Modena vista da destra 1946 - 2010
MODENESI IN CAMICIA NERA
Gli anni dal 1919 al 1943
B)
Modena vista da destra
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Nell’anno 1977, nel pieno del periodo buio per l’Italia, dopo il secondo
dopoguerra, del terrorismo, della feroce lotta tra opposte fazioni, tra rossi e
neri, con l’aumento esponenziale dei delitti politici in una situazione di vera
“guerra civile strisciante”, vede la luce in Francia un testo che lascerà un
segno non indifferente in tutta la cultura della destra europea. “Vu de Droite”
a cura del filosofo Alain de Benoist, il caposcuola dei nuovi orientamenti della
destra francese e della « nouvelle ecole » darà un notevole contributo al
risveglio della destra italiana che, come disse Adriano Romualdi, “si era
fossilizzata nelle trincee di retroguardia, incapace di agitare il grande mito
del domani, il mito dell’Europa seppellita sotto un cumulo di qualunquismo
borghese”.
Le contestazioni del sessantotto e degli anni a seguire si erano incanalate nei
binari del marxismo e la destra , sia politica che culturale si era lasciata
letteralmente “prendere in contropiede”.
Dopo alcuni anni anche da noi fu pubblicata, a cura di Marco Tarchi con la
collaborazione di alcuni altri, la traduzione di “Vista da Destra”, una vera
antologia critica delle idee contemporanee che ebbe immediatamente un grosso
successo specialmente tra i giovani del “Fronte”.
Quella scuola, che univa alle indiscusse doti di perspicacia politica, un
notevole rigore filosofico, fu il vero atto di nascita di una delle correnti di
pensiero più centrali del dibattito contemporaneo. Ebbe, tra l’altro, un seguito
con la pubblicazione della rivista ”Elementi”, una delle più prestigiose testate
del mondo della cultura di destra.
“Modena vista da destra”, pur avendo plagiato il titolo di quella pubblicazione,
non ha minimamente le pretese di ricalcare le difficili e impegnative strade
della filosofia e dell’analisisi sociologica del pensiero contemporaneo. Valenti
politologi, sia a destra sia a sinistra si sono cimentati e si cimentano su
questi temi e sul terreno della formazione della mentalità e dei valori.
Niente di tutto questo nelle pagine che seguono. Sono semplicemente il racconto,
se volete un po’ improvvisato, di un modenese che ha avuto l’opportunità di
frequentare, negli anni dal dopoguerra ad oggi, il piccolo e variegato mondo
della destra nella città della Ghirlandina, in maniera duratura ma non costante,
senza mai essersi impegnato a fondo nell’agone politico e per la sua
caratterialità e per il proprio profondo impegno profuso nei vari settori dove
ha operato e in particolare in quelli dell’educazione motoria e dello sport.
Il testo, di conseguenza, e diviso nettamente in due parti; nei capitoli della
prima si raccontano episodi, momenti di vita, aneddoti, vissuti dallo scrivente
dagli anni della sua giovinezza, della maturità e di quelli della cosiddetta
"terza età".
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