Silla

20.4.2002
Ciao, mi ritrovo in casa questa moneta e gentilmente vorrei sapere qualche notizia sul suo periodo storico di appartenenza. Questa è una moneta d’argento pesa 3,15 grammi. Grazie per  la gentile attenzione.
Enza 
fig. 1
fig. 2
Roma, 21.4.2002
Gentile signorina,
Silla coniò la moneta di fig.1 (l'immagine è tratta dal Sear - v. bibl. in "I siti di numismatica web") avvalendosi di una zecca itinerante al seguito del suo esercito. Di seguito riporto la descrizione che ne fornisce il Crawford (v. bibl. in "I siti di numismatica web").

359/2 L.SVLLA IMPER ITERVM (Lucio Silla "imperator iterum", con riferimento alla seconda acclamazione da generale vittorioso - imperator appunto - da parte dei suoi soldati dopo le vittorie di Cheronea e Orcòmeno in Beozia, nella guerra che oppose lo stato romano a Mitridate, re dell'Ellesponto e ai suoi alleati ateniesi) 84÷83 a.C.

Denario
D. Testa di Venere a destra che indossa un diadema; a destra Cupido che sorregge un ramo di palma; sotto "L.SVLLA". Bordo perlinato.
R. Due trofei; nel mezzo il "lituus" (il bastone ricurvo degli auguri etuschi e poi romani, mutuato successivamente dai vescovi come pastorale) e il "praefericulum" (vaso rituale per sacrifici); al di sopra "IMPER"; sotto "ITERVM" o "ITERV". Bordo perlinato.

Lucio Cornelio Silla fu personaggio centrale nella storia romana, in un periodo travagliato dalla triplice lotta, all'interno di Roma, tra il partito aristocratico di Silla e quello democratico di Mario e poi di Cinna, tra Roma e le popolazioni italiche che ambivano al riconoscimento della piena cittadinanza (le guerre sociali) e infine tra lo stato romano e l'oriente greco o ellenizzante (Mitridate, con le sue mire espansionistiche e la Grecia col suo desiderio di affrancamento dalla servitù romana).
Le vittorie di Silla in Beozia datano tra il marzo e l'autunno dell'86 ma la pace con Mitridate fu stipulata a Pergamo in Asia Minore solo nell'85. Silla aveva fretta di tornare a Roma dove il partito dei suoi avversari aveva cercato, in sua assenza, di destituirlo, togliendogli il comando delle operazioni in oriente e nominando al suo posto Flacco, inviato a sua volta  in Grecia con un proprio corpo di spedizione per combattere Mitridate e contrastare Silla. I due eserciti romani impegnarono Mitridate su due fronti ma, con la pace di Pergamo, fu inevitabile lo scontro interno ai due eserciti romani. Prevalse Silla sul gruppo avversario, minato da discordie interne che avevano portato all'uccisione di Flacco, sostituito nel comando da Fimbria, ammutinatosi contro di lui. Non ci fu una vera battaglia, i soldati di Fimbria passarono all'avversario e Fimbria si suicidò gettandosi su una spada. Nell'84 Silla, tornato in Grecia, si preparò alla guerra in Italia e, nella primavera dell'83 sbarcò a Brindisi con un esercito di 40.000 uomini. In Italia cominciava una nuova guerra civile che si sarebbe conclusa solo l'anno successivo, presso la porta Collina nei pressi dell'Urbe, con la distruzione anche fisica dei suoi avversari.
E' dunque in questo contesto che fu coniata la moneta oggetto della presente discussione. Il messaggio che Silla vuole lanciare è: "sono Silla, il vincitore di Cheronea e Orcòmeno (di qui i due trofei sul rovescio della moneta), protetto da Venere". Il Cupido con il ramo di palma allude alla Venere conquistatrice in onore della quale Silla aveva adottato il soprannome greco di Epafrodito (pupillo diAfrodite, la greca Venere) ed eretto un trofeo a Cheronea, dopo la battaglia.
Controverso è il significato della presenza del "lituus" e del "praefericulum", di per sè insegne degli àuguri. Secondo Crawford, Silla divenne àugure solo nell'82 e dunque la moneta potrebbe alludere agli àuguri, testimoni dell'approvazione della lex Curiata, con la quale gli erano stati conferiti i poteri di magistrato, poteri che la sua parte avversa aveva tentato di cancellare con un provvedimento, a dire di Silla, illegittimo.

E veniamo rapidamente alla sua moneta la cui immagine ho riprodotto in fig. 2. Si tratta, a mio avviso, di un riconio moderno, come mi pare di poter rilevare dalle differenze di stile con l'originale, in particolare dal modo approssimativo con cui sono stati realizzati i caratteri della leggenda. Anche il peso è fuori norma, il denario si attestava intorno ai 3,8 g, senza scendere mai al di sotto dei 3,4 g., contro i 3,15 g della sua moneta (posto che la misura da lei fornita sia effettivamente precisa alla centesima cifra decimale).

Lei sostiene che la moneta è d'argento, come dovrebbe essere appunto un denario. Ha provato tuttavia a vedere se il materiale non sia ferromagnetico, accostandolo ad una calamita?

Se originale, la moneta veniva valutata dal Sear, nel 1982, 65 £st in condizioni "Very Fine" (o BB, bellissima - v. stato di conservazione delle monete in "I siti di numismatica web").

La saluto cordialmente.
Giulio De Florio

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