Corno di Cavento
Notizie: La storia del Cavento nella grande guerra
Scheda tecnica:
GRUPPO | Adamello |
QUOTA | 3402 m |
DIFFICOLTA' | F |
DISLIVELLO RIFUGIO | 740 m |
DISLIVELLO CIMA | 943 m |
SCIALPINISTICA | SI |
ATTREZZATURA | Da ghiacciaio |
In ordine da sinistra: M.te Folletto, denti di Folletto, C.no
di Cavento e sullo sfondo Crozzon del Lares dal ghiacciaio di Lares
Percorso:
DAL RIFUGIO CARE' ALTO:
Partendo da quota 1720 m in valle
di Borzago , lasciata l'automobile in un ampio parcheggio, si percorrono
i primi passi su strada sterrata. Si abbandona poi questa per seguire un
sentiero che sale rapidamente sino a raggiungere il Rio Bedù dove
si apprezza qualche metro di piano e dove un ponte permette l'attraversamento
del torrente (ricostruito nella primavera del 2000 a causa di una piena
che, oltre al ponte, ha portato a valle parte del sentiero). Si supera
un'altro sbalzo poi un tratto pianeggiante al termine del quale è
visibile la cruda valle di Conca ed il rifugio
Carè Alto (quota 1984; ore 1.45- 2-00). Un sentiero zig-zagante
supera lo sbalzo che separa dall'apparentemente vicino rifugio muovendosi
tra i sassi morenici e le fastidiose gradinate di sassi e terra che porteranno
alla meta in circa 45'.
Si segue ora il segnavia 215, inizialmente si
presenta come una mulattiera per poi assumere i connotati di sentiero.
Si attraversa l'incerto ponte sul rio Bedù per poi proseguire
verso N in direzione dei Pozzoni; si
può anche salire verso la massima pendenza varso NOO lungo le lastre
tonalitiche e l'incerto sentiero ma non si guadagna tempo. Dopo un tratto
pianeggiante si comincia a salire zig-zagando sino ad arrivare a quota
2830 presso la sella di Niscli; piccoli laghetti formatisi con acqua di
fusione danno il nome "Pozzoni" a questo luogo.
Corno di Cavento (destra) visto durante l' avvicinamento
Siamo ai piedi del ghiacciaio ed il Corno di Cavento
è ben visibile al di sopra di noi (NO); si attraversa trasversalmente
il ghiacciaio del Lares, che da il nome al bel laghetto che sta sotto di
noi, sino ad aumentare pendenza in prossimità dei denti di Folletto.
Particolare attenzione occorre ora ai crepacci, rari nella fascia più
bassa del tracciato. Si punta quindi decisamente a N verso il Corno
di Cavento procedendo con attenzione in particolare sul finire
della stagione estiva. Meglio seguire il tracciato sopra esposto non puntando
direttamente al Cavento per la presenza spesso frequente di crepacci ai
piedi dello stesso. Un ultimo tratto su roccette consente di raggiungere
facilmente la vetta; il panorama è maestoso in particolare sulla
sottostante valle di Fumo e sulla vedretta della Lobbia e delle Levade
che ci separano dalla cresta della Lobbia; la cima è spaziosa e
la croce ricorda le vicende di cui questa cima è stata testimone
nella grande guerra. Discesi dalla cima merita una deviazione alla strada
di ritorno il passo di Cavento; presso il passo è presente il biv.
Laeng, utile in caso di maltempo.