Pagine di storia
Il Corno di Cavento nella grande guerra




  Il Cavento è probabilmente una tra le cime che più di altre è stata testimone degli scontri avvenuti sul fronte dell'Adamello tra il 1915 ed il '18.
  Siamo nel giugno 1915 ed il fronte austriaco passa in corrispondenza del Cavento mentre quello italiano lambisce l'omonimo passo per piegare subito ad O in direzione del Corno dell'Adamè. Il 30 aprile 1916, alle due di notte, vi si stanzia sulla cima una compagnia del  170° battaglione.
Corno di Cavento e ghiacciaio del Lares; sono visibili i fori di areazione della galleria ai piedi della cima

I rifornimenti tedeschi sono possibili dal monte Coel (presso i Pozzoni) tramite un tracciato sul ghiacciaio di Lares fino al monte Folletto e quindi, tramite una galleria nel ghiaccio, sino alle pendici del Cavento. Il 3 giugno del 1917 il comando italiano a capo della zona adamellina decide di sferrare l'attacco al Cavento; punto cruciale di difesa dell'esercito tedesco. Viene studiato quale sia il versante più adatto all'attacco e quindi il più indifesa; si decide per un intervento da più parti. La 242^a compagnia attacca dal versante N, altri, con a capo il cap. Battanta, dal passo di Cavento lungo l'affilata cresta, la 241^a compagnia da NO; questa è una parete quasi strapiombante sulla vedretta di Fumo, ardita e apparentemente inattaccabile, di conseguenza poco difesa. Contemporaneamente 2 compagnie sciatori attaccheranno le difese tedesche distribuite lungo la vedretta di Lares, a difesa del camminamento e della trincea; il 6 giugno si provvede a spostare il cannone da 149 G dal passo del Venerocolo a Cresta Croce come ausilio all'attacco.
  La mattina del 15 Giugno ha inizio l'attacco, dapprima si muovono i 650 sciatori sulla vedretta di Lares, seguono le altre compagnie; gli sciatori avanzano sfruttando i crepacci ai piedi del Corno  ma si fermano per rispondere al fuoco; nel frattempo una delle squadre che sta scalando la N è investita da una scarica di pietre e scivolano a valle. Questi riprendono comunque la salita; nel frattempo l'attacco dalla cresta ha buon esito e si obbliga alla ritirata l'avanguardia stanziata presso la Bottiglia, postazione avanzata degli austriaci. Un colpo di cannone dal Crozzon di Lares pone ora termine al lancio di granate dalla postazione sommitale, cominciano a ritirarsi le truppe tedesche; i prigionieri vengono costretti nei cunicoli da loro stessi finora utilizzati.

Il Corno di Cavento durante l'attacco finale delle truppe italiane

Dopo breve terminano la scalata gli alpini che provenivano dalla N; certi ritardano poiché incrodati sui difficili passaggi della salita. La conquista ha quindi termine e le truppe italiane si stanziano con postazioni definitive sull'importante punto strategico.
  Il 15 giugno dell'anno successivo l'esercito asburgico colpisce pesantemente quello italiano con l'intento di sconfiggerlo in maniera decisiva e definitiva; proprio in tale circostanza i tedeschi riescono a rientrare in possesso del Cavento. Nei mesi precedenti si stanziarono infatti forti punti di difesa sul Monte di Folletto, Carè Alto e M.te Coel, presso i Pozzoni; fortificarono pesantemente il crinale del Folletto sino al Sas de la Stria. Si costruì la teleferica che rifornisce il rifugio Carè Alto e si scavarono altre due gallerie nel ghiacciaio; una dalla Sella di Folletto (nei pressi del Carè Alto) sino al Cavento, l'altra dal M.te Nero sino alle Gobbe di Folletto; opere che impiegarono due mesi di lavoro. Ciò rese possibile l'attacco contro le truppe italiane e quindi la riconquista della vetta. Il capitano italiano Battanta, che un anno prima aveva comandato la conquista del Cavento, riesce miracolosamente a salvarsi ritirandosi fuggendo attraverso le gallerie.
  Per questa cima non è ancora finita; sempre sotto il comando di Battanta si prepara un ultimo attacco a partire dalla Bottiglia, da S lungo la cresta che porta alla cima e da E tramite la trincea italiana. Le cannonate verso la cima, ora più che mai, sono incessanti, con granate e colpi di baionetta l'esercito italiano conquista in maniera definitiva il Corno di Cavento.