..ancora i  Fabi Buteones
3.2.2001
rev.
Desidererei se è possibile avere qualche informazione su questo tipo di moneta in mio possesso da molto tempo tramandatomi da generazione in generazione. Potrebbe dare una catalogazione a questa moneta e indicarmi se è autentica o falsa o potrebbe essere una moneta non ancora catalogata?La ringrazio tantissimo e mi affido alla Sua esperienza nel campo delle monete antiche romane.
- Il diametro della moneta è  ( mm. 24,6)
- Il peso è  ( Gr. 5,350)
- La lega metallica a vista dovrebbe essere bronzo. Il luogo del ritrovamento è stato in un terreno sito nella (Sicilia Sud-Orientale) a circa Km. 1 dal mare, zona dove la storia dice che nei tempi antichi approdavono navi (Greche) per commerciare con i Romani (forse nel periodo della Repubblica Romana).
Certo di una sua esaudiente ed attendibile risposta Cordialmente la ringrazio e la saluto.
Bruno 

fig. 1

fig. 2

fig. 3


fig. 4
Roma, 6.2.2002
Egregio Signore,
mi sono già occupato di questo "asse della prua" nella pagina:
" I Fabii Buteones" della rubrica di corrispondenza. Lì troverà ogni notizia sull'inquadramento storico e il "messaggio della moneta". Inoltre, proprio ieri, ho fornito ad A.P. notizie sull'evoluzione dell'asse della prua nel corso di un secolo e mezzo di monetazione romana di bronzo (v. in proposito "Il tipo della prua" e la successiva corrispondenza che ne è seguita), notizie a cui potrà attingere, se interessato ad approfondire il tema. Aggiungerò solo che di questa serie monetale furono coniati i soli assi (dello stesso monetiere si conoscono anche due tipologie di denari, che, come noto, sono monete d'argento), ma non i nominali più piccoli e che i coni di questo periodo (102 a.C.) riflettono lo standard unciale (27,25 g) quando non semunciale (la metà).
Non mi dilungherò quindi ulteriormente su questi aspetti già trattati per concentrarmi sull'argomento:

"conio antico o riconio moderno?"

Non le nascondo alcune perplessità sulla Sua moneta. Derivano da:

  1. l'assenza della patina verde, risultato di 2000 anni di ossidazione;
  2. la differenza nei dettagli con l'unico campione di confronto a mia disposizione (la moneta di fig. 3, conservata presso il British Museum);
  3. la straordinaria somiglianza, anche nei difetti di centratura, con un "asse della prua" di cui mi ero già occupato (fig. 4);
  4. il peso, scarso anche nell'ipotesi di standard semunciale;
  5. l'assenza di tracce di usura, pur trattandosi di un asse, una moneta cioé destinata all'uso quotidiano e non alla conservazione e tesaurizzazione. 
Concludo senza concludere, visto che non sono al presente nelle condizioni di approfondire ulteriormente l'indagine cercando altrove immagini di confronto; oltre tutto mi allontanerei eccessivamente dalle finalità di questo sito, volto ad approfondire il "messaggio della moneta", non a fornire impossibili perizie a distanza.

La saluto cordialmente.
Giulio De Florio


 

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