Un sesterzio di Britannico
1.1.2003
            Ciao Giulio, 
            sto cercando da ore in rete queste monete ma la mia ricerca risulta invana. 
            potresti chiarirmi alcuni dubbi: 
            1. sono autentiche o spudoratamente false? 
            2. alcune di queste sono di un giallo solare che il confondersi con l'oro è molto facile, ho pensato all'ottone, escludo la a
            galvanizzazione perchè grattando il colore giallo non si scrosta. 
            3. se vere come sono collocate storicamente? 
            ti ringrazio per tutte le informazioni che riuscirai a darmi. 
            Saluti 
fig. 1
peso: gr. 16.5; diametro: 30 mm; metallo: oro
TI CLAVDIVS CAESAR AVG F BRITANNICVS
Roma, 5.1.2003
Egregio Lettore,
la moneta di fig. 1 è classificata dal Mattingly al n° 226 del suo manuale (e dal Cohen al n° C2), con la seguente descrizione, riferita all'esemplare in possesso del British Museum:

Dritto di Britannico 53-54 d.C.
Sesterzio di bronzo
peso 24,39 g. (usurato), diametro 35,56 mm, asse 180° 
D. Busto di Britannico, drappeggiato, testa nuda a sinistra. TI CLAVDIVS CAESAR AVG F BRITANNICVS a partire dal basso a sinistra.
R. Marte, elmato, indosso una corazza e una corta tunica, avanza a sinistra e sorregge un'asta trasversalmente con la mano destra distesa e uno scudo con la sinistra. S C a lettere grandi a sinistra e a destra nel campo.

Le particolari circostanze della coniazione di questa moneta (v. nota (1)) hanno fatto sì che essa ci sia pervenuta in pochi esemplari, tutti per lo piú in cattivo stato di conservazione. Dunque una moneta molto rara, come testimoniano i prezzi d'asta che essa ha battuto nel corso del tempo:

  1. Asta 118 del  15.10.2002 - Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung - Oggetto Nr.: 2050 - Lotto 2050 - peso 25,48 g. - Prezzo realizzato: € 6000  - Prezzo stimato: € 5.000,00 -

  2. http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=35953&AucID=39&Lot=2050
  3. Asta 117 del 14.10.2002 - Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung - Oggetto Nr.: 479 - Lotto 479 - peso 29,81 g. - Prezzo realizzato: € 19.000  - Prezzo stimato: € 20.000,00 -

  4. http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=34606&AucID=38&Lot=479
  5. Asta 115 del 05.03.2002 - Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung - Oggetto Nr.: 1490 - Lotto 1490 - peso 28,31 g. - Prezzo realizzato: € 13.000  - Prezzo stimato: € .7.500,00 -

  6. http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=41871&AucID=16&Lot=1490
  7. Asta 114 del 04.03.2002 - Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung - Oggetto Nr.: 228 - Lotto 228 - peso 29,81 g. - Prezzo realizzato: invenduto  - Prezzo stimato: € .25.000,00 -

  8. http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=41155&AucID=15&Lot=228
  9. Asta 58 del 19.09.2001 - Classical Numismatic Group - Oggetto Nr.: ... - Lotto 1109 - peso 17,97 g. - Prezzo realizzato: $12.500  - Prezzo stimato: $12.500 -

  10. http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=4897&AucID=7&Lot=1109(v. nota(2))
Ad integrazione degli elementi sopra riportati, mi pare opportuno aggiungere che il  peso medio del sesterzio di Claudio, valutato su 39 monete, è di 28,67 g., mentre quello di Tito (ipotesi in nota(2)) é di 25,54 g., valutato su 54 monete emesse dalla zecca di Roma.

Per quanto concerne la moneta di fig. 1, non disponendo di un'immagine più chiara e di più precise indicazioni (asse della moneta, eventuale ferromagneticità del tondello), posso solo osservare che, pur non essendo usurata, essa è piuttosto leggera, sia rispetto alla media del periodo, che rispetto a ciascuna delle monete sopra descritte. Ciò non costituisce elemento sufficiente per escluderne l'autenticità ma solo per avanzare dubbi che solo un esame ravvicinato ed un ulteriore approfondimento bibliografico potrebbero portare a risolvere. Certo è che se fosse autentica, dato l'eccezionale stato di conservazione, costituirebbe un piccolo tesoro ma forse è proprio questo che, anziché dissiparli, fa accrescere i dubbi.

Ti saluto cordialmente.
Giulio De Florio
 

Note:
(1) Il Mattingly fornisce la seguente interpretazione di questa moneta: "Questo tipo fu probabilmente coniato verso la fine del regno di Claudio sotto la pressione del partito ostile ad Agrippina e Nerone. Claudio aveva un affetto naturale per il proprio figlio ed erede, Britannico, e probabilmente sapeva, quando non del tutto influenzato da Agrippina, di commettere un errore escludendolo dalla successione. Ed è proprio su questo che contavano i sostenitori di Britannico. L'emissione, tuttavia, o rimase nella fase sperimentale o fu subito soppressa. Agrippina tenne duro sino alla fine e, quando temette per un'attesa troppo lunga, si affrettò ad elevare Claudio al rango di "divus" (diremmo noi che lo spedì al creatore; n.d.r.). Il tipo del rovescio - quello solito di Marte - é suggerito senza dubbio dal nome "Britannico" che ricorda la conquista dell'isola Britannica. 
(2) Nella scheda di accompagno di questa moneta trovo un'annotazione interessante che costituisce anche una revisione storica dell'origine di questa moneta. Di seguito ne riporto il contenuto: "Britannico, nato attorno al 41 o 42 d.C., era figlio dell'imperatore Claudio e di Messalina. Originariamente il suo nome era Germanico, poi mutato in Britannico, per commemorare la fortunata invasione paterna nell'isola Britannica, il 43 d.C.. Nel 55, mentre cenava con amici, morì avvelenato. Il delitto fu di certo ordinato da Nerone che voleva così eliminare un potenziale rivale pretendente al trono. La datazione tradizionale che assegna le monete di Britannico alla fine del regno di Claudio, attorno al 54 d.C. (periodo durante il quale Roma non coniava monete di bronzo), è stata di recente posta in discussione da alcuni studiosi. BMCRE II, pg. lxxviii, data invece la moneta al regno di Tito, attorno all'80 d.C.. Il futuro imperatore Tito, da giovane amico strettissimo di Britannico e compartecipante al suo ultimo banchetto, era riuscito a sopravvivere al veleno. Per la stessa ragione per cui Tito emise monete di 'restituzione' in onore dei membri della linea imperiale, é naturale che egli emettesse monete in onore di Britannico, al quale furono negati in vita gli onori, monetazione inclusa, che gli erano dovuti."

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