Begunjščica

L'idea per l'escursione non era peregrina: la salita della Kosutnikov Turm, nelle Karavanke dal lato sloveno. La strada di accesso è inopinatamente chiusa sino alle 14 e non c'era alcun cartello di avvertimento. La valle è chiusa e quindi non ci sono itinerari alternativi. Cosicché abbiamo dovuto marcia indietro. E poco importa che la notizia dell'interruzione era sconosciuta pure ai locali: svariate le macchine con targa slovena della zona che hanno dovuto desistere.

Ricerca frenetica in una méta nei paraggi. La scelta cade sulla P.na Preval (riconvertita in posto di ristoro), da raggiungere per stradina. Da lì, a seconda delle condizioni, ci sono svariate méte più o meno escursionistiche. Su tutte, la cima della Begunjščica. Probabilmente ci sono già stato, ma svariati decenni fa. Ricordi? Zero.

Per raggiungere la ex malga o si percorre la strada di servizio oppure un sentiero la cui collocazione rimane tuttora un mistero. Da Tržič si segue la strada per il tunnell Ljubelj. Passato l'abitato di Podljubelj c'è una piccola galleria parasassi. La stradina si stacca a sinistra alcune centinaia di metri prima di detta galleria. C'è pure un segnavia, ma poco visibile. Nessun posto macchina.

Si sale per la stradina che all'inizio presenta una pendenza medio-bassa. Data l'ora, la strada è spesso all'ombra. Caratteristico il prato triangolare, visibile anche da molto in alto. Dopo un'ora circa ci troviamo ad un bivio. In mancanza di indicazioni seguiamo la strada che ci pare più importante. La pendenza quasi si azzera ma poco dopo la strada termina. Ritorniamo al bivio e seguiamo l'altra alternativa. Pendenza un po' sostenuta, ma poco dopo raggiungiamo il posto di ristoro, insospettabilmente frequentato.

A pochi metri c'è un crocefisso ed un crocevia di sentieri, peraltro ben segnalati e tempati. Per la cima della Begunjščica sono previste 2 ore per 700 metri di dislivello. In altre parole, si sa che il sentiero tirerà su di brutto. Così è. Dal Cristo, dopo alcune svolte si entra in un bosco molto fitto. Tanto che con nuvole la visibilità sarebbe un problema. Il sentiero si destreggia tra le radici degli abeti ma non sempre è evidente, né segnalato secondo lo standard sloveno. È una sorpresa negativa, tanto più che è parte integrante della Slovenska Magistrala. Più in alto si esce dal bosco e ci si rende del dislivello osservando la planina giù in basso. Inizia la parte più spettacolare. La vista è aperta e la pendenza aumenta. Prima un breve tratto e poco dopo una ventina di mt richiedono l'uso delle mani. Molto faticoso. Il secco aiuta perché il tratto, se bagnato oppure umido, diventa molto impervio. Segue un tratto su terra ed erba folta. Anche qui il terreno asciutto aiuta. Con l'umidità il pericolo di scivolate sarebbe elevato.

La pendenza si attenua un po'. D'istinto, anziché seguire i bolli prendo una buona traccia a sinistra. Ma così faranno tutti gli escursionisti che ho incontrato. Le segnalazioni ufficiali conducono sino ad una cima secondaria che dista poche centinaia di metri da principale ed offre la stesso panorama. Non ha senso salirla.

Un solitario segnavia dà la cima a 20'. Ma conti fatti i 20' vanno interpretati come mezz'ora scarsa. Inizia un percorso di cresta. Dapprima per terreno accidentato ed a saliscendi ma asciutto. Poi la traccia si perde tra verdi prati cu sui pascola un gregge sterminato. Sono centinaia di pecore, con relative deiezioni. Vietato quindi cadere. Superato il gregge con i suoi belati breve salita sino alla cima ove una rosa dei venti costituisce un ottimo sedile. All'orizzonte ci sono delle nuvole che nascondono sia le Giulie che i Tauri. Bella vista invece sul vicino Stol, altre Karavanke, le Alpi di Kamnik, lo Storžič ed il lago di Bled. Ritorno per il medesimo itinerario sino al punto di ristoro e da qui per la stradina sino alla macchina. 6 ore in tutto. Con terreno bagnato ed incontrando affollamento sul tratto alpinistico le tempistiche si dilatano considerevolmente.


       

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