Q. Nasidivs 

23.2.2002
rev.
Posseggo una moneta di cui invio l'immagine scannerizzata. Su di un lato presenta un volto maschile di profilo con la scritta NEPTUNI. Sull'altro lato vi è raffigurata una nave che naviga con timoniere, rematori, un uomo a prua ed in alto una stella o forse il sole. Se può servirle per comunicarmi altre notizie o sue opinioni a riguardo le comunico che il peso della moneta è di 6 grammi ed il suo diametro di 2.6 cm. Le voglio anche precisare che la scannerizzazione che le ho inviato non fa distinguere fedelmente i colori della moneta. In particolare non vi sono macchie gialle ma più sul marrone, si intravede un colore chiaro sul fondo ma la superficie è per lo più annerita. Per quanto riguarda il materiale posso solo dirle che la moneta viene attratta da una calamita. Le sarei molto grato se potesse darmi qualche informazione sulla sua provenienza e sul suo valore. Grazie.
fig. 1
fig. 2
Roma, 24.2.2002
Egregio Signore,
la moneta di fig. 2, esposta nel Münzkabinett - Staatliche Museen zu Berlin, del peso di 4,06 g. viene così classificata e descritta dal Crawford (1):

483/2 Q.NASIDIVS Zecca mobile con Sextus Pompeius 44-43 a.C.
Denarius
D. Testa di Cn. Pompeius Magnus a destra; dinanzi tridente; sotto delfino; dietro NEPTVNI a scendere. Bordo perlinato.
R. Nave veleggiante a destra, sopra una stella; sotto Q.NASIDIVS o Q.NASIDIV. Bordo perlinato.

Il dritto della moneta è l'immagine postuma di Pompeo Magno, indicato come  "Neptuni", sottinteso "filius", dunque figlio di Nettuno, il dio del mare di cui sulla moneta sono raffigurati gli attributi, il tridente e il delfino. Il Q. Nasidius del rovescio era invece il "prefetto" della flotta di Sicilia, agli ordini di Sesto Pompeo, che di Pompeo Magno era il figlio.

Tragica la storia di questa famiglia (2). Il padre, che aveva abbracciato la carriera militare, si era distinto nelle numerose campagne a cui aveva partecipato con funzioni di comando. A 23 anni aveva ricevuto da Silla il titolo di Imperator, era stato onorato col trionfo per le conquiste in Sicilia e Africa, per tre volte aveva rivestito l'incarico di Console, l'ultima volta nel 52 a.C., quando era stato nominato Console Unico. Con il titolo di Proconsole aveva assunto il comando della flotta e distrutto la pirateria che infestava le coste italiche. Aveva combattuto in Spagna (rivolta di Sertorio), in Armenia (contro Tigrane), in Oriente (contro Mitridate), in Giudea (contro gli Ebrei). Gli erano tributati onori di ogni sorta, tra cui la concessione del titolo di Magnus (il Grande). Sfortunatamente per lui aveva incontrato sulla sua strada Cesare, con cui inizialmente aveva stretto il patto del 1° Triunvirato ma poi era entrato in rotta, finendo sconfitto a Farsalo. Fuggito in Egitto, era stato tradito da Tolomeo d'Egitto a cui si era rivolto per aiuto e assassinato per mano di un suo sicario.
Anche i due figli di Pompeo il Grande avevano intrapreso la carriera militare e abbracciato il partito anticesariano per convinzione e desiderio di vendetta. Ma Cesare li aveva sconfitti a Munda in Spagna nel 45 a.C., dove il maggiore dei fratelli, Pompeius Cnaeius, aveva perso la vita. Pompeius Sextus, il minore, era sopravvissuto e aveva continuato a combattere per la difesa dell'ordine repubblicano. Con la morte di Cesare, i suoi avversari erano diventati Ottaviano e Antonio che però avevano preferito venire a patti con lui. tanto che nel 44 il Senato gli aveva conferito l'incarico di Praefectus Classis (Ammiraglio della flotta). La pace però era stata di breve durata, lo scontro con Ottaviano era terminato con la sconfitta di Pompeius Sextus. Alleatosi in un primo tempo con Antonio, era entrato successivamente in collisione anche con lui. Fuggito in Frigia, era stato raggiunto da un ufficiale di Antonio e decapitato nel 35 a.C..

Dunque la moneta di fig. 2, che si colloca nel periodo della pace temporanea con Ottaviano, può considerarsi un tipo della propaganda pompeiana che, attraverso il ricordo del glorioso capostipite Pompeo Magno, citato come figlio di Nettuno, esalta la figura di Pompeius Sextus.

Il Montenegro (3). attribuisce a questa moneta la classe R3 di rarità (4) e un valore di 5000/4000/1500 migliaia di lire (prezzi 1988), a seconda del grado di conservazione (5) "splendido", "bellissimo", "molto bello". Una valutazione più recente per questa moneta è di 700 £st, reperibile all'indirizzo, http://www.vosper4coins.co.uk/Repub-Aug/NNL-480.htm insieme ad un'immagine.

Quanto alla moneta di fig. 1, ne ho riesaminato le caratteristiche alla luce degli elementi che Lei mi ha fornito e che io ho riassunto ad inizio pagina. In estrema sintesi osservo che:

  1. la moneta di fig. 1 è confrontabile, per tipologia e leggende, con la moneta di fig. 2;
  2. destano tuttavia perplessità:
    • l'eccesso di peso (c. il 50% in più rispetto all'originale);
    • il fatto che il tondello metallico venga attratto da una calamita, come di solito accade ai materiali ferrosi;
    • alcune significative differenze di stile rispetto all'originale. 
Concludo esprimendo il parere che possa trattarsi di un riconio moderno.
La saluto cordialmente.

Giulio De Florio


Note:
(1)Michael H. Crawford- "Roman Republican Coinage" - Cambridge University Press 1974
(2)Seth W. Stevenson- "A Dictionary of Roman coins" - London Seaby ed. 1982 
(3)Montenegro - "Monete Imperiali Romane" - ed. Montenegro SAS - 1988
(4)la scala di rarità del Montenegro parte da "C" (Comune), prosegue con "NC" (Non Comune), "R" (Raro), "R2" (molto rara), "R3" (rarissima), "R4" (estremamente rara), "R5" (conosciuta in pochissimi esemplari), "UNICO"  (se ne conosce un solo esemplare).
(5)le classi di conservazione, internazionalmente riconosciute, delle monete sono: "mint state" (fior di conio- FDC), "extremely fine" (splendido- SPL), "very fine" (bellissimo"- BB), "fine" (molto bello- MB), "good" (bello- B), a cui si affiancano i diminutivi "quasi" (q) e "meglio" (m) per attenuare o accrescere l'appellativo di classe (es. qSPL, quasi splendido o mSPL, meglio che splendido).

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Questa pagina é stata revisionata il 2.4.2002