Venti anni di Hulkamania

Siamo nel 2002 e - dopo ventitrè primavere dal suo debutto - Hulk Hogan (all'età di 48 anni) è stato di nuovo per un mese intero sul tetto del mondo. Si è trattato di un riconoscimento della World Wrestling Entertainment alla sua gloriosa carriera? E' stato un tentativo per far alzare gli indici di ascolto televisivi? Poco importa quale sia stato il reale motivo dell'impresa, ciò che conta è che l'immortale campione ha difeso la cintura unificata con onore e dignità fino a Judgment Day 2002, evento nel quale è stato sconfitto da The Undertaker in circostanze alquanto discutibili.

Hulk Hogan vs Undertaker a Judgment Day 2002

Pur nella sua breve durata, il regno di Hulk Hogan è stato sicuramente pieno di fascino e significato. Dopo aver conquistato l'alloro a Backlash 2002 strappandolo dalla vita di Triple H - un lottatore più giovane, più forte e sicuramente più in forma di lui - Hogan ha combattuto tutte le settimane sia a Raw che a Smackdown in incontri singoli ed in contese di tag. Ha sfidato William Regal in un "non title match" inquinato dall'interferenza esterna di The Undertaker, suo acerrimo rivale. Ha difeso con successo la cintura dal primo campione indiscusso della storia, quel Chris Jericho che si è autoproclamato "leggenda vivente". Ha fatto coppia con il giovane Edge per lottare contro Kurt Angle e lo stesso Chris Jericho. La settimana seguente al suo trionfo mondiale aveva anche deciso di concedere un rematch a Triple H salvo poi veder ribaltata la decisione da Vince McMahon. Con Triple H si è dunque alleato a Smackdown e poi ha difeso il titolo contro il leggendario "Nature Boy" Ric Flair nonostante le ripetute interferenze del New World Order. Infine - a Judgment Day 2002 - un The Undertaker affamato di gloria ed in cerca di rivalsa ha posto fine alla sua cavalcata diventando il quarto campione indiscusso nella storia della World Wrestling Entertainment. Ma questo non toglie niente ad Hulk Hogan se non la cintura.

Hogan in azione dopo il suo ritorno nella World Wrestling Federation (diventata poi World Wrestling Entertainment)

"The Hulkster" ce l'ha messa tutta. Si è impegnato. Ha fatto il possibile per essere ricordato come un degno detentore del titolo più prestigioso del wrestling americano. Ha dato sfoggio di tecniche alquanto inedite per il suo repertorio: a WrestleMania X8 ha eseguito una "Rock Bottom" sullo stesso The Rock; a Raw ha cercato di sottomettere Ric Flair alla "Figure Four Leg Lock"; a Judgment Day ha addirittura eseguito un "Superplex" dal paletto sul massiccio The Undertaker.
E il pubblico è sempre rimasto dalla sua parte.
Quando ha affrontato The Rock nell'epica sfida dello SkyDome di Toronto, l'arena ha incitato Hulk Hogan dall'inizio alla fine nonostante il suo ruolo fosse quello del cattivo mentre il suo avversario rappresentava il "campione della gente", l'atleta più amato del momento.
Negli show settimanali "The Hulkster" è sempre stato accolto da scene di ammirazione indescrivibili visto che tutto il pubblico presente nei palazzetti degli Stati Uniti si è alzato in piedi emettendo grida di incitamento assordanti e dando vita a "standing ovation" irripetibili ed indimenticabili.

dal rientro, Hogan ha fatto uso di tecniche che raramente o mai aveva mostrato al pubblico

Hulk Hogan ci ha dunque regalato emozioni come ha sempre saputo fare nell'arco della sua interminabile carriera a partire da quando poche migliaia di appassionati nei primissimi anni ottanta lo videro strappare la cintura assoluta AWA a Nick Bockwinkle. La "Hulkamania" sarebbe arrivata solo qualche anno più tardi ma a quelle persone non interessava se Hogan fosse o meno un maestro di tecnica sopraffina. Loro si identificavano in lui e lo volevano vedere campione. Soltanto l'ottusità dei "promoter" di quella federazione fece in modo che ciò non avvenisse. Questi ribaltarono infatti il verdetto del match e restituirono il titolo a Nick Bockwinkle, ritenuto un più degno rappresentante per la American Wrestling Association grazie alle sue abilità tecnico-atletiche ed alla sua stretta amicizia con i dirigenti.

Ma una federazione che voleva come campioni i parenti (vedi il cognato Larry Zbyszko ed il figlio Greg Gagne) e gli amici del presidente Verne Gagne stava stretta ad una stella nascente come Hulk ed ecco che nel 1983 questi sbarca in Giappone sconfiggendo il leggendario Antonio Inoki e conquistando il titolo intenazionale della New Japan Pro Wrestling. E come dimenticare quel gennaio del 1984 quando The Iron Sheik si era presentato a New York come il campione del mondo WWF deciso a sfidare Bob Backlund, precedente detentore della cintura. Hulk Hogan fu annunciato come sostituto dell'ultimo minuto dello sfidante infortunato ma nonostante questo - con la più famosa "leg drop" della storia - riuscì a mettere al tappeto lo "sceicco di ferro" portando a casa quel riconoscimento che deterrà per più di quattro lunghi anni.

Hogan sconfigge The Iron Sheik

In quel momento è nata la "Hulkamania". Non l'aveva fatta nascere Hulk Hogan. E neanche Vince McMahon. Era stata la gente a dar vita a questo fenomeno nazional-popolare senza precedenti.

Quel prestigioso alloro rimase intorno alla sua vita fino al 1988 ed in questi anni alcuni tra i più grandi campioni della specialità cercarono di strapparglielo. King Kong Bundy, Andrè The Giant, "Mr.Wonderful" Paul Orndorff, Nikolay Volkoff, "Rowdy" Roddy Piper. Soltanto il gigante francese Andrè - in un incontro dal finale discusso - riuscì nel 1988 a privare Hogan del titolo che però riconquistò un anno più tardi sconfiggendo "Macho Man" Randy Savage a WrestleMania V in uno degli incontri più lunghi, belli ed intensi della sua carriera.

Hogan vs Andrè the Giant. Hogan vs King Kong Bundy.

Hogan in azione durante alcuni match storici condotti ad inizio carriera nella WWF contro Andrè the Giant e King Kong Bundy

Momenti indimenticabili, contraddistiniti non soltanto dalle vittorie ma anche dalle sconfitte. Perchè la "Hulkamania" - proprio come la nostra vita - non è stata costellata soltanto da trionfi ma anche di fallimenti. E se è vero che Hulk Hogan ha ottenuto per dodici volte il titolo di campione del mondo, è altresì vero che lo ha ceduto in altrettante occasioni. Ed ecco allora la sconfitta subita da The Ultimate Warrior in quell'epica battaglia alla quale ha fatto teatro lo SkyDome di Toronto in occasione di WrestleMania VI nel 1990.

 

The Ultimate Warrior ha la meglio su Hulk Hogan

In un clima di guerra ed in un'atmosfera unica, Hulk Hogan - nei panni del patriota statunitense - ha poi atterrato nel 1991 il campione del mondo Sgt.Slaughter, un militare americano passato dalla parte di Saddam Hussein durante il conflitto del Golfo Persico e riportando così la cintura agli Stati Uniti d'America in occasione di WrestleMania VII. Un titolo poi perso verso la fine dello stesso anno a favore di The Undertaker nel clima surreale della Survivor Series. Quando "The Hulkster" è stato battuto da The Undertaker in quella che resterà negli annali come "The Greavest Challenge" si vedevano numerosi bimbi in lacrime tra il pubblico. Gli stessi bambini che oggi, con tutta probabilità, continuano a sostenere il loro beniamino. Non era mai accaduto ad un lottatore che i suoi piccoli tifosi piangessero per una mancata vittoria. Ma Hulk Hogan ci ha abituati a questo e ad altro ed infatti, pochi giorni dopo, "l'immortale" detronizzava The Undertaker tra il tripudio generale della folla tornando per la quarta volta sulla cima più alta della montagna.

Se questi primi quattro regni sono stati contraddistinti da una grande pubblicità ed alla conseguente, inevitabile attesa che precedeva gli incontri, il quinto ha rappresentato invece una vera e propria sorpresa. Nel 1993, a WrestleMania IX, Hulk Hogan è stato sfidato oralmente da Mr.Fuji, manager dell'ex mastodontico lottatore di sumo Yokozuna che aveva strappato la cintura pochi minuti prima a Bret "Hitman" Hart.
"The Hulkster" non se lo è fatto certo ripetere due volte ed in poco più di un minuto ha spazzato via il gigante tra lo stupore generale della platea. Ma un paio di mesi dopo Yokozuna si è preso la rivincita umiliando l'eroe in giallo e rosso ed estromettendolo di fatto dalla federazione che lo aveva visto protagonista per più di due lustri.

Eppure, proprio come l'araba fenice, Hulk Hogan è risorto dalle sue ceneri un anno dopo nella World Championship Wrestling. E al suo debutto ha sconfitto "Nature Boy" Ric Flair conquistando la cintura di campione del mondo dei pesi massimi. Un'impresa incredibile compiuta all'età di quarantuno anni. Hulk Hogan deterrà quel titolo per più di un anno e lo perderà soltanto nell'inverno del 1995 in circostanze poco chiare contro l'atleta che oggi conosciamo come The Big Show. Ma se fino ad allora Hogan ci aveva abituati ad emozioni positive, in quel periodo la gente cominciò a voltargli le spalle. Molte persone tra il pubblico sembrarono essersi stancate di lui.

La costante diffusione - specialmente negli Stati Uniti - di un nuovo, potentissimo mezzo di comunicazione di massa conosciuto come "Internet" ha aperto tante vie inedite alla diffusione del wrestling ma ha altresì permesso la nascita di una nuova categoria di appassionati di questo "sport". E non mi sto riferendo in modo particolare a quegli che noi oggi conosciamo come "smart fans" bensì a coloro che si sono autoproclamati "esperti di wrestling". In quel periodo questi individui cominciarono a proliferare come funghi sul web aiutati da uno strumento privo di qualsiasi controllo e regolamentazione e cercarono in ogni modo di crearsi un nome alle spalle dell'uomo più in vista di tutti: Hulk Hogan appunto. Queste persone - che non esiterei a definire briganti di fine millennio - si impegnano a mettere in giro voci riferite alla passata e presente carriera del più famoso lottatore in attività, aggiungendo particolari disgustosi riguardanti i presunti rapporti tra lui ed i suoi colleghi. Inutile dire che grazie a questo espediente tali individui riuscirono a crearsi un nome ed una posizione mentre le gesta di Hogan vennero quasi distrutte dalle loro analisi. Come avvoltoi che attendono la morte di quelle che una volta esalato l'ultimo respiro diventeranno le loro prede, così questi cosiddetti "esperti" si lanciarono in un odioso gioco al massacro ai danni di Hulk riuscendo a convincere sempre più lettori delle loro teorie prive di ogni fondamento e guadagnarono di conseguenza un'indiscutibile fama e popolarità a scapito di quello che fino a poco tempo prima era considerato da tutti un eroe positivo ed intoccabile.

Hogan vs Jerry Lawler. Hogan vs Arn Anderson. Hogan vs Macho Man.
Hogan vs Sid. Hogan consola Bret Hart prima di combattere con Yokozuna. Hogan vs Sgt, Slaughter.

Hogan contro altri suoi nemici "storici"...

In seguito alla nascita di questo nuovo, vergognoso movimento, la reputazione di "The Hulkster" ne esce profondamente ridimensionata. Impossibile proporlo nuovamente come un "buono". Ed ecco quindi che nel 1996 nasce l'alter ego di Hulk Hogan per eccellenza, quell'Hollywood Hogan che con il suo abbigliamento nero dominerà la World Championship Wrestling per tutta la fine degli anni novanta. Questa versione malvagia di Hogan riesce a rinverdire i fasti della sua precedente carriera grazie soprattutto alla creazione di un presunto movimento clandestino all'interno della federazione di Atlanta, il New World Order (nWo). Ed ovviamente continua a regalare emozioni ai suoi irriducibili tifosi che nonostante questo passaggio dalla parte del male non smettono un attimo di acclamarlo, segnando così il radicamento dei "cool heel" ovvero i "cattivi ma amati" nei quali buona parte dei fan continua ad identificarsi.

Inevitabile la sua conquista del titolo di campione del mondo ai danni di The Giant (The Big Show) nell'estate del 1996. Cintura che perderà soltanto un anno più tardi, nel 1997, a favore di Lex Luger per poi riconquistarla qualche giorno dopo. Hollywood Hogan la cederà poi di nuovo in un discusso ma altamente spettacolare dal punto di vista scenografico incontro con Sting a Starrcade 1997. Tutti i tentativi di Hollywood Hogan di riprendersi il titolo da Sting si riveleranno dei fallimenti ed il nostro eroe aggiungerà al suo "palmares" un nutrito numero di sconfitte finchè non riuscirà a battere "Macho Man" Randy Savage tornando campione WCW per la quarta volta nei primi mesi del 1998. Seguirà a questa vittoria una delle più emozionanti sconfitte subite da Hogan nella sua carriera: quella contro Bill Goldberg. Di fronte ad una platea di quarantamila spettatori, l'edizione di WCW Nitro nella quale ha avuto luogo questo incontro è entrata di diritto nella storia.

Hogan vs Lex Luger. Hogan vs Ric Flair.

Hulk Hogan sul ring della WCW

Era nelle intenzioni di Hogan il lasciare il testimone al giovane Bill Goldberg, un atleta che fin dal suo debutto aveva scatenato l'immaginario collettivo entrando da subito nei loro cuori. Quindi, con questo match, si è ripetuta ancora una volta la situazione secondo la quale Hulk Hogan, indipendentemente dal fatto che vinca o che perda, riesce ugualmente a suscitare sensazioni uniche. Cosa che ha fatto anche quando, nell'autunno del 1998 e dopo aver sconfitto The Ultimate Warrior, ha annunciato il suo ritiro dal wrestling per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti d'America. In realtà dopo qualche mese tutto questo si è rivelato essere un'abile manovra per rifondare il New World Order e per riportare la cintura attorno alla sua vita per la quinta volta.

Infatti l'allora campione Kevin Nash si lasciò schienare dall'immortale in modo da permettere la rinascita dello storico gruppo. Quel titolo Hulk lo perderà poi da Ric Flair in un incontro controverso che ha di fatto sancito il ritorno di Hogan nelle grazie dei tifosi e il suo definitivo passaggio dalla parte dei buoni nella WCW. Di ritorno da un grave infortunio al ginocchio sinistro, Hulk Hogan vincerà il suo sesto titolo di campione del mondo WCW da "Macho Man" Randy Savage scatenando ancora una volta il delirio collettivo. L'alloro lo perderà di nuovo dopo qualche mese contro Sting, atleta che lo aveva già battuto più volte nel recente passato. Ma poco prima di questa sconfitta Hulk aveva completamente abbandonato i panni del suo "alter-ego" malvagio tornando al vecchio completo giallo e rosso.

Nell'estate del 2000 viene consumato quello che pare essere definitivamente l'ultimo episodio nella storia della Hulkamania. Bisogna premettere che da qualche mese alla guida della World Championship Wrestling era stato posto Vince Russo, un "booker" (coloro che scrivono le storie e le scenografie nelle federazioni di wrestling) che ha una visione decisamente rivoluzionaria e controcorrente del mondo dell'intrattenimento sportivo. L'unico scopo apparente di Vince Russo è quello di diventare famoso, più famoso dei lottatori e soprattutto più famoso di Vince McMahon, storico proprietario della World Wrestling Federation. Per arrivare al suo scopo non esita a percorrere qualsiasi via lecita o meno e per questo verrà presto elevato ad idolo e modello di ispirazione di tutti quegli sciacalli che imperversano nel mondo di Internet.

I suoi metodi per raggiungere la fama non si discostano poi di molto da quelli dei cosiddetti "avvoltoi del web" fatta eccezione che dalla sua parte Russo ha un enorme potere di azione essendo praticamente alla guida di una delle più importanti federazioni del mondo. Ed ecco che a Bash at the Beach 2000 - evento estivo della WCW - Russo si cimenta in quello che sarà ricordato come uno degli episodi più disgustosi nella storia recente del wrestling. E chi poteva essere l'obiettivo di questo arrampicatore sociale? Chi altri se non Hulk Hogan, un trampolino umano verso il successo.

Hogan si era conquistato con una vittoria sul ring il diritto di sfidare Jeff Jarrett per la cintura di campione del mondo ma una volta salito sul quadrato si rende conto di trovarsi al centro di un piano ben congegnato atto ad estrometterlo definitivamente dal mondo della lotta dei pro. Jeff Jarrett si sdraia per terra volontariamente. Hulk Hogan prova a redarguirlo dicendogli: "Andiamo Jeff, non farlo, tu sei uno di noi".
Jarrett sembra lasciarsi convincere da queste parole ma in quel momento arriva Vince Russo che grida: "Resta a terra Jeff. Non muoverti. Hogan, vuoi la cintura? Prenditela".
Hulk schiena Jarrett e se ne va dall'arena.
Questa sarà l'ultima volta che lo vedremo nella World Championship Wrestling.
Poco dopo Vince Russo sale sul ring per spiegare ai fan spaesati ciò che è accaduto. Russo infarcisce la platea di menzogne condite da varie volgarità, riferendosi ad Hulk Hogan come ad un "pezzo di merda" e ad un "figlio di puttana" (parole testuali del discorso di Russo).
Come spiegherà in seguito Hogan - che intenterà poi una causa per diffamazione e violazione delle clausole contrattuali contro l'intera federazione - lui, Russo e gli altri "booker" erano giunti ad un accordo secondo il quale Hulk avrebbe sconfitto Jeff Jarrett quella sera in una contesa combattuta allo stremo e dando così vita ad una faida con Russo ed il suo protetto, Jarrett appunto.

Ma Vince Russo ha voluto agire di testa propria con l'unico intento di crearsi un nome a scapito dell'uomo più rappresentativo del wrestling mondiale. E quindi rappresenta la personificazione dei sogni di tutti i cosiddetti "esperti" di Internet che cercano di farsi conoscere al mondo succhiando il sangue di Hulk Hogan come zecche. Vince Russo ce l'ha fatta. Nel bene o nel male è diventato famoso. Adesso tutti lo conoscono mentre Hulk Hogan - la cui carriera è stata distrutta e completamente ridimensionata - sembra esser precipitato nell'oblìo... Ma non senza prima aver portato con se la World Championship Wrestling...

Hogan schiena Jarrett. Hulk si chiede cosa stia accadendo e come mai il suo avversario non intenda combattere. Vince Russo

Vince Russo e Jeff Jarrett erano stati gli ultimi interlocutori di Hogan nel suo periodo nella WCW

Nei mesi seguenti l'estromissione di Hulk Hogan dalla federazione, infatti, gli ascolti televisivi dei programmi WCW crollano decretando alla politica di Vince Russo un clamoroso fallimento. La AOL/Time Warner deciderà così di non rinnovare il contratto che lega le proprie emittenti televisive alla World Championship Wrestling che sarà alfine acquistata da Vince McMahon e dalla sua World Wrestling Federation Entertainment Inc.

Nonostante le numerose voci che lo volevano rientrante nella WWF, Hulk Hogan tornerà a calcare un ring di wrestling soltanto nel novembre del 2001 e lo farà in una neonata federazione, la XWF, sigla fondata dall'amico Jimmy Hart in collaborazione con alcuni nomi storici del wrestling quali Greg "The Hammer" Valentine e Brian Knobs. Di fronte a poche centinaia di spettatori, quasi come se volesse ricominciare tutto da capo, Hogan sconfigge "Mr.Perfect" Curt Hennig grazie alla sua "leg drop".

E finalmente, nei primi mesi del 2002, Vince McMahon decide di resuscitare il New World Order nella WWF e lo fa riportando in essa i membri originali del gruppo ovvero Hollywood Hulk Hogan, Kevin Nash e Scott Hall. Sebbene Hulk si presenti come un cattivo compiendo le peggiori nefandezze ai danni dei beniamini del pubblico quali The Rock e "Stone Cold" Steve Austin, la gente comincia ad aprire gli occhi nei suoi confronti. Ed ecco che a WrestleMania X8 tutte le menzogne e tutte le falsità che nel corso degli anni erano state dette su di lui vengono per sempre seppellite e la Hulkamania torna a correre selvaggia. In occasione di quel memorabile evento Hulk Hogan è stato sconfitto da The Rock in maniera pulita ma in compenso ha riavuto indietro i suoi tifosi che lo hanno incitato dall'inizio alla fine della contesa. E' stato come se la gente avesse voluto mandare un chiaro messaggio agli "sciacalli di Internet" dicendo "io non ci sto", "io ho una testa per pensare e ragionare e non credo a tutte le menzogne che mi volete far bere".

Questa è stata la vittoria più grande di Hulk Hogan. Una vittoria alla quale seguirà poi la conquista del suo dodicesimo titolo di campione del mondo a Backlash 2002 ai danni di Triple H. Un trionfo che ha definitivamente decretato Hulk Hogan come l'icona indiscussa nella storia del wrestling e che ha permesso alla World Wrestling Entertainment di riabbracciare di fatto il proprio passato terminando così la politica di revisione storica che aveva contraddistinto la federazione negli ultimi anni. Hulk Hogan ha vinto e con questo ennesimo successo, ha dimostrato che chi imposta la propria esistenza sulla menzogna e sulla diffamazione del prossimo potrà forse ottenere fama e popolarità ma in questo modo non riuscirà mai a guadagnarsi la stima ed il rispetto della gente che per fortuna guarda ai risultati ottenuti sul campo e non alle chiacchiere.

Questa che avete appena letto non vuole essere la biografia di Hulk Hogan. Questa è soltanto una piccola raccolta delle più grandi emozioni che la "Hulkamania" mi e ci ha regalato in questo ventennio. Oggi Hulk Hogan sta giocando i tempi supplementari della sua carriera. E' plausibile credere che quello a cui stiamo assistendo in queste magiche giornate sia l'ultimo capitolo della fantastica favola della "Hulkamania". Una storia che speriamo si chiuderà come nella miglior tradizione, ovvero con un bellissimo lieto fine.
E come ogni favola che si rispetti anche questa assumerà tratti leggendari che saranno tramandati nel tempo ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Ma comunque vada a finire, una cosa è certa: nonostante i mille ostacoli e le infinite battaglie, la "Hulkamania" non morirà mai!

"Titan Morgan" Manuele Poli
titanmorgan@hotmail.com