Notizie storiche:
Nell'ultimo decennio
del IV secolo a.C. Roma comincia a coniare serie monetali in argento e
in bronzo (le cosiddette monete "romano - campane"; v.
moneta di Sore - Apollo/Cavallo al galoppo) destinate a circolare nel
territorio della Magna Grecia a fianco delle emissioni magno - greche.
Nell'Urbe circolava, invece, l'aes grave, avente come unità di riferimento
ponderale la libbra "attica" di g 327 divisa in 12 once e come unità
di valore l'asse. Progressivamente (per l'evoluzione ponderale della moneta
romana si farà riferimento alle indicazioni del prof. Parise - Università
di Roma La Sapienza ma, va detto, i pareri degli studiosi sono tra loro
discordi) l'asse perderà peso, sino a raggiungere, al tempo della
1^ guerra punica (264-241 a.C.) il peso di 270-280
g., in corrispondenza con l'adozione, come unità ponderale, della
libbra Latina (che pesava 272 dei nostri grammi). A questo periodo si ascrive,
secondo il prof. Parise, l'asse con il tipo "Giano/Mercurio", per arrivare
poi, verso il 235-225 a.C., al Giano barbato/prua di nave a d." recante
il segno del valore sia sul dritto che sul rovescio. A questo punto, che
è quello a cui appartiene la moneta di fig. 1, i multipli
(quincussis, decussis) dell'asse avevano la stessa tipologia al rovescio
e il segno del valore sulla prora, al dritto invece presentavano una testa
femminile con elmo frigio, probabilmente Roma. I
sottomultipli (1/3, 1/4, 1/6, 1/12 di asse, rispettivamente denominati
triente, quadrante, sestante, oncia) avevano in comune
al rovescio la prua di nave e il segno del valore (rappresentato
da un numero di globetti proporzionale al valore; il semisse faceva eccezione
essendo contrassegnato da una "S" = semi-asse). Al dritto ogni sottomultiplo
riportava l'effigie di una divinità: Giove il semisse ( Rovescio
"S"), Minerva il triente ( Rovescio 4 globetti),
Ercole il quadrante (R. 3 globetti), Mercurio il sestante (R. 2 globetti)
e Bellona 1'oncia (R. 1 globetto) (v. bibl. rif.to 1a).
Una progressiva riduzione del peso dell'asse lo porterà da librale
a diventare prima semilibrale (peso 163,5 g), poi trientale, quadrantale
ed infine, sestantale arrivando infine a pesare solo 54,6 g. Secondo Sydenham,
ciò avverrà attorno al 187 a.C..
A seconda del diverso
inquadramento temporale, anche l'interpretazione del tipo "testa di Giano
barbato/prua di nave a d." è molto varia. Ad esempio Panvini-Rosati,
che sposta al 335 a.C. l'inizio dell'emissione dell'aes grave, sostiene
che la prua richiami la vittoria di Azio (338 a.C., anno della guerra che
oppose Roma alla lega latina). Il prof. Parise propone l'equivalenza Giano
= Janus = Januarius, primo mese dell'anno e il segno del valore "I" che
contrassegnava l'asse; inoltre che, con la prora di una nave da guerra,
si volesse celebrare la vittoriosa battaglia di Milazzo (260 a.C.) contro
la flotta cartaginese e il successivo voto al tempio di Giano del 235 a.C.
.
Caratteristiche della
moneta di fig. 1: peso ~ 72 g; Q ~
45mm
Il peso della moneta
di fig. 1 è compatibile con il triente dello standard
librale latino il cui peso era di 68 g (i quattro grammi di differenza
con la moneta in esame sono spiegabili con le incertezze del processo di
fusione; l'asse librale era troppo grande per essere coniato con incudine
e martello ed era quindi prodotto per fusione su stampo); ciò consente
di datare la moneta in esame al periodo della 1^ guerra punica, 264-241
a.C., secondo Parise, ovvero al periodo (222÷205 a.C.) secondo Sydenham
[bibl.
rif.1b], ovvero al periodo (225÷217 a.C.), secondo
Crawford che descrive la moneta di figura 1 al n° 35-3a del suo catalogo
(il n° 74 di Sydenham). L'immagine di fig. 2 è tratta dal Sear
[bibl.
rif.1c].
Dritto:
Il
dritto della moneta è la testa elmata di Minerva a sinistra..
Rovescio:
Prua di nave a destra.
In basso i quattro globetti che indicano il segno del valore (4 once, 1/3
di asse)
Il
Sydenham attribuisce a questa moneta il grado 4 di rarità in una
scala in cui il massimo 10. Secondo Sear [1c],
se
lo stato di conservazione è "bello" (intermedio tra "fior di conio"
e "scarso"), la moneta vale 125 sterline (prezzo riferito al 1981).
[1]
Bibliografia:
(1a)La
moneta Greca e Romana - F. Panvini Rosati - ed. L'Erma di Bretschneider
2000
(1b)The
Coinage of the Roman Republic - Edward A. Sydenham - ed. Spink & Son
Lmt 1952
(1c)
Roman Coins and their values - David R. Sear - ed. Seaby 1981