Escursione nel gruppo del (Pian)Cavallo per raggiungere la cima del Monte di Mezzo ed eventualmente la vicina Pala d'Altei. Mentre la cima di quest'ultima è raggiunta da un sentiero, il primo va salito ad occhio. Necessaria quindi una buona visibilità. Già, proprio questa à, inopinatamente assente il giorno prescelto. Le previsioni parlavano di velature. In cima all'Altei, oltre ad un fugace sprazzo di sole, nella nebbia non si vedeva a 5 metri di distanza. Non resta che ritentare, ma d'inverno.
La macchina va lasciata in una frazione di Aviano (Glera di Giais, sulla strada
che collega Aviano a Montereale Valcellina). Per il Monte di Mezzo si passa
obbligatoriamente per le casere Palussa e Giais, entrambe rimesse a nuovo. Al
sentiero CAI 986 (ma in paese non ci sono tabelle) sono state affiancate due
vie d'accesso -Troi delle Cloipes e Troi de Rut- che probabilmente
ricalcano itinerari storici. Ho preferito il sentiero che, stando alla carta,
permette di prendere quota in maniera graduale. La prima parte ora è una
stradina a fondo naturale preclusa al traffico.
Risale con numerose svolte una grava sassosa. Dopo
40' circa -segnavia- a destra per sentiero che al
massimo è a pendenza media. Bella visione sul
percorso già fatto. La zona, floristicamente, è interessante.
Sono rimasto sorpreso dalla presenza dell'elusivo
Iris susinario.
Ad un'ora dalla macchina sono alla casera
Palussa, al margine di una betulleta. Ma il punto
forte è la presenza di acqua potabile, fresca
al punto giusto.
Sempre seguendo il sentiero che taglia grandi pendii
verdi ci si sposta verso destra. Con un tratto a
maggior pendenza ci si immette nella conca ove si trovano i due corpi della
casera Giais. È tenuta molto bene ed
all'interno c'è pura la luce elettrica fornita dall'impianto
fotovoltaico. Non manca un rumoroso orologio elettrico. Ma all'esterno il
silenzio è irreale che neanche la vigilia di Natale.
Partito con sole, mi ritrovo nella nebbia avendo inzuppato di sudore una
maglietta di troppo. Il Monte di Mezzo si vede e
non si vede. Avanti per il sentiero 988, prima in
salita e poi per lo più in piano sin sotto il Monte di Mezzo. Ad un
bivio, a destra. Il sentiero è molto
più facile del preventivato ed è
prevalentemente in leggera discesa. Trovo un bivio
segnalato con tempistiche. A sinistra, per il 987/A. Fatte alcune
interpolazioni, a 20' dovrei trovare un altro bivio. In
salita e quindi in una lunga radura prativa.
C'è un primo bivio e la Pala è data
a 20' (mi pare un po' poco). Sentiero sempre segnato
oppure omettato, per terreno vario che più
in alto esce allo scoperto. Termina ad una ventina di
metri da una grossa croce (la cima è occupata
da una piccola stazioncina tecnologica).
C'è nebbia forte per cui rinuncio al sedile annesso alla croce e mi
accoccolo prudentemente presso il sentiero. Fa capolino il sole ma per poco.
Sosta e quindi dietrofront sino alla radura.
A destra, per il 987. Terreno per lo più pianeggiante e poi in discesa in bella faggeta. Incrocio inopinatamente una stradina forestale. Il sentiero pare proseguire e ci metto un po' a scorgere il segno, nascosto com'è da una fronda di faggio. Sbuco in una grande conca verde ove incontro un segnavia. Sapere di essere ad un'ora o poco più da un posto noto mi tira su di morale. A sinistra, per il 986. In leggera salita sino ad incontrare di nuovo la stradina di poc'anzi. Sempre avanti, con sentiero evidente e segnalato. Pochissimo sole e silenzio a perdifiato. Appare una croce che però non è un ricordo funebre. Anzi,la targa mi lascia perplesso. Poco più avanti riconosco, pur con la nebbia, il sentiero già fatto qualche anno fa. Potrebbe essere il momento propizio per scorgere a sinistra una traccia verso la cima. Ma non c'è nulla né mi pare il caso di insistere. Peccato. In forte discesa per breve tratto a completare la circumnavigazione. Poco dopo sono di nuovo alla casera Giais. Risalgo un cimotto erboso a poca distanza da cui si scorgono i curiosi arabeschi dei muretti a secco ancora non distrutti.
Giù per il sentiero fatto la mattina. Ma al momento buono imbocco il Troi de Rut. Secondo i miei calcoli si trova tra la vegetazione. Dovrebbe quindi offrire un po' di riparo dal sole. Il sole, sì. Perch'e ormai la pianura è vicina. Così è. Vado giù velocemente, incrocio la stradina ed in breve alla macchina. 5 ore e qualcosina in tutto. Un grazie alla fontana del paese per l'acqua fresca, anche se non potabile. Sentieri e segnaletiche inopinatamente ben al di sopra della media.