essendo lo
stesso cielo astrale in quel giorno, si possano costatare le stesse precise e
numerose concordanze qui chiaramente presentate.
Non è la sola volta, infatti, che la Luna è osservata con riferimenti a
specifici «incroci o sorpassi (DIB)».
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27_In situazioni "ambigue", il cubito a quattro gradi è sempre più
preciso.
Nella diapositiva è mostrato come spesso, apparentemente, un «simile»
risultato che si può elaborare (Mercurio a 6 gradi e 20’ da Zuben
Elschemali), possa trarre in inganno.
In realtà, pare che l’astronomo dicesse solo che: «Mercurio» era «sotto
(SIG)» la stella Zuben Elschemali, mentre la misura di 3 cubiti = 12 gradi la
stava riferendo in modo sottointeso al sovrastante Saturno.
Seppure non sia citato, Saturno era ovvio come posizione essendo stato già
misurato pure il giorno 26 del diario (27 lunare, vedi diapositive _24 e 25),
pertanto non può essere negato in questo contesto.
I Loghi che registrano quest’osservazione del 29° giorno (30° lunare) DU6
del 198bc al rigo B, Obverse B9 sono i seguenti:
«GE6 29 ina ZALÁG GU4-UD SIG RÍN šá SI 3 KÚŠ».
Certamente qui è confermato lo «slittamento» fra giorni registrati nel diario
e giorni lunari effettivamente osservati che esiste per tutto il settimo mese
DU6 .
Lo evidenziano le due foto in basso che illustrano la posizione di Mercurio nei
due giorni precedenti a quello registrato nel diario (29° giorno) ed elaborato
come 30° giorno lunare.
Solo nel trentesimo giorno lunare, Mercurio è ben definito «sotto (SIG)» la
stella Zuben Elschemali della Bilancia.
«Curiosamente» ma forse neppure solo casuale, in quello «specifico» giorno
trentesimo lunare, Mercurio era nella sua Massima elongazione Est (era alla sua
massima luminosità), come illustra la locandina inserita.
Perché è ragionevole dedurre che la misura di tre cubiti da Zuben Elschemali
(RÍN šá SI) fosse riferita a Saturno?
Per il fatto che in tal modo l’astronomo avrebbe ricordato che il pianeta
Saturno stava «uscendo in quei giorni» dalla Costellazione della Vergine (vedi
segmento verde).
Saturno (che ha un lento movimento), il giorno precedente era ancora «ben
dietro» (per il suo lento movimento) alla stella Rijl Al Awwa [3] che indenta
il confine della costellazione della Vergine (vedi la foto piccola a destra che
illustra il giorno 28 del diario = 29° lunare).
Nella foto grande, nel 29° giorno (30° lunare) il pianeta Saturno è invece in
posizione tale che si possa definire che: «stava uscendo dalla costellazione
della Vergine».
Sembra pertanto opportuno tradurre le riga traslata sopra come segue:
«Notte del 29, nell’ultima parte della notte, Mercurio è sotto Zuben
Elschemali (che era) 3 cubiti ([(sotto) Saturno])».
Con queste misure, l’astronomo poteva prevedere che nove giorni dopo il
pianeta Mercurio sarebbe entrato nella costellazione dello Scorpione; infatti,
al rigo B, Obverse B15, lo menziona poi durante il giorno 16 APIN (VIII mese),
quando lo registra con 3 cubiti (12 gradi) nello Scorpione, già verificato e
illustrato in diapositiva_7.
La tolleranza di circa un dito per Zuben Elschemali con Saturno, è ben
giustificata dalla mancanza di un riferimento di campione, in quanto essendo le
misure a livello dell’orizzonte visibile, esse corrispondono con buona
precisione anche con noni o righelli graduati di riferimento a suddivisione in
gradi tarati su orizzonte visibile.
Certo, si potrebbe usare la situazione ambigua, e anche dire che Mercurio era
opposto, di fronte o alla vista della stella (ignorando che il logo specificato
è «SIG»), con quasi esatti 3 cubiti di due gradi (o appunto, 6 gradi e 20’)
quadruplicando, in rapporto, la tolleranza in più della misura; devo però
ricordare che già il cubito stesso basato sulla Rho Leo, non dovrebbe misurare
2 gradi tondi come evidenziato in questa relazione in quanto dovrebbe misurare
esatti 1 grado e 24’.
Misurati col cubito campionato astronomicamente sulla stella Rho Leo e sulla
stella Regolo, i tre cubiti qui riferiti misurerebbero una distanza angolare di
4 gradi e 51 primi e non «sei gradi»… Viva la «tolleranza»!
A chi gradisce approssimazioni come queste lascio questa libera scelta, pure di
fronte alle evidenze fin qui mostrate; (io non mi accontento, invece).
Fine?
Per questo diario del 198bc sì, in quanto per i mesi IX, X, XI e XII purtroppo,
non ho la possibilità di consultare né il LineArt né il traslato in quanto
nel sito www.caeno.org
sono messi a disposizione solo i mesi sette e otto come traslazione tradotta;
gli altri mesi sono solo con traduzione in inglese. Senza tali informazioni
(almeno del «traslato»), non potrei fare accurate verifiche astronomiche.
Un esempio per tutti: al rigo B, Obverse B16 del mese di APIN, i loghi che
registrano «la piccola stella che 4 cubiti è dietro al re» sono riportati da
Sachs, in traduzione, semplicemente con il nome di una stella: la «Rho Leo».
Con le verifiche sul 198bc fatte finora, credo ci siano già sufficienti ed
esaustivi esempi che, per la misura del cubito, pur nella sua possibile ambiguità
con un valore di due gradi riferiti alla luna specialmente, in effetti:
«sia da considerare ben valida la reale misura di 4 gradi per ogni cubito
astronomico babilonese».
Ultime fatiche: seguiranno alcune altre informazioni relative cubito tramite
verifiche estrapolate dal BM 33066 noto come «Strassmaier Cambyses n° 400 (o
BM 33066)», e dal diario più vecchio, quello osservato sotto egemonia Assira,
nel 653bc.
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28_BM33066_(Cambise 400) e cubito a quattro
gradi
Premessa sul BM 33066.
Dal Vat 4956 del 587bc al BM 33066 del 523bc intercorrono 64 anni.
Nel frattempo, il governo di Babilonia da egemonia caldea passò ad egemonia
Medo-Persiana.
I «saggi» o astronomi che contribuirono alla stesura del VAT 4956, se erano
adulti, nel settimo anno di Cambise potevano essere ormai morti o quasi
certamente furono sostituiti da altri astronomi probabilmente persiani.
Questo «cambio» di gestione del cielo osservato evidentemente creò un momento
non del tutto chiaro in senso di organizzazione delle informazioni astronomiche.
Il noto «Strassmaier Cambise n° 400 o BM 33066» ne è un’evidente
testimonianza.
Oltre al cambio della tecnica d’incisione dei loghi cuneiformi, cambiarono
facilmente anche i valori o l’interesse dato agli astri osservati che mostrano
in tale diario una tendenza più che altro di «catalogo» piuttosto che di
particolare posizione astronomica degli astri stessi, come si evince dalla parte
Obverse del diario BM 33066.
Mentre nel VAT 4956 ogni riga lunga separava inequivocabilmente un mese lunare
osservato dall’altro, nel BM 33066 tali suddivisioni sembrano fatte in modo
evidentemente disordinato e non sequenziale in ordine di tempo.
Ciò rende estremamente più difficile oggi interpretare il «reale» cielo
osservato rispetto al tempo registrato nel reperto.
Se a questo si aggiunge l’errata misurazione di un cubito in due gradi in
luogo di quattro, tali incoerenze trovano difficilissima soluzione.
Persone incompetenti (sono costretto a dirlo) hanno usato questa circostanza per
denigrare o rendere privo di affidabilità l’intero diario astronomico BM
33066.
Mi permetto di definirli «incompetenti» in quanto non hanno evidentemente
tenuto conto dell'esegesi storica del momento e del cambio gestionale che si
stava presentando.
Mentre qui verifico alcune parti di tale diario BM 33066, devo tenere in mente e
ricordare a chi legge, che sto verificando l’effettivo valore del cubito
astronomico babilonese, e pertanto userò come di default tale valore di quattro
gradi per cubito e di 6 dita di 10 minuiti per ogni grado.
Dove io additerò tempi (giorno o mese) astronomici diversi da quelli registrati
nel BM 33066, essi saranno solo il risultato più astronomicamente logico o
compatibile che io sia risuscito a trovare in accordo con le informazioni
riferite.
Come tali pertanto li propongo, comprendendo la difficoltà di questo diario
astronomico che è la stessa per tutti.
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La riga reverse 12 del BM 33066 registra (in accadico, da Rückseite) ciò
che segue:
«šattu VII Dūzu 1 Sin 3 ammat ár(kat) GUD.UD immir * Ulūlu 24
Dil-bat E.AN ….»
Il logo immir (IGI), posto dopo «ár(kat) GUD.UD», suggerisce che «Mercurio»,
si stato «visto (IGI)» dietro alla Luna (o: Mercurio dietro ad essa visto) la
quale Luna fu misurata essere distante 12 gradi (tre cubiti di quattro gradi)
dal sole al momento del suo tramonto (Sin 3 ammat ).
Alle L.T. 17:44, a Luna tramontata, Mercurio fece la sua «prima apparizione»
essendo, appunto: «Dietro (la Luna), Mercurio visto (ár(kat) GUD.UD immir)».
D’altronde, è nel primo giorno lunare o dopo il novilunio che era uso
misurare la posizione della Luna rispetto al sole, anche se in questa
circostanza non fu usato il sistema babilonese dei «na», essendo fuorviante a
motivo dell’inclinazione dell’eclittica in quanto non avrebbe espresso la
sua reale distanza apparente dal sole, e fu pertanto misurata in cubiti.
I due particolari della Luna ingrandita sia a vista giorno che in modo astro,
illustrano bene come nel giorno 29 ottobre o successivo al primo giorno
effettivo, la falce della luna sia ben «matura» e non sia più la classica «sottile
falce della luna» che indentava (almeno per i babilonesi) l’effettivo primo
giorno del mese lunare.
La verifica di 12 gradi dei tre cubiti a 4 gradi, corrisponde molto bene a ciò
che la riga registrò in quel primo giorno; per contro, nel giorno stimato da
Sachs, il secondo (lunare) come primo (del diario), la possibile misura in
cubiti di due gradi cadauno, seppure vicina, non corrisponde bene alla
precisione che io sono ormai abituato a riscontrare con le verifiche basate
sulla misura del cubito a quattro gradi per unità (vedi foto a destra).
E non va dimenticato mai che un cubito basato su Rho Leo non misura meno di due
gradi (1 grado e 24 primi).
Nel precedente mese di Ulûlu (VI mese), il giorno 24 (mattino del 23/10/523bc)
Venere fu forse menzionato essendo a 2 cubiti e mezzo (10 gradi, ovviamente
stimati essendo in lacuna il valore) sopra a Marte; sembra però che
l’informazione fosse registrata per il fatto che «videro» una «ka-bar» di
6 gradi (o 1 cubito e mezzo) fra Saturno-Spica-Venere (solo nel giorno 24 del
mese il «ka-bar» corrisponde) mentre Venere era allineato con i sottostanti
Giove e Marte.
Lo riferisco solo come «verifica» astronomica del giorno registrato nel rigo
preso in esame: non ci sono informazioni specifiche in cubiti per essere utile
al contesto di verifica del cubito.
monseppe2
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29_un 2° giorno che fu registrato come 12° giorno nel BM 33066
Come da «premessa», devo riscontrare un probabile errore di trascrizione del
giorno osservato nella registrazione alla riga Reverse 15 del BM 33066.
Per tale motivo, metto qui questa verifica, appunto un giorno dopo il primo
appena verificato in diapositiva_28.
Tale giorno (12° registrato nella riga), infatti, fu messo in ordine anticipato
rispetto al giorno 11 seguente mentre, se doveva essere registrato come secondo
giorno (il 2), il suo ordine di registrazione risulterebbe più logico.
Applicando la misurazione con un cubito di due gradi, il giorno 10/11/523bc
(vedi foto sopra a destra) sembrerebbe corrispondere, facendo osservare Giove «AN
SAG-ME-GAR» sopra a Saturno con circa due gradi (un cubito ora accreditato)
seppure con un tolleranza di 6 dita (o mezzo grado non dimenticando mai che è
usato un valore arrotondato alla stella Rho Leo).
Il logo usato per Saturno, fu «AN GENNA».
La riga non specifica la posizione dei due pianeti nel senso di «sopra o sotto»;
li registra solo con «ina IGI», (alla vista o di fronte); il senso di «opposti»
non è significativo, data la loro vicinanza.
Perché considero valido un «secondo giorno» del VII mese DU6 a dispetto del
segno 12 evidentemente inciso sul reperto?
Per evidenze di carattere astronomico.
La configurazione celeste della posizione di pianeti Saturno, Venere, Marte e
Giove, era in quel secondo giorno abbastanza «particolare».
Saturno, Venere e Giove risultavano in congiunzione essendo quasi equidistanti
fra loro (vedi foto grande a sinistra, freccia celeste).
Venere (sottointeso, in quanto non riferito) era misurabile a mezzo cubito o due
gradi sopra a Saturno mentre era pure sulla verticale del sottostante Marte,
pure esso a distanza «angolare» di un cubito di quattro gradi sotto a Saturno;
Le tolleranze per Giove e Marte, sono di soli 15 minuti di grado sul cubito
registrato.
La scelta di questo «compromesso» di misura, non «precisissima» come sono
abituato a costatare, fu probabilmente proprio per memorizzare pure le altre
posizioni presenti in quel momento.
La posizione astrale che vedeva Venere con due gradi sopra a Saturno essere
sulla stessa verticale con il sottostante Marte, sembra confermare bene il cielo
osservato quel giorno.
Quindi, per dirla alla «babilonese» la formazione di Giove-Saturno-Marte, era
in una configurazione che essi definivano con «ka-bar (vedi relazione per il
VAT 4956)».
La misura di un cubito di quattro gradi, corrisponde «abbastanza» precisa in
senso «Angolare», e pertanto non varierebbe nel giro del poco tempo che era
fra il loro sorgere e il loro ultimo apparire.
Ritengo pertanto plausibile e giustificata l’ipotesi di un errore di
trascrizione di dodicesimo giorno contro un reale secondo giorno osservato per
il rigo reverse 15 qui esaminato.
In ordine di tempo, infatti, nove giorni dopo (vedi prossima diapositiva_30),
era l’undicesimo giorno del VII mese DU6 che fu poi registrato nel seguente
rigo Reverse 16 alla data secolare del 08/11/523bc.
Il cubito a quattro gradi ne esce ancora una volta confermato come la reale
possibile unità di misura astronomica di quel tempo.
monseppe2
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30_Un difficile "riordino" delle registrazioni delle righe del BM
33066
(Provo) a riordinare un poco le registrazioni (direi confusionarie) della parte
Reverse del BM 33066 o «Strassmaier Cambise n° 400» del 523/522bc fino a
questo punto.
*In rigo Reverse 12 è registrato il primo giorno del VII mese DU6 dell’anno
intercalato come 28 Ottobre 523bc (vedi diapositiva_28).
In tale rigo, la Luna è misurata in tre cubiti (12 gradi dal sole) invece che
con i soliti «na» a motivo dell’inclinazione dell’eclittica. Mercurio era
dietro alla Luna.
*In rigo Reverse 15 è registrato un 12° giorno del VII mese DU6 del 30 Ottobre
del 523bc. Di fatto, l’osservazione ivi registrata occorse astronomica durante
il secondo giorno del VII mese DU6: Saturno è registrato essere un cubito di
fronte a Giove (vedi diapositiva_29).
*In rigo Reverse 16 è registrato il giorno 11°, stavolta corrispondente in
senso astronomico in data 8 Novembre 523bc. Registra Venere e Marte entro i 2°
e 10’ di fronte a Giove mentre Venere incrociava (o sorpassava) la verticale
di Zuben Elgenubi proprio nell’undicesimo giorno. Tale rigo è illustrato in
questa diapositiva_30 nella foto a destra; la stella non è riferita, ma è
astronomicamente ovvia (vedi il progressivo dei giorni con i colori celeste,
verde e giallo).
*In rigo Reverse 17 è registrato un secondo giorno del mese VIII (APIN). La sua
corrispondenza astronomico può essere solo quella dello stesso 11° giorno o 8
Novembre 523bc, com’è illustrato in questa diapositiva_30 nell’elaborato a
sinistra. In tale rigo è osservato che Saturno era sopra a Venere con 8 gradi e
10’.
Lo evidenzia il fatto che con tale misura Saturno era sulla verticale di Marte e
Venere aveva appena passato verso Est la Stella Zuben Elgenubi della Bilancia.
Osservo pure una misura multipla del valore di 8° e 10’ di Venere con la
stella Rijl Al Awwa [6] della Vergine
Nelle relazioni di Sachs e di Rückseite, essi traducono i due loghi della
misura registrata al rigo 16: «II <», in «due dita».
Nel precedente rigo Reverse 14, le stesse due dita sono nello stesso modo
tradotte dai loghi: «II SI»; ciò autorizza a considerare un diverso valore
registrato, che seguendo la verifica del VAT 4956 (vedi rigo Obverse 17),
sarebbe molto più coerentemente traducibile in «2 gradi e 10’».
L’ipotesi della diversa lettura del valore segnato, corrisponde bene con la
verifica astronomica riferita a Venere che con Marte e con Saturno sono entro la
distanza di due gradi e 10’ da Giove, come illustrato nella foto a destra;
particolare idealmente confermato dal fatto che Saturno era nella stessa
verticale di Marte mentre era fra la «brillante (ZAL)» Venere e Giove (vedi
segmento verde).
Il logo «ZAL.BAT a-nu» è tradotto da Sachs e da Rückseite come «Marte».
A mio avviso, in base al senso dato da «ZAL (brillante)» seguito dal segno per
Venere, io comprenderei che: «la Brillante Venere (magnitudo -4)» e Marte «a-nu»
entravano (o diventavano) distanti entro i 2 gradi e 10’, assieme a Saturno,
con la Verticale di Giove, come illustra l’elaborato a destra per questo
giorno 11.
La misura, essendo anche verificata su Venere appena sopra la linea
dell’orizzonte, mentre Marte era in sua prima apparizione, è attendibile
nella sua precisa misurazione di 2 gradi e 10 minuti di grado fra Venere e Giove
in senso azimutale di orizzonte.
Con un cubito che misuri un valore di due gradi, mi sarebbe stato assolutamente
«impossibile» riordinare le osservazioni astronomiche con le confusionarie
registrazioni che purtroppo rilevo in questa parte del BM 33066.
Resta evidente che gli scribi o gli stessi astronomi del recente dominio
persiano non fossero all’altezza di quelli babilonesi in quanto a catalogare,
registrare e archiviare le informazioni astronomiche. Resta anche evidente però,
una precisa misurazione che trova corrispondenze astronomiche quando sia usato
un cubito che misuri quattro gradi.
Provo a riferire altre informazioni… per me, questa del cubito, è stata ed è
una vera «faticaccia».
monseppe2
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31_23° giorno del VII mese DU6 registrato in rigo reverse 13 del BM 33066
In questa diapositiva_31 è illustrato il cielo astronomico osservato durante il
23° giorno del VII mese DU6 registrato in rigo reverse 13 del BM 33066.
Misurata col cubito di 4 gradi, la Luna è posizionata da Giove (e da Saturno) a
distanza coerente col diario mediante la misura di 12 gradi (tre cubiti).
Inizialmente trovai molta difficoltà a comprendere l’effettivo cielo
osservato e registrato pure in questa riga reverse 13 del diario BM 33066 del
523bcbc.
Le informazioni da me allora esaminate, erano fornite sulla base di un cubito di
due gradi, e ciò ha reso difficile a me e pure agli addetti ai lavori il
comprendere che tramite l’unità di misura di un cubito di due gradi le già
difficili interpretazioni delle righe registrate diventavano facilmente
apparenti e grossolani errori fatti anticamente.
Nel diario del 523bc, passando da una gestione babilonese a una gestione
Persiana, certamente ci furono notevoli cambiamenti che causarono facilmente
imprecisioni in merito al diverso modo di osservare e registrare ciò che
videro; perfino il modo d’incidere i segni cuneiformi ne risentì.
La consapevolezza ormai acquisita che in realtà, il cubito astronomico
babilonese misurava un valore di quattro gradi invece che di due, mi è stata
successivamente di grande aiuto a chiarire eventuali apparenti inesattezze o ad
interpretare più correttamente ciò che in questo particolare diario fu
osservato e registrato.
Le evidenze di eventuali «misurazioni multiple», ovvero di non registrati
riferimenti ad altri astri osservati nello stesso momento, e che
circostanziamene erano distanti fra loro con la stessa misura registrata nel
reperto, oltre che essere un ausilio mnemonico per quegli antichi astronomi,
diventa oggi per me spesso una «conferma» di ciò che realmente osservarono.
La «scelta» della registrazione di un’osservazione, nel caso di occasioni di
multiple corrispondenze, era certamente voluta, e selezionata fra eventuali
altri possibili momenti osservabili; in tal modo, con la sola registrazione di
un unico valore, potevano memorizzare diverse posizioni astrali che stavano
osservando in quell’anno.
Perfino il modo di registrare le informazioni, almeno per questo periodo di
avvento Persiano, risulta molto disorganizzato, talvolta pure «confuso»; quasi
«pasticciato».
Se a tale situazione si aggiunge un metro di misura del cubito ridotto di metà
(due gradi invece di quattro gradi per cubito), allora l’affidabilità delle
informazioni registrate nel BM 33066 diventa dubbia e incerta.
Con «leggerezza», alcuni hanno usato questa circostanza per discreditare nel
web come privo di affidabilità lo stesso BM 33066, evidenziando la loro poca
conoscenza degli argomenti realmente trattati.
Non col cubito a quattro gradi, però!
Anzi, con la vera misura unitaria del cubito, si riesce ancora a fare chiarezza
e a riorganizzare nel proprio ordine e nella corretta interpretazione
praticamente tutte le informazioni di questo diario del 523bc, come qui sto
evidenziando.
Limito in questa relazione solo le verifiche della parte che io posso almeno
verificare in lettura del LineArt per i mesi VI, VII e VIII (Ulûlu, DU6 e APIN)
del diario.
Altre parti, non potendo attualmente verificarne lo scritto almeno cuneiforme o
in LineArt e traslato delle registrazioni, rimando a momento migliore, quando
potrò analizzare pure gli atri mesi.
Verificando in pari tempo di ora, ma il giorno successivo, appunto conteggiato
dal secondo giorno letto come primo giorno del mese da Sachs, al sorgere di
Antares, in ogni caso, seppure Giove sembra essere sotto o dietro alla Luna, col
cubito a due gradi, la misura non è precisa come solitamente io mostro nelle
mie verifiche.
Difetta di circa mezzo grado sui sei conteggiati dai tre cubiti a due gradi
cadauno.
Consentitemi di «preferire» la verifica presentata in questa diapositiva_31,
usando un cubito di quattro gradi.
Se è preferita per Giove una tolleranza di mezzo grado e forse quella di un
giorno in più osservato, con la stella Rho Leo a 6 gradi e 30 primi (circa) da
Regolo, allora ci saranno molte incongruenze da spiegare, e non sarò certo io a
spiegarle!
monseppe2
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32_Il "dito" a 10 minuti di grado trova il corretto mese osservato
Il mese non è il settimo registrato nel diario, ma verosimilmente si tratta del
29/30° giorno del VI mese Ulûlu, appunto la mattina prima del primo giorno
osservato la sera stessa e registrato in rigo reverse 12, il primo giorno già
illustrato in diapositiva_26.
Essendo l’osservazione mattutina di Venere effettuata nel sesto mese Ulûlu,
precedente quindi all’osservazione del primo giorno del settimo mese DU6
(fatta quindi dopo il tramonto del giorno secolare 27 Ottobre), facilmente gli
appunti relativi all’osservazione del mattino (o al secolare 28 Ottobre),
essendo passata la mezzanotte, furono attribuiti (erroneamente) allo stesso mese
che stava iniziando appunto circa 12 ore dopo; il settimo.
L’osservazione doveva essere registrata come ultimo giorno (29/30°) del sesto
mese Ulûlu.
La misura corrisponde bene solo in questa circostanza «ragionevole solo per il
mese di Ulûlu».
In ogni caso, con i 10 minuti di grado misurabili con le due dita da 5 minuti
cadauno, non si sortirebbe risultati migliori in nessun altro momento.
Decisamente i Persiani, erano meno organizzati dei babilonesi nel comporre diari
astronomici (almeno come risulta dal BM 33066); ritroveremo altre circostanze
che non possono essere (in modo astronomico) compatibili con i mesi dichiarati
nel reperto, mentre nel loro effettivo evento astronomico (verificato col cubito
a quattro gradi), si estrapolano risultati più probabili e coerenti alle
registrazioni di ciò che fu effettivamente osservato.
Nella diapositiva, ho inserito pure la foto che mostra il cielo astrale
dell'effettivo mese e giorno registrati nel diario.
E’ assolutamente evidente che il mese DU6 non sia quello registrato o
osservato nella riga reverse 14 (vedi foto al centro della diapositiva).
Non ho informazioni «complete» sul BM 33066, e pertanto queste verifiche, pur
confermando migliore la misura in quattro gradi per cubito, (per me) restano in
discussione fino a una possibile verifica completa delle informazioni di tutto
il diario da parte mia.
monseppe2
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33_Le DUE eclissi di Luna del 7° anno di Cambise II nel BM 33066.
Perché tratto qui anche le due eclissi del 523bc.
E’ vero che non hanno a che fare col «cubito» ma attestano la datazione del
reperto BM 33066 al 523bc quale settimo anno del regno di Cambise II, figlio di
Ciro il grande.
Evidenziano anche come le eclissi di Luna, sia totali sia parziali di ombra
visibili sul posto, sono regolarmente precedute da una situazione astronomica
che vede La luna essere visibile assieme al sole lungo la linea
dell’orizzonte.
Si chiamano, in termine babilonese, «DINGIR KI DINGIR IGI (un dio vede un altro
dio)» che io abbrevio con «DKD».
Per il VAT 4956, A. Sachs (e H. Hunger) stimano il fenomeno in altro modo.
Contano da tramonto del sole a tramonto della Luna le misure, solitamente in «na»
o in gradi che sono attribuite a tali fenomeni.
Nel concetto religioso o superstizioso dei babilonesi, essendo il sole «šamáš
<<» una «divinità» come lo era la luna «sin <<<», le due
divinità dovevano vedersi integralmente (l’intero disco della Luna e del
sole) durante il conteggio o misura del fenomeno.
Pertanto, era misurata piuttosto «l’altezza» che solitamente aveva la Luna
al momento che il disco solare toccava col suo bordo basso la linea
dell’orizzonte.
Il concetto di «DKD» non è relegato ai soli astri Sole e Luna.
Poteva essere stimato anche quando un’altra «divinità», un pianeta come
Venere, Marte, Giove o Saturno (meno Mercurio, il quale era quasi sempre vicino
al sole), erano osservabili allineati lungo la linea dell’orizzonte (dai
babilonesi definito «me, mi» o «ki» nel caso dei DKD) assieme alla Luna
(generalmente).
Questo DKD fra Luna e un pianeta ovviamente, non precedeva un fenomeno di
eclisse ma era per loro motivo di situazioni astrali che potevano interpretare
in senso astrologico per trarre vaticini, generalmente riferiti al re.
Nel caso del VAT 4956, stimato per il secolare 568/567bc, l’eclisse che non
era visibile da Babilonia, non poteva essere stata «preceduta» da un DKD la
sera precedente; appunto perché non fu visibile.
Il 4 Luglio del 568bc, fu però un giorno nel quale un’eclisse di luna ci fu
comunque.
Essendo il fenomeno di eclisse occorso nella notte dell’emisfero opposto, esso
fu differito di circa 12 ore prima per un osservatore che si trovava a
Babilonia.
Per tale motivo, Sachs stima la misura del DKD di rigo obverse 17 del VAT 4956
sul fare del mattino, trovando una circostanza sufficientemente accettabile per
confermare un’eclisse di luna non visibile sul posto.
Da inizio sole sorgente a luna che tramonta completa, sono conteggiabili i 30
minuti che potrebbero sembrare corrispondere con i 7° e 30’ «na» registrati
nel rigo Obverse 17 del Vat 4956.
E’ ovvio che un DKD durante il mattino, difficilmente preannuncia un’eclisse
di Luna, in quanto, o la Luna sorge già eclissata per breve tempo
(dipendentemente dalla curvatura terrestre, in quanto se sole vede luna la terra
non può fare da ombra), o non può verificassi nessuna eclisse.
Gli astronomi babilonesi potevano «attendersi» un’eclisse di Luna in quei
giorni del 568bc?
Sì, per il fatto che 177 giorni prima, nel Gennaio del 568bc, ci fu
un’eclisse parziale di ombra visibile da babilonia (L.T. 22:22, ma del giorno
7 Gennaio del 568bc); non mi risulta sia stata registrata, mentre fu registrata
quella del 8 Gennaio del 587bc, (177 giorni prima del 4 Luglio del 587bc), nella
LBAT delle eclissi di Nabucodonosor II).
Sapendo questo, gli addetti ai lavori hanno interpretato la parte lacunosa del
rigo obverse 17 per il 568bc come la registrazione di un’eclisse «attesa ma
che non si verificò».
Questa interpretazione fu però data riferendo il «successivo» modo di
identificare e registrare le eclissi non occorse che fu in opera solo dal
periodo persiano in poi, mentre per il periodo Babilonese e Assiro prima, tale
«regola» non era in uso e pertanto non sarebbe applicabile.
Lo dico, perché per il diario del 653bc (quello che riporta la battaglia di
Hiritu che è attualmente attribuito al 652bc), l’eclisse che fu riferita era
registrata in modo uguale a quella del VAT 4956, ma riferiva un’eclisse «osservata»
(fu specificata essere di fronte alla costellazione del Perseo).
In questo diario BM 33066, infatti, le due eclissi osservate (sotto la
registrazione di astronomi persiani), furono registrate con «sin AN KU10»,
mentre quella del 4 luglio dl 587bc e quella del diario del 653bc furono
registrate con: «AN KU10 sin», in quanto questo era il modo di registrare
quelle osservate almeno fino al diario VAT 4956 del 587bc.
Il DKD del 587bc registrato nel VAT 4956 al rigo Obverse 17, fu un poco
fuorviante (per questo non fu immediatamente riscontrato correttamente) in
quanto non era riferito a Sole con Luna, ma a Luna con Saturno, che era oggetto
speciale di osservazione in quell’anno.
Non fu riferito (o registrato nel diario) il DKD fra sole e Luna, in quanto esso
occorse poco prima, sul finire del 14° giorno, quando il sole alle L.T. 19:08,
toccando l’orizzonte visibile, vedeva la luna alta due gradi (o 3 na pari a 12
minuti, seguendo l’eclittica) dal suo bordo inferiore alla linea
dell’orizzonte visibile dalla torre di Babilonia.
Da quell’esatto momento, dopo il tramonto del sole che segnava l’inizio del
15° giorno di quel mese lunare di quel 587bc, mezz’ora dopo, Saturno era in
sua prima visibilità mentre la luna a Est era alta dei 7 gradi e 30’
registrati nel reperto (L.T. 19:38).
Sarà un caso ma non lo credo, dal punto di vista astronomico, al tramonto del
pianeta Saturno, la stella Enif del Pegaso era alta appunto circa otto gradi
(misura simile); la stessa altezza che aveva la stella Regolo del leone che era
in prima apparizione mentre Saturno stava tramontando.
Ritegno che l’astronomo volesse ricordare proprio queste informazioni con la
registrazione del DKD fra la Luna e Saturno.
Quasi esattamente un Bēru, o due ore dopo la Luna alta 7 gradi e trenta,
alle L.T. 21:37 era il primo contatto di ombra per la Luna.
Non credo che sia un caso.
E’ vero. Il «Bēru» non è leggibile nella parte lacunosa, ma io non lo
escluderei.
Pertanto, due eclissi di luna del 523bc sono incontestabili e certe.
Con tutte queste verifiche si evidenzia che il diario astronomico BM 33066,
quando verificato con il cubito di quattro gradi, mostra di essere molto
informativo e astronomicamente accurato; a dispetto dei pasticci fatti poi dagli
scribi persiani che composero il diario completo durante la registrazione dei
giorni osservati per i singoli fenomeni.
Coloro che vorrebbero mettere da parte lo «Strassmaier Cambise n° 400» o BM
33066, additandolo come inaffidabile e non utile, farebbero bene a ripassare le
loro nozioni di astronomia e di esegesi del periodo che stavano criticando
negativamente.
monseppe2
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34_L'eclisse di Luna "osservata" nel
653bc e registata nel BM 32312
Premessa per il BM 32312.
Questa parte della relazione è per me da farsi di fronte a limitatissime
informazioni documentali.
Del reperto astronomico BM 32312, ho solo una parte parziale frontale (col. iii
e iv ) rappresentata in LineArt, ma su di essa Sachs o chi per lui, ha posto la
foto dell’omonima parte in coccio impedendone a me a ad altri la lettura di
tutta la parte centrale.
Della parte retro che registra le col. i e ii, non ho nessuna rappresentazione
in LineArt che mi aiuterebbe a verificare o comprendere meglio i loghi traslati.
Pertanto devo attenermi a ciò che mi è stato messo a disposizione in rete, in
quanto dalle foto del coccio è quasi impossibile anche solo tentare una lettura
dei segni cuneiformi direttamente incisi.
Gli astronomi sotto il periodo assiro (669bc-647bc) non suddividevano i mesi
osservati come fu fatto poi per il VAT 4956, separandoli con una lunga linea
orizzontale.
Forse separavano solo argomenti separati, aggiuntivi (colonna ii e iii).
Le stesse informazioni dei mesi osservati o dell’anno del re, non sono
presenti in questo diario e pure l’ordine dei giorni osservati deve essere
valutato con molta attenzione.
Farò ciò che posso per capire ciò che fu realmente osservato e «quando» fu
osservato.
Esiste però un riferimento documentale molto importante.
La registrazione della battaglia di Hiritu che è attualmente accreditata per il
secolare 652bc in occasione del 27° giorno del XII mese (Addaru) del 16° anno
di regno su Babilonia per il fratello di Assurbanipal Šamáš–šuma-ukin.
Da informazioni storiche della Bibbia, e dalle verifiche finora eseguite, devo
però stimare a un anno addietro il 16° anno di Šamáš–šuma-ukin
indentandolo con il secolare 653bc, come potete controllare nella «cronologia
dei regni» da me ricostruita in accordo con le informazioni storiche della
Bibbia.
«premesso questo», presento qui i risultati della mia verifica.
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Devo tenere conto del fatto che a volte la luna, quando è riferita come «divinità»,
possa essere indicata nei diari astronomici col solo segno divino di «AN»
(Vedi VAT 4956 Rigo Obverse 10).
Durante le eclissi, per esempio, durante i DKD, «AN» è l’appellativo che
sta per la LUNA (come pure per il Sole); «AN (Luna) KI (area divina) AN (Sole)
IGI (opposti, si vedono)».
Ciò può portare incertezza nel definire se ci si stia riferendo al nostro
satellite o al pianeta Marte, pure lui brevemente registrato con «AN o A-NU».
Devo quindi verificare possibilmente una sicura posizione di Marte con le
informazioni del BM 32312, in quanto in un anno (dal 652bc attualmente
accreditato, al 653bc qui verificato) il pianeta si sfasa di circa 160 gradi.
Pertanto è necessario che almeno un’osservazione registrata possa
corrispondere (bene) a AN = Marte riferito con qualche stella o almeno a una
specifica costellazione.
Inoltre, mancando nel diario specifici rifermenti a mesi osservati o ad anno del
re, diventa necessario capire quali siano i mesi osservati, se includano un
intero anno secolare (lunare in questo caso), o se siano stati osservati solo
alcuni mesi consecutivi.
Come posso identificare intanto, (fra un 652bc e un 653bc) quale anno di
riferimento astronomico: «sicuro» sia applicabile per questo diario?
Comincio con l’informazione che è nel diario BM 32312 alla col. I rigo 6,
dov’è riferito un DKD del 14° giorno seguito da un’eclisse di Luna «osservata»
nel 15° giorno.
In Col. i rigo 6 ne fu osservato il suo DKD precursore: «14 DINGIR KI DINGIR
{X} IGI» Letterale: (giorno 14, un dio su orizzonte un dio vede).
In col. ii, righe 1-3, è poi riferita l’osservazione di un’eclisse di Luna
nel 15° giorno: «SI GIN 15 ┌AN┐ K[U10 (sin)…]» (Corna indicano,
giorno 15 eclisse [Luna]).
La riga 2 di col ii, riferisce che tale eclisse occorse «MUL ŠU-GI IGI» (Di
fronte o opposta al «Vegliardo», la costellazione del Perseo).
E in col. ii rigo 3 specifica che «ana ULU GAR» (si oscura al SUD).
Nel 652bc, attualmente stimato e accreditato come anno di osservazione di questo
diario, il giorno 7 Gennaio verso le ore 09:30, occorse un’eclisse di Luna
Totale di ombra, ma non fu visibile da Babilonia per via dell’orario (La luna
era già tramontata quando poi fu eclissata).
177 giorni dopo, il 2 Luglio del 652bc, ci fu la sua «sorella» (distante sei
mesi lunari); anch’essa «totale di ombra» ma che si completava verso le
17:00 durante la luce del giorno e, al suo sorgere, la luna non era più
eclissata.
Conclusione:
nel 652bc non ci furono eclissi di luna osservabili da Babilonia.
Già questa semplice verifica, escluderebbe, in senso astronomico, il secolare
652bc dall’essere affidabilmente stimato come anno di osservazione del BM
32312.
Che vi siano evidenti incertezze e difficoltà per l’assegnazione dell’anno
osservato da attribuire al BM 32312, lo dimostra pure lo stesso commento di
Sachs che, tradotto, afferma:
«Le evidenze astronomiche supporterebbero le date attribuite in iscrizione, ma
la datazione della tavoletta sarebbe molto difficoltosa e poco persuasiva senza
il collegamento storico scoperto nelle Cronache Neo-Babilonesi» (Astronomical
Diaries 652bc to 262bc).
In questa diapositiva_34, nella foto lunga in alto, è illustrata
l’osservazione dei DKD, stimato come ho già riscontrato essere ben
corrispondente con altri diari astronomici da me esaminati.
I due astri, Sole e Luna, dovevano essere integralmente visibili mentre era
effettuata la loro misurazione registrata come (na o come gradi), come
suggerisce pure la loro definizione di «DINGIR KI DINGIR IGI (che io abbrevio
in DKD e che letteralmente traduce: dio orizzonte dio vede (in opposizione)».
In Col. i rigo 6 del BM 32312 per il quattordicesimo giorno è registrato uno di
questi DKD; in questi casi era misurata l’altezza della Luna (dal suo bordo
basso) mentre il sole (osservabile direttamente mentre sta per tramontare) col
suo bordo basso del disco toccava l’orizzonte visibile dalla torre di
Babilonia.
Dal momento che sarebbe già in dubbio il secolare 652bc a motivo delle eclissi
non visibili da Babilonia, verifico in senso astronomico al secolare 653bc la
registrazione di questo DKD del 14° giorno (com’è anche suggerito dalle
informazioni storiche della bibbia).
Nella foto lunga in alto, è illustrato ciò che RedShift6 mi elabora per il 14°
giorno del mese XI (ZIZ o Šabatu) del 653bc appena riferito.
Un 14° giorno alla data del 19 Gennaio, rispetto a un anno che abbia la luna in
sincrono col sole, mostrerebbe un ritardo di circa 11 giorni. Certamente,
quell’anno, avrebbe dovuto avere, dopo il suo XII mese, un mese intercalare
inserito o aggiunto.
La Luna, al momento che il Sole toccava col suo bordo basso la linea
dell’orizzonte visibile da Babilonia, era alta quattro gradi (pari a 23 minuti
«na») dal suo bordo basso rispetto all’orizzonte visibile.
Nel reperto non sono riferite le misure ({X}), e pertanto queste sono solo «calcolate»,
ma esatte in senso astronomico; il DKD preannunciante l’eclisse che sarebbe
seguita durante un 15° giorno di quel mese era osservabile e corrisponde bene
al rigo registrato.
L’eclisse di luna del 15° giorno (18/19-01-653bc) registrata in Col. ii righe
1-3, illustrata nella foto grande, raggiunse la sua massima copertura di ombra
mentre la Luna era sulla verticale 180° del SUD e mentre la costellazione del
Perseo, che a Nord Ovest era interamente visibile di fronte ad essa, stava per
iniziare a tramontare (vedi costellazione del Perseo cerchiata in verde).
Questo primo riferimento astronomico di conferma è trovato corrispondente per
il 653bc.
Giorno 14° il DKD e giorno 15° Eclisse che si completa alla presenza del
Vegliardo (il Perseo) mentre la Luna è a SUD.
Le informazioni astronomiche che seguono, in Col. i, rigo 7 e 8, suggeriscono
che le due righe furono inserite in modo non ordinato; esse riferiscono:
(Rigo 7): «GU4-UD ina NIM ár MUL KUN-ME ŠÙ» traducibile in: (Mercurio a Est
dietro ai Pesci (Rondine) a Ovest).
(E rigo 8): «ù SAG-UŠ ár MUL KUN-ME ŠÙ U4-ME ŠÙ-ME NU PAP»
Traducibile in: (10 (< = ù) Saturno dietro ai Pesci a Ovest. In quei giorni
piovosi, non potei misurare altro».
Le righe sono senza nessun riferimento specifico al giorno osservato.
Ci sono validi motivi «astronomici» per ritenere che il mese osservato in
quelle due righe fosse il seguente XII mese Addaru ordinario.
In quel mese, evidentemente, non poterono osservare molto essendo stato forse
molto piovoso, come suggerisce la fine della riga 8 con «U4-ME ŠÙ-ME NU PAP».
Nella prossima diapositiva ne sarà mostrato l’elaborato che illustra le
posiziono astrali di Saturno e Mercurio rispetto alla costellazione dei Pesci;
(qui è intesa l’intera «Rondine»).
Sono circostanze che possono ingannare, certo, ma non trovano buona
corrispondenza come la troverebbero con il secolare 653bc sopra verificato.
Pertanto la verifica che segue i tempi storici suggeriti dalla Bibbia ne esce
decisamente più attendibile:
Il 653bc, in Gennaio/Febbraio sarebbe ancora il 16° anno del re Šamáš-šuma-ukin
(vedi cronologia dei regni ripristinata) e il BM 86379 al rigo 14 riferisce nel
suo 16° anno di regno quella stessa battaglia di Hiritu che è pure riferita in
questo BM 32312 in Col. iv al rigo 18, il quale anno secolare 653bc è qui stato
verificato pure in senso astronomico con un’eclisse di Luna e con un
riferimento in 2 cubiti (di quattro gradi) relativo a Luna in Libra (più
avanti).
monseppe2
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35_Indentato un rigo registrato con un mese precedente a quello osservato.
In diapositiva sono elaborate le informazioni astronomiche di righe 7 e 8 di
Colonna i.
Stando all’ultimo riferimento di giorno in riga 6, dovrebbero riferire
un’osservazione successiva al DKD del 14° giorno e successiva
all’osservazione dell’eclisse di Luna del 15° giorno.
Essendo poi in rigo 9 riferito un 17° giorno, la registrazione avrebbe dovuto
riferissi per forza a un 16° giorno, appunto dopo l’eclisse di Luna.
In senso astronomico, ciò non è possibile nel 653bc in quanto Mercurio sarebbe
riferito osservato a Est (ŠÚ con (!) di Sachs) dei Pesci e in quel giorno
Mercurio era visibile verso l’alba a Est solo vicino a Secunda Giedi del
Capricorno, mentre dopo il tramonto a Ovest, Saturno era osservabile fra i Pesci
e l’Ariete.
Le righe, invece, registrano Mercurio e Saturno come segue:
Rigo 7: «GU4 ina NIM ár MUL KUN-ME ŠÚ (Sachs aggiunge un (!))»
Rigo 8: «ù (< = 10) SAG-UŠ ár MUL KUN-ME ŠÚ U4-ME ŠÚ-ME NU PAP».
Traducibili in:
«Mercurio a Est dietro ai Pesci (o Rondine) a Ovest (osservato). 10 gradi
Saturno dietro ai Pesci (e a Mercurio) a Ovest. In quei giorni piovosi, non
misurai altro».
Che le due righe qui citate siano fuori posto, lo evidenzia la frase finale.
Dopo di esse, l’astronomo dichiara che in quei giorni non misurò altro,
mentre in rigo seguente 9 riferisce seguenti i giorni da 17° fino a 25°
giorno.
Mi direte che sto osservando il 653bc e non il 652bc!... Vero.
Verifico per voi quindi, in pari tempo osservato, (o sedicesimo giorno del XI
mese ZIZ) ma del 652bc.
In data: L.T. 06 Febbraio del 652bc, Mercurio (osservato a «OVEST») ha la su
ultima visibilità nei Pesci, 20 gradi sotto e a «Ovest» della stella nu-nu,
mentre «Saturno» non è «dietro ai Pesci», ma dietro all’Ariete,
tramontando mezz’ora «dopo» la stella Hamal.
No, Non stavano osservando il secolare 652bc!
Alla data da me verificata nel «mese» successivo all’eclisse, o nel XII
Addaru «regolare», Saturno, nel 22° giorno di quel mese (non riferito come
mese e come giorno nel diario), è osservabile essere, come illustra la
diapositiva, che «sta entrando» in Ariete stando quindi «dietro» ai Pesci, a
10 gradi sopra o «dietro» a Mercurio, mentre entrambi sono osservabili «dietro
a Pesci» e «a est dei Pesci» in osservazione a «Ovest».
Devo quindi stimare che l’osservazione delle righe 7 e 8 di Colonna i del BM
32312 furono osservate nel 22° giorno del XII mese di Addaru regolare del
653bc; poco più di un mese «dopo» l’eclisse di Luna del mese di Gennaio.
Furono però inserite in modo erroneo in quella posizione che non ha coerenza
astronomica con gli altri eventi registrati precedentemente.
Nota bene.
Anche le righe di Colonna i da 9 a 12 del BM 32312 sono certamente fuori posto
in ordine di inserimento e forse pure di tempo… potrebbero addirittura
riferirsi a un’osservazione, neppure ben definibile, del successivo anno
652bc.
Marte in Scorpione poteva essere solo nel 652bc in quel periodo, ma la sua
definizione sarebbe tutt’altro che ben definibile se stimata nel 653bc con lo
Scorpione.
In questo caso, non riesco neppure a posizionarlo bene seguendo gli scarsi
riferimenti registrati nel reperto.
In ogni caso, se è riferita a Marte, sarebbe un’informazione astronomica
relativa al 17° anno del re Šamáš e comunque postuma all’informazione
storica della battaglia di Hiritu registrata nel BM 32312.
Che le righe di Colonna i, 9 a 12 siano fuori posto, lo evidenziano pure le
successive righe che tornano a registrare per i giorni 20 e 21 dei giorni
piovosi e dal [22 (non riferito)] la possibile osservazione della Luna a 2
cubiti (otto gradi) di fronte alla stella Brachium, che è la stella che è 15
gradi dallo Scorpione (la stella Graffias); presumibilmente pertanto, tale
evento sarebbe relativo allo stesso mese dell’eclisse di Luna sei giorni dopo
tale evento, e che illustro nella prossima diapositiva_36.
monseppe2
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36_indentata la posizione della luna sei giorni dopo l'eclisse del 653bc
Questa diapositiva_36, corrisponde abbastanza bene con le informazioni relative
alla luna e alla costellazione della Bilancia (Libra).
Il giorno 22, il sesto giorno dopo l’eclisse, la Luna [1] (il satellite non è
riferito nel reperto, mentre il giorno è logicamente il seguente il 21°
registrato) è misurabile essere a due cubiti (otto gradi) dalla stella Brachium
[2] della Bilancia, che è 15 gradi dalla stella dello Scorpione (Graffias [3]);
per questo evento fu registrato:
In Col. i, rigo 16: «ina IGI MUL RÍN 2 KÚŠ» col senso di:
«di fronte alla stella della Bilancia (σ Sigma Lib. Brachium), 2 cubiti»,
e:
In Col. i, rigo 17 : «šà 15 MUL GÌR-TAB» col senso di:
«Che è 15 gradi (da) Scorpione (stella Graffias)».
Come suggerisce il rigo 14 e 15 della stessa colonna, questa osservazione è da
porsi «dopo» il giorno 21° che fu piovoso.
Contando come 15° giorno il 18/19 Gennaio del 653bc (poco dopo la mezzanotte),
giorno dell’eclisse, devo contare fino a dopo il 21° in quanto in Col. i,
rigo 14 fu registrato che di notte (in quel 653bc) era piovoso o coperto.
Seppure non riferito nel reperto, il giorno, dovette essere il 22° di questo XI
mese ZIZ (regolare), che fu nel secolare 25 Gennaio del 653bc.
Il reperto infatti, non riferendo il giorno registra soltanto, in Col. i, rigo
16: «ina IGI MUL RÍN 2 KÚŠ» col senso di:
«di fronte alla stella della Bilancia, 2 cubiti».
Di «quale» stella si riferisse, sembra suggerirlo in Col. I rigo 17 con: «šà
15 MUL GÌR-TAB»; o dalla stella Graffias dello Scorpione, che è a distanza «angolare»
della stella Brachium della Bilancia.
Fra le due stelle sono appunto misurati 15 gradi angolari (vedi segmento rosso
tratteggiato).
Per questo motivo la verifica qui elaborata fa riferimento alla stella Brachium
[2] come la stella della Libra «ina IGI MUL RÍN» che era a 2 cubiti (8 gradi)
alla Luna.
Come «misura multipla» con la Luna per soggetto, rilevo che pure la stella
Graffias [3], non a caso proprio la stella che: è a 15 gradi dalla stella della
Bilancia; era distante dalla Luna (o di fronte ad essa) con 8 gradi o due
cubiti.
L’elaborato a destra nella diapositiva dovrebbe illustrare bene ciò che fu
osservato.
Vero, non è citato il giorno, ma in senso astronomico, riferendo la
registrazione del DKD e dell’eclisse, quello era il giorno riferito nel
reperto: il 22° giorno che io per correttezza ho indicato con [22° giorno] non
essendo repertato.
La misura sembra che fosse stata fatta mentre la Luna era alta 40° (vedi ovale
verde).
Gli otto gradi per i due cubiti poterono essere campionati fra le stelle
Brachium [2] e Upsilon Lib [6] della Libra (Bilancia, vedi segmento rosso fine).
Ovviamente, anche qui si potrebbe avere una possibile misura «ambigua»…(ma
ricordo che sono nel 653bc, stimando un anno diverso da quello stimato da Sachs
che fu il 652bc).
Col cubito a due gradi, nel raggio di 4 gradi corrisponderebbe bene la stellina
Tau Librae (freccia gialla) che è confinaria della costellazione della Libra o
Bilancia, ma non sarebbe la stella che è 15 gradi dallo Scorpione!
I segmenti verdi attestano la centralità della Luna (cerchiata in bianco) fra
le due costellazioni, mirandone la posizione pure con altri riferimenti
stellari.
La Luna era pure misurabile a distanza angolare di 15 gradi anche dalla stella
Grafias [3] (vedi segmento verde tratteggiato).
La sua posizione era pure indentata dalle stelle Brachium [2] e Antares [4]
(segmento verde lungo).
Questi segmenti o riferimenti stellari non mi sembrano «casuali»; suggeriscono
che l’osservazione fu fatta proprio in quelle particolari condizioni di
altezza (40°) e di tempo (22° giorno lunare del XI mese ZIZ alle L.T. ore
04:14 del 25 Gennaio del 653bc)
Stimando come anno del diario BM 32312 quello riferito dalla stima di Sachs che
era del 652bc, per «serietà» di verifica, lo stesso giorno 22° dello stesso
XI mese ZIZ, alla data del secolare 12 Febbraio del 652bc la luna, come
posizione, è calcolata (da RedShift6) con circa 4 gradi dietro ad Antares.
Per trovarla vicina alla Libra, ho dovuto tornare addietro di un giorno, al 21°
giorno che però in Col. I rigo 14 è registrato (nella notte) essere piovoso;
difficilmente quindi poteva essere osservato, anche se in senso astronomico la
luna in quel 21° giorno, al sorgere di Antares, era misurabile essere «di
fronte» alla stella Brachium appunto nella misura (ovviamente ambigua) di 4
gradi misurati con un cubito di due gradi.
Devo però ancora una volta ricordare le «approssimazioni» che talvolta
rendono apparentemente simili tali verifiche:
Il cubito basato su Rho Leo era di 6 gradi e trenta invece di essere di 8 gradi.
Il programma di Sachs, TheSky calcola inoltre, per quei periodi, una posizione
lunare arretrata di circa 2-3 gradi.
La registrazione che è in Colonna i, righe da 17 a 11, non trova corrispondenza
astronomica con il secolare 653bc (potrebbe riferirsi al 652bc).
Sono poco chiare, non riferendo misure particolari.
Riferiscono Marte nello Scorpione, accennano alla stella Spica, e probabilmente
riferiscono come osservazione i giorni da 17 a 24.
Facendo riferimento al giorno 25, illustrato nella foto a destra di
diapositiva_37, sembra essere stato osservato il mese XI ZIZ, seguente un Addaru
II intercalato nel Marzo del 653bc e pertanto durante il 652bc.
In ogni caso, sarebbero informazioni «spurie» che non furono registrate
correttamente, rendendo appunto ulteriormente criptica la comprensione di questo
diario BM 32312.
In senso astronomico, per la verifica di diapositiva_37, (la foto in basso a
destra) fa fede il giorno 25° che vedeva Marte a Est della stella Graffias che
è a 15° dalla stella Brachium della Bilancia.
Puntando infatti a tale stella (Brachium, Marte è misurabile proprio a 15 gradi
da essa mentre è a Est della stella dello scorpione Graffias, (quasi toccandola
(TE) o delle «labbra dello Scorpione»).
Questo osservo e questo illustro.
Per questa parte di colonna i e ii del BM 32312 non trovo altre informazioni
astronomiche oltre a queste presentate.
monseppe2
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37_Indentato il mese intercalare Addaru II del 653bc nel 16° di
Shamash
Comprensibilmente A. Sachs, e ritengo pure H. Hunger, si trovarono di fronte a
forti ed evidenti incoerenze mentre esaminavano questo difficile reperto noto
come BM 32312 che è, a quanto ne so, il più vecchio diario astronomico
rinvenuto con informazioni di diversi mesi.
In tale diario BM 32312 non è registrato l’anno del re; non sono riferiti i
nomi dei mesi osservati, e non sempre è riferito il numero del giorno
osservato. Oltre a tutto questo, ci sono molte lacune e anche la mancanza di
suddivisione fra un mese e l’altro osservati che è invece evidente nel VAT
4956.
Se a queste difficoltà, si aggiunge la non corretta valutazione del cubito, che
è ridotta attualmente a due soli gradi e della relativa sotto unità del «dito»,
oltre alla posizione ritardata della Luna nella misura di circa due gradi in
meno, che fu nel programma TheSky originariamente usato da Sachs (e che
riscontro confermata anche nel programma più recente «TheSky6»), non è da
meravigliarsi se, ignorando pure le informazioni storiche della bibbia, gli
addetti ai lavori non siano riusciti a risolvere o quantificare le cause delle
evidenti discrepanze alle quali si trovavano spesso di fronte.
Se ho raggiunto questo livello di verifica, con così tanti riscontri e con una
tale precisione che ha dello straordinario, è stato soltanto per il fatto che,
seguendo le informazioni storiche della Bibbia, ho identificato il reale valore
del cubito astronomico Babilonese, che è di quattro gradi, e quello del dito,
che è di 10 minuti di grado.
Sempre grazie alle informazioni storiche della bibbia, ho pure smascherato
un’antica alterazione di informazioni storiche e talvolta pure «documentali»
che la regina Adda-Gruppi, l’assira madre di Nabonedo, lasciò di proposito
nella sua testamentaria testimonianza e in alcune documentazioni alterate di
proposito dove era necessario.
Da tale antica alterazione storica e documentale, (ignorando le informazioni
bibliche) scaturiscono oggi tutte le discrepanze che si riscontrano per il
periodo Neobabilonese.
Per una sorta di circostanza «fortunata, (o per alta volontà?)», ebbi la
possibilità di iniziare (intorno al 2000 della nostra era volgare) le mie
verifiche usando un valido programma di astronomia; «l’allora RedShift5» in
origine, il quale, usando «imparzialmente» un corretto e preciso algoritmo per
quei lontani tempi, mi calcolava pure la corretta posizione (astronomica) della
luna, oltre a darmi gli importanti strumenti necessari per poter effettuare
verifiche con accurate e precise misurazioni angolari fra gli astri per i valori
che erano riferiti nei reperti archeologici.
Questa diapositiva_37 dimostra o conferma che al XII mese Addaru regolare del
653bc seguì (fu aggiunto) un mese intercalare Addaru II nella cui parte di logo
in Colonna iv, nella lacuna di fine rigo 12, deve essere stato registrata la
parte col segno «[ŠE]», mentre a inizio di rigo 13 ha il ben leggibile il
segno «DIR» per «ŠE-DIR (mese intercalato)» posto prima della registrazione
del doppio DKD che fu osservato nel 14/15° giorno di quel mese intercalato del
653bc.
Prova astronomica, ne è il fatto che alla fine del XII mese Addaru regolare del
653bc, nel novilunio del 2 Marzo del 653bc, le Pleiadi erano a 48° dietro al
Sole, o a distanza di 4 giorni lunari da un mese Addaru che fosse sincronizzato
con il calendario solare.
In breve, a quel momento, erano stati «accumulati» qualcosa come 44 giorni di
sfasamento o di «ritardo» fra calendario solare e calendario lunare.
In senso astronomico, era «necessario» l’inserimento di un mese intercalare
prima dell’inizio del nuovo anno del re (o prima del suo iniziato 17° anno di
regno).
L’eccezionale osservazione di Venere (talvolta definita dai babilonesi come «piccolo
sole») che mentre era in sua prima apparizione, era pure in DKD con la Luna,
per poi tramontare quasi subito in sua ultima apparizione, rende unico e
particolare un tale doppio fenomeno di DKD per il quale l’’astronomo preferì
registrare il 15° giorno a conclusione di entrambi i fenomeni di DKD osservati;
vedi la foto lunga in alto per il DKD Sole-Luna e la sottostante per il DKD
Venere-Luna.
Sì, ho «verificato».
Nel regolare XII mese del secolare 652bc, a iniziato 15° giorno, non fu
visibile da Babilonia un «tipico» DKD (Sole vede Luna) in quanto il loro
allineamento si verificò al di sotto della linea dell’orizzonte visibile.
Secondo la teoria delle «sei lune» di Sachs e di H. Hunger, circa 12 ore dopo,
al sorgere del sole in quel 15° giorno del XII mese del giorno otto Marzo
652bc, fu visibile il DKD con Sole e Luna allineati e alti circa un grado lungo
la linea dell’orizzonte (o, in ordine di tempo, simile a quello stimato per il
VAT 4956 alla data del secolare 568bc) ma esso non «preannunciò» l’eclisse
di luna che era già stata poco prima, nel 7 Gennaio del 652bc ma che non fu
visibile da Babilonia.
Pertanto, non trovo corrispondenza «babilonese» o astronomica con tale
osservazione.
Il reperto BM 86379 al rigo 13, è specifico nell’indicare il giorno 27° del
mese di Addaru (anche se non specifica che fu un mese intercalato).
Ne sono sicuro, che si riferisse al mese intercalato Addaru II il DKD qui
verificato, in quanto poi, alle righe 14 e 15 di Colonna iv del BM 32312,
riferendo per il 19° giorno l’osservazione di Venere, lo associa alla
costellazione dell’Ariete e a Marte che non era visibile con Venere nel mese
di Addaru regolare del 653bc nell'Ariete in quanto sarebbe stato visibile solo
nella sera/notte del 20° giorno, quando il reperto colloca nel 19° giorno
l’osservazione; inoltre, Marte nel mese regolare di Addaru 653bc era ancora
nei Pesci.
Pertanto, anche se l’informazione del BM 86379 (di carattere storico) non
specifica che il mese era un Addaru II, l’evento storico della battaglia di
Hiritu del 27° giorno occorse in senso astronomico durante il secolare 29 Marzo
del 653bc a quasi ormai finito 16° anno del regno di Šamáš-šum-ukin re su
Babilonia e fratello di Assurbanipal.
Che cosa significa tutto questo?
Qui viene «dimostrata» la scarsa affidabilità della cronologia dei re che
Tolomeo compilò a suo tempo seguendo le informazioni storicamente alterate
dalla regina Adda-gruppi come furono poi riportate pure nella storia allora
conosciuta da Beroso, dal quale certamente Tolomeo attinse.
Tolomeo colloca il 16° anno del regno di Šamáš-šum-ukin al 652bc (data
appunto in accordo alla stima di Sachs e da Hunger), mentre il re di Babilonia e
fratello di Assurbanipal iniziò realmente il suo 16° anno di regno dopo
l’aprile del 654bc (finendo tale suo 16° anno di regno col mese intercalato
Addaru II del 653bc), in quanto i due re di origini assire, iniziarono il loro
regno sull’area Mesopotamica nello stesso e comune anno che fu il secolare
669bc; uno su Assiria e l’altro su Babilonia.
Trascurando perciò qui gli incerti regni di Assiria, ne resta evidente la
seguente «ricostruita» (ed effettiva) cronologia dei regni sulla Babilonia di
quel periodo.
669bc
Inizia il regno di Šamáš-šum-ukin su babilonia. Esso terminerà con la sua
morte nell’estate del 650bc, dopo 20 anni ordinali di regno.
650bc
Dopo Agosto, inizia a regnare (per conto di Assurbanipal) su Babilonia, il suo
figlio e nipote di Šamáš-šum-ukin, col titolo di «Kandalanu il solo vero e
fisico re con tale titolo su Babilonia)», il re Aššur-etillu-ili; regnerà su
Babilonia per tre anni circa, morendo in una rivolta babilonese durante
l’estate del 647bc.
646bc
Da agosto 647bc ad agosto 646bc, ci fu un anno durante il quale su Babilonia non
fu riconosciuto nessun re. In quell’anno, rivolte Assire e Babilonesi furono
terreno ideale per il sorgente Caldeo Nabopolassar che nel Novembre del 646bc
prese il potere (ascese) su Babilonia e su tutta la bassa Mesopotamia (il paese
del Mare).
645bc
Nel mese di Addaru (molto probabilmente, in senso astronomico intende: mese
intercalato) del 645bc, che ebbe il suo primo giorno in corrispondenza del
secolare 4 Aprile del 645bc, il Caldeo Nabopolassar fu ufficialmente (con Akitu)
riconosciuto dai babilonesi come loro re, mentre Assurbanipal rivendicava
comunque a se stesso (per pretesa successione) il regno su Babilonia,
presentandosi come «*Kandalanu» sul regno di Babilonia.
Nabopolassar regnerà per 21 anni ordinali, morendo nel secolare 625bc (anno che
fu intercalato con Ulûlu II dopo la sua morte) in data 27 Luglio del 625bc.
625bc
Nabucodonosor II, figlio di Nabopolassar, ascende come erede diretto del padre
(secondo la conta ebraica) nel giorno successivo alla sua morte che gli fu
notificata più tardi, mentre era in Egitto a seguito della vittoria sugli
Egiziani affrontati a Carchemis in quell’anno.
Fatti i preparativi, Nabucodonosor partì dall’Egitto, viaggiando
attraversando il deserto durante il mese «regolare» di Ulûlu, e arrivando a
Babilonia con il primo giorno del mese intercalare Ulûlu II (o in data 17
Settembre del 625bc) «ascendendo» (prendendo) ufficialmente Potere su
Babilonia.
Il suo primo anno di regno iniziò quindi nell’Aprile del 624bc, quando con
Akitu fu ufficialmente riconosciuto come re su Babilonia, in data 11 Aprile del
624bc.
Regnerà su Babilonia per 43 anni, morendo verso l’estate del 582bc.
582bc
Evil-Merodac, diventa successore diretto di Nabucodonosor II, ascendendo di
diritto al regno su Babilonia.
A motivo di intrighi di corte orditi da parte di Adda-gruppi, e facilmente
usando come movente l’amicizia che il re aveva con il prigioniero re dei
Giudei Ioiachin, a Evil-Merodac fu impedito (o non fu subito riconosciuto come
re da babilonesi) di divenire re nell’aprile successivo (581bc) dopo la morte
del padre mentre il suo diritto al «regno» gli fu mantenuto garantito
militarmente dalla fedele guardia del corpo di Nabucodonosor.
Fallito il «golpe» di Adda, i Babilonesi riconobbero Evil-Merodac «che
divenne re» su di loro mentre anche il re giudeo Ioiachin completava il suo 37°
anno di prigionia in Babilonia. Il suo primo anno di regno iniziò quindi in
occasione dell’Akitu del 25 Marzo 579bc.
Pertanto, per due anni, o dal 582bc al 580bc, non ci fu un re «ufficiale» su
Babilonia.
579bc
Dopo i due anni di regno sospeso per Evil-Merodac, dalla primavera del 579bc,
Evil-Merodac regnerà su Babilonia per venti anni ordinali.
Morirà a seguito di un Golpe ordito da suo cognato Neriglissar durante
l’estate del 560bc.
560bc
L’usurpatore Neriglissar morirà dopo circa tre anni di regno e gli succederà
per pochi mesi (forse nove) il figlio Labashi.
In totale, essi regnarono per 4 anni ordinali.
Finalmente, Adda-gruppi corona il suo sogno di rendere suo figlio Nabonedo (un
Assiro), sposato con Nitocri, una figlia di Nabucodonosor II, quale erede
legittimo al trono su Babilonia, in qualche modo «riconosciuto» dai
Babilonesi, «ascendendo» al potere verso Luglio del 556bc.
555bc
Con Akitu del 555bc, Nabonedo è nel suo primo anno di re ufficiale su
Babilonia. Regnerà sui babilonesi fino alla sua sconfitta da parte di Ciro il
Grande nel Sett/Ottobre del 539bc dopo 17 anni ordinali di regno. Sarà reso
prigioniero in Carmania fino alla sua morte, mentre il suo figlio e re reggente
in quel tempo sulla città, Baldassarre, fu ucciso quella notte stessa. Ciro il
grande sarà re sul regno Assito-Caldeo e Medo-Persiano per altri 9 anni fino
alla sua morte in una battaglia nel 530bc.
539-538bc
Ciro II, era figlio di Mandane e del Persiano Ciro I, la quale era figlia di
Astiage* re dei Medi, essendo anche la sorella di Ciassare II (noto come Dario
il medo ma dai greci chiamato Ciassare), e pertanto era anche zio di Ciro II.
Insieme conquistano Babilonia nel 539bc. Nel 538bc (o nel suo primo anno di
regno su Babilonia) Ciro il Grande (Ciro II) delega come re sul regno di
Babilonia lo zio Dario il Medo (Ciassare II), ed emana l’editto che permetterà
anche agli ebrei di poter lasciare Babilonia per fare ritorno nella loro patria
natia.
*Astiage, era figlio di Ciassare I, che era figlio di Fraorte, e che divenne re
giovanissimo sui Medi prima e dopo l’invasione dei Cimmeri dall’Asia che
spinsero gli Sciti in Medio Oriente e che dominarono (con incursioni) per circa
ventotto anni la Media.
Nel 585bc, in occasione della battaglia fra i Lidi e i Medi interrotta
dall’eclisse totale di Sole riferita da Erodoto, a condurre l’esercito dei
Medi fu delegato da Astiage il suo giovanissimo figlio e Zio di Ciro il Grande,
Ciassare II (alias Dario il Medo).
Erodoto, credeva o aveva erroneamente capito che a condurre quella battaglia fra
i Lidi e i Medi fosse stato lo stesso Ciassare I (il figlio di Fraorte).
Ciassare II (o Dario il Medo) fu poi per diversi anni fatto credere morto da
Astiage stesso il quale temeva che il figlio potesse spodestarlo dal trono, come
pure tentò di fare con il nipote Ciro I, che cercò di sopprimere alla sua
nascita.
537bc
Nel 537bc, un rimanente degli esiliati Giudei fa ritorno (giunge) in Gerusalemme
e, in occasione della festa della capanne, nel decimo giorno del mese (5 Ottobre
537bc), viene eretto l’altare per i sacrifici a Geova, completando in tal modo
l’esilio di 70 anni che il popolo ebraico doveva scontare in Babilonia.
537bc meno 70 anni portano al secolare 607bc, quando, appunto il 7 Ottobre del
607bc gli ultimi rimasti in Giudea (con Geremia) fuggirono in Egitto per non
andare in Babilonia, rendendo così desolato il paese per settanta anni.
Iniziando a regnare nel secolare 625/624bc Nabucodonosor II, il suo 18° anno di
regno iniziò nell’aprile del 607bc mentre Gerusalemme e il suo tempio furono
distrutti a partire dal giorno 9 Agosto di quell’anno (se non erro, era di
Sabato).
Il 37/38° anno di Nabucodonosor, fu quindi in occasione del 588/587bc, e non
poteva quindi essere durante il secolare 568/567 com’è attualmente e
comunemente accreditato tale evento.
Se ne evince che:
Il VAT 4956 fu osservato durante il 38° anno di regno di Nabucodonosor II e
durante il secolare 587/586bc.
Il BM 33066 fu osservato durante il 7°/9° anno di Cambise II o dal 523bc al
521bc.
Il BM 34362 fu osservato durante il regno di Antiochio e figlio di Antiochio
durante il 198bc
Il BM 32312 che narra la battaglia di Hiritu, fu osservato dal 653bc al 652bc
riferendo il 16° anno del regno di Šamáš-šum-ukin.
Che cosa significa questo?
Significa che dal secolare 607bc, all’odierno 1914 della nostra era volgare,
intercorsero 2520 anni.
Questi 2520 anni furono raggruppati in un periodo profetico di «sette tempi» o
sette anni profetici di 12 mesi di 30 giorni cadauno, 360 giorni per ogni anno,
o 2520 giorni nei sette anni.
Essendo tale lungo periodo di 2520 anni denominato «fissati tempi delle Nazioni
(o dei Gentili)», ancora in vigore al tempo di Gesù, diventa giustificata e
coerente la regola suggerita dalle scritture per i tempi profetici inerenti a
periodi di giudizio.
«Un giorno per un anno».
Divenendo quei 2520 giorni dalla distruzione del tempio de della città di
Gerusalemme, un periodo di 2520 anni (solari, essendo riferiti al genere umano),
essi terminarono nel settembre/Ottobre del 1914 della nostra era volgaare.
Al termine di tale lungo periodo la Bibbia indicava che nei cieli, l’Iddio del
cielo e re assoluto di ogni cosa (Geova), avrebbe posto nelle mani di suo Figlio
Gesù il potere di regnare su tutta la terra abitata, potere che fino alla
distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 607 avanti era volgare era
rappresentato da regnanti umani che regnavano sul popolo di Dio in sua
rappresentanza, e che da dopo la distruzione di quel genere di regno,
rappresentato da Gerusalemme stessa, l’autorità regale diretta di Dio sui
regni della terra fu «sospesa» appunto per questo lungo periodo tempo di 2520
anni.
Oggi molti «vorrebbero» poter disconoscere questa che è ormai un’assoluta
evidenza.
Loro malgrado, dovranno essere informati che presto dovranno rendere conto delle
loro attitudini proprio al Re di questo regno che al tramonto de giorno 13
Settembre del 2015 ha concluso il suo primo centenario da quando gli fu data
l’autorità regale con il comando: «sottoponi in mezzo ai tuoi nemici».
Nel tempo stabilito da Dio, quando ogni cosa sarà stata completata secondo la
sua volontà (giudizio di Babilonia e completo radunamento del suo popolo),
allora il regno per il quale Gesù stesso c’insegnò a pregare «Venga il tuo
regno», prenderà pieno e autoritario possesso di tutta la terra a favore di
tutti coloro che amando la giustizia, la pace e la verità, anelano di vivere
per sempre in una terra migliore.
Ecco cosa «significa» la fatica di questa mia ricerca.
Significa che tutte queste cose sono certe e accadranno «certamente», perché
a dirlo è la «Parola di Dio» per noi espressa nella Bibbia.
Questo è quanto.
monseppe2
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38_Venere, Marte, Saturno confermano il 653bc anno intercalato
A «ulteriore dimostrazione» che in occasione del mese della battaglia di
Hiritu stavano osservando gli eventi illustrati in diapositiva_37 e in questa_38
mentre era stato inserito un mese intercalare Addaru II, in Colonna iv a fine
rigo 14, fu registrata l’osservazione della prima e ultima apparizione di
Venere con i loghi:
«19 dele-bat KI» (Venere in ultima apparizione), come illustrato dalla foto in
vista reale in basso a sinistra.
La verifica mostrata in questa dispositiva_38, praticamente mi conferma che il
«x > (maggiore di) 6 SI» riferisca gradi sessagesimali come misura e non «dita»,
come finora sembra essere stato accreditato anche quando esso superi il numero
di sei unità.
In un primo tempo, nel giorno 19°, (dopo l’osservazione di ultima apparizione
di Venere) la stella dell’Ariete 41 Ari. [3] era dietro a Marte(MUL
ḪUN-GÁ ár AN) tramontando dopo il pianeta; mentre il Marte si appressava
a tramontare (KI), stando di fronte ad essa «quasi» 10 gradi, (10 SI) meno un
dito ( 1 SI o dieci minuti di grado), come illustra l’elaborato a sinistra in
alto; era fuori misura di «dito» mancante, che è segnalato col piccolo
segmento rosso.
Il giorno successivo, il 20° giorno, la misura, è confermata essere di 10
gradi ora esatti, «toccando (TE) con un dito in più» i 10 gradi che sono ora
precisi; (Vedi le misure dentro le losanghe che indicano i valori di Azimut
misurati come distanza di Marte dalla verticale della stellina 41 Ari
dell’Ariete).
La misura registrata in rigo 15, di due gradi e trenta, che Sachs del tutto
ignora nella sua traduzione del traslato di pagina 45 della sua relazione «N.
-651», non era immediata da comprendere, non essendo indicato a cosa si
riferisse.
Dal momento dell’ultima apparizione di Venere nel 20° giorno del mese Addaru
II del 653bc, l’astronomo contò in ordine di tempo (na) i minuti che
passarono fino al momento della prima apparizione di Saturno, (10 minuti,
appunto pari a 2° e trenta primi) e ne registrò tale valore nella riga.
Tale misura è illustrata dalle due foto in basso al centro e a destra della
diapositiva, che indicano il tramonto di Venere e la prima apparizione di
Saturno. Le locandine del tempo mostrano i dieci minuti trascorsi.
Molto probabilmente, l’appunto di un’osservazione che fu fatta nel 652bc
(l’anno dopo), illustrato in diapositiva_37 nella foto a destra in basso del
15 Gennaio del 652bc, fu solo «accidentalmente» incluso nella registrazione
del diario BM 32312 in Colonna i alla riga 12, in quanto sarebbe del tutto fuori
contesto con lo stesso.
Dalla verifica astronomica che ho fatto, sembra che fosse stato effettivamente
osservata la posizione di Marte nello Scorpione, ma poteva essere solo nel
652bc.
Comprendo quindi le perplessità che un tale inserimento spurio possa aver
creato nel tentativo di comprendere ciò che il diario astronomico stava
realmente presentando.
Sono stanco.
Forse è difficile capire cosa significhi un impegno che implichi mediamente
qualcosa come «almeno» quattro ore al giorno, ogni giorno, per almeno 15
anni…
(4 ore per 365 giorni per 15 anni = circa (arrotondo) 22.000 ore che divise 24
farebbero un impegno di 912 giorni (24 ore su 24) o 2 anni e mezzo di lavoro 24
ore su 24…. Scusate se è poco!).
Credo che comunque, tutto ciò che ho potuto finora mostrare e illustrare,
confermi fortemente che:
Il cubito astronomico babilonese misurava un distanza interstellare di 4 gradi
sessagesimali,
che era suddiviso in 24 dita di 10 minuti di grado cadauna
e che il logo «SI» che riferisce anche il «dito (come misura)» valesse solo
per le prime sei unità, oltre le quali prendeva il valore di un grado per ogni
unità che lo precedeva dopo le sei unità.
Pertanto, la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, resta «confermata»
al di là di ogni ragionevole dubbio, al 607 avanti la nostra era volgare (-606
astronomico), cosa che si poteva benissimo sapere subito semplicemente leggendo
o avendo fiducia nelle informazioni storiche della bibbia, che indicando in 70
anni l’esilio del popolo ebraico poteva additare solo questa data.
Con le due diapositive che seguono, e che evidenziano la serietà della mia
ricerca, termino qui questa relazione sul reale valore del cubito astronomico
babilonese.
monseppe2
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39_Primo confronto diretto con la relazione di Sachs sulla misura del
"dito"
Questa «evidenza» che attesta la differenza di almeno 2 gradi di disaccordo
fra le posizioni calcolate per la luna con il valore di due gradi per ogni
cubito con quanto è registrato nelle righe dei diari astronomici, è fatta
confrontando la mia verifica per il 7° giorno (8° giorno lunare), del VII mese
DU6 del 198bc che ho già presentato sul cubito astronomico babilonese in
diapositiva_14, con quella del «Report 52» che Sachs fece per il diario del
198bc (da: www.caeno.org).
La posizione «arretrata» della Luna in quel periodo calcolato del 198bc, a
orario solare di h. 18.38, della verifica riferita nella foto sotto a destra con
TheSky (h. 18:38) usato allora da Sachs e ricalcolata con RedShift6 alle L.T.
ore 18:57 in base al «momento del misura», è evidenziata col cerchietto
bianco nella foto in alto a sinistra, lungo la linea orbitale della Luna.
A questo sfasamento di posizione per il calcolo della luna di TheSky, si
aggiunga la variabile dei due gradi in meno per ogni cubito basato sulla Rho Leo
segnato nei reperti, e diventa ovvio come, se mai si trovasse una posizione
apparentemente corrispondente, essa possa essere solo «approssimativa», «ambigua»
e spesso mal definita come momento di osservazione.
Ricordo, che nel confronto fra una misura di tipo «di fronte, sopra, sotto,
davanti o dietro» con una misura che sia interstellare o «angolare» (come
risulta con RedShift6, vedi freccia gialla), in caso di dubbio nei risultati
ottenuti resta sempre maggiormente attendibile quella che è «angolare», in
quanto diretta fra i due corpi celesti esaminati.
Es. Luna sopra o sotto 2 gradi ma 4 gradi di fronte o alla vista, implica due
diverse e possibili posizioni dell’astro esaminato (quadratura orizzontale e
verticale). Nel caso di misura angolare invece, la posizione resta sempre unica:
xx gradi (raggio o diametro).
Ricordo anche, che in questa verifica sul diario del 198bc non esiste la
complicazione arrecata dalla diversa datazione (di anno secolare) del diario, e
pertanto le varianti di confronto nella verifica sulla posizione della Luna si
riducono moltissimo rispetto al VAT 4956, restando esse legate solo alla misura
effettiva del cubito e all’eventuale algoritmo usato nel calcolo della
posizione della luna in tale periodo fra i due diversi programmi usati.
In diapositiva_19 ho inserito un’affermazione che potrebbe sembrare azzardata:
riferisco che sono stato costretto, dalle evidenze verificate, a considerare
corretta l’ipotesi che:
«Pertanto, TUTTE le verifiche astronomiche basate su un cubito di 2°, saranno
fallaci di 2° in meno per ogni cubito misurato!».
In questa diapositiva_35, ritengo di poter aver dimostrato le valide ragioni di
una tale affermazione.
Monseppe2
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40_Secondo confronto con un Report di Sachs; il dito misura 10 minuti di
grado.
La diapositiva parla da sola.
Chi volesse confrontare personalmente la mia relazione con quella di Sachs
relativamente al 198bc, può trovale i suoi «Report» nel file sotto indicato.
Sito: www.caeno.org
File:
F023_197 analysis.pdf
La foto riprodotta in piccolo senza misure (quella scura) è quella di
diapositiva_20, dove io rendo evidente che il valore da attribuire al «dito
(SI)» sia di 10 minuti di grado e non di 5 minuti di grado come è attualmente
e comunemente accreditato; come appunto il cubito, che misura quattro gradi e
non i due (adesso accreditati).
E’ una questione «astronomica».
Questa evidenza, è fuori da ogni contenzioso causato da informazione storiche
fuorvianti.
Dal momento che, applicando i giusti valori del cubito e del dito, con tutti i
diari astronomici finora da me esaminati e verificati, io riscontro una
corrispondenza spesso quasi «incredibile», devo necessariamente evincere che
anticamente questi furono i valori misurati per ogni cubito e per ogni dito.
Da tempo io «denunciavo» (facevo conoscere, informavo) che il programma che usò
Sachs per il calcolo della posizione della Luna, a quelle lontane date,
elaborava il nostro satellite con una differenza di posizione quantificabile in
almeno 4 ore in ritardo rispetto a un programma più moderno come RedShift6.
Come pure denunciavo (facevo conoscere, informavo) che i due gradi per cubito
non erano una corretta stima per il reale valore del cubito astronomico
babilonese.
Purtroppo (per coloro che ci denigrano) i test da me eseguiti anche sul più
recente TheSky6, hanno solo evidenziato che tale differenza di posizione della
luna, per quelle lontane date, è stata mantenuta con un ritardo di circa 4 ore
(intendo dire che il suo algoritmo) per il calcolo della luna a quelle date,
sembra sia stato mantenuto lo stesso; non sia stato corretto o ricalcolato con
informazioni più moderne (o con le concordanze evidenziate dai diari
astronomici).
I frequenti disaccordi e imprecisioni che ho riscontrato nell’uso di TheSky,
sembrano confermare quanto sopra detto (N.B. per quanto concerne il calcolo
della posizione della Luna).
Sono stanco… (è vero!).
Pertanto penso di poter terminare qui la mia verifica astronomica sul reale
valore che fu attribuito anticamente dai babilonesi (o forse pure dai Sumeri) al
cubito e al dito astronomico.
Il cubito misura quattro gradi.
Il dito misura 10 minuti di grado.
Ogni cubito fu suddiviso in 24 parti di 10 minuti di grado (o in 24 dita).
Le numerose concordanze con diversi diari astronomici, da me riscontrate in
verifica, dimostrano corretta questa stima per questa unità di misura
astronomica dei babilonesi.
Conclusione?
Tutte le «critiche» rivolte a coloro che finora, dando fiducia (chiamatela
pure «fede») alle informazioni storiche della bibbia, hanno «continuato» a
sostenere che Gerusalemme fu distrutta nel secolare 607 avanti era volgare
durante il 18° anno di regno (ordinario) di Nabucodonosor II:
Sono infondate.
Sono prive di sostegno astronomico, prive di evidenze esegetiche (relative a
possibili informazioni alterate anticamente) sia documentali sia storiche.
Che cosa significa tutto questo?
Per molti…. «nulla!»
Per coloro che invece ripongono fede nella parola di Dio (nella Bibbia),
significa che dal 607 aventi era volgare al 1914 trascorsero 2520 anni.
Al termine di tale periodo, le informazioni bibliche additarono che il Regno di
Dio sul genere umano fu affidato da Geova a suo figlio Gesù, il quale, ormai da
praticamente cento anni sta «dominando in mezzo ai suoi nemici».
Il «tentativo», da parte di molti, di discreditare o negare tale potere regale
assegnato a Gesù sin dal 1914, sulla base di «presunte» evidenze e presunte
prove «scientifiche», archeologiche, «documentali» e sostenute da eminenti
studiosi del ramo è, con queste semplici prove qui mostrate, reso
completamente:
«NULLO!»
Chi sono?
Sono monseppe2, il gestore unico del forum informativo:
http://monseppe2.ffz.it/
Per molti sono un signor «nessuno»….
Un semplice (e povero) pensionato di 68 anni (al 2015).
Ciò non di meno, chiunque mi voglia contestare, lo può fare liberamente.
Solo ricordo a tutti costoro, che anche devono portare «evidenze» almeno
altrettanto «scientifiche» e almeno altrettanto «competenti».
(sempre)…Nel reciproco rispetto che è a tutti e da tutti dovuto.
L'indirizzo mail di sempre:
monseppe@libero.it
il "Form-Mail" per veloci domande...
http://digilander.libero.it/monseppe/FORMvisit.htm
Le risposte saranno nell'apposito Thread aperto nel forum o tramite Mail se
specificamente richiesto.
Firmato:
monseppe2
Un uomo, può essere anche distrutto ma nessuna verità potrà mai essere
occultata per sempre.
Fine della relazione.
monseppe2
< Alla pagina Home: http://digilander.libero.it/monseppe
< Alla pagina 1 del cubito: http://digilander.libero.it/monseppe/Cubito_Babilonese_1.htm
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Qui
affermo che è solo
grazie alle informazioni storiche (veraci) che sono nella Bibbia, che ho
potuto trovare la corretta datazione di questo controverso e importante antico
reperto archeologico/astronomico (il VAT 4956).
La
parte Reverse (dietro), che è ancora in fase di verifica e in preparazione
semplificata (sto invecchiando) ma pure essa conferma o rafforza che tale diario astronomico
poteva essere stato osservato solo ed esclusivamente durante il secolare 587bc
e assolutamente pertanto, non sarebbe corretto stimarlo per
l'alternativa datazione attualmente accreditata al
secolare 568bc.
Per
uteriori informazioni, domande, chiarimenti o contestazioni riguardo a ciò che
ho qui presentato, potete usare i collegamenti sopra predisposti.
Buona
lettura a tutti.
monseppe2
Seguono i Link della verifica di tutta la parte Frontale (Obverse) del VAT 4956 stimato come osservato durante il 587bc. (in fase di completamento)
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_01.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_02.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_03.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_04.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_05.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_06.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_07.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_08.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_09.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_10.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_11.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_12.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_13.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_14.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_15.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_16.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_17.htm
http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_18.htm
Finisce qui la parte "obverse" del VAT 4956. Già da sola, la verifica di questa parte è ampiamente sufficiente a dimostrare la corretta stima di osservazione del reperto astronomico al 587 a.e.v. contro l'attuale stima al 568bc.
Il VAT 4956 stimato al 587 a.e.v. è in accordo con le informazioni storiche della Bibbia relative ai regnanti e ai loro tempi di regno del periodo Neobabilonese.
Questa homepage, è in attesa. Se aspetto io, potete aspettare anche voi.
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