607 a.e.v. contro 587bc  

La "lapide" riporta: "587 (a.e.v.). Morto dopo una lunga battaglia contro la verità" poiché Gerusalemme fu distrutta nel 607 a.e.v. e non nel 587 a.e.v. e il VAT 4956 fu osservato durante il 38° anno di Nabucodonosor II in occasione del secolare 587/586bc e "NON" durante il 37° anno del re o nel secolare 586bc come è attualmente accreditato.

 

BENVENUTI!

 

Aggiornamento di Febbraio/2016 - monseppe - (monseppe2) A fine pagina, sono stati aggiunti i link riguardanti la verifica della parte Obverse del VAT 4956.

(Pagine in Underconstructions..in preparazione).

 

 


                                       Evidenze e Verifiche atte a dimostrare che il cubito astronomico babilonese misuri quattro gradi e NON 2 gradi.

Premessa.

Ormai da moltissimi anni il mondo scientifico e archeologico ha stimato che il cubito astronomico babilonese misuri un'unità quantificata in: due gradi sessagesimali, a sua volta suddivisi in 24 parti (dita o
SI) che misurino 5 minuti di grado cadauna.

Informazioni storiche della Bibbia, additando eventi storici inerenti i regni del periodo Neobabilonese che siano databili diversamente, mi hanno portato a dover rivalutare l'unità astronomica del cubito (
KÙŠ) riferita nei diari astronomici del periodo, trovandola più coerente quando essa misuri un valore di (4) quattro gradi contro i (2) due gradi attualmente accreditati.

Giusto per far comprendere l'importanza dell'informazione.

In base a queste unità di misura attualmente accreditate, è stato stimato che il VAT 4956 sia stato originariamente osservato durante il
568/567bc in occasione del 37° anno di accessione (

che corrisponde al suo anno ordinale) del regno di Nabucodonosor II.

Quest'attuale e tutt'ora accreditata stima per il diario, ha portato gli studiosi del periodo a considerare come storicamente valida la datazione al
587bc per la distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio da parte di Nabucodonosor II durante il suo ufficiale 18° anno di regno (corrispondente pure al suo 19° anno dalla sua ascesa o successione diretta).

Le informazioni storiche della bibbia, diversamente, informano che tale evento poteva essere occorso solo durante il
607 avanti era volgare (607bc o -606 astronomico) anche se esse occorsero sempre durante il 18° anno di regno del re di Babilonia Nabucodonosor II.

"Dimostrare" astronomicamente e documentalmente (tramite verifica delle informazioni registrate in tali diari astronomici), che l'unità di misura per un cubito babilonese sia da valutare in realtà in (
4) quattro gradi per cubito e che ognuno di esso fosse stato suddiviso in 24 sotto unità di 10 minuti di grado (dita o SI), renderebbe:

"TUTTE" le verifiche computerizzate finora accreditate nelle interpretazioni dei diari astronomici di quel periodo, "errate" o non astronomicamente corrispondenti con ciò che fu effettivamente osservato allora, evidenziando, nelle verifiche così effettuate, un errore di misura quantificabile in
due gradi in meno per ogni cubito stimato.

Ciò significherebbe, per esempio, che il VAT 4956, usando tale unità di misura ridotta in due (
2) gradi nella sua verifica astronomica attuale, non potrebbe più essere usato, come finora fatto, per "dimostrare" una data diversa da quella che le informazioni storiche della bibbia ormai da millenni suggeriscono:

"Gerusalemme e il suo Tempio furono distrutti nel 607 avanti era volgare (a cominciare dal sabato nove agosto del 607bc, per ordine di Nabucodonosor II; ordne eseguito poi da parte del suo generale Nebuzaradan)".

Una tale diversa valutazione della misura realmente indentata da un cubito astronomico babilonese, non è stata immediatamente riscontrabile a motivo delle molte circostanze "ambigue" che la posizione astrale, specialmente della Luna, poteva avere in diversi momenti della notte osservata.

Inoltre, un possibile sfasamento riscontrato da me nell'algoritmo del programma originale usato da Sachs; "TheSky", nei relativi calcoli per la Luna in quel lontano periodo, presentando una
differenza di circa due gradi per la posizione della Luna, può aver reso ancor meno immediata l'ipotesi che tale misura potesse non essere ben corrispondente con le registrazioni riferite nei diari astronomici del periodo.

Seguiranno qui pertanto, una trentina di diapositive che dimostreranno astronomicamente, basandosi sulle informazioni repertate nei vari diari esaminati, e in modo inequivocabile, quanto qui oggi affermo e dichiaro.

Il programma da me usato per la verifica astronomica dei diari qui esaminati è il "RedShift6".

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01_Posizioni della Luna in base ai diversi momenti della notte misurati


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Scopo di questa fonte e relazione, è quello di dare ragionevoli riferimenti mediante verifiche computerizzate eseguite tramite l’uso delle informazioni astronomiche che sono state osservate e registrate nel diario di «Antiochio e figlio di Antiochio» del 198bc (-0197 astronomico) catalogato con la sigla BM 34362, e in altri diari.

In questa prima diapositiva e nelle altre che seguono, è messo in risalto il problema che si pone per l’identificazione della reale unità di misura che anticamente gli astronomi babilonesi avevano attributo a quello che essi definivano un «
KÙŠ o cubito (ovviamente, astronomico)».

Riguardo ai problemi (soprattutto di «ambiguità») connessi con la Luna, nelle tre foto della diapositiva si evidenzia, secondo il tempo in orario nel quale fu fatta la misura, che la Luna risulterebbe essere definibile sempre «dietro» alla Rho Leo
[1] ma che poteva essere definita anche: Sotto di essa (a misura angolare, prima foto); sotto, o alla sua vista nella foto al centro e Sopra o alla sua vista ma sempre Dietro di essa (terza foto).

Nella terza foto, quella a destra, elaborata in orario di ultima parte della notte, la luna, col suo essere «mobile» nel cielo stellato, mostra bene la sua posizione «spesso ambigua» in relazione alla misurazione col cubito, per definire con chiarezza quale quale delle due sia più coerente: se lo sia quella di due gradi o quella di quattro gradi.

Nella terza foto a destra la freccia gialla lunga illustra che la Luna è «meglio» misurabile (risultando con una distanza interstellare o angolare) essendo a due gradi (o a mezzo cubito di quattro gradi unitari) dalla stella Rho Leo.

Sarebbe comunque errata poi la definizione di «
quattro cubiti dietro al re», se a tale stellina fosse attribuito l’essere la «piccola stella che è dietro al re» quando essa fosse misurata col cubito a due gradi.

La Luna (oggetto) «Dietro (
ár)» a una stella o ad un altro astro, significa che l’oggetto (la Luna) sorge o tramonta dopo la stella o astro con essa riferito.

La Luna (oggetto) «Davanti (
IGI)» a una stella o ad un altro astro, significa che l’oggetto (la Luna) sorge o tramonta prima della stella o astro ad essa riferito.

Le espressioni: «di fronte», «vista (
IGI)», «alla vista (ina IGI)», «in opposizione (ina IGI)» o «opposta (IGI)», restano vincolate alla posizione dell’astro mentre esso sia dietro e sia davanti ad un astro. Semplicemente, tali definizioni ne collocano meglio l’eventuale posizione osservata.

La riga B, Obverse B16 che enuncia la Luna nelle possibili posizioni sopra riferite in diapositiva, mentre riferisce che la stellina era 4 cubiti
dietro al re, anche registra che la luna le stava, con mezzo cubito o un grado attualmente accreditato, sotto o sopra (secondo di come Sachs traduce il senso del logo «e»).

Il logo «
e», però, può enunciare anche il senso di «entrata, ingresso o uscire».

Il giorno precedente, infatti, la Luna era a circa 4 gradi «di fronte a Regolo, il «
re», e quindi il giorno successivo, nella riga esaminata, sarebbe pertanto corretto considerarla come essere «entrata» nella costellazione del re (la costellazione del Leone) ma l'oggetto della riga, non era la Luna riferita a Regolo, bensì era un'altra stella (una picccola stella) riferita ad esso, mentre la Luna poteva essere misurata con due gradi distante da quest'ultima stella.

La Luna, aarebbe così entrata in tale costellazione stando
mezzo cubito (o due gradi veri) sotto o di fronte alla (vera) stellina che è dietro al re; in tal caso, la reale alternativa alla dubbia misura su Rho Leo, è la stella θ Theta Leo, Chort o Chertan (definita appunto: MUL TUR šá 4 KÙŠ ár LUGAL o «piccola stella che 4 cubiti è dietro al re» (come registrato in BM 34362 rigo B, Obverse B16) misurando, in questo caso, una distanza interstellare o «angolare» (non soggetta al momento della misura) appunto di 16 gradi = 4 cubiti dietro a Regolo.

Nelle successive diapositive infatti, sarà analizzata e identificata (con verifiche astronomiche) quale sia l’effettiva stella qui appena riferita.
Questa alternativa valutazione, col reale valore del cubito, è illustrata meglio poi nelle diapositive_03 e 10.

Se tale
piccola stella fosse stata davvero la Rho Leo, essa avrebbe dovuto essere misurabile (sotto, sopra, di fronte o alla vista) almeno in qualche modo con un valore almeno di 8 gradi (4 cubiti per due gradi); se la sua misura rispetto al «Re (Regolo)» era invece una distanza interstellare, ovvero riferita direttamente con la stella Regolo registrata in tale riga come LUGAL, in tal caso la misura diverrebbe più univoca o più specifica e quindi preferibilmente la migliore.

In ogni caso, (la Luna) dovrebbe essere in tale posizione o a una distanza tale che fosse misurabile almeno in due gradi dalla stella che era dietro a Regolo con una misura di
otto gradi sessagesimali (secondo il cubito a due gradi) o sedici gradi sessagesimali (secondo il cubito a quattro gradi); almeno al momento della data registrata nel diario BM 34362 per il 19° giorno del VIII mese APIN corrispondente al secolare 24 Novembre 198bc.

In base al risultato, evidentemente a favore del cubito che misuri 4 gradi riscontrato anche nelle verifiche che seguono, le successive diapositive_01…NN, sarà qui usato di base o di default il valore di
4 gradi per ogni cubito astronomico babilonese, seppure saranno fatti, dove necessario, i dovuti confronti che evidenziano gli inevitabili e ambigui risultati che spesso si riscontrano in particolar modo quando il valore della misura del cubito sia applicata all’oggetto astrale: la luna.

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02_Cubito umano Traslato in cubito astronomico

Come fu traslato un cubito "umano" in un cubito "astronomico Babilonese".

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La traslitterazione della misura della lunghezza del corpo di un leone, misurabile con 4 cubiti umani (per un animale maschio adulto e robusto, come indica la freccia bipunta arancione sul leone animale in bassorilievo) fu semplicemente applicata alla sagoma o siluette (freccia verde bipunta nella foto a destra) che l’omonima costellazione nel cielo (il Leone) mostra alla vista a occhio nudo. Le foto della diapositiva illustrano benissimo questo concetto.

I quattro cubiti o avanbraccia umane (un’unità di misura, il cubito, andava dal gomito alla punta delle dita della mano di un uomo misurando circa 50 cm.), furono così e naturalmente convertiti dai quattro cubiti umani a
4 «cubiti (KÙŠ astrali o astronomici che misuravano quattro (4) gradi sessagesimali cadauno.

Pertanto, la lunghezza di circa 2 metri, misurabile su un leone felino e valutabile con
4 avanbraccia umane (circa 2 metri), divenne pure quella di 4 cubiti astronomici, aventi misura unitaria di 4 gradi sessagesimali che furono poi usati come unità (un cubito) per le misure delle distanze astrali fra un corpo celeste e un altro.

Ne devo evincere, (non li ho mai visti di persona) che i «mattoni» del muro con i 60 leoni in bassorilievo per lato della via processionale, fossero dei parallelepipedi lunghi circa 50 centimetri. Esattamente, lo saprò solo quando me li faranno vedere (o misurare) di persona (ovvero …. Mai! Salva gengile conferma da parte di chi potrebbe aver verificato di "persona" una tale misura).

In tal modo, la distanza interstellare o "angolare" che è fra la stella Regolo, il petto (o cuore) del Leone astrale, e la stella che ne definisce il fondo schiena o coscia, la stella Chort o Chertan che è letteralmente «dietro di essa» o dietro al «Re», essendo di
16 gradi angolari quasi esatti (con un dito di differenza o 10 minuti di grado in più), venne così traslata o convertita con 4 di questi cubiti astrali, di quattro gradi cadauno, per un totale astronomico di 16 gradi sessagesimali.

Valutata invece con l’unità di misura del cubito in soli (
2) due gradi unitari, la stessa distanza traslata dall’animale figura leonina diverrebbe stimabile con 8 cubiti, in luogo dei quattro appena stimati se fossero misurati dalla stella Regolo a la stella Chort. Ma nel diario sopra riferito (BM 34362), furono specificati 4 cubiti e non otto (per misurare 16 gradi con due gradi unitari).

Probabilmente i babilonesi ritennero che una misura di base in 2 gradi per ogni cubito, essendo alta come numero di cubiti o piccola come gradi, poteva rendere più difficili e meno immediatamente stimabili le distanze osservabili nel cielo a occhio nudo.

E’ facile che poi dividessero (per praticità sessagesimale) tale cubito (di quattro gradi) in 24 parti (o Dita «
SI», di 10 minuti di grado cadauna; praticamente, quattro «pugni» sovrapposti (pollice compreso) o 6 volte le quattro dita della mano (nocche affiancate), che simulassero sei dita).

Essendo il vero cubito la misura di
4 gradi ed essendo un grado suddiviso in 60 minuti, sono misurabili 240 minuti di grado per ogni cubito che, divisi per 24 parti o dita, fanno appunto una stima di 6 dita (SI) di 10 minuti di grado cadauna per ogni singolo grado del cubito.

Per rendere l’idea del motivo di tale suddivisione, la Luna, che misura circa 30 minuti di grado, sarebbe (ad occhio nudo) così più facilmente divisibile in tre parti di 10 minuti di grado cadauna; diversamente, col cubito di due gradi, sempre diviso in 24 parti, lo stesso disco lunare sarebbe da dividere, più difficilmente a «occhio nudo», in 6 parti misuranti 5 minuti di grado cadauna.

Dal momento che la luna è osservabile come essere un disco che, comparato alla punta del dito indice di una mano stesa, se stimato a circa 40° di altezza, risulta essere grande quanto circa la metà di tale indice, dividere (a occhio nudo) per sei parti tale metà dello spessore del dito era certamente più difficile o meno facile, inducendo a facili errori (a occhio nudo), che non dovendolo dividere in tre sole parti.

Nella foto sovraimpressa nella diapositiva a destra, al suo primo frame, dovrebbe essere illustrato bene e semplicemente ciò che qui sto spiegando.
Col punto nero sarebbe simulato il disco lunare come osservabile a occhio nudo con la mano tesa e, mirandolo sulla punta del dito indice, sotto il punto nero è simulata una sua suddivisione in tre parti; dividendolo in sei parti, anche nell’esempio mostrato, sarebbe certamente più difficile o meno immediato stimarlo.

In sintesi, essendo la distanza fra Regolo e la stellina che è dietro ad esso (la stella Chort) misurabile in quasi esatti 16 gradi, i
quattro cubiti umani necessari per misurare il leone animale furono fatti divenire 4 cubiti astrali per il Leone astronomico, appunto misuranti 4 gradi cadauno; la freccia bipunta verde della foto a destra, comparata con quelle bipunta arancione a sinistra ne illustra bene la misura così traslata.

Sotto il Leone astrale, misurando invece Regolo (il Re) con la stella ρ Rho Leo
[1] (cerchietto rosso foto a destra), la freccia bipunta arancione (che misura 8 gradi di raggio) comparata con il segmento rosso illustra la pochissima precisione o scarsa corrispondenza che risulterebbe se il cubito dovesse corrispondere a un’unità che misuri solo due gradi dovendo, se fosse giusta tale unità di misura, «puntare» dalla stella Regolo alla stellina Rho con la misura di otto gradi.

Ogni altro riferimento, sia dietro o sotto (orizzontale o verticale alla stella Regolo) sortirà soltanto misurazioni inferiori ai
6 gradi e 30’ massimi misurabili in modo interstellare.

Diventa quindi incontestabile, che la distanza angolare fra Regolo e la Rho Leo, essendo di soli circa sei gradi e trenta,
difetti di un grado e mezzo rispetto alla misura dichiarata nel reperto del 198bc (BM 34362).

Un grado e mezzo di differenza su una stima di
otto gradi, equivale, a occhio nudo, ad osservare la porzione di cielo che sarebbe occupata da tre dischi lunari affiancati.

Non ritengo assolutamente probante una base unitaria (astronomica) viziata da una tale grossolana imprecisione.

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03_Cubito 4 gradi. Possibili "misure multiple" Babilonesi

Evidenze e motivazioni della scelta di
quattro gradi per ogni cubito babilonese.

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Nella diapositiva, è mostrata con evidenza la poca precisione della misura del cubito con due gradi unitari (vedi la freccia rossa).

Nella verifica della distanza che è fra la stella principale della costellazione del Leone (Regolo, il «Re») e la stellina ρ Rho Leo
[1], che A. Sachs e H. Hunger hanno stimato essere quella che era dietro al «re» appunto nella misura di 4 cubiti, risulta una differenza in meno di 1 grado e 30 primi circa, essendo le due stelle distanti fra loro 6 gradi e 30 primi (angolari) circa (o esatti 6 gradi e 24 primi).

Essendo misurate in modo «angolare» tra due stelle (e non fra la Luna e una stella), in qualunque posizione o momento sia misurata tale distanza essa non potrà mai essere superiore ai
6° e 24’ angolari verificati astronomicamente.

Si tratta perciò, (quella di due gradi per cubito) di una stima unitaria del cubito che comporta ad un errore di misura del
20% circa su una distanza astronomica da stimare su otto gradi.

La ritengo decisamente eccessiva.

Diversamente, una stella che è dietro (
ár) al «Re, Regolo» e che meglio può corrispondere a una corretta suddivisione in cubiti (di quattro gradi), è la stella θ Theta Leo o Chort (Chertan).

Essa dista da Regolo 16 gradi angolari, con una tolleranza di circa un dito e mezzo o 16 minuti di grado (che su 16 gradi è tolleranza accettabilissima, essendo circa l’
1%); percentuale che, essendo applicata a una misura di base «doppia», diventa quindi maggiormente «probante».

Molto probabilmente, un altro motivo di tale scelta (del cubito che in 4 unità misuri 16 gradi), fu data dalla particolare circostanza che io definisco: «Misure Multiple babilonesi» in base alle quali lo stesso valore di
4 cubiti = 16 gradi (o altro valore misurato), sia misurabile su più riferimenti circostanti fra le stelle di una costellazione o nelle sue vicinanze.

Puntando per esempio la misura sul petto del Leone, con centro la stellina η Eta Leo (cerchietto verde nella foto sotto a sinistra), le due stelle del fondo schiena della siluette della costellazione del Leone (la stella δ Delta Leo Zosma, o «fondo schiena del Leone,
GÍR ár šá A» ) e quella della coscia posteriore, (la stella Chort, appunto la «piccola stella che 4 cubiti è dietro al Re»), sono insieme, alla stessa distanza di 16 gradi o 4 cubiti, come mostrano le frecce verdi che misurano tutte un pari valore di 16 gradi.

Qui posso descrivere per la sola costellazione del Leone, circa nove corrispondenze sullo stesso valore di misura qui preso in esame; 16 gradi con 4 cubiti.

Se poi si punta sulla stessa stella Chort, con i soliti 16 gradi o 4 cubiti, si ha la distanza interstellare anche con la stella Zavijah
[4] della Vergine (nel cerchietto rosso basso della foto sotto a destra), oltre che con Regolo e la stella Eta Leo (cerchiate in rosso sempre nella foto inserita a destra in basso).

Pure la stella Subra
[1] (GIŠ.KUN [UR] A) l’unghia rampante del Leone, foto inserita in basso a sinistra) dista similmente esatti 16 gradi = 4 cubiti dalla stella della testa del leone, la Tania Borealis [2] assieme alla vicina stella Ras Elased Borealis, con solo un dito e mezzo (15 minuti di grado) di scarto in più e, soprattutto, (Subra) è pure distante esatti 16 gradi (= 4 cubiti) dalla principale stella del Granchio (ALLA), la Asellus Australis [3].

Idem dicasi per la stella Acubens del Granchio con la stella Ras Elased Australis del Leone che evito di rappresentare in grafica per non ingolfare troppo la foto che è piccola; se esiste una tolleranza nella misura, essa resta sempre entro i 20’ di grado o due dita (
SI) su un angolo di 16 gradi.

In breve:

Da Regolo, «il Re» a Chort,
16 gradi; da Chort a Eta Leo, 16 gradi; da Eta Leo a Zosma, 16 gradi; da Zosma a v. Virginis, 16 gradi; da Chort (Leo) a Zavijah (Vergine), 16 gradi; da Subra (Leo) a Asellus Australis (Granchio), 16 gradi; da Subra a Ras Elased Borealis, 16 gradi; da Ras Elased Borealis a 31 Leo (ginocchio zampa Leo), 16 gradi; da Acubens (Granchio) a Ras Elased Australis (Leo), 16 gradi; e per finire, la distanza interstellare dalla stella Denebola (la coda del Leone) e la stella Subra (la zampa rampante del Leone) è, guarda «caso» di 16 gradi più 16 gradi = 32 gradi o un totale di otto cubiti astronomici di quattro gradi (Vedi freccia tratteggiata celeste nella foto in alto).

Per capirci fino a che punto sia valido
il cubito di 4 gradi unitari, non solo in modo «angolare» ma anche in «altezza», al momento del tramonto di Regolo, alle L.T. ore 01:10:28 del 23 Aprile del 587bc di Babilonia, la stella Chort era alta sull’orizzonte reale (s.l.m.) di esatti: 15°58’20’’; appunto 16 gradi o quattro cubiti con la sola «tolleranza» di 1’ e 39’’ (un minuto e 39 secondi) di grado!

Quasi 300 anni dopo, in pari data del 198bc, ancora la stella Chort, al tramonto della stella Regolo (misura a s.l.m.) alle L.T. 01:19:03 del 23 Aprile del 198bc era alta 15°53’16’’, con una tolleranza aumentata di soli 6 minuti di grado sull’intervallo di 300 anni.

Pertanto, se anche nel 587bc fosse stata verificata tale altezza, certamente l’astronomo del 198bc ne fece tesoro confermando con la sua definizione che:
è la stella θ Theta Leo (Chort o Chertan) quella che fu registrata nel BM 34362 al rigo B, Obverse B16 per il diciannovesimo giorno del VIII mese
APIN del 198bc con la seguente definizione:

«
piccola stella che 4 cubiti è dietro al Re» (MÚL TUR šá 4 KÙŠ ár LUGAL)!


Ho infatti, verificato qui ben oltre otto volte la stessa misura che fu riferita per «la piccola stella (Chort) che 4 cubiti è dietro al Re (Regolo)».

Si provi pure a ripetere queste tante circostanze con una misura di quattro cubiti del valore totale di otto gradi, attualmente stimato il cubito, e si capirà il perché della «scelta» di 16 gradi per 4 cubiti aventi come valore unitario un cubito di 4 gradi sessagesimali; essa fu decisamente più ragionevole pratica e valida che non di quella ora accreditata come corrispondere al valore di
due gradi per ogni cubito astronomico babilonese.

Puntando infine sulla stella che è sotto la pancia del Leone, nel suo mezzo, la stellina 52 Leo (la stellina cerchiata in celeste), i 4 cubiti = 16 gradi circondano quasi per intero l’intera siluette della costellazione del Leone, (con la massima tolleranza un grado per le stelle che restano fuori del cerchio).
Scusate se è poco e, se per questo, ho leggermente ingolfato la grafica elaborata delle foto presentate

Devo ricordare che anche al tempo del diario VAT 4956, almeno i babilonesi, usavano registrare quando esse occorrevano, con un solo valore di misura diverse circostanze astronomiche, seppure esse non erano poi riferite specificamente o singolarmente nel diario. Io le ho definite come:
«Misure multiple babilonesi».

Questa di 4 cubiti = 16 gradi con le stelle della costellazione del Leone, qui elaborata alla data del diario del 198bc per il mese di Novembre, (essendo miure interstellari o angolari sono valide pure per il mese di Aprile del
587bc) è ora ben considerabile come un «esempio da manuale».

Non credo che sia solo un caso; certamente per tali distanze identiche fra loro, seppure siano fortuite, la loro «
scelta» di registrarne lo specifico valore (4 cubiti = 16 gradi), non fu certamente causale.

Evidentemente videro come molto simmetrica quest’unità di misura che rendeva ben proporzionate le dimensioni per le distanze delle stelle del Leone come costellazione (che per loro era: «una divinità»).

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04_Ambiquità possibili misurando le posizioni lunari

Le misure che hanno per oggetto la Luna, richiedono particolare attenzione durante le verifiche astronomiche dei Diari.

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L’inizio della Notte (
SAG GE6) indicava un limitato periodo di tempo come momento per «puntare» la misura, che andava dal tramonto del sole o almeno da quando i pianeti e poi anche le stelle di magnitudo 4 fino a 6 divenivano visibili a occhio nudo con un cielo limpido.

Il «confine», o effettiva durata del lasso di tempo di suddette parti della notte, è difficile da determinare con precisione; poco dopo che tutte le stelle fossero state chiaramente visibili, si era nella prima parte della notte (definita con
USAN) che durava un paio d’ore o fino a circa le ore 22.
Seguiva la Notte (circa 4/5 ore, con
GE6), e quindi iniziava l’ultima parte della notte (con ZALAG), da circa le ore 03 fino a quando poi anche le stelle più brillanti e i pianeti sparivano alla vista a occhio nudo.

Le elaborazioni sopra a sinistra e a destra nella diapositiva, praticamente rientrano nella fascia di orario definibile come (
SAG GE6 «inizio o parte iniziale della Notte»).

La riga B, Obverse B12 del BM 34362 che le registra, ha inciso il seguente traslato:

«
GE6 5 SAG GE6 sin ina IGI MÚL IGI šá SUḪUR MAŠ 3 KÙŠ» traducibile (contestualmente al cubito di 4 gradi) in:

«
Notte del 5, inizio della notte, la Luna in opposizione (ina IGI) alla *stella che, (šá) di fronte, (IGI) al capro (SUḪUR) divide (MAŠ), 3 cubiti (12 gradi)»

*Spesso, lo stesso nome dato alle stelle conteneva pure informazioni che erano utili all’astronomo per registrate la situazione astrale osservata, riducendo così lo scritto cuneiforme da usare, come si può comprendere dal sillabato specificato qui sopra per il nome della stella del Capricorno.

Con il cubito a 4 gradi che elabora le due foto a destra nella diapositiva, la misura corrisponde bene nei 12 gradi dei 3 cubiti di 4 gradi in tutti e due i casi con le stelline
[2] e [4] (frecce arancioni); essendo la misura pure precisa e velocemente campionabile fra la stellina ψ Psi Cap. [4] e la β Cap. o Dabih (la testa del Capro) che è di 12 gradi angolari (freccia rossa).
Il momento della misura, fu «l’inizio della notte».

Interessante, è il fatto che nel caso delle due foto a destra, è come se fosse stata fatta anche una misurazione «multipla» per la Luna, appunto su entrambe le due stelline
[2] e [4], corrispondendo il suo valore di 12 gradi in entrambe le due misurazioni fatte coi tre cubiti a 4 gradi.

Nelle due foto a sinistra invece, col cubito a 2 gradi coincide solo una volta la misura per la Luna
[1] distante 6 gradi misurati in 3 cubiti a due gradi dalla stella indicata da Sachs (freccia celeste e stella Nashira [4]) nella foto in basso, mentre non ci sono «distanze di campionatura» per i sei gradi vicine alla siluette stellare della costellazione del Capricorno.

Nelle diapositive successive, sarà poi spiegato bene il tipo di misura effettuata qui nelle due elaborazioni a destra della diapositiva, che implica le stelle
[2] e [4] che idealmente «dividono (MAŠ)» la parte di Capro dalla parte di Pesce nella figura mitica di suddetta costellazione.

Le due diverse misurazioni, pur non escludendosi totalmente l’una con l’altra come risultato, evidenziano un miglior riscontro quando ne sia fatta una loro valutazione col cubito a quattro gradi ma anche, questo confronto, evidenzia alcune circostanze ambigue (per le foto a sinistra) che si possono presentare durante una verifica astronomica nella quale sia specificamente riferita la Luna la quale, essendo mobile nel cielo stellato, a orari diversi, assume posizioni diverse rispetto a una stessa stella.

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05_Possibili confusioni nella ricomposizione delle registrazioni provvisorie osservate.

Scusate la difficoltà di questa parte della verifica; non dipende da me, che solo cerco di esporla.

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Conoscendo il vero valore unitario del cubito astronomico babilonese (4 gradi), si riesce spesso a ricostruire con maggiore ragionevolezza e attendibilità ciò che l’astronomo osservò, anche se la registrazione di quanto vide sia giunta a noi oggi in modo disordinato, parziale o lacunoso.

Le circostanze precise e simmetriche che spesso si evincono dalle misure effettuate col cubito a 4 gradi, sono decisamente più probabili e accettabili rispetto a quelle riscontrabili con un cubito che, misurando due gradi unitari, risultano essere spesso approssimative e dipendenti da un necessario e largo margine di tolleranza di errore o di tempo verificabile (specialmente quando vi sia coinvolta la Luna); anche quando le informazioni di un giorno registrato nel diario fossero complete e specifiche.

Le elaborazioni nella foto a sinistra della diapositiva mostrano bene cosa dico. Seppure sia in [lacuna] il valore da stimare, esso diventa ovvio e certo per la posizione dell'orbita Lunare rispetto alla stella nu-nu
[1] dei Pesci.

La luna (circostanza «particolare» questa), manterrà la sua distanza angolare di 10 gradi con tale stella nu-nu
[1], stando sotto (SIG) di essa dalle ore 18:12 (prima apparizione della stella di campionatura ε Psc. [2]) fino a che la luna stessa, spostandosi, nel cielo stellato, giungeva sotto la sua verticale verso le h. 19:35 (vedi foto a sinistra della dispositiva), e addirittura «mantenendo» la sua distanza angolare di 10 gradi fino al suo tramonto alle h. 02:34; con la Luna però, che era ora visibile sopra (di un grado o quasi parallela) alla stella nu-nu [1] ancora era  sempre a distanza angolare di 10 gradi (o 2 ½ cubiti).

Per una dursta di tempo di otto ore!
Questa circostanza, oltre a rendere buono ogni orario di osservazione durante quella notte, anche se quello «ufficiale» registrato è quello dell’inizio della notte (
SAG GE6), rende la stima del valore in [lacuna] assegnabile con certezza a due cubiti e mezzo pari a 10 gradi angolari! (o per i pignoli), a 5 cubiti di due gradi, se tale unità di misura si desiderasse usare avvalendosi della circostanza che il suo valore in cubiti sia lacunosa e non leggibile).

Per capire l’eccezionalità di questa posizione della Luna rispetto alla stella nu-nu dei Pesci, devo ricordare che la Luna si sposta da Ovest verso Est nel cielo stellato con un movimento medio di 1 grado ogni due ore.

«Normalmente», rimisurare la Luna dopo otto ore, vedrebbe il nostro satellite spostato di ben 4 gradi verso Est rispetto alla stella nu-nu, alterando così la sua distanza «angolare» con la stella.
In questa verifica, questo spostamento angolare della Luna con la stella sembra non esserci.

«Credo», non sono un astronomo, che ciò possa accadere a motivo del fatto che l’angolo formato dall’orbita della Luna, essendo il satellite visibile sulla sua precisa verticale della stella, in quella posizione abbia «compensato» visivamente, durante la rotazione terrestre di 90 gradi compiuta in suddette otto ore, l’effettivo spostamento che il Satellite compiva verso le altre stelle.
Cosa che è possibile quando l’orbita lunare è quasi parallela alla linea dell’eclittica.

Ciò che a me risulta spesso con tanta precisione nelle verifiche misurando con il cubito a 4 gradi unitari, è ottenuto usando i riferimenti scritti nei diari astronomici, inerenti al tempo, alla misura e all’applicazione della più logica interpretazione delle registrazioni poi verificate astronomicamente, tenendo conto che le informazioni furono osservate e misurate in modo visivo; a occhio nudo.

A quei tempi, ovviamente, i babilonesi non usavano precise coordinare celesti come le usiamo e misuriamo noi oggi.

In tal senso, l’esegesi di ciò che videro deve essere in sintonia con ciò che potevano conoscere allora, ricordando che spesso gli astronomi di corte erano anche considerati «i saggi» di quel periodo per la loro notevole conoscenza (spesso mnemonica) delle stelle, acquisita anche da passate generazioni.

La più «logica» ricostruzione di ciò che osservarono e registrarono alle righe B12 e B13 della parte B obverse del BM 34362, superando la limitazione della parte in lacuna, è quella che qui illustro nella dispositiva; risultato ottenibile solo grazie a una base di misura avente il cubito che corrisponda al valore di 4 gradi sessagesimali.

Nella foto a destra è elaborato il giorno successivo al 10°, ovvero il giorno
11* di APIN; a questo punto, la posizione della Luna, diventa: «obbligata».

Anche in quest’osservazione però, il valore possibilmente misurato in relazione alla Luna è in un’ennesima parte di
[Lacuna].

Unico riferimento attendibile, è che essa (la Luna), all’inizio della notte (
SAG-GE6), o prima della prima parte della notte (USAN) era «dietro (ár)» ad [Hamal, o All’ariete].

In pratica, era osservato che la Luna era entrata in Ariete (riferita alla sua principale stella) per 10 gradi o 2 ½ cubiti, (vedi freccia arancione da Luna fino a segmento verde) mentre il giorno precedente il satellite era ancora nella banda o Nastro dei Pesci.

* In questo giorno
11 di APIN, furono osservate diverse posizioni relative sia alla Luna con le Pleiadi e sia a Marte e a Mercurio.

Fu osservato che la Luna, otre che ad essere sotto o di fronte ad Hamal
[2] 10 gradi (2 ½ cubiti) era anche sotto alla stella Aldebaran [7] nella stessa misura (vedi segmento verde) ed era «anche» (o nello stesso momento o alle ore L.T. 21:31) sotto alle Pleiadi [6] ma nella misura di 16 gradi (4 cubiti) campionati fra la stella Aldebaran [7] e la 5 Tau della costellazione del Toro (vedi anche diapositiva_6 foto a sinistra).

Verifica questa, delle Pleiadi sopra alla Luna, confermata pure da una successiva possibile osservazione alle L.T. h. 02:30 del giorno secolare 16 Novembre ma sempre durante il giorno
11° APIN come ben illustrata in diapositiva_7.

In orario
ZALÁG ma sempre durante lo stesso 11° giorno di APIN del 198bc, fu osservata la posizione di Marte che era 2/3 (due terzi) di cubito, o 2° e 40’ dalla Zavijah della Vergine (vedi diapositiva_6 foto a destra) e:
Quasi subito dopo, (o circa 3 minuti dopo) e perciò sempre in orario
ZALÁG, fu osservato che Mercurio sorgeva dentro la testa (SAG) dello Scorpione stando 40 minuti di grado (o 4 SI) sopra «l’occhio» dello Scorpione (la stella ω1 Sco, illustrato sempre in diapositiva_6 nelle piccole foto).

Al mattino registrato nel diario come
10 APIN (osservazione del secolare 15/11/198bc della Luna nel nastro dei Pesci), Mercurio era sotto Grafias (2 gradi) e sopra a Graffias (un grado e 20 primi); pertanto «non poteva essere l’osservazione che lo regista come essere a distanza di 4 dita» (20 minuti di grado per Sachs, 40 minuti di grado per il cubito di 4 gradi), evidenziando la confusione che fu fatta nella composizione finale del completo diario astronomico per quei due giorni osservati (il decimo e l’undicesimo).

I risultati delle osservazioni di Luna 4 cubiti sotto Pleiadi e Marte due terzi di cubito in Vergine, e di Mercurio 4 dita in Scorpione, furono poi (erroneamente) registrati come occorsi:
quello di Mercurio, in decimo giorno
e gli altri come se fossero stati osservati durante il «dodicesimo giorno».

Che ci fosse della confusione nell’archiviazione delle registrazioni provvisorie usate poi al momento della compilazione dell’intero diario è pertanto fortemente presumibile.

La confusione può essere stata generata dalla doppia specifica di orario
ZALÁG che facilmente fece associare i due eventi osservati nello stesso 11 APIN, in due giorni diversi: quello riferito a Mercurio prima (appunto registrato in 10° giorno), e quello riferito a Marte dopo, che per «logica» fu associato a un diverso giorno, appunto il 12° registrato nel reperto, per la successiva «doppia osservazione di Luna sotto le Pleiadi del giorno 11 APIN».

Un’osservazione fu quella al momento della misura della luna con 10 gradi dietro all’Ariete (freccia arancione nella foto a destra), e l’altra, ovvia anche se non registrata, che è illustrata in diapositava_7, essendo quella che «confermava» la Luna sotto le Pleiadi con 4 cubiti verso ole ore 02:30.

È proprio la consapevolezza che:
Il cubito astronomico babilonese misuri 4 gradi sessagesimali quella che aiuta a comprendere questo caotico ma pure facile e possibile errore di trascrizione delle parti provvisorie osservate, quando poi furono ricopiate nell’unico testo che compose l’intero diario del 198bc.

Nel giorno 12° di
APIN infatti, la Luna era malamente (non precisissima) a circa otto gradi sotto le Pleiadi (usando il cubito di due gradi), trovandosi quindi in posizione discordante con quanto finora verificato e attestato da numerose e precise misurazioni, mentre Marte non era più a buona misura con la stella Zavijah della Vergine, né col cubito di quattro gradi e tantomeno con quello di due gradi.

monseppe2

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06_Possibili confusioni nelle registrazioni provvisorie osservate_2a parte.

Continua la verifica dei giorni
10 e 11 APIN del 198bc.

Diap_06

Dopo la misura sulla stella nu-nu dei Pesci del 10° giorno, e dopo l’osservazione del successivo
11° giorno di APIN relativa ad Hamal illustrata nella foto a sinistra, e dopo aver misurato pure La luna essere sotto le Pleiadi con 4 cubiti o 16 gradi (come confermato anche in diapostiva_7), alle ore 05:08 (e quindi a iniziato orario di «ZALÁG») e misurato riferendone il tempo al sorgere di Mercurio, Marte [3] poteva essere stimato a circa 2 gradi e 40 primi = 2/3 di cubito di 4 gradi dalla stella Zavijah [4] (GÌR ár šà UR A) della Vergine.

Già al sorgere della Zavijah Marte poteva essere misurato bene alle ore L.T. 23:55 del giorno 15 Novembre del 198bc ma la specifica di «
ZALÁG» obbliga a verificare la misurazione ad un diverso orario o oltre quattro ore dopo, alle ore 05:08 (al sorgere di Mercurio); forse fu fatta a tale orario per verificare il piccolo spostamento del pianeta (Marte) dopo circa cinque ore e pure per stimare la corrispondenza della misura da osservazione su orizzonte a osservazione alta 72 gradi (forse per un'eventuale stima della chiusura ottica dell’angolo azimutale) paragonando (o campionando) la distanza angolare fra le stelle 65 Uma [1] e la omicron Vir. [2].

Con il sistema del «campionamento» (vedi freccia rossa nella foto a destra), calibrando un nonio sulla distanza interstellare a loro nota (fra le stelle
[1] e [2]) vicine a Marte [3] a quell’altezza (72°), bastava riportare la misura riferendola (o puntandola) su Marte per costatare la sua distanza esatta dalle due stelle della testa della Vergine.

Anche non fosse stata nota all’astronomo la distanza fra le due stelline
[1] e [2], essa poteva essere stata presa esatta di 2° e 40’ al momento del sorgere della Zavijah, lungo la linea dell’orizzonte.

Questa verifica, che osserva Marte (un pianeta) con una misura specifica come quella di due terzi di cubito, diventa importante per avvalorare il cubito in 4 gradi sessagesimali.
La tolleranza, verso la Zavijah
[4], è di un dito esatto (10 minuti di grado).

Se la misura fosse stata fatta il giorno dopo (o nel 12° giorno come registrato nel reperto) essendo allora Marte a soli due gradi dalla Zavijah, bastava registrare il valore di mezzo cubito (o di un cubito se in unità di due gradi); ma se tale cubito usato fosse stato quello che ora segna due gradi unitari, allora comunque la distanza di Marte non sarebbe stata ben corrispondente in ogni caso, sbagliando di un grado.
La specifica misura di due terzi di cubito non lascia alternative, essendo decisamente a favore del cubito di 4 gradi.

Da quanto mi è dato di comprendere, «Mercurio» fu misurato sia il giorno undici e sia il giorno dodici, sempre a suo sorgere.

E poiché avevano probabilmente misurato l’altezza delle Pleiadi anche in seguito, nella notte del giorno
11 (vedi diapositiva_7), la seguente misura di Mercurio del dodicesimo giorno fu associata assieme a quest'ultima inerente alla Luna a 4 cubiti sotto le Pleiadi, appunto al dodicesimo giorno.
Perché dico questo.

Nella diapositiva, le due foto a destra in basso illustrano la misura di Mercurio osservata durante il giorno undici.

Mercurio era praticamente a contatto della stella Graffias dello Scorpione (tre minuti di grado sotto di essa).

Evidentemente l’astronomo sapeva o misurò che in altezza, dalla stella Graffias alla stella omega1 Sco, erano appunto 40 minuti di grado o 4 dita. Ne registrò così negli appunti provvisori tale valore.

Il giorno seguente, o il dodicesimo giorno, l’astronomo poté accorgersi che Mercurio si era addentrato nello Scorpione stando a una misura più «interessante» ma sempre di
4 dita; «angolari» dalla stella v (Nu) Sco, e in altezza a 4 dita sotto la stella omega2 Sco.

«Dimenticando» forse la prima veloce osservazione delle Pleiadi sopra alla Luna all’inizio della notte, ricordò forse la misura dei 4 cubiti dell’osservazione successiva, associandola all’appunto provvisorio del dodicesimo giorno.

In diapositiva_7 includo una verifica del giorno 12 per Mercurio, per illustrare la particolarità della misura con 4 dita (40 minuti di grado), che forse è all’origine anche della possibile errata registrazione di giorno della misura di 4 cubiti fra Luna e Pleiadi.

In Breve.

La Luna a 4 cubiti sotto le Pleiadi fu osservata nell’undicesimo giorno di
APIN, già all’inizio della notte, quando fu fatta anche la sua misura di 10 gradi dietro ad Hamal dell’Ariete.

Fu poi confermata la sua misura di 16 gradi durante la notte sempre del giorno undici; infine fu osservato Mercurio (sempre in giorno 11) essere 4 dita sotto la Graffias dello Scorpione.

Il giorno successivo, (il dodicesimo giorno) l’astronomo probabilmente osservò nuovamente Mercurio che era meglio posto a misura angolare dalla v Sco e pure sotto la stella omega Sco con le stesse 4 dita (vedi diapositiva_7 la foto inserita in alto) e preferì registrare negli appunti provvisori questa osservazione.

Poi, nella composizione del diario completo, fu associata (in modo non corretto) assieme alla prima misura fatta nell’undicesimo giorno, quando fu osservata pure la Luna 10 gradi dietro ad Hamal (e 10 gradi sotto la stella Aldebaran del Toro; vedi segmento verde su cerchio di 10° di raggio tratteggiato) e pure a 16 gradi sotto le Pleiadi.
Non si sono alternative astronomiche al riguardo

Quindi il tempo misurato non è stato da me «accomodato» in nessun modo verificando il cubito a 4 gradi; piuttosto, è la corretta misura del cubito che mi aiuta a capire ciò che realmente osservarono gli astronomi di quel lontano tempo.

Le misure scritte nei diari astronomici, come anche nel VAT 4956, in diverse occasioni coincidono precise riguardo alla Luna specialmente quando, come puntamento del momento della misura, sia verificata col sorgere o col tramontare di Mercurio (o di altro importante corpo celeste).

Per la foto a sinistra della diapositiva, all’inizio (
SAG GE6) della notte, dello stesso 11° giorno babilonese, il bilanciamento «LÁL» riferito è quello della LUNA con la stellina (ξ Xi Tau indentata col cerchietto bianco); stellina, che assieme alla Omicron tau e Nu tau, marca l’ingresso nella costellazione del Toro.

La Luna, tramonterà dopo la stella Hamal dell’Ariete, essendo così ben definibili (o confermate) le Pleiadi essere alte 16 gradi (o 4 cubiti) dietro di essa al momento del suo inizio di tramonto alle ore 03:47 nel giorno 16 Novembre del 198bc (vedi diapositiva_7).

Trovo ancora una volta confermato (in questo caso, dovrei pure dire: «provato») il valore di 4 gradi che corrisponde molto meglio di un dubbioso e impreciso valore di due gradi.

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07_Possibili confusioni nelle registrazioni provvisorie osservate_3a parte.

Continua l'osservazione di undicesimo giorno che fu poi associata in modo non corretto al dodicesimo giorno del mese
APIN del 198bc.

Diap_07

Questa verifica astronomica della Luna 4 cubiti sotto le Pleiadi illustrata in diapositiva, che non è specificamente registrata nel diario del 198bc, è comunque molto probabile che sia stata osservata e misurata, assieme a quella «del giorno successivo, il dodicesimo (12)» inerente Mercurio con 4 dita nello Scorpione messa in sovraimpressione.

L’osservazione di Mercurio con la misura di 4 dita, fu fatta facilmente in due successive diverse occasioni.

La prima, quella alla fine del giorno undicesimo (11), era del giorno successivo alla misura della Luna nel nastro dei Pesci (ma non sembra essere questa l’osservazione che fu poi registrata erroneamente per il 12° giorno).

La successiva (possibile) osservazione sempre in merito a Mercurio, fu quella fatta il giorno dopo l’undicesimo o il giorno seguente alla misura notturna per la luna 4 cubiti sotto le Pleiadi, osservazione registrata poi erroneamente come 12° giorno; essendo, in senso astronomico, le osservazioni della Luna sotto (o davanti) alle Pleiadi a 4 cubiti (16 gradi) attribuibili solo all’undicesimo giorno di
APIN del 198bc.

Le diverse misure, furono fatte durante quel giorno
11 di APIN del 198bc.

Essendo state fatte in diversi orari nella notte (registrati nel diario), è facile che la registrazione di quanto possibilmente osservato nel pieno della notte, furono scritte in annotazioni provvisorie e, in fase di registrazione nel diario, per la mancanza (forse) dello spazio necessario per specificarle meglio, non furono scritte nel reperto finale essendo facilmente «ovvie o sottointese» (almeno come misure multiple, per loro); mi riferisco, per esempio, proprio a questa illustrata in questa diapositiva.

È del tutto evidente che nelle due elaborazioni, la Luna ha la stessa posizione astrale (come giorno lunare), essendo solo spostata dei gradi necessari per percorrere in circa 5 ore lo spazio fra la posizione precedente, della sera, con quello della notte di questa elaborazione (ovvero circa 2 gradi e mezzo verso Est); mantenne il suo essere osservabile con gli stessi 4 cubiti o 16 gradi «sotto» le Pleiadi, a motivo della rotazione apparente della volta celeste, appunto circa 5 ore dopo.

Dal momento che la Luna, mentre in diapositiva_5 nella foto a destra era osservata stare centrata con 10 gradi o 2 ½ cubiti fra tre costellazioni, osservandola circa 5 ore dopo, notarono che essa era ora apparentemente più sbilanciata verso la costellazione del Toro; restando comunque essa con la stessa distanza (angolare), ma nella comune misura di 4 cubiti dalle stelle relative stavolta, la videro o la confermarono in tal senso come «bilanciata (
LÁL)» relativamente alla misura dei 4 cubiti registrati.

Probabilmente le Pleiadi, (il cuore del Toro) fecero da riferimento per tale costellazione la quale, in ogni caso, vedeva una sua specifica stella, la λ Lambda Tau
[2], con buona precisione distante a 16 gradi dalla Luna [5].

Altri motivi, (ovvero che sia solo un caso) oltre a una possibile misurazione multipla data come sottointesa, non riesco a comprenderne per giustificare una tale precisione riferita ai valori specificamente registrati nel reperto (4 dita, una e 4 cubiti l'altra), a parte quella sottointesa per posizione astronomica che è lacunosa, di 10 gradi o due cubiti e mezzo.

Per motivi di spazio nelle diapositive, metto in questa «anche» la sovraimpressione dell’elaborato (presumibilmente osservato) per la parte finale della notte del giorno
12 APIN del 198bc quale misura «multipla» della riga B, Obverse B-13, che osserva il sorgere (o entrare in prima apparizione di Mercurio [1] stando 4 dita (4 SI) (o 40 minuti di grado) sotto o dietro la stella Graffias [4] (da non confondere con Grafias, che è l’inizio della costellazione dello Scorpione).
Essa (la Graffias) indenta la testa (
SAG) della costellazione dello Scorpione.

Sachs la identifica per il giorno precedente (l’undicesimo) come β Sco (Graffias) ma in tal caso, la posizione di Mercurio non corrisponde bene alla verifica di essere a 4 dita (o 20 minuti di grado secondo Sachs) da essa, in quanto il pianeta è elaborato essere in congiunzione (angolare) a soli 8 minuti di grado dalla stella.

Il nome della stella, letteralmente, direbbe:

«
ingresso (e) della testa (SAG o inizio o testa) dello Scorpione», corrispondendo meglio a:

«
(GE6 11) … ina ZALÁG GU4-UD [ár?] MUL e šá SAG GÍR-TAB 4 SI» traducendosi:

((Notte del 11° giorno)…
nell’ultima parte della notte, Mercurio [dietro] la stella che inizia lo Scorpione (testa), 4 dita).

Leggo la misura (
4 SI) nella traslazione del diario astronomico, e questa così mi risulta a una verifica astronomica del momento registrato, come illustrato per la prima misura fatta e messa in diapositiva_6, quando Mercurio era praticamente a contatto con tale stella (Graffias, a soli 8 minuti angolari di grado) ma stando appunto 4 dita sopra (o dietro) alla stella omega 1 Sco.

Essa fu fatta dopo l’osservazione della Luna dietro all’Ariete (10 gradi durante il 10° giorno), e delle Pleiadi 4 cubiti sopra la luna (16 gradi durante il giorno 11°), e dopo quella di Marte a 2/3 di cubito nella testa della Vergine (Zavijah o a fine notte del giorno
11 APIN) (con 2 gradi e 40 primi).

Dopo la seconda (possibile) osservazione nella notte, della Luna che era 4 cubiti sotto le Pleiadi, e dopo aver osservato Marte stare a (2 gradi e 40 primi) nella Vergine a fine undicesimo giorno, il giorno successivo, nel «dodicesimo» giorno, poterono nuovamente osservare Mercurio stare ancora con 4 dita ma rispetto alle stelle
[2] e [3], e tale osservazione (erroneamente) fece registrare poi nel dodicesimo giorno, pure la riga inerente alla Luna 4 cubiti sotto le Pleiadi.

La stella Zavijah ha il nome completo in parte lacunosa
[…], e pertanto «potrebbe» aver avuto il logo identificativo di [UR] prima della A).
Scusate, ma la «confusione», non sono io a farla, io qui solo la illustro.

Ne devo evincere che un «dito (
SI)» corrisponda a 10 minuti di grado, e che in un cubito (di 4 gradi) siano suddivisibili 24 dita; sei dita (astronomiche) per ogni grado sessagesimale.

«Sei dita» non le ha una mano normale; se però tale misura fu una «traslitterazione» da umana ad astrale tutto diverrebbe più coerente.

Se provate infatti a sovrapporre le dita affiancate della vostra mano nel loro senso orizzontale, assommandole a un avambraccio appoggiato col gomito su un tavolo avente la mano stesa, conterete appunto un totale di sei passaggi che avendo 4 dita misureranno un totale di 24 dita che suddividerebbero così il cubito astronomico di quattro gradi in sotto unità di 10 minuti di grado cadauna.

10 minuti di grado per 24 = 240 minuti di grado; 240 minuti divisi i 60 minuti di grado per ogni grado, riportano ai 4 gradi il valore unitario di ogni cubito.

Con tale verifica pertanto, è pure confermata la possibile (ma ormai certa) suddivisione del cubito babilonese di quattro gradi in 24 sotto parti di 10 minuti di grado cadauna o sei dita (
6 SI = 1 grado) per ogni grado sessagesimale.

Se ogni dito (
SI) doveva misurare 5 minuti di grado come ora accreditato, la verifica mostrata in diapositiva evidenzierebbe per Mercurio un errore appunto di circa 20 minuti di grado che «mancherebbero» in ogni caso per arrivare, dall’altezza della stella Graffias (quasi toccata da Mercurio al suo sorgere), alla sottostante stella omega1 Sco [5] per la prima osservazione; e La stessa imprecisione sarebbe pure per il successivo giorno (il dodicesimo di APIN) per la misura multipla osservata (la seconda) di Mercurio con le stelle omega 2 Sco [3] in altezza e la v Sco [2] a misura angolare.
Non è un caso che misurino tutte:
4 dita!

Nella foto grande sopra, ho inserito il particolare dell’osservazione (la seconda) di Mercurio durante il giorno 12 APIN del 198bc; (B, Obverse B13 del BM 34362) che però non doveva essere registrata in «dodicesimo giorno», essendo una misura «multipla» del giorno
11 APIN mentre, proprio per tale motivo, fu associata poi al dodicesimo giorno pure l’osservazione della Luna 4 cubiti dietro alla Pleiadi e Marte in Vergine con 2/3 di cubito (2 gradi e 40 minuti).

Spero di essere riuscito a farmi capire al fronte dell’ingarbugliata sequenza delle osservazioni.

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08_Giorni 14 e 15
APIN del 198bc

Continuo con le verifiche sul cubito.

Diap_08

La mobilità e la variabilità della definizione delle osservazioni inerenti la Luna (con il logo
IGI, opposto, di fronte, davanti, alla vista …), rendono spesso ambigui i risultati misurati per essa sia con 2 che con 4 gradi per ogni cubito.

Nel confronto, fra le due diverse unità di misura, ne esce però con migliori e più precisi risultati la verifica della misurazione che è basata sul cubito di 4 gradi.

Molti di quelli che nei diari sembrano attualmente essere errori del copista o dell’astronomo, quando sono valutati con un cubito di
2 gradi, se verificati con un cubito che misuri 4 gradi diventano invece possibili , diverse e più coerenti prospettive di osservazione quando la Luna sia l’oggetto astrale esaminato.

Situazioni ambigue che si possono rilevare con il cubito a 4 gradi sono, di fatto, più facilmente occasioni di misure multiple che ho riscontrato spesso verificando il cielo astronomico con i valori osservati e registrati nei reperti in esame.

In sintesi, la verifica più coerente per il rigo B, obverse B14 e B15 del diario del 198bc, è quella che ho illustrato nella diapositiva.

Nella foto a sinistra, del 14° giorno, mentre Mercurio a Est stava sorgendo, a Ovest la Luna
[1] era misurata a distanza angolare stando sotto la stella posteriore del piede dei Gemelli Tejat Posterior [2] che le era di fronte (IGI) appunto di 6 gradi sessagesimali misurati col cubito di 4 gradi unitari, mentre era pure sopra alle corna del Toro con la stella Zeta Tau [3] misurando gli stessi 6 gradi angolari.

In pratica, la Luna era a sei gradi angolari sia dalla base dei Gemelli che dalle corna del Toro; fu forse questo il motivo interessante della registrazione nel rigo B, Obverse B-14/15.

La misura poteva essere campionata fra le stelle Xi Ori e X2 Ori del bastone di Orione (vedi segmento rosso).

I segmenti verdi, illustrano le «simmetrie» o bilanciamenti stellari che in quel preciso momento erano osservabili pure dall’astronomo e non credo che siano solo «casuali»; seppure non registrati, tendono però a rendere la posizione della costellazione più probabilmente osservata, come pure fa il segmento che incrocia perfettamente la Luna dalla corna sinistro del Toro alla stella Alhena dei Gemelli.

Il giorno successivo, il 15°, fu nuovamente osservata la posizione della Luna rispetto alla costellazione dei Gemelli (vedi la foto a destra).
Questa fu un’osservazione particolare essendo la costellazione alta in cielo; le stelle della testa dei Gemelli erano alte circa 80 gradi.

Infatti, la misura sembra essere stata effettuata mentre la stella Polluce
[5] era alta proprio 80 gradi.

Ritengo che la scelta possa essere stata motivata dal voler osservare la costellazione mentre si presentava alla vista a occhio nudo in posizione «eretta», come illustrano e «giustificano» i segmenti verdi che hanno diversi incontri stellari lungo la loro verticale (cerchietti bianchi).

Nella riga in esame, la Luna
[1] è registrata essere di fronte e opposta (IGI) alla stella Alpha Gemini (Castore [2]) appunto con 2 cubiti che misurino otto gradi.

La «precisa» e «veloce» misura, seppure sia stata un’osservazione molto alta, fu campionabile con la distanza che è fra le stelle della base dei Gemelli, Alzirr
[7] e v Gemini [8] oppure fra la stella Alhena [6] e la stella Propus [3] (vedi segmenti rossi).
La luna era pure ben bilanciata con la stella Mebsuta (il fianco destro del gemelli) , anche se tale bilanciamento non sia riferito.

La posizione della Luna è in senso astronomico corretta, coerente con quella del giorno precedente, e ciò avvalora questa particolare osservazione.

Una misura di
quattro gradi (usando un cubito di due gradi), non trova riscontri accettabili per l’orario indicato; durante la notte (GE6), ci sarebbe una posizione che vedrebbe la Luna sotto o di fronte a Polluce con 4 gradi:
"solo però per trovarla «a priori o comunque», sfruttando la mobilità della Luna nel cielo a distanza di tempo".

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09_Giorno 16
APIN del 198bc

Verifica di misura del cubito riferita a un pianeta (più specifica).

Diap_09

Gli elaborati illustrati nelle diapositiva mostrano il cielo stellato che fu descritto per il 16° giorno
APIN del 198bc, alla riga B Obverse B15 che registra:

«
16 ina ZALÁG GU4-UD e SI4 3 KÙŠ ina ZALÁG sin ár MAŠ MAŠ ┌ ár ┐ [….]».

Il fatto che sia ripetuta nelle riga l’espressione temporale «
ina ZALÁG», suggerisce che la seconda parte dell’informazione sia successiva alla prima ma sempre durante l’ultima parte della notte di quello stesso sedicesimo giorno.

Anche in questo caso, esiste il rischio di ambiguità nella misura, seppure è di aiuto la precisione che poi è propria delle misure fatte col cubito di 4 gradi.

Mercurio, «apparentemente» sembra descritto essere di fronte alla stella dello Scorpione «
SI4 Antares [6]».

La misura, però, per un cubito di
due gradi, che dovrebbe misurarne in 6 di gradi di «quanto» il pianeta si sia addentrato (e) nella costellazione, da Mercurio a tale stella Antares, è eccessivamente approssimativa essendo riferita a un pianeta poiché, di fatto, sono misurabili solo 5 gradi dalla stella al pianeta mentre non sono possibili altri punti di vista stellari o diversi tempi di misura che suggeriscano migliori corrispondenze.

Per i babilonesi, spesso, era importante indentare la precisa entrata o uscita di un astro verso una costellazione, (vedi segmento verde tratteggiato) in quanto da questi eventi traevano anche dei presagi di natura astrologica.

Devo inoltre ricordare che questa misura, seppure in cubiti, è riferita fra un pianeta e delle stelle, richiedendo maggiore e ristretta tolleranza nelle misura che si verifica, poiché è esclusa la mobilità tipica e nota della Luna; pertanto, un errore di oltre un grado col
cubito di due gradi, oltre che per la posizione non proprio riferita ad Antares, diventa eccessiva.

Quello era certamente il giorno (sedicesimo) eppure verificando la misura, riferendola «logicamente» alla stella Grafias
[4] dello Scorpione, non la trovavo esatta come al solito; aveva quasi mezzo grado di tolleranza.

Il perché, lo compresi appunto osservando bene il cielo presentato e avendo come riferimento il concetto che la misura fosse riferita proprio al «punto d’ingresso» della costellazione, ovvero alla sua (ottica) precisa linea confinaria.

Il fatto stesso che la stella di Ophiuchus Yed Prior
[2] mirata con il braccio estremo della Bilancia, dalla stella τ Tau Lib. [5] passasse proprio dove era il margine di errore apparente della misura riferito alla stella Grafias misurando gli esatti 12 gradi riferiti nel reperto, mi ha fatto comprendere e giustificare l’apparente piccola imprecisione notata se fosse stata riferita logicamente alla stella Grafias (vedi cerchietti bianchi).

I «punti» di riferimento confinari, risultano quindi essere due.

Sono giustificati e confermati dalla circostanza che vede pure la stella θ Theta Lib
[3] essere esattamente sulla verticale di Mercurio, come se lo mirasse a riferimento (segmento verde verticale).

Altra conferma che l’astronomo voleva riferire alla linea confinaria fra le due costellazioni, è data dalla precisa circostanza che la stella Yed Prior di Ophiuchus
[2] sia riferibile proprio alta 12 gradi sopra a Mercurio [1] (vedi locandine e freccia celeste e segmento verde orizzontale della foto a sinistra).

La misura, come consueto, fu precisa e rapida tramite il campionamento della distanza che è fra le stelle θ Theta Lib
[3] e υ Upsilon Lib che misura appunto 12 gradi (vedi freccia rossa).

Ho fissato il «momento» della misura mentre Mercurio era proprio sull’orizzonte reale, quello s.l.m. e non su quello visibile, per mostrare pure tramite le locandine (vedi losanga blu) la precisa altezza che era da Mercurio alla stella Yed Prior; fatto che ne giustifica la sua presentazione e valutazione seppure essa non sia riferita nel reperto.

Quest’osservazione relativa a Mercurio, è confermata dalla successiva osservazione, al momento della loro ultima apparizione, che vedeva le stelle dei Gemelli a Est essere sotto la luna di circa un grado, essendo la luna dietro ad esse (la stella riferita «
MAŠ MAŠ ┌ ár ┐» è la Pollux β Gem.), tramontando poi la Luna completa 4 minuti dopo di Alpha Gem. Pollux; (verifica solo astronomica, quella del tramonto della Luna, in quanto le stelle ormai non erano più visibili).

Alle ore 04:19 infatti, la luna era ancora ben «bilanciata» sulla stella Polluce dei Gemelli, cosa che attesta in ordine successivo al sorgere di Mercurio la sua osservazione descritta a fine riga del giorno 16.

Il momento più appropriato di tale osservazione ottica per la Luna dietro ai Gemelli, fu certamente quello dell’ultima visibilità di queste due stelle discretamente luminose (magnitudo 1 e 2).

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10_"
La piccola stella che è 4 cubiti dietro al Re"

Identificata la vera stellina che è 4 cubiti (16 gradi) dietro al "Re (Regolo)": E' la stella Chort (Theta Leonis).

Diap_10

In diapositiva, è l’elaborazione del giorno
19 APIN del 198bc registrata nella linea B, Obverse B16 e che può avere un risultato ambiguo essendo una misura riferita poi pure alla Luna.

Il momento della misura è definito dal logo «
ina ZALÁG» e le ore 04:05 possono rientrare bene in tale arco di tempo.

La riga, registra quanto segue:

«
GE6 19 ina ZALÁG sin e MÚL TUR šá 4 KÚŠ ár LUGAL ½ KÚŠ», traducibile in:

«
Notte del 19° giorno (APIN), ultima parte della notte, La Luna sotto la piccola stella che è 4 cubiti dietro al Re (Regolo), mezzo cubito»

(In traduzione Sachs, per tutti i loghi traslati dal cuneiforme: «
MÚL TUR šá 4 KÚŠ ár LUGAL» traduce semplicemente: «Rho Leo».

Per questo motivo preferisco verificare soprattutto quelle parti del diario per le quali posso in qualche modo leggere pure i cuneiformi, possibilmente in LineArt, oltre che solo la loro traslazione).

Il segno per
½ è solitamente un segno BAR, che anche significa metà, ma non potendone leggere il tracciato cuneiforme del reperto del 198bc, mi aspetto che in tale riga del coccio sia esclusivamente riferito il segno BAR; dico questo, perché l'osservazione risulta un poco complessa, non avendo un riferimento specifico oltre il generico ZALÁG, e al riferimento alla verticale Est per la stella Zosma come riferimento al momento della misura che, essendo molto alta in cielo, non era facile da farsi.

L’elaborazione del cielo osservato al tempo descritto nel reperto vede la Luna sotto la pancia e quasi al centro della costellazione del Leone, abbastanza vicina alla stellina Rho Leo
[3] così da indurre a credere facilmente che la misura di mezzo cubito (in questo caso un grado col cubito di due gradi) sia riferita fra la Luna e quella stellina.

Devo far notare però, che tale misura su Rho Leo è qui ottenuta in modo «illustrativo» «trovando», senza un riferimento specifico, la posizione della mobile luna per orario
ZALÁG corrispondente al mezzo cubito di due gradi; curiosamente, proprio in quel momento, la Luna era «pure (anche)» misurabile proprio a due gradi «angolari» dalla stellina (mezzo cubito di 4 gradi, vedi freccia celeste in foto a destra); non servono altri commenti.

Al suo sorgere, in orario inizio della notte (
SAG GE6), la stellina Rho Leo era appunto a distanza «angolare» di un grado dietro alla Luna (vedi diapositiva_1).

Se infatti notate l’orario, illustrato nella foto inserita, nella verifica col cubito a 2 gradi, esso è da me stato scelto solo perché in quell’orario (
ZALÁG) la Luna sarebbe stata osservabile a quella distanza dalla Rho Leo, mentre per la verifica del cubito a 4 gradi con la stella Chort, io ho usato almeno riferimenti a coordinate più specifiche e giustificanti, oltre che a «campionare» (vedi frecce rosse) con due diversi riferimenti la precisa misura registrata nel diario per la Luna rispetto alla stella Chort.

La riga infatti, riguardo al cubito di 4 gradi, fornisce informazioni molto più particolari riferendo a una misura «interstellare o angolare».
Registra quindi che la «
piccola stella (Chort)» era «dietro» al re (Regolo) stando distante da esso nella misura di 4 cubiti (16 gradi).

Se il cubito fosse stato realmente di
due gradi, la riga avrebbe riferito che la Rho Leo dovesse essere 8 gradi dietro a Regolo.

Di fatto, la distanza angolare che è fra Regolo e la Rho Leo è di soli circa
sei gradi e trenta primi (angolari), mancando quindi almeno un grado e trenta alla misura riferita.

In senso astronomico, sarebbe un errore del circa il 20% della distanza; tolleranza che non è accettabile per misure astronomiche (e ancor meno come misura base per contestare informazioni storiche della Bibbia).

Si può dire quindi che: la Luna era «occasionalmente» un grado sopra alla stellina Rho Leo, (vero; e si può anche dire che la stessa luna era a due gradi «angolari» dalla Rho Leo, vedi freccia celeste in foto aggiunta a destra) ma in nessun caso si può dire che tale stellina (
Rho Leo) fosse:

«
la piccola stella che è 4 cubiti dietro al Re».

In diapositiva_2, è stata illustrata bene la motivazione e scelta di una tale misura, di quattro cubiti = 16 gradi angolari, e non di «otto gradi».

La piccola stella che è 4 cubiti dietro al «Re, (Regolo, è e può essere solo:

la stella Chort (Chertan o θ Theta Leo).

Essa è più specificamente «dietro» a Regolo e distante da esso con «precisi» 16 gradi (e 15 primi).

In tal caso, la «tolleranza» è solo di un quarto di grado su 16 gradi, o un 64esimo dell’intera misura, contro:

un quinto della totale misura su gli otto gradi per i 4 cubiti a due gradi.

Osservando la Luna avendo di fronte a sé la «sua verticale (o essendo a 2 gradi di fronte a 137° Azimut riferiti al suo bordo Lunare verso Est, in verticale della stella Algieba)», fu possibile misurarla appunto con un valore di due gradi (mezzo cubito) sotto la Stella Chort (che era alta 2 gradi sopra alla stellina 73 Leo la quale era «bilanciata in orizzontale» con la Luna);

è la stella Chort quindi, la "stellina" «che è 4 cubiti (di 4 gradi cadauno) dietro al re».

Devo ricordare che gli astronomi babilonesi, osservavano un cielo «così come si vedeva», e i loro riferimenti da misurare erano spesso (nel periodo Neobabilonese specialmente) con verifiche verticali (a pendolo) e orizzontali (a livella) del panorama celeste che era loro visibile dalla Ziggurat-Osservatorio di Babilonia (ovvero, non credo che potessero valutare sempre la curvatura delle parallele e delle verticali verso lo zenit).

Più probabilmente, fu solo verso o dopo il 198bc, con le esperienze Greche, oltre a quelle Persiane e Arabe, che cominciarono a considerare forse anche valutazioni in ordine di coordinate che tenevano conto della curvatura celeste (altezze e Azimut che tenevano conto della chiusura angolare verso lo Zenit).

Tutto questo sopra illustrato non si riuscirebbe ad esprimerlo se si dovesse stimare la Luna essere dietro alla stella Rho Leo con un solo grado.

Per «pari condizioni» o per evitare inutili critiche, nella diapositiva, in basso a destra, ho inserito in sovraimpressione pure l’elaborato «ambiguo» (o occasionale) che vede la Luna in orario successivo di un’ora e mezza dopo, sempre in
ZALÁG, mentre essa è a un grado, misurato su un cubito di due gradi, stando sopra alla stella Rho Leo (segmento verde) e, nello stesso momento, era pure misurabile a distanza «angolare», sempre sotto la Luna, di due gradi (o mezzo cubito di quattro gradi); lo dico per i «critici».

Il cerchio esterno della piccola foto, misura un raggio di due gradi; il Telrad centrale ha un raggio di un grado (Mezzo cubito ora accreditato) mentre la stellina
[3] è la Rho Leo.

Questa verifica conferma l’ambiguità sempre latente e presente che ci può essere nel caso dei riferrimenti aventi come oggetto la Luna, cosa che sto qui denunciando o facendo conoscere, e che hanno reso finora difficile il rendersi conto che esista una possibile e più corretta alternativa misurabile (un cubito di quattro gradi).

Una tale «ambiguità» evidenzia pure come corretta, la verifica basata su 4 gradi per ogni cubito che sempre si conclude con risultati, in verifica, decisamente migliori in precisione e più corrispondenti con ciò che fu effettivamente osservato.

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11_Mobilià della Luna nel tempo; 1 cubito (di quattro gradi) in otto ore

Quando si misura il cubito avente come oggetto di riferimento il nostro satellite, la Luna, verificare le informazioni astronomiche di un diario implica il tenerne conto della sua mobilità nel cielo stellato durante una stessa notte.

Per avere un riscontro attendibile della verifica astronomica di un rigo di un diario astronomico occorre quindi identificare, quando ciò sia possibile, un "preciso momento della misura" al fine di ottenere risultati più probanti.

Questa di diapositiva_11 tenta d'illustrarne il problema.

Diap_11


Essere o non essere? Quattro gradi o
due gradi; qual è la reale (o vera) misura valutata per ogni cubito? L’ambiguità perseguiterà per sempre i posteri?

Le evidenze a favore di un cubito di quattro gradi già viste finora, sono e restano sempre fortemente a favore di questa unità di misura: «
1 Cubito = 4 gradi».

Le ambiguità, resteranno a testimoniare la difficoltà di come, pure in tempi moderni con tutta la tecnologia raggiunta, non sia stato prontamente possibile rendersi conto (senza un forte aiuto da parte delle informazioni storiche della bibbia) che esiste una valida alternativa all’attuale e
accreditato cubito (spesso approssimativo) di due gradi per ogni unità.

In sunto:
Nella foto della diapositiva, a destra, è mostrato che la luna era, alla sera del 18° giorno del mese di APIN, al sorgere della stella Regolo del Leone, distante 8 gradi (angolari) da essa (
LUGAL, in questo contesto, è considerato come nome per l’intera costellazione).

La pari e simile misura di Regolo con la brillante stella (Algieba), garantiva l’accuratezza e l’immediatezza di tale valutazione (riferita alla luna che tollera ragionevolmente circa 15 minuti di grado a motivo del suo disco).

Sia stata allora stimata in 4 cubiti di due gradi o in due cubiti di quattro gradi, non toglie il fatto che la Luna era e restava distante da Regolo esatti 8 gradi.

L’astronomo non registrò questa possibile osservazione (almeno non mi risulta); certamente però, poté vederla e ne tenne ben conto.

Dopo oltre otto ore (sul fare del mattino), l’astronomo tornò a misurare (e a registrare stavolta) al rigo B, Obverse B16, la seguente informazione:

«
GE6 18 ina ZALÁG sin ina IGI LUGAL 2 KÙŠ» traducibile in:

«
Notte del 18° giorno, ultima parte della notte, la Luna opposta (davanti o di fronte) al Leone 2 cubiti».

Ho tradotto il logo traslitterato di
LUGAL in Leone e non in Regolo, in quanto per i babilonesi, il nome della principale stella della costellazione era talvolta anche indice o riferimento all’intera costellazione stessa (vedi il caso di ALLA che sta per la costellazione del Granchio e che A. Sachs nel VAT 4956 traslittera come «il Presepe», un ammasso stellare (M11) della costellazione del Granchio). La posizione della Luna, difatti, era «davanti» all’intera costellazione del Leone, come ben illustra la foto grande nella diapositiva.

In tal modo l’astronomo, pur facendo riferimento ad un unico valore di due cubiti, poté considerare la misura della Luna
[2] non solo riferita a Regolo [3] ma anche a un’altra principale stella della stessa costellazione, appunto Algieba [1].

Le due pari misure che la sera prima facevano capo al valore dei due cubiti, misuravano così ora i 4 gradi (per la luna sotto la stella Regolo) e «anche» gli 8 gradi per la luna, sotto e opposta ad Algieba.

La posizione della costellazione (
LUGAL) al momento della misura (riferita o puntata appunto sulla stella Algieba [1]) conferma questo tipo di osservazione in quanto in quello stesso momento la «piccola stella che quattro cubiti è dietro al re» (la stella Chort [7]) era proprio bilanciata in verticale con la Luna [2] (vedi segmento verticale verde) misurando da essa 20 gradi (4 cubiti + 1 cubito).

Inoltre, la stessa Luna
[2] era «mirata» in senso stellare per la sua precisa posizione, essendo sulla linea angolare che da Algieba [1] va alla stella Subra [5]; pertanto, i «due» cubiti, riferendo gli 8 gradi della misura letta la sera precedente, confermavano ora in un cubito (4 gradi) la posizione raggiunta dalla Luna rispetto alla principale stella della costellazione Regolo [3].

Il «momento» della misura, fu quello che vedeva sorgere a Est il pianeta Mercurio (vedi foto inserita a Sinistra).
Il valore misurato, essendo l’osservazione alta circa 70°, fu campionabile con le stelle indicate dai segmenti rossi; sia per i quattro che per gli otto gradi.

In questo semplice modo (per noi oggi «ambiguo»), l’astronomo poté ricordare che la luna la sera prima era distante 8 gradi (2 cubiti) da Regolo (o dal Leone) ma che alla fine della notte o verso il mattino dopo, sotto Regolo, la Luna era giunta distante da esso a soli 4 gradi, confermando pertanto il suo spostamento nella sfera celeste nella misura di circa 4 gradi per ogni otto ore di tempo.

Con la sola registrazione di due cubiti (di quattro gradi unitari) in questa informazione, volle ricordare entrambe le misure; scegliendo però il valore in cubiti di quella che corrispondeva «ancora» al riferimento ad Algieba
[1] della sera prima e confermando così in modo evidenziato, lo spostamento compiuto dal nostro satellite nel cielo stellato durante le otto ore che separano le due misurazioni.

Fu così più facile per l’astronomo «ricordare» che i due cubiti della luna della sera precedente si erano ridotti a un cubito se riferiti alla stessa stella Regolo.

La foto a sinistra, comparata con quella a destra, illustra benissimo questo concetto.

monseppe2

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16_La Vera misura in 4 gradi per il cubito, fa chiarezza in casi apparentemente incoerenti. (questa parte richiede una maggiore attenzione o fatica ad essere seguita).

Diap_16

La diapositiva evidenzia come più facilmente si trovino riscontri coerenti con le misure segnate nel diario quando in verifica si usa un cubito che misuri 4 gradi.

Resta sempre l’ambiguità per alcune situazioni, prevalentemente per le misure con la Luna, specialmente quando esse non siano di tipo angolare (da stella a stella o da stella a corpo celeste o da corpo celeste a corpo celeste) o quando il valore da misurare sia in parte
[lacunosa].

La riga B, obverse B5 del BM 34362 traslata (nella parte interessata; le modifiche di posto per
[[…]] sono mie), registra:

«
GE6 16 ŠÚ ŠÚ ina ZALÁG sin e MAŠ-MAŠ šá SIPA 1 KÙŠ 8 SI [[…]] ina ZALÁG sin SIG MAŠ-MAŠ IGI 5 KÙŠ sin BAR (½) KÙŠ ana ŠÚ LAL [[16 ŠÚ ŠÚ GE6 17 ŠÚ ŠÚ ]] 17 ŠÚ ŠÚ».

Nel contesto del cubito di 4 gradi, si traduce (indentando con
[[...]] la parte in confusione del periodo temporalesco qui riportata in neretto):

[[Giorno 16 (temporale) Notte del 17 (temporale)]] Giorno del 17 (temporale).

«La parte tratteggiata
[[....]], è spuria come inserimento nella riga»; (fu registrata confondendo gli appunti tra un intervallo e l’altro del temporale del sedicesimo giorno uguale a 17 giorno lunare) e quello di tutto il successivo del giorno 17° giorno del diario.

L’osservazione del 16° giorno (del diario) =
17° giorno lunare, si tradurrebbe quindi come segue:

«
Notte del 16 (temporale). Nell’ultima parte della notte, la Luna sotto Propus (η Eta Gemini) un cubito. Otto gradi (8 SI da) Alzirr (ξ Xi Gemini). Nell’ultima parte della notte, la Luna sotto (o uguale) i grandi Gemelli (MAŠ-MAŠ-IGI o stella Castor) 5 cubiti (20 gradi). Mezzo cubito (sopra Alhena [5]) la Luna (era) bilanciata a Ovest (di Propus) col Toro (ζ Z Tau, le corna). [[Durante il giorno 16 (temporali) notte del 17, temporali]] giorno del 17, temporali».

La registrazione lascia aperta solo una finestra di cielo sereno, tipica di un periodo temporalesco che va dalla notte del 16° giorno, schiarendosi quindi verso le 02 e almeno fino a circa le ore 07 del mattino del giorno 16° del diario (o astronomico 17° lunare o secolare 23 Ottobre del 198bc).

Durante il resto del 16° giorno, altri temporali, che si protrassero pure per tutta la notte del 17° giorno e anche per il seguente giorno (di luce) del 17° giorno.
Sono segnalate in quei periodi, piogge (
ŠÚ ŠÚ anche abbondanti) di tipo temporalesco.

Probabilmente, le registrazioni provvisorie che furono fatte su due diverse tavolette, furono entrambe segnate inizialmente con «
ultima parte della notte».

Nel ricomporre il diario, evidentemente staccarono le due parti osservate nella stessa (piena) notte, registrandole come due diverse osservazioni relative a due diversi giorni.

Il valore di 5 cubiti (20 gradi) lascia infatti poche alternative, dando la Luna opposta (
IGI) e comunque «sotto e/o uguale, (SIG)» alla stella dei Gemelli come misura campionata.

Il cielo astronomico e la descrizione della completa riga, non lasciano alternative, in quanto la Luna in un giorno si sposta di circa dodici gradi.

I 20 gradi dei 5 cubiti sono riferiti alla Luna
[1] che era sotto (SIG) e opposta (IGI) ai grandi Gemelli (MAŠ-MAŠ) mirando alla stella Castor [2] (IGI).

1 cubito, o quattro gradi, riferisce invece la distanza angolare della Luna
[1] sotto la stella Propus [3] SIPA (vicino)» alla base dei Gemelli) mentre era pure alta sopra alla stella Alhena [5] mezzo cubito (BAR) o 2 gradi.

8 SI, sono gli otto gradi angolari che la Luna [1] aveva nei confronti della stella ξ Xi Alzirr [4] mentre era pure bilanciata (LAL) a ovest con le stelle x2 di Orione e Zeta Tau del Toro [6] (vedi segmenti verdi e cerchietti bianchi) mentre era pure bilanciata o stava fra le stelle Propus [3] e Alzirr [4], appunto a distanza di 8 gradi (8 SI) più un cubito (4 gradi) che misurava anche la distanza fra le stelle [3] e [4] nella totale misura ben nota all’astronomo di 12 gradi (le frecce celesti tratteggiate di diverso tono nella foto a destra).

La misura di otto gradi (
8 SI) poté essere campionata fra la stella Propus [3] e la Alhena [5] (vedi foto a destra segmenti rossi).

La misura di un cubito (quattro gradi) fu campionabile fra le stelle Propus
[3] e la stella v Gemini (cerchiata in bianco).

La misura di mezzo cubito (
BAR) o due gradi, fu campionabile fra le stelle Propus [3] e la stella Tejat Posterior [7] (vedi segmento rosso piccolo).

La misura di 5 cubiti (20 gradi) fu campionabile (
SIG o uguale) fra la stella Propus [3] e la stessa stella Castor [2] sovrastante (vedi freccia rossa lunga).

La misura complessiva di 1 cubito più
8 SI o 12 gradi, era campionabile, (passando per la Luna) dalla stella Propus [3] e la stella Alzirr [4] (misura nota).

Il «momento» di «tutte» le misure sopra elencate, fu quello che vedeva la Luna
[1] posizionata proprio sulla verticale del SUD (180° azimut).

In breve:
La sola stella «Propus
[3] (SIPA)» era base campione per misurare i valori di 2, 4, 8 , 12 e 20 gradi che nella foto a destra sono ben evidenti con i segmenti rossi che partono tutti dalla stella Propus [3] (ormai, certamente = a SIPA); Non basta.

Seppure non descritta o registrata nel reperto, c’è pure una configurazione di un «
ka-bar (in mezzo alla bocca) >» di un valore riferito nel reperto, un cubito, corrispondente a Luna [1] al centro con le due stelle, Propus [3] e Alhena [4] (le due frecce arancioni nella foto a destra) parimenti distanti.
(scusate se è poco).

Inoltre:

Le due foto elaborate in diapositiva, mostrano proprio questa particolare e complessa configurazione astrale.

Le misure poterono essere fatte sia velocemente che «precisamente» grazie alle campionature sopra elencate che permisero misure precise anche se la Luna fu osservata quasi a 75 gradi alta in cielo; va messo in risalto che si tratta di misure «angolari» per tutte le misure di 2, 4, 8, 12, 20 gradi.

Nella seguente diapositiva_17, ingrandendo ulteriormente la base dei Gemelli, illustro meglio questa eccezionale campionatura di misure tutte riferite nella riga qui esaminato.

Tutto questo è ciò che mi risulta alla verifica astronomica di quanto fu registrato nella riga; ritengo che sia impensabile poterlo ottenere similmente
con un cubito che misuri solo due gradi unitari.

Il quadro astronomico appena illustrato, fu possibile solo nell’unico giorno che corrisponde al
16° del diario o astronomico 17° giorno lunare del mese DU6 del 23/10/198bc.

monseppe2

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17_Tecnica delle "misure campionate" su valori interstellari memorizzati (ingrandimento).

Diap_17

In diapositiva_16 è stata relazionata la riga relativa a questo ingrandimento particolare, necessario per illustrare la complessa situazione di campionatura che i Babilonesi potevano aver memorizzato come misure di riferimento relative alla Costellazione dei Gemelli.

Le misure qui indentate, ( 2 gradi, 4 gradi, 8 gradi, 12 (otto più quattro) gradi, 20 gradi) sono tutte riferita nel rigo B, Obverse B5 del diario del 198bc che registra la posizione della luna in Gemelli durante il 16° giorno (17° lunare) del VII mese
DU6 del 23 Ottobre 198bc alle L.T. 02:32.

La loro particolare «simmetria», che fa capo al vertice posto sulla stella Propus (
MAŠ-MAŠ šá SIPA) o η Eta Gemini [3], è univoca e la ritengo attendibilissima.

L’osservazione della costellazione dei Gemelli, mentre la Luna era proprio sulla perpendicolare del punto cardinale del SUD (180°), essendo alta da 75 gradi in su, doveva necessariamente essere campionata con riferimenti interstellari o «angolari» noti e precisi per poter essere fatta con tale precisione e velocità.

Punto focale importante di queste misure, è la particolare registrazione di: «
1 KÙŠ 8 SI».

Un cubito misura 4 gradi (
due gradi sono invece quelli attualmente accreditati), e 8 dita misurerebbero, secondo come ora accreditate, 40 minuti di grado (5 minuti di grado per otto dita); di fatto, 8 dita, superando i 60 primi di un grado suddiviso in sei dita di 10 minuti di grado cadauno, non possono essere ancora stimate come «dita» ma diventano «8 gradi sessagesimali».

Dalla Luna, misurando 2 gradi e 40’ (quasi tre gradi dati da un cubito + 8 dita), come sarebbe ora accreditata tale unità di misura suddivisa in 24 dita di 5 minuti di grado cadauna, «con la precisione che ho illustrato tramite la misura con 4 gradi per cubito» nessuna stella dei Gemelli corrisponderebbe altrettanto bene.

La luna, misurata col
cubito a due gradi, mi risulta essere sotto la stella Tejat Posterior, ma con una tolleranza di 30’ dal suo centro o circa 15‘ dal suo bordo superiore.

Per l’altra misura riferita, coi
5 cubiti = a 10 gradi del cubito di due gradi, similmente dal centro del Luna, la stella Castor riferita gli sarebbe di fronte ma essendo fuori misura di 1 grado e 30’.
(se poi si considera l’ormai chiarito fatto che il cubito riferito alla stellina Rho Leo sia di effettivi
1 grado e circa 30’, contro i due tondi ora valutati, allora tutto va a «scatafascio»).

L’astronomo poteva riferire benissimo 3 cubiti per misurare 12 gradi, ma avrebbe riferito solo una distanza «interstellare» fra Propus e Alzirr; priva di rifermento alla Luna.

Evidentemente voleva registrare che la luna era a otto gradi (
8 SI) da Alzirr e che nello stello momento era anche a un cubito (4 gradi) da Propus.

Se avesse registrato: «2 cubiti (otto gradi) 1 cubito (4 gradi)», ciò avrebbe creato certamente difficoltà interpretative sulla misura che era riferita e a cosa fosse riferita.

Registrando invece un cubito (4 gradi sessagesimali)
8 SI (otto gradi sessagesimali), poté fare una «distinzione» fra le due misure che erano riferite come partenza con la stella Propus (SIPA), fino alla Luna sotto di essa, ed essendo quindi pure a distanza angolare dalla stella Alzirr di 8 gradi.

Tali misure sono poi confermate dal preciso riferimento di 20 gradi per la stella Castor verso la Luna (misura angolare campionata con la distanza dalla stella Propus
[3]).

La diapositiva dovrebbe illustrare e chiarire bene ogni punto;
se ne evince che:

Un Cubito astronomico babilonese = quattro gradi.

Dopo
6 SI (sei dita = un grado o 60 minuti di gradi) il SI diventa: misura di gradi sessagesimali; pertanto:

8 SI sono uguali a «otto gradi».


monseppe2

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18_Il cubito a 4 gradi aiuta ad identificare meglio le stelle registrate

Diap_18


La riga B, Obverse B6, registra i seguenti cuneiformi traslati:

«
GE6 19 ina ZALÁG si[n ina IGI SA]G A 1 KÙŠ 19 GU4-UD ina NIM ina RIN 3½ KÙŠ ár GENNA ana NIM IGI KUR 16 na-su in 17 IGI».

La parte finale del segno «
[…SA]G» è molto simile a quella del segno «UR» ed essendo in un punto parzialmente lacunoso, potrebbe essere interpretato sia come «UR» e sia come «SAG».

La differenza d’interpretazione sta nel fatto che con «
UR-A (Leone)» è più facilmente suggerita la stella Subra [2] (ο Omicron Leo), mentre con «SAG-A» resta più logicamente suggerita la stella Ras Elased Australis [4] (ε Epsilon Leo).

La Luna
[1] inoltre, sembra fuori posto per una misura di soli 4 gradi (un cubito) con la Ras Elased Australis [4] (SAG-A) e peggio ancora con un cubito di due gradi, essendo opposta ad essa di ben 12° (3 cubiti).

Il giorno precedente (il 19° segnato nel diario o il 25/10 198bc, la Luna era nella costellazione del Granchio stando a pari distanza di circa 20 gradi sia dalla Australis
[4] e sia dalla Subra [2], non corrispondendo affatto con nessun valore del cubito come registrato in riga.

Marte
[3] non è riferito nella riga; l’ho evidenziato solo per indicare che quelle misure furono comunque possibilmente fatte o osservate, essendo però possibili solo nel successivo giorno (al 19° del diario) o effettivo 20° giorno lunare, quello illustrato nella foto che mostra l’elaborazione della luna [1] misurabile con un cubito di fronte o sopra la stella Subra [2].

Corrispondono bene invece, i (2) conteggi «
na» di Mercurio a Est della bilancia che sorge 64/68 minuti (pari a 16/17 gradi na) prima del completo sorgere del sole, e di Saturno (GENNA) sotto la stella Spica della vergine con i tre cubiti e mezzo = 14 gradi.

Pertanto, il giorno 19° del settimo mese del diario del 198bc corrisponde in senso astronomico solo al 20°giorno lunare (da Novilunio = 29/30° giorno) ed è quello che l’elaborato qui sopra è segnalato con la data secolare del 25 Ottobre del 198bc (o 26 ottobre, se dopo la mezzanotte).

Il resto della riga per motivi di spazio, lo illustro nella prossima diapositiva.

In sintesi, quella parte di riga registra:

«
19 Mercurio a Est della Bilancia. Saturno, 3½ cubiti (14 gradi) opposto a Est della Brillante (la stella Spica) contati 16 gradi na Ovest di esso 17».

monseppe2

 

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19_Suddivisione del cubito in Dita (2a parte e prima diapositiva)

Diap_19

In questa diapositiva_19 e nella 20 seguente, ci sono interessanti «prove» e conferme che le misure e i riferimenti finora da me usati siano corretti, come pure il fatto che il programma RedShift6 calcoli con precisone eccezionale la posizione della luna e degli astri in accordo con i diari astronomici finora da me esaminati.

E’ confermata la registrazione sfalsata (come sequenza) del giorno lunare osservato, a causa dei primi giorni di osservazione del VII mese
DU6 che erano nuvolosi piovosi o coperti.

Infatti, l’osservazione registrata come diciannovesimo giorno nel diario al rigo B, Obverse B5,B6 trova invece eccellente riscontro con le verifiche effettuate nel ventesimo giorno «lunare» o astronomico, (25-26/10/198bc) contato dal Novilunio del mese
DU6.

Mercurio fu contato dal suo sorgere al sorgere del sole con un totale di 17 gradi
na (68 minuti) e pure con un «parziale» 16 gradi na (64 minuti) nel momento di osservazione della luna che era un cubito sotto la stella Subra.
Le tre foto in alto a destra, illustrano bene il doppio conteggio di na fatto durante il giorno 19° del diario = 20° Lunare.

Uno, quello che contava i complessivi 17 gradi, partiva alle ore 05:03:20 con Mercurio in sua «prima apparizione» e l’altro che riferiva il momento di osservazione per la Luna davanti al Leone, partiva circa quattro minuti dopo, dalle ore 05:08:20 portando entrambi al conteggio totale di 16 prima e 17
na poi, al momento del sorgere del Sole come registrato nel reperto.

Saturno, fu confermato essere a Est della stella Spica della Vergine, standogli sotto (o opposto) con tre cubiti e mezzo (di 4 gradi cadauno) = 14 gradi.

Nella foto, al momento del conteggio «
na» per Mercurio [5], è l’elaborazione osservabile del pianeta al suo sorgere a Est della stella Zuben Elgenubi [13] della Bilancia  (che doveva sorgere pure lei per poter essere stimata con Mercurio a Est di essa) e di Saturno [12] davanti ad esso ma dietro (o opposto) alla stella Spica [11] della Vergine  (qui semplicemente registrata come "la brillante, KUR").

L’osservazione qui elaborata, è registrata nel reperto con i seguenti loghi:

«
19 GU4-UD ina NIM ina RÍN 3½ KÙŠ ár GENNA ana NIM IGI KUR 16 na-su in 17 IGI»
traducibili in:

«
19 Mercurio a Est delle Bilancia. 3½ cubiti Saturno a Est opposto alla Brillante. KUR», la stella Spica [11] con magnitudo 1)».

Il cerchio della foto misura un raggio di 14 gradi contati come tre cubiti e mezzo a quattro gradi cadauno.

Indubbiamente, Mercurio
[5] è posizionato, mentre sorge, a Est della stella Zuben Elgenubi [13] della Bilancia (RÍN).

Saturno
[12], qui registrato come GENNA, è a 14 gradi dietro alla «brillante» (stella) stando a est di essa.

Se visto (o stimato) di fronte ad essa col cubito di due gradi (sarebbe stato registrato con (
ina) IGI) non corrisponderebbe bene; Saturno sarebbe a circa 6 gradi contro i 7 richiesti da tre e mezzo cubiti di 2 gradi cadauno di fronte alla stella.

Il logo «
IGI» in questo caso, essendo da solo, traduce meglio il senso di «opposto» alla brillante (KUR) stella.

Nell’elaborato, invece, i cubiti di quattro gradi osservati misurano una distanza fra una stella e pianeta e pertanto, essendo una misura «angolare», la misura non risente dei problemi di orario di puntamento o di posizione osservata  come nel caso che fosse implicata la Luna.

La distanza fra la «brillante» e Saturno, è troppo specificamente precisa per poterla ignorare (con una tolleranza di solo 2 dita in meno, su 14°), anche se la stella è definita solo brillante per via dell’orario dell’osservazione (le h. 05:11 alla sua ultima apparizione).

Anche questa verifica, sostanzialmente, sostiene l’ipotesi del cubito che misuri 4 gradi unitari.

Da questa situazione astronomica, il giorno successivo, (in successiva diapositiva_20) o il giorno ventesimo del diario (astronomico ventunesimo giorno lunare), La Luna è poi confermata essereosservata e misurata mentre incrocia l’ingresso nel Leone stando sotto Regolo e ad est di esso, distante dalla stella esatte sei dita (
6 SI) (angolari) di 10 minuti di grado cadauno = un grado sessagesimale.

La misura delle sei dita, fu facile precisa e veloce da fare sia per campionatura (freccia rossa) della distanza nota di due cubiti fra le due stelle, Regolo e 31 Leo, sia tramite il semplice replicare il diametro lunare per due volte a partire da Regolo; diametro lunare che quel giorno era esattamente di 30 minuti di grado, ovvero di «tre dita», come sarà ben illustrato nella successiva diapositiva_20.

Cubito e Dita sono quindi verificati e confermati essere una misura di 4 gradi suddivisi in 24 unità di 10 minuti di grado cadauna o sei dita per ogni grado sessagesimale.

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Questa è la prima parte di tre che trattano il complesso argomento del reale valore da assegnare al cubito astronomico babilonese.

Questa antica unità astronomica, è attualmente accreditata come la misura di
due gradi per ogni cubito, suddivisibili in 24 dita di 5 minuti di grado cadauna.

Dalla verifica astronomica da me eseguita confrontando 4 diari astronomici, e in accordo con le informazioni astronomiche del VAT 4956 stimato come osservato al
587bc invece che al 568bc, risulta che il reale valore del cubito astronomico babilonese deve essere stimato come:

Un'unità di misura di 4 (quattro) gradi per cubito suddivisibili in 24 dita di 10 minuti di grado cadauna.

Le altre due pagine saranno inserite nella seconda parte relativa al cubito astronomico babilonese..

Buona lettura...

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Alla pagina successiva > http://digilander.libero.it/monseppe/Cubito_Babilonese_2.htm

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Qui affermo che è solo grazie alle informazioni storiche (veraci) che sono nella Bibbia, che ho potuto trovare la corretta datazione di questo controverso e importante antico reperto archeologico/astronomico (il VAT 4956). 

La parte Reverse (dietro), che è ancora in fase di verifica e in preparazione semplificata (sto invecchiando) ma pure essa conferma o rafforza che tale diario astronomico poteva essere stato osservato solo ed esclusivamente durante il secolare 587bc e assolutamente pertanto, non sarebbe corretto stimarlo per l'alternativa datazione attualmente accreditata al secolare 568bc.

 

Per uteriori informazioni, domande, chiarimenti o contestazioni riguardo a ciò che ho qui presentato, potete usare i collegamenti sopra predisposti.

 

Buona lettura a tutti.

 

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Seguono i Link della verifica di tutta la parte Frontale (Obverse) del VAT 4956 stimato come osservato durante il 587bc. (in fase di completamento)

 

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_01.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_02.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_03.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_04.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_05.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_06.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_07.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_08.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_09.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_10.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_11.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_12.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_13.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_14.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_15.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_16.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_17.htm

http://digilander.libero.it/monseppe/VAT_4956_Verifica_rigo_Obverse_18.htm

 

Finisce qui la parte "obverse" del VAT 4956. Già da sola, la verifica di questa parte è ampiamente sufficiente a dimostrare la corretta stima di osservazione del reperto astronomico al 587 a.e.v. contro l'attuale stima al 568bc.

 

Il VAT 4956 stimato al 587 a.e.v. è in accordo con le informazioni storiche della Bibbia relative ai regnanti e ai loro tempi di regno del periodo Neobabilonese.

 

Questa homepage, è in attesa. Se aspetto io, potete aspettare anche voi.

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