Dopo aver esaurito gli impegni, ho cominciato a compulsare le previsioni meteo. C'era la voglia di rimpinguare un po' il diario delle uscite, ultimamente piuttosto negletto. La scelta, per motivi meramente meteo, è caduta sull'Ojstrica, nelle alpi di Kamnik. Questa volta, però, con partenza da Kamniska Bistrica nella convinzione, rivelatasi poi errata, che da qui ci fosse un sentiero diretto al rifugio Kocbekov Dom, posto strategicamente alla base dell'Ojstrica. Purtroppo la macchina fotografica è rimasta a casa.
La viabilità di Kamnik è tale che è impossibile evitare di passare attraverso il centro, peraltro architettonicamente pregevole. In qualche modo riesco ad imboccare la strada che risale sino a Kamniska Bistrica. La località però non viene raggiunta, perché il parcheggio ed il segnavia si trovano un po' più a valle, a quota 572 msm. Il cartello dà la Korošica, in pratica il rifugio, a 5 ore. Ma sulla tempistica si può fare un po' la cresta: mezz'ora, ma non più. La segnaletica è buona sull'Ojstrica perché collocata sulla Slovenska Magistrala. Per il resto potrebbe e dovrebbe essere migliore. In alcuni punti siamo al limite.
Si iniza per sentiero, con una prima svolta a destra, non segnalata. Poi ci si
abbassa per immettersi su una stradina forestale (memorizzare il posto per il
ritorno; non ci sono segnalazioni). La strada non vuol saperne di prendere
quota e la cosa mi mette di malumore perché il dislivello sarà molto forte ed
avrei gradito un innalzamento graduale. Ma così non è. La strada comincia
finalmente a salire dopo la deviazione per la cascata Orglica. Dapprima a
pendenza media, ma poi sarà pendenza sostenuta continua senza soste.
Si sta risalendo una valle il cui fianco destro (sinistra orografica) incombe
minaccioso. Incredibili i contorcimenti delle stratificazioni geologiche. Dopo
un tratto in cui il percorso è abbastanza prevedibile, il sentiero dovrebbe
risalire con delle svolte. Ma sembra che nessuno se lo fili. Incredibile, al
limite dell'esagerazione, il numero delle scorciatoie. In discesa sarà
necessario porre la massima attenzione. I segni sono pochi e sbiaditi; qualche
sporadico ometto. Si arriva ad un tratto ove per dissesto idrogeologico è
franato un tratto. Franato tutto: terreno e passerella. Per andare oltre, si
passa, ma con cautela. Ma in presenza di acqua meteorica la vedo molto
problematica. Segue un tratto in discesa e poi la salita riprende, sempre
in bosco con prevalenza di faggio. Si arriva ad una specie di forcella
denominata Presedljaj (era data a 2h 30' dalla macchina; si può valutare la
propria progressione). Segnavia verso sinistra. Ora si è fuori dal bosco,
immersi in un mare di mughi. Terreno calcareo. Con salite e discesette quasi
continue ci si immette sul sentiero che vien su da Podpoloviek (memorizzare il
posto; manca il segnavia). È in questo tratto che si può pensare di stare
sotto la tempistica (2 ore per il rifugio).
C'è ancora un po' di salita sino a raggiungere il varco Prag. Da qui si plana
verso il rifugio. Aperto -credo- nel fine settimana dopo la pausa invernale ed alimentato
dall'elicottero proprio in mattinata.
Il cielo, da azzurro, ora è rannuvolato. L'Ojstrica non si vede. Dopo la sosta mi decido ed inizio la salita: la tempistica è di circa 1h 30' per 500 metri di dislivello. Subito in forte salita (e mi libero di 1 litro d'acqua per ridurre il peso sulla groppa), poi a pendenza modesta. Ben presto scompare qualsiasi traccia di vegetazione: solo sassi e roccette. Si attraversa un nevaietto. Più avanti il sentiero rimonta la salita a pendenza media. Il percorso è ben visibile (meglio in salita che non in discesa) anche in caso di nebbia. Posso assicurare che non ci sono problemi con visibilità sui 20 metri. Ma non sono le nuvole il principale problema, bensì la temperatura. Piuttosto bassa tanto che sui versanti nord a quota superiore ai 2000 metri ci sono tracce di una leggera nevicata recente. Malgrado ciò ho sudato alquanto. La salita termina proprio in cima, ove trovo due tedeschi. Di panorama non se ne parla, anche se la cima è quasi al sole.
Breve sosta, più per cambio vestiario che altro, e quindi ritorno con recupero
dell'acqua. In discesa comunque, avrei barattato volentieri un po' di caldo e
sole in cambio di maggiore visibilità. La seconda parte della discesa, tra
Presedljaj e la macchina, oltre ad avermi procurato qualche problema di
orientamento a causa delle eccessive scorciatoie, sembra non finire mai.
Alla macchina sono piuttosto stanco anche perché riconosco di aver fatto la
salita a velocità un po' sostenuta. Ad ogni buon conto, 8h 15' in tutto. Il
desiderio di sfuggire la pioggia pomeridiana, benchè prevista dalle previsioni
meteo a percentuali irrisorie ed infatti non c'è stata, si è dimostrato un
ottimo propellente.