Roma, 26.1.2004
Egregio Lettore,
di seguito trascrivo i dati
significativi che mi è stato possibile raccogliere per la moneta
di figura:
Zecca di Roma, antoniniano,
5a emissione, grado di rarità: "comune". RIC155,
C36/40.
D. Busto di Probo radiato
e corazzato1
a destra. IMPPROB VSPFAVG2
R. Il sovrano cavalca a sinistra,
la mano destra alzata, la sinistra che sorregge uno scettro; ai piedi un
prigioniero. ADVEN TVSAVG3. 4
in esergo.
A titolo di confronto e per
le indicazioni di valore ho ricercato nel web monete di identica tipologia
e leggenda che di seguito segnalo per opportuna informazione (indicando
tra parentesi, ove disponibili, i dati sulle caratteristiche fisiche delle
monete):
-
http://www.mycoinpage.com/vprobus/CoinList_Photos.asp?search=3
(attinente specificamente alla quinta emissione)
-
http://axesofevils.com/probvs/RIC.155.AT.html
(attinente alla sesta emissione)5
-
http://www.wildwinds.com/coins/ric/probus/RIC_0155.jpg
(attinente alla sesta emissione)
http://www.wildwinds.com/coins/ric/probus/RIC_0155.txt
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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(1) La
moneta risulta pesantemente raschiata, tanto da rendere irriconoscibile
la corazza del sovrano. Nel contempo non è possibile stabilire l'eventuale
presenza di un drappeggio nel busto del sovrano.
(2) IMPerator
PROBVS Pius Felix AVGgustus.
Alla morte di Aureliano, la
successione al potere fu garantita da un vecchio senatore, Marco Claudio
Tacito che governò per pochi mesi prima di essere ucciso da soldati
ammutinati nel 276. Gli successe il fratello Floriano, appoggiato dai pretoriani
di cui era prefetto ma quasi contemporaneamente le truppe siriache si sollevarono
proclamando imperatore, nel 276, un loro generale, Marco Aurelio Probo,
a quel tempo molto popolare per le notevoli doti di abilità e coraggio
che aveva dimostrate in tutti gli scacchieri, ai quattro angoli dell’impero,
in cui aveva combattuto. Alla morte di Tacito, Probo era prefetto in Oriente
e lo scontro con Floriano fu inevitabile. I due eserciti si fronteggiarono
in Asia Minore ma, prima della battaglia, Floriano fu ucciso dai propri
soldati.
Probo fu presto impegnato
contro Franchi e Alemanni, che approfittando del fatto che Tacito era occupato
in Asia Minore, avevano in precedenza invaso la Gallia. Dopo sanguinose
battaglie Probo li ricacciò oltre il Reno. Il territorio fra l'alto
corso del Reno e quello del Danubio, perduto ai tempi di Gallieno, fu di
nuovo in parte rioccupato dalle truppe romane. Circa 15.000 Franchi e Alemanni
furono arruolati nell'esercito romano (277). Dopo aver consolidato i confini
renano e danubiano, Probo si recò in Asia Minore contro la tribù
montanara degli Isauri che fin dai tempi di Gallieno si era dichiarata
indipendente. D'altra parte questo popolo anche prima aveva riconosciuto
il potere di Roma solo a parole. Quasi inaccessibili per le truppe romane
nei loro nidi di montagna, i pirati Isauri avevano costituito per molti
secoli una minaccia per i paesi vicini. Per paralizzare le loro attività
i Romani avevano circondato l'Isauria con una catena di fortificazioni;
ma ciò non era stato sufficiente. Probo si spinse proprio nel cuore
della regione, distruggendone le difese. Particolarmente accanita fu la
resistenza di Cremna (oggi Girme, in Pisidia, regione sud-occidentale dell’odierna
Turchia), la quale dopo un lungo assedio fu presa d'assalto (279). Una
nuova rivolta fu soffocata nell'Egitto meridionale. Poi fu la volta della
ripresa in Gallia della sollevazione dei Franchi capeggiati da un certo
Proculo che si era fatto eleggere imperatore a Colonia. Dopo la morte di
quest'ultimo Probo dovette intervenire di persona contro il successore
Bonoso. Una rivolta fu sedata anche in Britannia, poi venne la sollevazione
della Siria che proclamò imperatore Saturnino, presto ucciso dai
propri stessi soldati.
Nel 281 gli ultimi aneliti
del movimento rivoluzionario sembravano soffocati e Probo poté festeggiare
a Roma uno splendido trionfo. La calma sopravvenuta nell'Impero diede all'imperatore
la possibilità di dedicarsi alla ricostruzione della vita economica.
I lunghi anni di guerre civili avevano definitivamente danneggiato le forze
produttive dell'Italia e delle province. Il commercio era quasi cessato,
i campi erano incolti, numerose città distrutte e disertate dalla
loro popolazione. Probo attese particolarmente allo sviluppo della viticoltura
nelle province: in Spagna, Gallia, Pannonia, Illiria. Per i lavori necessari
(trapianto di viti, irrigazione) egli utilizzò largamente l'esercito,
e sembra che appunto ciò fosse causa di malcontento tra i soldati.
Altra causa di malcontento furono la severità e le esigenze dell'imperatore
che cercava di portare la disciplina a un livello più alto. Nel
282 le truppe di Pannonia si ribellarono proclamando imperatore il capo
della guardia Marco Aurelio Caro, e Probo, nel tentativo di contrastarlo
fu ucciso dai suoi stessi soldati.
(3) ADVENTVS
AVGusti, la venuta dell'Augusto potrebbe riferirsi alla visita (adventus)
del sovrano a Roma in occasione del suo trionfo.
(4) Chiarito
che l'esergo è la parte della moneta sottostante quello che potremmo
chiamare il "piano di calpestio" per i personaggi che sono raffigurati
sul rovescio, le lettere nell'esergo di questa moneta sono costituite da:
-
una "R", che identifica la zecca
di Roma;
-
una specie di W,
in realtà una coroncina, formata da un tondo centrale e da due nastri
laterali,tipica della 5a emissione del 280 d.C. Per una tabella
delle emissioni monetarie di Probo e dei relativi simboli, consultare il
link che segue: http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r05/tab_emis_monet_probus.html;
-
una "Z", che sta ad indicare l'officina
n° 7 (in greco la "Z" corrisponde infatti al numero "7").
(5) La
sesta emissione è contrassegnata dalla presenza del fulmine al posto
della coroncina. |