Otok Krk (Isola di Veglia)

Trovo in rete un articolo sui sentieri che si trovano sulle isole quarnerine. Tra queste un posto di rilievo spetta a Krk, più nota col nome di Veglia. È la più grande isola dell'Adriatico ed all'interno presenta caratteristiche spiccatamente montane, pur non raggiungendo i 600 mt. di altezza. Per incentivare il turismo escursionistico, sull'isola è ora presente una rete di sentieri. I più lunghi, per essere percorsi integralmente, richiedono diverse ore malgrado i dislivelli contenuti.

L'articolo in questione parlava di un sentiero esistente nella parte orientale dell'isola ed era corredato da una foto da sogno di una spiaggia. Visto che la giornata prometteva bene, ho deciso di andare a darci un'occhiata. Partenza quindi ritardata con un ulteriore ritardo dovuto al fatto che l'autostrada che porta al ponte di accesso all'isola è bloccata causa lavori e la deviazione è smisuratamente lunga.

Arrivo al paese di Vrbnik. Da qui, secondo le info raccolte, parte un sentiero che in parte coincide con una strada asfaltata. Segnavia non ce ne sono. Segni di sentiero, sì. Peccato però che li abbia visti dopo essermi impelagato nelle viuzze dell'abitato. Col senno di poi: come si arriva nel centro del paese, subito a destra, per strada asfaltata, stretta ed in forte pendenza. Segni (i caratteristici Knafelčeva markacija) sui pali dell'illuminazione pubblica. Al bivio a sinistra come da segnavia. Poco dopo si giunge ad una bella spiaggia (Uvala[=baia] Potovošće) dove la strada termina. Segnavia evidente. Posteggio a volontà, ma la stagione turistica non è ancora partita ed è giorno feriale. Uno sguardo all'orologio: sono quasi le 11. Sarà da tener d'occhio. Tempo bello sull'isola mentre sulla terraferma parecchie nuvole stanno piovendo.

Nella prima parte dell'itinerario il sentiero è evidente e segnato. Anzi, la pittura mi pare piuttosto giovane. I dislivelli sono contenuti, il silenzio naturale perfetto. Dopo aver costeggiato dall'alto una bellissima baietta l'itinerario punta decisamente verso l'interno solcando praterie di salvia in fiore. Si incontra un segnavia che dà la baia (Uvala Sršćica) a 10'. Arrivo, ma la delusione è grande. La profondità dell'acqua è bassa e c'è la bassa marea. Altro che spiaggia di pietre candide: c'è una fascia di pietre nere. Per di più, una parte della spiaggia è inaccessibile perché sono state collocate delle arnie. Il brusio delle api sconsiglia di forzare il passaggio. Tento almeno di fare il bagno, anche se il fondale non è dei migliori. È tanto infido che mi ferisco la pianta del piede. Abbandono la spiaggia lasciando alcune orme insanguinate. Per fortuna riesco a tamponare la ferita e decido di proseguire l'esplorazione. Ritorno al bivio e vado a destra, in direzione di Vinca.

Con una doppia svolta il sentiero esce dal bosco ed in salita continua si dirige verso l'interno. Ora però la qualità del sentiero è nettamente peggiorata. Arrivo ad un vasto pianoro ove c'è una casipola con alcuni stazzi. Probabilmente è Vinca, ma non ci sono segnalazioni. Non mi capacito del fatto che ci possa essere dell'attività pastorale. L'acqua non c'è e ci sono più pietre che fili d'erba. Eppure il posto non appare abbandonato.

C'è un'indicazione piuttosto anodina. Decido di proseguire. Le segnalazioni ci sono, sì. Ma dovrebbero essere più frequenti. E ci si deve basare solo su quelle perché ora non c'è più traccia di sentiero. Il percorso è molto, ma molto impervio e pure in salita, talvolta sensibile. Se i garretti non sono in ordine consiglio di lasciar stare. Arrivo ad un altra casipola, questa lasciata andare alla malora. Sorge su una piccola altura che offre belle visioni sulle baie e sulla costa. Anche qui segni di non abbandono: c'è una recinzione ad uso pastorale che appare abbastanza recente. Mah.
Mi accorgo che sto procedendo lentamente. A parte la qualità -pessima- del terreno. I problemi sono creati dalle segnalazioni. Abbastanza nuove ma poche. Bisogna trovarsele. E questo rallenta. Inoltre per la conformazione del terreno, il sentiero potrebbe proseguire in qualsiasi direzione. Non so dove sono diretto. Il cielo azzurro ora è un ricordo e c'è da mettere in conto il ritorno. Dietrofront. Però giunto all'altezza della baietta, mi concedo la deviazione. Secondo i miei calcoli dovrebbe trattarsi della Uvala Sv. Juraj. È veramente un pezzo di paradiso. Peccato che sia giunto sin lì un motoscafo a rompere l'incanto. Non mi resta che tornare alla spiaggia di partenza. Questa sì, con ciotoli candidi. La zona merita di essere esplorata più a fondo.


       

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