EFFETTI ECONOMICI E SOCIALI
Gli
ingenti quantitativi di denaro investiti in pubblicità hanno sollevato aspre
critiche (che hanno in seguito generato l’ esigenza di un codice di regolamentazione) circa la sua
dispendiosità, inutilità e inaffidabilità, sul fastidio che provoca e sul fatto
che fa lievitare i prezzi dei beni che promuove. A quest'ultima critica i
sostenitori obiettano che, suscitando l'interesse dei consumatori verso
determinati beni d'acquisto, la pubblicità ne consente maggiori volumi di
vendita: questa condizione, a sua volta, permette alle imprese di praticare
prezzi unitari inferiori a quelli che si dovrebbero altrimenti praticare.
Secondo
molte voci autorevoli, supportate da uno studio condotto a livello mondiale, la
moderna pubblicità svolgerebbe per questo motivo un ruolo integrante nello
sviluppo dei mercati. Essa, inoltre, è anche una fonte di sostentamento per i
principali mezzi di comunicazione (radio e televisioni commerciali, quotidiani
e riviste).
La pubblicità è stata inoltre utilizzata in passato per scopi propagandistici in campo politico (ad esempio durante il regime fascista durante il quale lo stato gestiva alcune produzioni cinematografiche per esaltare gli aspetti della politica condotta da Mussolini).Un utilizzo di questo genere dei mass media ha aperto la strada ad un nuovo concetto di pubblicità come forma di “omologazione sociale”
(infatti veniva trasmessa pubblicità solo a favore dell’ esaltazione statale).