Hochwipfel

Sino ad ora il tempo abbastanza le bizze e le previsioni meteo ne risentono in peggio. Decido di uscire e fa niente se è prevista pioggia (poca) per il pomeriggio. Mi preme concludere la salita dello Hochwipfel. Si trova nelle Carniche, in territorio austriaco, nei paraggi occidentali della Creata d'Aip. Partenza antelucana come da prassi. Al passo Cason di Lanza l'agriturismo, è aperto e ci sono già i primi escursionisti. Il tempo è così e così.

Prima tappa: la Sella di Val Dolce. Dietro la malga, su per sentiero. Poi si sbuca sulla strada sterrata e la si percorre sino all'indicazione della grotta di Attila. Sempre per sentiero sino alla sella. La méta già visibile. Da qui a sinistra. Poco dopo si incontrano dei caratteristici segnavia. Sono avvitati direttamente alle rocce ma a distanza paiono appoggiati per terra. Qui è il punto critico. Sono andato avanti, in salita, sino alla base del Ringmauer. A destra, in discesa, verso la Rattendorfer Alm. Ma al momento buono si tira diritti anziché abbassarsi ulteriormente. Si giunge ad un cencio rosso. Ma dal punto critico si arriva direttamente sino a qui evitando tempo e fatica.
Seconda tappa: la forcella (senza nome?) presso la Creta di Lanza. Si svalica l'orlo di una vasta conca pianeggiante. Il sentiero si mantiene in piano ma senza abbassarsi sino al fondo. Genziane e genzianelle a profusione. Dopo aver contornato il piano, in salita sino alla sella. Qui ero già arrivato lo scorso autunno ma non avevo proseguito. Breve sosta tecnica. Purtroppo ci sono nuvole ed è un peccato perché da qui le Dolomiti si vedono molto bene. Le nuvole gironzolano anche nei pressi della cima. Speriamo bene. I segnavia austriaci tendono a non dare tempistiche e quindi non so quanti mi ci manca per la vetta.

Terza tappa: la vetta. Il sentiero sale per un po' e poi evita la salita dello Schulter Kofel. Si arriva ad un punto panoramico ove c'è modo di capire perché è meglio evitarla. Si prosegue quasi in piano avvicinandosi ai ripidi verdi che scendono dalla cima della méta e poi in salita sino a raggiungere una spalla. Non so per quale motivo, ma mi ero immaginato questa traversata come qualcosa di facile. Non ci sono tratti ripidi. Ma almeno in tre occasioni la presenza di rocce, specie se bagnate, rendono il traverso insidioso. Ma non basta: un tratto del sentiero è scomparso per cedimento geologico. C'è comunque una traccia a monte.
Alla spalla gran curva a sinistra e si scorge la vetta. Qui però conviene valutare per bene le condizioni meteo. Dalla spalla sino alla cima c'è molta terra e pochi sassi. Erba a volontà, niente segni e niente traccia. Si procede mirando alla croce. In caso di nebbia lasciar perdere.

Sono in vetta dopo circa 2h 15'. Il tempo non mi è amico. Nuvole quasi dappertutto. Dell'ampio panorama millantato devo accontentarmi solo di un misero squarcio verso la valle austriaca. Di monti non se ne parla proprio. La zona attorno alla croce è incomprensibilmente circondata da filo spinato. La passerella che permette di superare l'ostacolo si rivela ottima per la sosta. Ma in cima rimango poco. A causa delle nuvole preferisco ritornare alla spalla. Qui giunto stecco clamorosamente il sentiero del ritorno: ci sono vari sentieri che convergono ed un segnavia non guasterebbe.

Ritrovato il sentiero me lo memorizzo in testa. Prima di andarmene desidero vedere da vicino una piccola costruzione, visibile dalla cima ed a poca distanza da un laghetto. Con somma sorpresa è abitata da una coppia con cane. 2 chiacchiere e mi accordano il permesso di fare una foto (e c'è pure l'offerta di un caffè). Come abbiano fatto a portare su il materiale rimane un mistero. È lontana dalla cosiddetta civiltà, non c'è ombra di teleferica e per raggiungerla ci vogliono ore di cammino. Anche il laghetto appare strano perché un residuo di neve lambisce l'acqua. Non ostante la temperatura, che immagino bassa, ci sono varie rane.

La discesa è oltremodo veloce perché oltre a sfruttare la scorciatoia che mi era sfuggira all'andata pure durante il traverso ho scoperto un traccia che mi ha evitato salite e perdite quota. Per un buon pezzo va tutto bene. Poi si comporta come i fiumi carsici: scompare per riapparire più avanti. Ho potuto permettermela perché nel frattempo il tempo si era fatto quasi bello e di conseguenza non c'erano problemi di visibilità.

Alla Sella di Val Dolce decido di completare l'esplorazione della zona. Scendo verso la Rattendorfer Alm fermandomi allo Zankl Hütte (chiuso). È un ex baracca militare della prima guerra salvata dall'ammaloramento. Ma se sono sceso è perché nei pressi c'è una minuscola cappellina costruita giusto 100 anni fa poi ricostruita. Tutta in legno scuro e tetto scandolato. Merita la deviazione. Quindi ritorno mentre nuvole scure si danno convegno in zona. 5h 30' in tutto, compresi gli extra.


       

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