Roma, 18.12.2003
Egregio Lettore,
di seguito trascrivo i dati
significativi che mi è stato possibile raccogliere per la moneta
di figura :
Zecca di Roma, sesterzio1
- RIC172a, C59
D. Busto laureato, drappeggiato,
corazzato a destra di Filippo I. IMPMIVLPHILIPPVSAVG2
.
R. La personificazione
della Fedeltà in piedi a sinistra sorregge due bandiere. FIDESMILITVM3.
S
C a sinistra e a destra nel campo.
A titolo
di confronto e per un'indicazione di valore di seguito richiamo alcuni
link relativi a monete della stessa tipologia reperibili nel web:
-
http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r06/r060001.html
(v. indicazioni di valore)
http://www.imagescgb.com/images/monnaies/rome/r06/r06_0002.jpg
-
http://www.wildwinds.com/coins/ric/philip_I/i.html
(v. As Fides )
http://www.wildwinds.com/coins/ric/philip_I/as_fides.txt
(v. indicazioni di valore)
-
http://www.silverdolphin.it/romanorum/filippoI.htm
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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(1) Con
la tipologia di figura fu coniato il sesterzio, il dupondio e l'asse. Il
dupondio si distingueva per la corona radiata, il sesterzio e l'asse avevano
entrambi la testa laureata e si distinguevano per il peso. La moneta di
figura è verosimilmente un sesterzio, anche se di peso è
un po' scarsino (non so con quale accuratezza sia stata pesata).
(2) IMPerator
Marcus IVLius PHILIPPVS AVGustus.
(3) FIDES
MILITVM. Come indica il sito: http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r06/emission.html
questa moneta fu la prima emissione di Filippo I nel 244 d.C. Se ne comprende
meglio il significato di invocazione alla fedeltà dell'esercito
se ci si rifà al periodo storico in cui fu coniata. Marco Giunio
Filippo, noto come l'Arabo perché nato nella colonia araba di Bostra
(città dell'attuale alta Giordania, nei pressi del confine con la
Siria e Israele), aveva intrapreso la carriera militare e svolgeva il suo
servizio in Oriente quando, a causa della minaccia persiana, il giovane
sovrano regnante Gordiano III (diciannovenne all'epoca dei fatti) aveva
dovuto accorrere in Oriente insieme al proprio suocero-tutore e prefetto
del pretorio, Timesiteo, per la difesa del confine orientale. Durante il
viaggio verso il teatro delle operazioni Timesiteo era morto misteriosamente
e Marco Giunio Filippo ne aveva preso il posto come prefetto del pretorio.
Ma l'ambizioso Filippo, non contento di governare attraverso e per conto
di Gordiano, creò difficoltà tra il sovrano e le truppe,
gradualmente ne discreditò l'autorità sino a farlo assassinare
per farsi poi acclamare Augusto. A dispetto del modo violento con cui era
salito al potere, egli mostrò successivamente saggezza e moderazione
nell'azione di governo. Conclusa in fretta (alcuni sostengono troppo in
fretta) la pace con i Persiani si spostò immediatamente a Roma.
Conscio del pericolo che su di lui incombeva se privo di un successore,
egli si mosse immediatamente per creare una dinastia, nominando Augusta
la propria moglie Otacilia Severa e Cesare il figlio Filippo a cui presto
provvide a conferire il titolo di Augusto (Filippo II, anno 247). Inoltre
conferì incarichi importanti ai propri familiari nella speranza
di creare intorno a sé una fascia di protezione contro possibili
congiure. Tuttavia non previde che l'incapacità delle persone che
lo circondavano avrebbe suscitato ribellioni invece che promuovere concordia.
Nel 248 Filippo riuscì a bloccare la minaccia dell'invasione dei
Quadi e dei Carpi che avevano invaso la Dacia, ma subito scoppiò
la rivolta di Pacatiano nella Mesia Superiore (al confine danubiano). Decio,
un abile generale, comandante delle truppe in Pannonia, inviato a reprimere
la rivolta, riuscì nell'intento ma, a sua volta, si ribellò
e mosse alla volta dell'Italia contro il suo sovrano. I due eserciti si
scontrarono a Verona nel 249 in una battaglia nella quale Filippo fu sconfitto
e ucciso insieme al figlio. Altre notizie sulla vita di Filippo I sono
disponibili all'indirizzo: http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r06/r060001.html |