Veliki Lemež

Uscita nella zona del lago del Krn per salire il Veliki Lemež, l'ultima cima della zona sulla quale non sono stato. Nella fase preparatoria --a tavolino-- ho incontrato divergenze piuttosto macroscopiche. Secondo una relazione su summitpost.org, ed anche su una mia carta della zona, seppur datata ed imprecisa, dalla parte superiore del lago si sale alla f.lla Cež Potoče e da qui a destra, raggiungendo la cima da sud-ovest, con traversata del Vogel. Secondo hribi.net, portale dedicato all'escursionismo sloveno, si sale dalla zona inferiore del lago mirando ad una forcella tra Lemež e Debeljak. A sinistra, verso la cima che si raggiunge da nord-est con percorso dato per difficile. Parto fiducioso e senza preconcetti.

Il fondovalle della Lepena, punto di ascesa al lago, è stracolmo di macchine, non ostante il giorno infrasettimanale e l'ora mattutina. Ma, si sa, che un lago alpino è sempre una potente calamita. Noto con curiosità le variazioni dei bolli sloveni; passo davanti al nivometro e quindi raggiungo il lago. Dove, secondo hribi, dovrebbe partire il sentiero, non ci sono né bivii né tracce.

Mi sposto a monte del lago ed individuo una traccia in salita. Ad ogni buon conto, questa pare iniziare nei pressi di un grosso masso isolato facilmente individuabile. Il posto è stato frequentato di recente da una persona incivile, viste le immondizie. Ma è un buon segno. Belle le scanalature che si rasentanto, ma poi la salita termina e mi trovo in un piano coperto da erbe alte a petto d'uomo ed anche più. Appare inaspettatamente un cercatore di mirtilli che in un italiano molto approssimativo mi indica la prosecuzione del sentiero e mi fa capire che per la cima si procede avanti. Minimo 3 ore (forse è salito). Anche qui a futura memoria: c'è una valletta con una zona dissestata, caratterizzata da rocce bianche. La traccia passa quasi sul fondo, leggermente spostata sulla sinistra orografica. A quota superiore si transita per una conca inerbita ove trovo, oltre ad altri residuati metallici, una matassa di fil di ferro spinato (residuo della 1^ guerra) non utilizzata. Chi doveva stenderla probabilmente è stato colpito (rimangono pure due pezzi di suola). Procedo avanti passando in rassegna altre scanalature, lambendo e poi attraversando un tratto tra rocce calcaree ed arrivo alla sella. Lì la traccia termina. Prosecuzioni verso il Lemež e la Lepena esistono sono per i cartografi.

Perso per perso, piego a destra e salgo, senza traccia, in fortissima salita. Trovo solo quello che con buona volontà potrebbe essere considerato un ometto. Troppo poco. Per avere una visione migliore torno alla forcella e salgo dalla parte opposta. Sono sulle balze basali del Griva, bella elevazione di calcare. Le sue bancate inclinate con immani spaccature mi affascinano. Ma il responso è che non riesco a scorgere nulla che paia una traccia. Mi rifaccio vagando un po' per i calcari che talvolta appaiono rosati. Mi sono quasi perso e sono ritornato alla forcella con un po' di affanno e batticuore.

In discesa sino al piano erboso. Qui, anziché piegare a sinistra, avanti tra le erbe altissime ma prive di zecche. Procedo con più fatica del previsto e sbuco nei pressi di quella che fu la Pl. na Polju, ora convertita in casa di caccia. Ombra, gradita, solo sul retro. Da qui al sentiero che dal lago sale al Krn con facilità perché l'accesso è stato falciato (ma alla casa di caccia non esistono indicazioni). Transito vicino al lago che, in quanto riserva naturale, comporta una serie di divieti, tra cui quello di balneazione. Ma fa caldo, per cui c'è una moltitudine di persone che ha immerso nelle acque i propri piedi che non mi pare siano la parte batteriologicamente più pura del corpo umano.

Mesto ritorno a valle. Comunque è andata, considero conclusa l'esplorazione del posto.


       

Per contattare via e-mail l’autore clicca qui