Ritorno, ad un mese e mezzo di distanza, nella zona di Ljubelj. L'idea è quella di salire la Vrtaca. Ci sono due possibilità: raggiungere la sella che la separa dal gruppo dello Stol e da qui alla cima. Percorso senza difficoltà. Oppure, prima di arrivare alla sella, imboccare il percorso diretto. Itinerario più corto ma con qualche difficoltà. Entrambe le possibilità si svolgono su pendii rivolti a sud. Siccome la neve non è ancora assestata, esiste un oggettivo pericolo di valanghe. La (salita alla) Vrtaca è rimandata a primavera avanzata.

Nel frattempo, scartata l'dea di salire in invernale lo Sredni Vrh, si può esplorare la zona. Che rimane molto frequentata, non ostante si sia a metà settimana. La frequentazione è tale che hanno battuto una pista di discesa larga pochi metri (ma gli impianti di risalita sono smantellati a metà). Quello che sorprende è l'alto numero di persone che con gli sci pellati intraprende la salita ad ore incredibili, tipo mezzogiorno. Parlando con un altro escursionista sloveno, ottimo conoscitore della zona, mi vengono indicate due méte vicine: il Plot (?) ed il Vrh Ljubeljščica. Entrambe, a giudicare dalle tracce, gettonatissime perché sono a poco più di due ore dal parcheggio e praticamente senza difficoltà.

Dal parcheggio si inizia a risalire la pista. Il primo tratto è interessato da vento freddo anche se non forte. Il vento gelido c'era pure la volta precedente e lo troverò anche al ritorno. Sino alla stazione intermedia dell'ex impianto di risalita senza attrezzature. Da qui in poi è meglio calzare i ramponi. Ho portato quelli a 4 punte: se ce ne sono di più ci si guadagna in sicurezza. La piccozza non serve. La pista ricalca in parte la strada di servizio al rifugio che è chiuso. Paesaggio invernale come dovrebbe essere. Verso destra c'è un valloncello in cui ci sono molte tracce di scarponi e sci. Anzi, di passaggi con gli sci ce ne sono stati tanti da creare una specie di pista. Si imbocca il valloncello e lo si risale sino ad una presa d'acqua. La si supera di qualche decina di metri e si svolta a destra risalendo un ramo laterale. Seguendo le tracce scarponate si raggiunge una cresta. A destra, maledicendo qualche mugo. Si perviene ad un minuscolo spiazzo e da qui ci sono solo pochi metri per la croce sommitale del Plot (mt. 1695). Ma il tratto è malagevole tanto che hanno tirato un cavo. Che però con la neve non serve. Lo si supera e ci si issa in vetta. Posto per una sola persona e bisogna muoversi con circospezione perché ci si trova sopra una parete verticale. Visione ampia ma ci si accorge che c'è un'altra cima (Vrh Ljubeljščica - mt. 1704), vicina e raggiungibile. Detto fatto. Indietro sino al punto in cui si è sbucati sulla cresta. Dalla parte opposta, in leggera e facile salita. Solo pochi minuti. In cima siamo in cinque. Al sole, con temperatura primaverile. Zero nuvole e panorama da calendario: Triglav, Bassi Tauri, Košuta, Vrtaca, Stol, Begunjščica ed altro ancora. Sopratutto questa torre che non trovo sulle carte. Tutto il paesaggio si presenta in versione invernale. Si scende dall'altra parte e si percorre integralmente il valloncello. Con sole 4 punte i ramponi servono a poco e la discesa si presenta perigliosa.

Uno sguardo all'orologio: ore di sole ce ne sono ancora molte. Mi stuzzica l'idea di salire il fianco nord della Begunjščica che ho visto salire da molti scialpinisti. Ma ci sono stati anche degli scarpinatori che hanno lasciato un ottimo percorso: su per la massima pendenza, a mo' di scala. Senza sforzi eccessivi si guadagna velocemente quota. Devo prestare la massima attenzione al tallone che non è messo proprio bene. Salgo in ambiente esaltante sino a quando la traccia si biforca: a sinistra si dovrebbe raggiungere la cresta est della Begunjščica. Diritti, si imbocca un culoire che dovrebbe esaltante. Però sono zavorrato dalla salita ai due cimotti. Chissà, forse avrei dovuto osare un po' di più. Ritorno indietro e la discesa, un po' temuta, si rivela più facile e veloce del previsto. Da ritentare, salendo direttamente dalla pista. 4 ore in tutto.