Il Ratto delle Sabine |
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Desidero avere informazioni su
questo reperto in mio possesso, che credo si tratti di una medaglia riferente
probabilmente al Ratto delle Sabine.
Milly Fox
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Gentile lettore/lettrice,
quello di fig. 1, è un denario d'argento coniato nel 89 a.C. dal magistrato monetale Lucio Titurio Sabino, che viene così descritto dal Crawford (Roman Republican Coinage): D. Testa barbata del re Tazio a destra; dinanzi una T e una A sovrapposte che costituiscono probabilmente il monogramma "TA" di Tazio. Dietro, la leggenda "SABIN" discendente. Bordo perlinato. R. Ratto di donne Sabine. In esergo "L TITVRI". Era prassi corrente prima di Augusto che ogni moneta portasse la firma del magistrato monetale responsabile della coniazione. Come già evidenziato in altra sede, la carica di magistrato monetale costituiva il primo passo della carriera politica di un giovane senatore il quale poteva cogliere l'occasione offertagli dalla coniazione per esaltare la nobiltà e il ruolo della sua famiglia. In questa moneta Lucio Titurio Sabino richiama con fierezza le proprie origini sabine e la discendenza nientemeno che dal re Tazio che tanto filo da torcere aveva dato ai Romani. La leggenda vuole infatti che, dopo il rapimento delle loro donne, i Sabini muovessero contro Roma e riuscissero, con la complicità della vergine romana Tarpeia, innamorata di Tazio, a penetrare nella città. L'intervento delle rapite in favore degli uomini a cui si erano unite portò alla pace tra Romani e Sabini. Tarpeia pagò tuttavia con la vita il suo tradimento, finendo sotto gli scudi di coloro stessi che aveva aiutato a vincere. Sul rovescio di un'altra moneta dello stesso monetiere (v. pagina successiva) troviamo rappresentata Tarpeia che cade sotto gli scudi dei Sabini. Cordiali saluti. G. D. F. |
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