UN GRANDE SUCCESSO IL PRESEPE A PLEVEN

   
Visioni notturne del presepe sotto l'albero di Natale davanti al municipio 
nella piazza principale della città di Pleven


Primo piano del presepe di Pleven

Nella piazza principale della città di Pleven, durante le scorse feste natalizie, 
è stato allestito, per la prima volta, uno straordinario presepe.
Il presepe è stato costruito ai piedi di un alto e luminoso albero di Natale, 
unico segno natalizio fino a quest’anno. 
La realizzazione del presepe è stata possibile grazie all’entusiasmo di P. Angelo Giorgetta 
coadiuvato da alcuni parrocchiani.

Il permesso è stato concesso dalle autorità locali con qualche difficoltà 
perché una legge bulgara proibisce ogni manifestazione religiosa in piazza.
Dopo aver fatto osservare che il presepe non è una manifestazione religiosa 
ma semplicemente il ricordo visivo di quanto tutti i cristiani di ogni confessione credono,
il sindaco alla fine ha acconsentito dicendo che avrebbe fatto una delibera
in cui si afferma che il presepio per decisione della giunta comunale sarebbe stato posto 
come un ulteriore abbellimento dell'albero di Natale.
Così, nella piazza ove fino a qualche anno fa venivano proclamati solo discorsi contro la fede, 
il Bambinello steso su poca paglia ricorda che i grandi della terra 
con tutta la loro arroganza non possono prevalere. 
Dio umilia i superbi e dona la sua grazia e benevolenza agli umili.

La neve caduta in abbondanza e il freddo intenso hanno reso l’atmosfera natalizia ancora più viva 
e tanti fedeli, comprese le autorità, si sono soffermati a contemplare Colui 
che ci ha tanto amati da venire in mezzo a noi come il più povero dei poveri. 
Accogliere con fede la venuta del Salvatore non significa sminuire la nostra dignità di uomini 
ma innalzare fino al cielo la nostra umanità. 
In Gesù infatti noi siamo diventati figli di Dio e coeredi del Regno dei cieli.

Una nota incresciosa. La prima notte sono state trafugate alcune statue del presepe subito sostituite da altre. 
Un guardiano notturno ha impedito che altri furti avvenissero nelle notti successive.

 

50° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO 
DEL BEATO EUGENIO BOSSILKOV


Era il 1952 quando nel carcere di Sofia veniva fucilato Il Vescovo Passionista di Russe 
Monsignor Eugenio Bossilkov. 


Foto del Beato già rivestito degli abiti dei condannati 
poco prima dell'esecuzione

La fedeltà al Vangelo e alla Chiesa fu la causa vera della sua condanna a morte. 
«Le tracce nel nostro sangue sono una garanzia per uno splendido futuro della Chiesa in Bulgaria» 
aveva detto il Beato Eugenio Bossilkov prima di essere ucciso e ora quelle parole si stanno avverando. 
Uscita dalla persecuzione e dalla clandestinità la Chiesa bulgara sta rifiorendo. 
Ora si trova di fronte all’esigenza di una nuova energica evangelizzazione, alla necessità 
di diventare una vera protagonista dell’annuncio della verità evangelica a una nazione affamata di Dio. 
Oggi le parrocchie sono nuovamente focolari di fede e di spiritualità. 
Con tantissime iniziative catechistiche, campi scuola, incontri culturali della gioventù ecc. 
si tenta di riportare Dio nel cuore della gente. 


Gabrovo: P. Angelo Giorgetta presenta il libro con le lettere pastorali
del Beato Eugenio Bossilkov

In occasione del cinquantesimo anniversario del martirio del beato Eugenio, 
fu ucciso infatti l’ 11 novembre del 1952, 
sono state pubblicate le sue lettere pastorali presentate poi ai fedeli 
a Pleven, Gabrovo, Belene e Svistov, 
con opportune manifestazioni a cui hanno dato ampio risalto anche i mass-media locali e nazionali. 
Interviste rilasciate da alcuni missionari sono state trasmesse sia per radio che per televisione, 
segno dell’importanza dell’avvenimento. 


Un momento della rappresentazione

Nel teatro comunale di Belene, paese natale del Beato, 
un gruppo di giovani della parrocchia di Malcika ha presentato la vita, il processo 
e il martirio di Monsignor Bossilkov. 
Il teatro era stracolmo di gente attenta e commossa. 

UN COMMENTO ALLA VISITA DEL PAPA IN BULGARIA



Un'istantanea della visita del Papa in Bulgaria

Ancora abbiamo negli occhi l'immagine del Papa, nelle orecchie le sue parole 
e nel cuore la grande emozione della sua presenza. 
La sua visita in Bulgaria, lo scorso mese di maggio, è stato un grande dono del Signore. 
Quest'uomo vecchio e malfermo in salute, ma pieno di una forza interiore incredibile, 
ha fatto percepire a tutti la presenza dello Spirito nella Chiesa.
Per un giorno la Chiesa cattolica bulgara è stata il cuore della Chiesa universale, perché il Papa era qui. 
L'intera Bulgaria, un piccolo paese ai margini della grande politica e della grande finanza, 
ha acquisito "visibilità" di fronte al mondo intero per la visita del Papa. 
A dire il vero non sono stati molti coloro che hanno capito, sotto questo profilo, 
l'importanza della visita pontificia.

Altro aspetto reso visibile dalla presenza di Giovanni Paolo II in Bulgaria, è stato l'ecumenismo. 
La Chiesa ortodossa bulgara è ancora una Chiesa chiusa. 
La paura di affrontare il mondo attuale con le sue novità buone e cattive, 
l'ha resa arroccata nella sua tradizione, incomprensibile per la gente comune. 
Ciò si è visto in modo evidente da come il Papa è stato accolto dal Patriarca Maxim, 
dal Sinodo e da come lo ha accolto il "popolo" di questa Chiesa. 
Alla malcelata freddezza della gerarchia 
si è contrapposta la festosa cordialità e starei per dire la "fede" dei fedeli.

La visita del Papa ha dato uno scossone a questa Chiesa ortodossa 
che ha perso contatto con i propri fedeli. 
I frutti non dovrebbero mancare.

E anche la Chiesa cattolica bulgara, benché numericamente piccola, 
ha acquisito visibilità di fronte al popolo bulgaro. Da questa visita nessuno può misconoscere la presenza della comunità cattolica e la sua azione pastorale e sociale in questo paese. 
E a questa piccola Comunità cattolica, quasi impaurita, 
la visita e il coraggio di Giovanni Paolo II ha portato una ventata di novità e di forza. 
I frutti sicuramente ci saranno. 
La strada che i cattolici bulgari devono percorrere, il Papa l'ha indicata ai giovani: 
la fede in Gesù, alla Chiesa del concilio e l'impegno a costruire in Bulgaria 
una democrazia reale dialogando con tutti. 

Le vicende della Chiesa bulgara e in modo particolare della diocesi di Russe, 
sono state segnate pesantemente dall'esperienza comunista che l'ha isolata dal resto del mondo cattolico. 
L'attività della Chiesa è consistita nel conservare la tradizione. 
La repressione del regime, la formazione atea nelle scuole, le difficoltà di ogni genere 
facevano vivere ai credenti una fede da catacombe.

E' stato necessario partire allora dalla formazione cristiana attraverso la catechesi. 
L'attività pastorale privilegia i bambini, i ragazzi ed i giovani. 
In tutte le parrocchie ci sono corsi di catechesi per loro. 
E la catechesi non è intesa solamente come "lezione" di catechismo, ma come esperienza vissuta. 
Si sta tentando di formare "gruppi parrocchiali".

Ad alcuni giovani è stata data l'opportunità di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Parigi, 
a Tor Vergata nel 2000 e altri, anche se pochi, hanno partecipato a quella di Toronto. 
Altri giovani sono venuti in Italia per fare esperienze in una comunità parrocchiale italiana. 
Il mondo giovanile non ha vissuto l'esperienza del regime, 
è quindi più disponibile ad accogliere una chiesa conciliare.

Si avvertono tenui segnali positivi. 
Alcuni ragazzi in età scolare chiedono essi stessi di ricevere il Battesimo 
e alcune famiglie esprimono il desiderio di avvicinarsi alla fede. 
Un aspetto positivo molto importante è il rapporto con gli Ortodossi. 
Se a livello "alto" si avvertono ancora resistenze, chiusure e paure, 
queste scompaiono nei rapporti all'interno di comunità locali. 
E' un bel segno positivo. Le rotture sono avvenute dalla "gerarchia", 
la riconciliazione avverrà partendo dalla base.


Il Papa celebra la S. Messa a Plovdiv

Dalla presenza del Papa in terra bulgara nascerà sicuramente un rinnovato impegno da parte di tutti: 
Vescovi, sacerdoti, Religiosi e Religiose e Laici - specialmente giovani - sono incoraggiati 
ad impegnarsi maggiormente per costruire insieme quel "futuro splendido per la Chiesa bulgara" 
profetizzato dal Beato Eugenio Bossilkov. 

                                                                                (P. Corrado Gasbarro Missionario in Bulgaria)

COSTRUZIONE DI UNA CHIESA CATTOLICA A PLEVEN

  
Chiesa in costruzione a Pleven e come sarà.

La parrocchia della città di Pleven (160.000 abitanti) intitolata alla "Beata Vergine Maria di Fatima", 
conta circa 2500 cattolici. Di fatto però sono solo un migliaio.

L'emigrazione dai paesi limitrofi durante l'industrializzazione degli anni sessanta, 
ha portato la citta di Pleven a raddoppiare i suoi abitanti. 
Molti sono stati i cattolici che dai paesi vicini hanno scelto di vivere in città. 
La chiesa (definita in forma ufficiosa dal Vescovo come Concattedrale) con relativa canonica, 
è in fase di costruzione.

Attualmente il missionario P. Angelo Giorgetta vive in un appartamento 
e celebra l'Eucarestia nella cappella (scantinato) sottostante il palazzo. 
La Parrocchia nata ufficialmente alla fine del 1997 e frequentata all'inizio da poche vecchiette 
e qualche bambino è cresciuta notevolmente: 
molti giovani e intere famiglie frequentano l'Eucarestia ogni domenica.

Un buon numero di adulti partecipa al catechismo che si tiene ogni domenica e quasi ogni martedì. 
Questa gente è partita veramente da nulla e di fede cristiana non ne sapeva assolutamente nulla. 
Dopo aver spiegato, semplificato e ripetuto, si può affermare che sono stati fatti passi notevoli. 
La gente è molto generosa e sempre a disposizione per ogni tipo di aiuto.

CAMPO SCUOLA AD APRILZI

Dal 28 luglio al 5 agosto si è svolto ad Aprilzi un campo scuola 
al quale hanno partecipato 66 ragazzi provenienti dalle parrocchie di Malcika, Trancioviza, Belene e Gabrovo. 
Ad animarli sono intervenuti anche 8 giovani italiani inviati dalla Caritas ambrosiana.
Abbiamo giocato, cantato, gioito, pregato e gustato lo stare insieme in amicizia.


Una celebrazione durante il campo scuola ad Aprilzi

Abbiamo parlato di temi che sono attuali nella nostra vita. 
Il tema principale è stato: «Chi è l'uomo che vive vicino a me?».
 Questo tema ci ha aiutato a comprendere che non bisogna essere egoisti, 
ma che bisogna pensare alla gente che vive vicino a noi, guardando non solo l'aspetto esteriore 
ma soprattutto la loro bellezza spirituale.
Il tempo trascorso insieme ci ha spronati ad essere uniti, ad interessarci dei problemi degli altri, 
a dare agli altri il nostro tempo libero nella convinzione che bisogna preferire il dare che il ricevere.
Da questo campo scuola siamo ritornati a casa con il desiderio di visitare i malati e le persone in necessità, 
ad avvicinare di più i ragazzi e i giovani alla Chiesa, ad organizzare più incontri per loro 
e a tenere anche più puliti i nostri paesi.Speriamo che Dio ci aiuti a realizzare quanto desideriamo.

                                                                                                                        (Stella, Iana e Galia)